American Crime – 2×09 Episode Nine 2


American Crime – 2x09 Episode NineAlle soglie del finale, questa seconda annata di American Crime tiene ancora alto il tenore del racconto, costruendo un episodio capace di toccare tutte le tematiche cardine di questa stagione: dalla difficoltà ad accettare se stessi, all’ottusità sociale, fino al bisogno di onestà e trasparenza che squarcia l’anima di chi, per istinto, è portato a manipolare gli eventi per salvaguardare se stesso e la propria famiglia.

Con l’arresto di Taylor Blaine, lo show cambia totalmente la prospettiva d’indagine del racconto e si focalizza su quel crime evocato dal titolo che, date le premesse, potrebbe essere davvero definito “american”: è infatti, in un certo qual modo, il prodotto di specifiche dinamiche sociali. L’inserimento dell’elemento crime è funzionale a marcare l’identità del progetto antologico dello show creando anche una sorta di parallelismo con la scorsa stagione. Tuttavia, l’averlo inserito nel corso degli episodi finali corregge uno dei difetti che spesso sono stati imputati alla prima annata, ovvero la decisione di incentrare l’intera narrazione intorno a un delitto. Questa seconda stagione, invece, corregge il tiro cambiando completamente lo schema della narrazione: abbandonato lo scheletro espositivo del crime classico, American Crime si concentra sin da subito sulla critica sociale di uno squarcio d’America bigotto e conformista, con una perizia d’analisi corale che mette in luce la pericolosità di atteggiamenti di chiusura come il razzismo e la discriminazione.

American Crime – 2x09 Episode NineCome in un sapiente gioco di scatole cinesi, ad un’azione ne consegue un’altra, e un’altra ancora, creando una collisione che esplode nell’omicidio di Wes e relega Taylor ai margini di un vortice che lo inghiottisce quasi completamente. L’intera stagione, e lo stesso concept dello show, ruota intorno all’analisi delle conseguenze di azioni compiute con quella noncuranza e leggerezza egoistica che porta ciascuno a percepire gli eventi unicamente dal proprio punto di vista. A ciò consegue un allargamento di prospettiva che vira fino all’analisi di un opprimente senso di colpa, come quello di Steph per le azioni della figlia Becca o quello di Kevin che si scontra con le conseguenze di una frase pronunciata con eccessiva sottigliezza.
In questo episodio, tali dinamiche tipiche del linguaggio dello show vengono scandagliate secondo una costruzione speculare che permette di focalizzare il racconto su molteplici prospettive. A ciò si aggiunge un approfondimento su un altro tema cardine dello show, che, sebbene fosse presente anche nella prima stagione, solo in questa seconda annata riesce a concretizzare le sue potenzialità narrative: l’annullamento della dicotomia tra vittima e carnefice. Il susseguirsi dei vari eventi si dispiega con una oggettività narrativa che ci scaraventa all’interno di una realtà dai contorni sfumati, in cui la stessa nozione di ‘giustizia’ assume significati molteplici.

Responsibility and guilt are closely linked here.

American Crime – 2x09 Episode NineIl gesto disperato di Taylor ci pone di fronte a un concetto di colpevolezza che sfuma i suoi contorni proprio perché si presenta come l’estrema conseguenza delle dinamiche di chiusura di un contesto sociale che porta il ragazzo all’annullamento di ogni capacità di valutazione obiettiva delle proprie azioni.
Ma, nonostante ciò, come ci si rapporta a un omicidio?
La sofferenza del ragazzo, raccontata tutta in sottrazione attraverso silenzi e frasi mozzate tese a indicare una difficoltà ad aprirsi al mondo, confonde ulteriormente la creazione di qualsiasi giudizio, che di per sé non può che essere univoco: Taylor è colpevole, e non importa se ha ucciso Wes cercando di vendicare una ferita profonda divenuta quasi devastante. Per quanto queste affermazioni abbiano quel sapore logico e legale a cui ci si appiglia per decifrare scenari così complessi, e purtroppo così reali e frequenti, non è facile dimenticare tutto il dolore che precede tale gesto. Narrativamente, è Anne, negli ultimi episodi coadiuvata da Sebastian, a dare man forte a tali speculazioni: la sua forza, quel disperato bisogno di urlare al mondo che suo figlio non è un assassino, si pone come contraltare all’apatia remissiva di Taylor, rassegnato all’oblio di se stesso.

This team is a joke.

American Crime – 2x09 Episode NineUn altro personaggio che somma su di sé il ruolo di vittima e carnefice è Eric, accusato di stupro e violenza ai danni di Taylor e adesso deriso sul campo e ripudiato da sua madre. Il lento percorso con cui cerca di fare pace con se stesso si scontra con un muro che ogni giorno diventa più fitto e impenetrabile: l’ottusità della madre non fa altro che amplificare l’ostilità di un contesto sociale da cui si sente escluso sia per la sua estrazione sia per il suo orientamento sessuale. Nel dialogo con Dan emerge il grado di alienazione del ragazzo, incapace di provare alcuna empatia per l’accorata richiesta del coach: Eric si è chiuso in se stesso e ha trovato nella violenza l’unica valvola di sfogo per il semplice fatto che non ha mai incontrato qualcuno in grado di comprenderlo davvero, dimostrandogli che anche il suo modo di vivere e di amare sono parte integrante della normalità. La mancanza di comprensione di Eric si proietta nella sensazione di impotenza di Dan, che si ritrova al cospetto di una squadra completamente disgregata. Confrontarsi con la ferocia dello sguardo di Eric destabilizza il coach, rimettendo in discussione quelle capacità di dialogo e comunicazione con cui era in grado di interagire con i suoi ragazzi. La stessa incondizionata devozione manifestata per il suo lavoro subisce un pesante contraccolpo, soprattutto nella misura in cui il suo ruolo di coach si lega a quello di padre preoccupato per sua figlia e per quel gesto di cui non riesce ancora a capire le motivazioni. Dare la colpa a Steph è un tentativo disperato di scrollarsi di dosso la responsabilità del suo ruolo di educatore, fallito sia in casa che a scuola.

There is a difference between walking away and getting shoved aside.

American Crime – 2x09 Episode NineIl background sociale che inquadra la storia narrata si esemplifica con un’eloquenza potente e simbolica nel sottile confronto che in questo episodio si viene a creare tra le due figure di Leslie Graham e Chris Dixon, i direttori delle due scuole, Layland e Marshall, che dividono il contesto sociale di Indianapolis in due blocchi distinti e incapaci di comunicare tra loro. Entrambi i presidi si ritrovano in una posizione precaria, ma là dove uno lotta per il bene di duemila studenti contro il taglio dei fondi, l’altra si preoccupa del buon nome della scuola infangato prima da un’accusa di stupro, poi da un omicidio e ora da una fuga di dati privati, che spiattellano ai quattro venti le ristrettezze mentali di molti dei membri del consiglio. Da una parte, quindi, abbiamo Leslie che si rifiuta di riconoscere i propri errori ma riesce a tenere salda la sua posizione, ottenendo anche una rivincita su quel consiglio che le aveva chiesto le dimissioni, dall’altra abbiamo Chris che nonostante si assuma le proprie responsabilità viene comunque accusato di favoritismi razziali. Il grottesco quadro che ne emerge ci mostra l’ambiguo potere di un sistema che, mentre pone ai margini Chris, eleva Leslie e la sua cordiale diplomazia.
Mettendo in relazione la parabola dei due presidi, non si può non riscontrare l’amara metafora del trionfo dell’apparenza sulla sincerità, del bene economico su quello sociale, del compromesso sulla giustizia.

American Crime – 2x09 Episode NineL’intera stagione di American Crime, e questo episodio in particolare, è come una macabra dimostrazione della potenza distruttiva di una reazione a catena, che qui si dipana con una naturalezza così disarmante da portarci spesso a riflettere sul peso di quei pregiudizi che, latenti o manifesti, sono così compenetrati nell’odierna cultura globale da riscontrarsi anche tra i comportamenti più liberali. Spesso il concetto di libertà, così come quello di uguaglianza, sembrano circoscritti a una sfera di ‘normalità’ riconosciuta solo in quello strato superficiale della società che tutti comprendono, che tutti accettano.

“Episode Nine” è l’ennesima conferma di questa riuscitissima stagione di American Crime, che a un passo dal finale si ferma a riflettere su se stessa con un episodio corale, in cui le varie tematiche cardine dello show si intrecciano l’una sull’altra amplificando così la loro potenza drammatica.

Voto: 8½

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2 commenti su “American Crime – 2×09 Episode Nine

  • Max

    Mi riesce difficile pensare ad una recensione di una singola puntata in questo caso. Penso che American Crime sia letteratura. Sarebbe un po’ come fare la recensione del penultimo capitolo di Guerra e Pace. A parte i sofismi, American Crime andrebbe proiettato nelle scuole, mostrato al posto dei mille dibattiti inutili in TV. Se questa non è TV sociale non saprei proprio dire quale. Questa serie ci mostra quello che ci aspetta. “American Crime si concentra sin da subito sulla critica sociale di uno squarcio d’America bigotto e conformista”. Cito. Secondo me questa definizione è riduttiva. Io ho un figlio alle superiori. Non è uno squarcio di America, credimi, è uno squarcio punto. Forse l’Europa non è così…forse il mio quartiere non è così ?

     
  • Francesca Gennuso L'autore dell'articolo

    Ciao Max, il fatto che il racconto si riferisca a “uno squarcio d’America” è riferito all’assetto tematico dello show, alla sua trama, e di conseguenza alla sua ambientazione specifica. Ciò non toglie che in American Crime, come nelle migliori narrazioni cinematografiche, televisive e letterarie, la singola ambientazione assuma delle caratteristiche così oggettive da poter essere vista come un parametro universale: quello che vediamo, come dico più avanti, è una caratteristica della società globale, in America, come in Europa, come in Italia o nello stesso singolo quartiere in cui ogni giorno viviamo. American Crime, in questa stagione, riesce proprio in questo: descrive uno squarcio d’America in un modo così vivo e pregnante che ci permette di riflettere su alcune criticità sociali che riguardano l’intero mondo globalizzato. Il bello della narrazione, quando è pura e viva come in questo caso, sta proprio nella capacità di narrare il particolare riuscendo a inglobare una prospettiva universale. E per quanto tutto ciò faccia male, hai ragione, sarebbe un gran bene divulgarlo.