The X-Files – 10×03 Mulder&Scully Meet the Were-Monster 11


The X-Files - 10x03 Mulder&Scully Meet the Were-MonsterSe c’è una cosa che la nuova stagione di The X-Files ha dimostrato di saper fare è senza dubbio confondere chi la guarda. Dopo una premiere frettolosa che lasciava però immaginare un percorso all’insegna della continuity, e una seconda puntata più attenta alla trama verticale e soprattutto efficace nel costruirla, ecco che Carter e Morgan rimescolano ancora una volta le carte in tavola.

Questa puntata, infatti, è così inaspettatamente folle e destabilizzante da farci mettere in discussione (di nuovo) tutte le nostre aspettative sulla serie. Nessuna traccia di quello che pareva essere il tema stagionale, un caso della settimana che sembra ridicolo fin dal cold open e uno scambio di ruoli tra i due protagonisti che disorienta in più di un’occasione: “Mulder & Scully Meeet the Were-Monster” è un episodio che non ci facciamo problemi a definire assurdo, con il quale non è semplice fare i conti soprattutto quando si prova ad inserirlo nel contesto dell’operazione reboot che ne è alla base.

It doesn’t make any sense. Nothing makes sense.

The X-Files - 10x03 Mulder&Scully Meet the Were-MonsterUno stand-alone, e per giunta così atipico, è davvero la scelta migliore per una miniserie sequel di sole sei puntate? Come valutarne la logica all’interno del progetto in cui si inserisce? Al momento non disponiamo di molte informazioni, avendo ancora metà della stagione davanti, ma ad oggi è evidente che questo reboot non ha ancora preso una direzione chiara e definita, e di questo passo probabilmente non lo farà mai. Da questo punto di vista l’episodio è, dunque, un fallimento, in altre parole la prova dell’inconcludenza e fragilità di un progetto senza capo né coda, realizzato in poco tempo e senza una visione precisa. Tuttavia, se ci sforziamo di isolare la puntata dal suo contesto, non possiamo non riconoscerne l’alto tasso di genialità, a partire dal ribaltamento del topos della trasformazione in mostro per finire con la riflessione autoironica e metanarrativa che va a toccare anche l’impianto stesso della serie originale e, soprattutto, del suo reboot.

– I’m just looking for some kind of internal logic!
– Why? There isn’t an external logic to any of it!

The X-Files - 10x03 Mulder&Scully Meet the Were-MonsterA prima vista “Mulder & Scully Meet the Were-Monster” è un episodio dal linguaggio e dalla struttura stantii e sorpassati quasi quanto “My Struggle”: ne è un esempio l’elemento comico, qui preponderante, che si presenta oggettivamente come piuttosto datato. In realtà si tratta, con ogni evidenza, di una scelta ben precisa e motivata: pensiamo all’accompagnamento musicale, spesso eccessivo e ancora una volta apparentemente antiquato, ma che di fatto aiuta a sottolineare l’assurdità dei siparietti che ci scorrono davanti e che ha quindi la funzione di “regolare il tono” e il ritmo della narrazione sulla modalità della parodia. Allo stesso modo, ridicolizzando Mulder per la sua incapacità di adattarsi alle nuove tecnologie, gli autori sembrano piuttosto voler ironizzare sulla serie stessa, e sul fatto che sia rimasta indietro rispetto al resto della tv – come una strana creatura che cerca di comprendere uno stile di vita diverso dal proprio, ma che fatica ad integrarsi nella sua nuova realtà. Ed ecco, quindi, che si susseguono situazioni improbabili, spesso prive di coerenza o logica (perché Guy Mann si ri-trasforma in uomo all’interno del bagno chimico? Perché sì), magari compresse in tempi fin troppo ridotti perché la storia possa risultare credibile. Ma, in fondo, è così che deve andare: non c’è modo di dare un senso alla condizione in cui si trova la were-lizard, né tantomeno alla vita, ma non per questo si può dire che non funzioni.

This is the Mulder I like.

The X-Files - 10x03 Mulder&Scully Meet the Were-MonsterA inizio puntata  Mulder elenca alcuni casi apparentemente inspiegabili su cui aveva indagato anni prima, poi risolti da qualcun altro senza ricorrere a spiegazioni fantasiose. Attraverso una divertente carrellata delle proprie sconfitte, quindi, l’agente mette in dubbio tutte le sue convinzioni, ovvero le stesse idee folli e cospirazioniste su cui la serie ha puntato negli anni e su cui sembrava voler continuare ad insistere in maniera, diciamolo, forse un po’ eccessiva e testarda. Perché nell’era post-internet, post-scie chimiche, post-rettiliani (è un caso che Guy Mann sia un lucertolone?) una serie come The X-Files può davvero riuscire a non rendersi ridicola? A prescindere dagli aspetti più propriamente produttivi o dalla brutta impressione della premiere, viene spontaneo chiedersi se il concept alla base della serie e di questo reboot non ponga qualche problema di legittimità, sia perché non siamo per nulla certi che si sentisse davvero il bisogno di questo ritorno dopo più di 10 anni, sia perché la tematica e la struttura procedurale porgono il fianco a facili critiche.

“Mulder & Scully Meet the Were-Monster” è quindi, probabilmente, una risposta alle nostre perplessità, uno strumento di cui si servono gli autori per dirci, in maniera divertita e consapevole, qualcosa che suona più o meno così: “Lo sappiamo anche noi che certe cose ormai non funzionano più e che ci sono un bel po’ di problemi da affrontare, ma, sapete che c’è, we want to believe“. Anche se la serie non è perfetta, insomma, c’è comunque spazio per produrre ancora qualcosa di valido e significativo, se non addirittura sorprendente. Rivivere lo spirito dei “tempi che furono” è sempre un innegabile piacere, anche quando è inquinato dal mutare delle situazioni e dello scenario di riferimento. Lo sa bene Scully, che, nonostante tutto, rivuole il suo Mulder visionario e senza freni; e se manca a lei, perché non dovrebbe mancare anche a noi?

Con la terza puntata di questo progetto ancora difficile da definire, abbiamo dunque assistito ad una sorta di esperimento nell’esperimento, che, per quanto rischioso e non privo di implicazioni tutt’altro che rassicuranti, sembra in fondo aver funzionato. D’altra parte uno dei tratti distintivi della scrittura televisiva di qualità è la capacità di ragionare su se stessa; e se questo è vero, allora forse anche la decima stagione di The X-Files ha ancora qualcosa da dire.

Voto: 7½

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Informazioni su Francesca Anelli

Galeotto fu How I Met Your Mother (e il solito ritardo della distribuzione italiana): scoperto il mondo del fansubbing, il passo da fruitrice a traduttrice, e infine a malata seriale è stato fin troppo breve. Adesso guardo una quantità spropositata di serie tv, e nei momenti liberi studio comunicazione all'università. Ancora porto il lutto per la fine di Breaking Bad, ma nel mio cuore c'è sempre spazio per una serie nuova, specie se british. Non a caso sono una fan sfegatata del Dottore e considero i tempi di attesa tra una stagione di Sherlock e l'altra un grave crimine contro l'umanità. Ah, mettiamo subito le cose in chiaro: se non vi piace Community non abbiamo più niente da dirci.


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11 commenti su “The X-Files – 10×03 Mulder&Scully Meet the Were-Monster

  • Boba Fett

    Episodio folle, ma perfettamente in linea. Azzardo una ipotesi, questa mini serie è un Bignami delle nove leggendarie stagioni; 6 appuntamenti dedicati a 6 diversi mood caratteristici degli X-files. Abbiamo avuto la Cospirazione, che probabilmente ritroveremo in almeno un altro episodio, il “monster of the week” che si ricollega in qualche modo agli agenti e, questa settimana, ci regalano un viaggio nell’assurdo alla Jose Chung.

     
  • Bluemoon86

    Concordo sul giudicare “folle” un simile episodio, sarebbe difficile affermare il contrario, ma non sono affatto d’accordo sul definirlo un fallimento. Questo non e’ un reboot, ATTENZIONE, questo è un sequel vero e proprio e in questa distinzione si racchiude un mondo di differenze. In quanto sequel, infatti, è giusto che questa miniserie proponga una storyline di base sulla quale articolare i nuovi episodi, ma è anche giusto che riproponga il medesimo stile che ha reso X-Files uno dei più geniali ed innovativi serial della tv degli ultimi vent’anni.
    E credo che lo stia facendo nel modo giusto. L’episodio “My Struggle” ha posto le basi narrative per questa nuova avventura di Mulder e Scully, ma sono stati gli episodi seguenti a farci entrare nuovamente nello spirito della serie e di quei personaggi che tanto abbiamo amato. Non sono come li avevamo lasciati, ma stanno vivendo un’evoluzione realistica – e probabilmente anche necessaria – ai fini del loro sviluppo…come la crisi di Mulder, ad esempio, o il desiderio di Scully di scoprire la verità dietro la nascita di William e sul suo ruolo in quella cospirazione ancora avvolta nel mistero. Parlando nello specifico dell’episodio del “monster of the week”, è giusto dire che è un episodio che può piacere e non piacere, ma non si può giudicarlo “un fallimento”. E’ nel pieno old style narrativo dei più classici episodi delle nove stagioni di X-Files, in più, è scritto dal Darin Morgan che ci ha regalato delle perle di parodia esistenziale come “Clyde Bruckman” o “Jose Chung”…cos’altro potevamo aspettarci?! Tutto questo per dire che secondo me non è vero che questa miniserie non ha ancora trovato la sua direzione…l’ha trovata, eccome. Sta semplicemente rimarcando le glorie passate con un tocco di modernità che non guasta…e trovo che sia la cosa più giusta per mantenere una continuità con lo stile del passato ed evolversi verso qualcosa di più recente!

     
    • Francesca Anelli L'autore dell'articolo

      Ciao!
      Grazie per il commento.
      Volevo precisare giusto una cosa: ho parlato di “fallimento” soltanto in relazione alla stagione nel suo complesso, che al momento, soprattutto perché di soli sei episodi, appare un po’ frammentata e non si capisce se ci sarò davvero il tempo di affrontare per bene il tema della mega-cospirazione (che già nella premiere soffriva della sindrome del “tutto e subito”). Ma l’episodio preso singolarmente per me è molto buono ( e ho anche riso come una scema durante tutta la puntata :P).
      Il problema principale è che non avendo a disposizione nove stagioni è davvero difficile riproporre quel mix di tutto ciò che è stata la serie nel passato di cui parli tu senza fare pasticci.

       
  • Writer

    Mentre vedevo l’episodio borbottavo “non è possibile, deve essere una parodia”. Tra un borbottio e l’altro ho pensato “hanno riutilizzato materiale di scarto assemblandolo insieme con un sonoro fittizio”, “forse ho cliccato su un’imitazione di fan in vena di dissacrazione”, “hanno ingaggiato dei sosia di Mulder e Scully”. Poi ho visto la sequenza in cui Scully è impegnata in un amplesso con il rettile ridiventato uomo e ho avvertito una sensazione così contraddittoria che pareva l’essenza della verità stessa (Cortazar, 1972, forse). Mi sono messo a ridere mentre pensavo di assistere, per usare un’espressione alla Fantozzi, a “una cagata pazzesca”. Consapevole che si sarebbe scatenato un dibattito sulla metanarrazione, l’autoironia, il rapporto tra la serie “madre” e il sequel. Più semplicemente, credo che gli autori abbiano voluto prenderci in giro e prendere in giro i propri protagonisti, proponendo una situazione esplicitamente ridicola, simile, in qualche modo, a “Downton Abbey For Text Santa”. Certo, ci sono momenti esilaranti nell’episodio: il racconto del “rettile” che si trasforma in uomo, pur prolisso, è divertente. “Mi sono subito dedicato a cercare un lavoro e mi sono subito preoccupato di quanto avrei preso di pensione…”. Ma il registro è troppo spinto sul grottesco, il rovescimento delle posizioni tra Mulder e Scully troppo esibito. L’impressione è quella di un clown che ride del suo stesso numero, generando tra gli astanti imbarazzo e perplessità.

     
  • DA9

    ……senza parole….. su soli sei episodi, che sarebbero dovuti essere intensi, serrati e coinvolgenti, dopo i primi due episodi che toccano a malapena la sufficienza, viene piazzato un terzo di questo tipo?!?! E non mi venite a parlare di ironia, assolutamente ricercata, o di autopresa in giro, questo è sì un episodio che ricorda uno dei tanti strambi delle passate stagioni, ma quando sono composte da 20 puntate ci può stare, ma su un totale di 6, proprio no! Dove si vuole andare a parare? Vorrano fare altre stagioni dopo questa??? Per il momento grossa delusione…..

     
  • Blackwingedsheep

    Pessima questa mini serie. Ero fan dal 1994, adoravo la proverbiale calma di Fox e il tentativo della razionalità di Dana, il grigiore delle luci e questa vena di tristezza per una verità mai completa. Questo reboot è puro bisogno di soldi da parte di un marchio, X-Files, che doveva rimanere nel cassetto. L unica cosa di decente è quella di aver tenuto la sigla originale. Per smettere di vedere questa aberrante serie basta la scena del cellulare che fa le foto a raffica: fox è una persona di un acume intellettuale elevatissimo ( laurea e dottorato ad Oxford, tesi di laurea ineccepibile) e non sa usare un cellulare? Vergogna.

     
  • Attilio Palmieri

    Dopo una prima puntata pessima, scritta malissimo e piena di scelte sbagliate, una seconda di gran lunga migliore, non certo ambiziosa ma con temi forti e immagini che riportano in vita l’antica potenza della serie, arriva il terzo episodio e, semplicemente, arriva Darin Morgan.
    Chi conosce questo assoluto genio, maestro di ironia e satira, non poteva aspettarsi nulla di diverso da un capolavoro. Perché è questo che abbiamo visto, esattamente sulla stessa linea di “Clyde Bruckman’s Final Response” o “Jose Chung’s From Outer Space” che citava giustamente Bluemoon86.
    Attraverso le regole del genere di riferimento – meta-fantascienza demenziale – Morgan (qui anche regista) riesce dare respiro a una stagione che sembrava non averne tanto, lavorando bene sul personaggio di Mulder (invecchiamento, rapporto col mito, Mulder del passato vs Mulder del presente), ma anche, in maniera più indiretta su quello di Scully.
    Soprattutto però l’episodio riesce ad essere anche un grande omaggio alla fantascienza classica, con le tematiche che l’hanno da sempre contraddistinta (paranoia, contagio, mutazioni, critica sociale) e le soluzioni estetiche che le erano proprie (la mutazione, l’allucinazione, il paradosso).
    Squarciare un recinto così stretto come pareva essere questa stagione di The X-Files non era facile, ma Darin Morgan riesce a darle un grandissimo spessore, senza mai perdere un minimo della sua autorialità, riuscendo anche a regalare una lettura al vetriolo di tutto ciò che di monotono e mostruoso c’è nell’essere umano contemporaneo (la sveglia, il lavoro, il posto fisso, le bugie, il porno), facendo di questo episodio non solo una delle cose più divertenti che si siano viste in TV negli ultimi anni, ma anche una brillantissima satira sociale.

    Francesca, ho trovato la tua recensione ben argomentata, anche se non ho capito bene due cose, o forse le ho capite ma non sono d’accordo.
    Per definisci più volte la serie un reboot? Io credo non lo sia, anzi, non ci va neanche vicino. Si tratta invece di una stagione breve, la decima della stessa serie. Quindi neanche di una miniserie.
    La ripartenza narrativa è essenziale per un reboot, che per essere tale deve cancellare completamente il passato. Un esempio perfetto è Batman Begins, un reboot perché fa tabula rasa di tutto ciò che c’era prima per ripartire da zero.
    L’altra cosa su cui non sono d’accordo è quella di considerare l’episodio un fallimento all’interno dell’economia della stagione. Il tuo discorso sarebbe valido se la stagione avesse dichiaratamente (come succede spesso alle miniserie una miniserie e soprattutto in alcuni canali) una forte continuity narrativa, come accade in Fargo, True Detective o anche una serie a forte trama orizzontale (Broadchurch, ad esempio). Non tutte le serie hanno come obiettivo la trama orizzontale e l’omogeneità interna alla stagione. Anzi, a dire il vero la maggior parte non ce l’hanno, specie in campo generalista, che è quello in cui si muove The X-Files.
    Non ho ancora idea di come potrà essere la stagione, bisogna aspettare la fine per dirlo, tuttavia mi piace pensare che sia come sostiene Boba Fett, ovvero un’antologia delle diverse anime della serie e questi primi tre episodi secondo me danno tante conferme a questa lettura. Sotto questo punto di vista (ma anche in generale) questo episodio per me non è affatto un fallimento nell’economia della stagione, ma un fiore all’occhiello, quell’elemento che eleva notevolmente in giudizio complessivo.

     
    • Francesca Anelli

      Ciao!
      Ho usato il termine reboot effettivamente in maniera impropria, ma è una brutta abitudine legata ad altre serie (tipo Doctor Who o ancora meglio Scrubs Medical School) che non sono reboot in senso stretto ma che prevedono comunque una sorta di stacco con il passato e che per brevità ho sempre definito tali. Qui si tratta di una continuazione, ma comunque non esattamente di un sequel e basta. Ecco, forse è più una serie “evento” che si riallaccia al passato ma è comunque qualcosa di nuovo. Comunque sì, non è propriamente un reboot.
      Per il resto: stabilire se questa puntata sia un fallimento nell’economia della stagione è impossibile adesso, proprio perché dobbiamo capire che tipo di stagione sarà (e se il fallimento sarà quindi direttamente a questo livello).
      Ora come ora, penso che il formato miniserie non sia il più adatto a sperimentare in questa direzione, ma più per un discorso di abitudine. Non siamo abituati a qualcosa di questo tipo in tempi così ristretti. Ciò non significa che sarà per forza un fiasco, significa semplicemente che presenta dei problemi. E qui non c’è niente da fare se non continuare a guardare e vedere come finisce.

       
  • Eugenia Fattori

    Io la penso come Attilio e Boba Fett da una parte (ovvero che questo episodio si inserisce perfettamente nella dimensione da “antologia delle anime di X Files” che sembra emergere dai primi 3 episodi.
    Dunque, in sè un episodio non fallimentare ma sensato se si segue questa interpretazione.
    Ma do assolutamente ragione a Writer: i toni grotteschi e troppo caricati lo rendono ben lontano dai vecchi episodi dello stesso autore nelle passate stagioni. Inoltre, quegli episodi si inscrivevano all’interno di una serie che si prendeva sul serio, erano dei momenti di riflessione della serie su sé stessa che arrivavano per far “tirare il fiato”.
    In questo caso invece, questo stesso episodio soffre come i precedenti di una volontà di base lontanissima dallo spirito delle stagioni precedenti: X files non ha mai strizzato l’occhio allo spettatore in un modo tanto marcato, non è mai stata una serie “meta”. Per cui in questo come negli episodi precedenti a essere sbagliato e fuori asse è lo spirito di fondo.
    Non si capisce dove vogliano andare a parare facendo una decima stagione (appunto, come dice Attilio, non un reboot) che però stravolge i toni delle 9 precedenti come fosse uno sketch del Saturday Night Live.

     
    • Boba Fett

      Effettivamente dove vogliano andare a parare non è chiarissimo, non ancora. Chris Carter ha sempre manifestato il desiderio di portare avanti l’esperienza; si parlava di un terzo film, nonostante l’insuccesso di I Want to Believe che, però, sia piaciuto o meno così come il finale della nona stagione, qualcosa di preciso ce lo aveva raccontato. Una semplice, deliziosa “operazione nostalgia”? Possibile, anche se probabilmente blackwingedsheep non sbaglia quando biasima il probabile, forse unico intento.

       
  • Michele

    E invece…. io me la sono goduta da cima a fondo. Non comprendo affatto la recensione piuttosto. Il problema non è la miniserie, o il reboot. Perchè guardare al respiro complessivo quando abbiamo potuto godere di un gioiello di tale valore? Non sto a dire il perchè e il percome. Ciascuno ha la proria sensibilità. Io ho terminato la visione entusiasta. E non sono facile agli entusiasmi dopo 50 e passa anni di Science Fiction in tutte le chiavi possibili. Sta ampiamente nelle prime 10 cose che ho visto nell’ultimo anno. Insomma. Mi sono stradivertito. Ciao.