Vinyl – 1×01 Pilot 5


Vinyl - 1x01 PilotHBO, Martin Scorsese, Mick Jagger, Terence Winter; e ancora George Mastras, Bobby Cannavale, Olivia Wilde. Tanti, tantissimi i nomi di prestigio associati a Vinyl, prima grande serie attesa di quest’anno, legittimamente caricata di aspettative fino all’inverosimile.

Dopotutto, non è la prima volta che il duo Scorsese-Winter si ritrova insieme per elettrizzare e destabilizzare il proprio pubblico: è già successo con lo splendido pilot di Boardwalk Empire e con l’instant cult che è stato The Wolf of Wall Street, due opere che vengono intrecciate e rielaborate in questa nuova produzione. Un pilot lunghissimo, di quasi due ore, che torna agli schemi televisivi della passata Golden Age e non si preoccupa di proporre una serie di temi tradizionali, da manuale, consapevole della potenza nella messa in scena che accompagna qualunque prodotto firmato dall’ormai leggendario cineasta americano.

Hey, you know what? Let me just shut up, put the record on for you, drop the needle and crank up the fucking volume.

Vinyl - 1x01 PilotSe l’ambiente introdotto e le riflessioni portate sullo schermo si rifanno all’ultimo film di Scorsese – nonché alla sua intera filmografia – è proprio al pilot dello show di Winter che questo episodio deve la sua struttura: l’apertura è anche in questo caso in medias res, grazie ad un flashforward che, dopo aver catapultato lo spettatore nel folle mood della New York del 1973, viene progressivamente spiegato, con una narrazione che non può che farsi sempre più concitata e spinta col passare del tempo. In tutto ciò trova spazio la caratterizzazione, l’attenzione alle atmosfere, all’ambiente, alla creazione di un racconto di ampio respiro: siamo pur sempre in televisione, e televisione significa innanzitutto costruzione. Aspettarsi qualcosa che mostri fin da subito le sue carte sarebbe non solo ingenuo, ma anche concettualmente sbagliato; è per questo che lo Scorsese a cui siamo abituati stupisce agendo spesso quasi di contorno, con la deliberata lentezza di chi ha intenzione di prendersi tutto il tempo necessario a stabilire le regole del gioco.
Questo non significa che la storia non avanzi, tutt’altro: è però necessario mettere in chiaro di cosa si sta parlando, e in questo caso l’attenzione viene posta sulla ricostruzione fedelissima del periodo storico in questione, fatto di sesso, alcol, cocaina e tanta, tanta musica.

Vinyl - 1x01 PilotIn fin dei conti, il titolo non mente: affiancato a Richie Finestra, in qualità di co-protagonista si impone un comparto sonoro curatissimo ed efficace. Il filo conduttore del mosaico di storie presentate è proprio la musica in tutte le sue sfaccettature, e si passa dal compromesso dell’artista ingabbiato dal successo al potenziale catartico del rock ‘n’ roll, tutto filtrato dall’analisi di un’industria discografica in continua evoluzione. Solo in questo primo episodio si incontrano i Led Zeppelin e i New York Dolls, si ascoltano i Black Sabbath, si viene a contatto con una colonna sonora originale che ricrea alla perfezione l’intreccio di stili e generi che caratterizzava la scena musicale degli anni Settanta. Scorsese non è più interessato (o, perlomeno, lo è solo in parte) al crimine più “classico” di Goodfellas o Casinò, ma cerca di esplorare un mondo altrettanto adrenalinico, che finisce comunque per parlare dei vizi e delle dipendenze che inevitabilmente affliggono l’essere umano. Il tutto, come sempre, senza ricorrere a facili moralismi, ma anzi catapultando chi assiste nell’eccitazione del momento, trasformando temi essenziali e profondi in un racconto elettrizzante, aiutato da una regia che – ma è scontato sottolinearlo – ha pochissimi eguali nella storia dell’arte visiva in generale.

Vinyl - 1x01 PilotSi torna, quindi, a temi ormai testati e perfezionati sia da Scorsese nella sua carriera che da Winter in Boardwalk Empire e The Sopranos e da Mastras in Breaking Bad. Richie Finestra, interpretato da un incredibile Bobby Cannavale, è un produttore discografico in crisi, allontanatosi da alcol e droga per poter riconciliarsi con la sua famiglia; la sua azienda, la American Century, sta per essere acquisita da una casa di produzione tedesca, simbolo inequivocabile della fine del sogno americano più tradizionale. Richie è infatti il classico self-made man a stelle e strisce, arrivato dov’è adesso grazie alla capacità di trasformare ogni opportunità possibile in successo; una tattica che non solo prescinde da qualsiasi impronta morale, ma che, per Scorsese e Winter, sembra aver portato ad una vittoria solo temporanea, vista la propensione dell’uomo ad autodistruggersi ributtandosi nelle solite debolezze. La fuga nella droga e nell’alcol è ormai un cliché, un topos che Scorsese ha contribuito a rafforzare e che sfrutta, in questo caso, senza trattenersi, conscio dell’attualità costante di un tema del genere se affrontato con i giusti mezzi.

Dalle recensioni d’oltreoceano arrivate in anteprima sulla serie si sono sentite dire molte cose: che Vinyl è uno show stilisticamente perfetto ma privo di un’anima vera e propria, che sfrutta la musica per parlare invece di tutt’altro, che manca di una certa sostanza narrativa.
Vinyl - 1x01 PilotTutte critiche fondate, certo, ma probabilmente limitate da un punto di vista troppo parziale: la nuova serie HBO parla di musica come parla di certi temi ormai cari al cinema di Scorsese, ma non per questo deve risultare per forza datata. La mancanza di sostanza può essere piuttosto ricondotta ad una struttura più vecchio stile, che non innova troppo ma che non si pone neanche l’obiettivo di farlo. Le riflessioni, i personaggi, l’intreccio, è tutto lì: semplicemente non si tratta (per ora) della rivoluzione di genere che alcuni si aspettavano, ma di un prodotto dal comparto tecnico quasi inarrivabile supportato da un’anima narrativa che fa quello che deve fare, nulla di più e nulla di meno. È un peccato che non ci si sia voluti spingere oltre, questo è vero, ma ciò non dovrebbe inficiare la visione di uno show dalla potenza indiscutibile, che gode in ogni caso di una scrittura curatissima, senza preoccuparsi di osare ove necessario per le esigenze della storia – Winter l’aveva già dimostrato con “To the Lost”, ma la parte finale di questo pilot è l’ennesima prova a suo favore.

Vinyl - 1x01 PilotDifficile prevedere se con l’evolversi della stagione il livello qualitativo calerà, si manterrà costante o compirà quel salto che alcuni si augurano sarà in grado di fare. Per ora, tuttavia, è difficile non ritenersi soddisfatti, e le numerose storie presentate aprono delle possibilità decisamente interessanti; a rafforzare tale convinzione, l’alchimia di un cast su cui spiccano, oltre al già citato Cannavale, Ray Romano e Juno Temple, capaci di adattarsi all’atmosfera costruita in queste due ore con una fluidità impressionante. Quello che Vynil è riuscita a fare nel suo primo episodio, in sostanza, è proprio questo: ricostruire un’epoca, un modo di vivere, un clima che viene fatto rivivere dalla sinergia di due autori ormai consolidati quali Terence Winter e Martin Scorsese, su un canale che da anni non ha bisogno di presentazioni. Per quanto riguarda la sostanza, il cuore dello show, le basi ci sono tutte: non resta che vedere dove ci porterà questa interessante annata d’esordio.

Voto: 8

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5 commenti su “Vinyl – 1×01 Pilot

  • Boba Fett

    Sbaglio o abbiamo visto qualcosa di già visto milioni di altre volte? Va bene, mi sembra di capire che siamo di fronte al classico prodotto dove quel che si racconta è meno importante di come si racconta e in questo Scorsese non tradisce se stesso e ci proietta in un contesto ricostruito al limite del manierismo, ma forse un pizzico di originalità in più me la sarei aspettata. Personalmente ho avuto l’impressione di aver assistito ad una chiassosa sfilata di carri di Carnevale… no, la rappresentazione di quel periodo non mi è piaciuta affatto, mentre ho trovato bello e ricco quel finale alla The Aristocats.

     
  • Bregs993

    Inizio fantastico, peccato che secondo me questo non sia un episodio di una serie ma un vero e proprio film di Scorsese. Sarà dura adesso mantenere queste aspettative per tutte le restanti puntate conisderando che il buon Martin dirigerà solo questo “episodio” . Nonostante ciò davvero ben fatto.

     
  • Writer

    Grande pilot, un vero e proprio film che sta in piedi anche da solo. Scorsese ricostruisce alla perfezione il clima di allora, un’epoca in cui i concerti rock erano diventati, oltre che formidabili aggregazioni di massa, anche riti laici che veicolavano un’energia straripante, pulsioni collettive, valori comuni, le prove generali di una “rivoluzione del quotidiano” che si è infranta, qui in Italia, dopo la fine del ’77 e la normalizzazione del movimento. “Vynil” mi è parsa una proposta eccellente, che tiene in equilibrio la vicenda di Richie e della sua industria discografica ormai decotta, il suo dramma personale, i desideri di realizzazione professionale di una schiera di discografici, manager e gruppi. Lo fa con un ritmo narrativo “in crescendo” e con interpretazioni eccellenti dell’intero cast. Una scrittura ineccepibile e una sceneggiatura sapiente, che rimescola i piani temporali senza stravolgerli, completa un’opera di prima gradezza.