Daredevil – 2×02/03 Dogs to a Gunfight & New York’s Finest 4


Daredevil – 2x02/03 Dogs to a Gunfight & New York’s FinestDopo un primo episodio per sua natura introduttivo, Daredevil entra con più decisione nel vivo del proprio racconto, inserendo in modo più definito il fondamentale personaggio di The Punisher la cui ombra assorbe gran parte della narrazione della serie e che diviene la lente d’ingrandimento ideale per capire ancor meglio la bussola morale del protagonista.

La prima stagione di Daredevil è stata, come ha ampiamente meritato, un vero successo sia di critica che di pubblico: si è trattato infatti del primo prodotto Marvel che utilizzasse come modello espressivo non il tono leggero e scanzonato che ha contraddistinto finora la produzione cinematografica e soprattutto televisiva della compagnia fumettistica, ma una tipologia di racconto che lo avvicinasse, come d’altronde è anche nella origine cartacea, al modello del Cavaliere Oscuro di Christopher Nolan, per rimanere in ambito cinematografico, o al Ritorno del Cavaliere Oscuro di Frank Miller: una città cupa, un eroe oscuro, sangue e violenza.
Daredevil – 2x02/03 Dogs to a Gunfight & New York’s FinestTutto questo è stato ulteriormente impreziosito dalla scrittura di un villain eccezionale com’è stato Wilson Fisk (un Vincent D’Onofrio la cui interpretazione è ancora meritatamente ricordata) ed una serie di comprimari che, benché non perfetti, fungevano da ottimo contraltare alla narrazione delle vicende di Matt Murdock. A cavallo tra la prima e seconda stagione di Daredevil, però, è arrivato l’ottimo Jessica Jones ad alzare ulteriormente il tiro muovendosi in acque molto diverse dalla prima serie collaborativa Netflix-Marvel: molta meno azione, molta più introspezione dei personaggi. Una scommessa vinta che, al netto di imperfezioni che non le hanno permesso di raggiungere la stessa bellezza della prima annata di Daredevil, ha comunque rappresentato un esperimento grandioso per il genere d’arrivo. È chiaro, dunque, il perché da questa nuova stagione sul Diavolo di Hell’s Kitchen ci si aspettasse moltissimo: difficile replicare il successo ottenuto, ma sarebbe bastato mantenersi a quei livelli per parlare di scommessa vinta. Qual è, dunque, il risultato?

Daredevil – 2x02/03 Dogs to a Gunfight & New York’s FinestAnche se stiamo parlando ancora solo del secondo e terzo episodio di questa serie interamente disponibile su Netflix, non possiamo che ritenerci ampiamente soddisfatti e desiderosi di continuare la nostra immersione in questa seconda annata. Sgombriamo subito il campo da alcuni dubbi e da alcune posizioni con le quali non possiamo che trovarci in profondo disaccordo (mi riferisco in particolare all’articolo di Abraham Riesman per Vulture, il quale ha fuor di dubbio preferito Jessica Jones): Daredevil è una serie che utilizza la cornice supereroistica per raccontare qualcos’altro. Chi potrebbe mai dire che l’esperienza di Jessica Jones sia conclusa nel mero racconto del suo scontro con Kilgrave? Allo stesso modo, ridurre – com’è stato fatto – Daredevil a semplice storia di supereroi e porlo allo stesso livello dei pur piacevoli Agent Carter o Agents of S.H.I.E.L.D. (cito questi perché sono prodotti Marvel) non solo è scorretto, ma anche profondamente fuorviante. Daredevil è un caleidoscopio di temi e di simboli: attraverso l’esperienza di Matthew Murdock, che si trasforma in un Diavolo per proteggere la propria città, si intravedono tematiche come legge, giustizia, amore, amicizia, fede, trauma, paura, senso di colpa. Ogni singolo aspetto dell’animo umano viene tirato in ballo e ammantato da un ottimo abito action che è anche uno dei pregi principali della serie (e contro il quale non dev’esserci nessun pregiudizio snobistico). Parlare, dunque, di cliché o di banalità con Daredevil è di certo scorretto e sbagliato: non sempre la scrittura, soprattutto nei dialoghi, è perfetta, ma siamo molto lontani dalla mediocrità ben evidente su altre reti ed in altri prodotti troppo facilmente assimilati allo stesso genere di questo show.

Daredevil – 2x02/03 Dogs to a Gunfight & New York’s FinestIl primo episodio è stato per forza di cose introduttivo ed in questo senso ha funzionato molto bene: ci ha permesso, un passo alla volta, di tornare con il cuore e con la mente nel quartiere newyorchese di Hell’s Kitchen, di rientrare in sintonia con i protagonisti e nel frattempo di avere un assaggio (anzi, considerando l’ottimo finale anche qualcosina in più) delle portate principali che ci sarebbero state offerte negli appuntamenti successivi. Gli episodi “Dogs to a Gunfight” e “New York’s Finest”, invece, si inoltrano con più decisione nel mondo della minaccia rappresentata, così sembrerebbe, da The Punisher, riuscendo a collegare – ancor meglio di quanto già accaduto lo scorso anno – i personaggi di Foggy e Karen dello studio legale con le vicende del vigilante mascherato. E si ricomincia proprio da lì, con Foggy sempre più spaventato per le incursioni notturne del suo migliore amico e della sua vita sempre più in pericolo. Il tema, apertosi già nella scorsa annata, sembra tornare qui con ancora più cura: Foggy non può condividere le motivazioni alla base del comportamento di Matt, non può entrare fino in fondo nella sua mentalità e comprendere le ragioni che lo spingono a vestirsi da diavolo, e ogni notte mettersi in situazioni pericolose per aiutare i cittadini di quel quartiere. Come esprimerà ancor più acutamente nel suo dialogo con Frank, Matt è nato e cresciuto in quel luogo, ancorato dalla sua fede cattolica ad un territorio che ormai fa parte della sua anima e le cui sofferenze diventano sue personali. Nel buio, anzi, nelle fiamme in cui la cecità lo costringe a vivere, quella città è scivolata sotto la sua pelle, divenendo parte di sé. A tenerlo a galla, però, è il tanto ribadito legame tra lui, Foggy e Karen che, almeno per ora, riesce a tenerli lontano dal cadere nella disperazione in cui sembrano destinati a precipitare per i tristi giochi del destino.

Daredevil – 2x02/03 Dogs to a Gunfight & New York’s FinestFoggy e Karen sono, in effetti, i due personaggi su cui i nuovi autori sembrano aver lavorato con maggiore fermezza. Il primo, soprattutto, necessitava di un processo di affinamento, dato che nella prima stagione non era stato sfruttato quanto meritava. In effetti, Foggy deve incarnare in sé parecchi ruoli (comic relief, voce della coscienza, miglior amico del supereroe, ecc.) e non sempre è riuscito a farlo senza risultare sopra le righe o non del tutto in parte. Questi primi episodi, invece, continuano a dimostrarci come si stia lavorando per dargli un carattere più deciso ed un ruolo meno da grillo parlante: ottima è ad esempio la sezione narrativa che lo vede più coinvolto come avvocato (non altrettanto riuscita la sua incursione tra i motociclisti), così come l’abile modo in cui è stato in grado di sedare la rissa in ospedale; tutti questi elementi servono a dargli una personalità meglio definita ed una indipendenza narrativa.

Daredevil – 2x02/03 Dogs to a Gunfight & New York’s FinestGli autori sono ancor più precisi con Karen, che rimane un personaggio dalle grandissime potenzialità. Lo scorso anno l’abbiamo vista passare da vittima indifesa ad assassina per legittima difesa: un cambiamento che però non ha leso la sua profonda umanità – in alcuni momenti fa davvero tenerezza quanto possa sembrare innocente – e al contempo l’ha messa di fronte al senso di colpa per aver stroncato una vita. Che cosa può accadere, allora, quando arriva in città un uomo che uccide coloro che ritiene colpevoli? Karen ha di nuovo rischiato la vita in ospedale, è stata nuovamente posta in una situazione di pericolo, ma dentro di sé qualcosa le ha subito detto di meritare quella situazione: essendo lei stessa colpevole di omicidio, non dev’essere anche lei punita? Il suo senso di colpa è perfettamente inserito ed è la giusta motivazione di base che ci permetterà di entrare ancor più in sintonia con un personaggio all’apparenza debole in un mondo di combattenti e guerrieri. Da tenere d’occhio la simpatia tra Karen e Matt che potrebbe evolvere in qualcos’altro (sempre che l’annunciato arrivo di Elektra non cambi le carte in tavola).

Daredevil – 2x02/03 Dogs to a Gunfight & New York’s FinestAbbiamo accennato a questo personaggio ed è dunque arrivato il momento di parlarne: ci si riferisce al Punisher, interpretato brillantemente da Jon Bernthal che riesce ad incarnare al momento in maniera perfetta l’idea di un uomo distrutto che decide di mettersi a fare giustizia da solo. Un personaggio che porta la battaglia iniziata da Daredevil un passo più avanti: perché continuare ad arrestare i criminali colpevoli, se poi comunque usciranno di prigione e commetteranno nuovi reati, nuove violenze, nuovi omicidi? Da questa posizione inizia a delinearsi un uomo che, da solo, può permettersi di far fuori un’intera famiglia criminal e, di inseguire la vittima sfuggitagli sparando in giro per un ospedale. Frank (Castle è il cognome ancora da dichiarare) si è affidato una missione sacra di pulizia, un compito non diverso da quanto anche Matt ha in mente: a cambiare profondamente sono però i mezzi attraverso i quali raggiungere il medesimo obiettivo.

Daredevil – 2x02/03 Dogs to a Gunfight & New York’s FinestÈ proprio il confronto tra Daredevil e The Punisher a richiedere la parte maggiore del terzo episodio: questa sezione narrativa è fondamentale per comprendere quali siano i punti di contatto e soprattutto quelli di profonda separazione tra i due opposti. Chiunque abbia avuto modo di guardare Il Cavaliere Oscuro di Nolan o abbia letto alcune delle storie più importanti della vita fumettistica di Batman, non potrà non riconoscere in questa relazione profondi richiami a quel tipo di racconto. In effetti, Batman come figura era stata già richiamata dallo scorso anno, perché i due eroi (uno della DC Comics, l’altro della Marvel) condividono moltissimi tratti in comune: orfani, feriti, entrambi dedicano la loro vita alla protezione di una città con cui si sentono legati e da cui sono amati e odiati contemporaneamente. Sia Batman che Daredevil vivono questo legame con la città come una missione spirituale (l’uno per fede, l’altro per ragioni familiari), ben consapevoli che forse la propria battaglia non sarà mai in grado di cambiare fino in fondo l’ambiente nel quale vivono.

Daredevil – 2x02/03 Dogs to a Gunfight & New York’s FinestCon l’introduzione del Punisher (e come fatto notare dalla stessa Karen) c’è un nuovo elemento che porta i due personaggi ad avvicinarsi: dal momento in cui Daredevil ha cominciato a mascherarsi, il germe della follia e dell’imitazione ha dato vita alle sue nemesi. Uno degli elementi più avvincenti che riguardano Batman è che è stato proprio il suo arrivo, la sua personalità alla costante ricerca di ordine e legge ad aver generato la follia ed il caos incarnato dal Joker. E forse anche il Punisher è nato come costola di Daredevil, in grado di spingersi laddove il Diavolo di Hell’s Kitchen non è mai voluto arrivare: sono i “buoni” ad aver generato le loro nemesi, le quali, probabilmente, non si sarebbero mai presentati nelle rispettive città senza l’intervento degli eroi. E se, dunque, questa tematica sembra già essere stata affrontata in un altro racconto, nondimeno è interessantissimo lo sviluppo che ne danno gli autori di Daredevil: The Punisher è un uomo che mostra il suo volto, un soldato che non è mai riuscito a scrollarsi di dosso la guerra che ha vissuto e che quella guerra ha deciso di portarsela dietro tra le vie del suo quartiere natio (e non è un caso che anche lui, come Matt, sia cattolico). Non importa se ciò che lo ha spinto in prima istanza fosse il dolore per la perdita di qualcuno, come sembrerebbe: la differenza fondamentale (ed è anche ciò che li avvicina, perché il gap è davvero molto piccolo) è che Matt riesce ancora a vedere il bene nelle persone, anche quelle peggiori. Egli vive nella speranza, o nell’illusione, che ci sia sempre la possibilità di riscatto, di perdono; è convinto che chiunque meriti una seconda opportunità. Il Punisher non ne è affatto persuaso e l’unico modo che vede per rimettere a posto un corpo malato è quello di estirpare la malattia con qualsiasi metodo, anche se ciò dovesse significare portar via parti innocenti o curabili.

Sembra questa la ragione per cui il Punisher fa di tutto affinché Matt uccida Grotto: ottenendo la confessione dell’omicidio della donna anziana, Punisher vuole condurlo al punto di non ritorno, mostrargli quanto sia vero che i due siano più simili di quanto possa sembrare. Ciò che il Punisher vuole distruggere è l’illusione di bontà e giustizia di cui ritiene il Diavolo essersi rivestito; e chissà che quello non sia un modo anche per convincere se stesso della correttezza delle proprie decisioni e delle proprie scelte. Daredevil ha scatenato qualcosa, ha rappresentato un esempio che non tutti hanno saputo seguire (i famosi adoratori del Diavolo) e dev’essere ritenuto responsabile per le conseguenze della sua scelta.

Daredevil – 2x02/03 Dogs to a Gunfight & New York’s FinestCome detto in precedenza, però, a differenza di Jessica Jones questa serie lascia alla parte action un bel po’ di spazio per espandersi e brillare: chi è che, ripensando alla prima stagione, non prova un brivido lungo la schiena al ricordo di quel lungo piano sequenza di combattimento nel corridoio? Perché se c’è un punto su cui è difficile trovarsi in disaccordo è che i combattimenti di Daredevil sono generalmente magnifici; sia come regia che come stunt, questa serie ha raggiunto dei livelli di messa in scena d’azione senza dubbio superiori alla maggioranza dei prodotti simili (solo i fratelli Russo di Captain America: The Winter Soldier si sono avvicinati a questo stile). Le scene sono dominate dalla violenza, trasmettono quel sapore di sangue e ruggine che sembra esplodere in ogni singola scena di combattimento. E se lo scontro fisico tra Punisher e Daredevil alla fine del secondo episodio già ci sembrava grande cosa, è nulla a confronto con la spettacolare sequenza finale del terzo che, riprendendo lo scontro in corridoio della prima annata, lo espande e lo conduce nella tromba delle scale raggiungendo nuove vette di totale immersione (e forse, ma qui dipende dai gusti, è persino superiore a quel celebre combattimento). La violenza ed il dolore fisico sembrano entrare nelle ossa dello spettatore, che viene per vari minuti completamente rapito da quelle scene in un tripudio di rosso sangue e nero. Se la speranza era che la serie potesse mantenersi, in questo ambito, non distante dal tracciato della prima stagione, possiamo essere ampiamente soddisfatti: la regia ha saputo regalarci qualcosa di memorabile.

Daredevil – 2x02/03 Dogs to a Gunfight & New York’s FinestArrivati quasi al termine di questa lunga recensione, rimane da menzionare un’altra caratteristica che dimostra l’abilità del team autoriale della serie: l’attenzione al racconto, infatti, si evince anche dal modo in cui perfino personaggi estremamente secondari (per non dire addirittura accessori) siano dotati di una propria personalità ed indipendenza. Pensiamo all’uomo che costruisce e ripara l’armatura di Daredevil: un soggetto già intravisto lo scorso anno ma il cui ruolo è chiaramente marginale; ciò nonostante gli viene costruita intorno una storia, lo si delinea secondo dei valori e delle linee morali che non ci aspetteremmo in un personaggio così secondario. Da notare, poi, che il graditissimo ritorno di Claire, anche se poco funzionale in senso stretto, serve da interessante collegamento tra questa serie e Jessica Jones con un riferimento diretto sia alla protagonista della serie che a Luke Cage (il quale, ricordiamolo, sarà il protagonista della prossima serie Marvel-Netflix in onda dal 30 settembre).

In definitiva, quindi, questi due episodi si dimostrano all’altezza di un racconto che al momento non sembra affatto aver perso smalto ed anzi è riuscito a dar vita ad alcuni momenti senza dubbio molto centrati e piacevoli, se non persino esaltanti. E sebbene la perfezione non si sia raggiunta, perché qualche difficoltà soprattutto in fase di dialoghi è di tanto in tanto percepibile, nondimeno siamo alle prese con un prodotto che non ha alcuna intenzione di dormire sugli allori e ha tutte le intenzioni di darci qualcosa in più di quanto promesso. Se questi presupposti saranno mantenuti lo vedremo più avanti, ma almeno fino a questo punto non si può non essere desiderosi di continuare.

Voto 2×02: 8
Voto 2×03: 9

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Informazioni su Mario Sassi

Ormai da anni ho capito che il modo migliore per trascorrere le ore in aereo è il binge watching di serie TV. Poche cose battono guardare LOST mentre si è sull'oceano.


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4 commenti su “Daredevil – 2×02/03 Dogs to a Gunfight & New York’s Finest

  • Joy Black

    Io ho finito il terzo episodio neanche un’ora fa e ancora la mandibola a terra per la sequenza finale. IMPRESSIONANTE!

    BEllissima recensione, molto approfondita ed articolata, Mario! Concordo direi con tutto ciò che hai scritto.

     
  • Paolo

    Io gli episodi li ho già divorati tutti. L’unico (lieve) difetto di questa serie l’ho trovato nei combattimenti: un po’ troppi e troppo lunghi. Certo, girati benissimo, però all’ennesimo combattimento corpo a corpo mi sono ritrovato a chiedermi: ancora? Per quanto riguarda jessica jones, la trovo leggermente migliore del pur bellissimo daredavil

     
  • Firpo

    Il combattimento alla fine del terzo episodio è da studiare a memoria e sarebbe bene che anchi chi fa cinema prendesse lezioni su come si coreografa e si gira un combattimento.

     
  • Luca Parodi

    Mi viene in mente, a freddo e in maniera estemporanea, che in questo inizio di stagione il discorso sulla moralità e sul dove debba spingersi un uomo nel giudicare e condannare un “peccatore” si strutturi su tre livelli: abbiamo il livello Foggy, inorridito dal comportamento rischioso e violento di Matt, fiducioso nei confronti della ars retorica e dotato di un ingenuo quanto a tratti efficace ottimismo; abbiamo il livello di Matt, che si spinge fino ai confini della legge pur di arrivare laddove questa non può arrivare, ma senza mai sorpassare il limite; e abbiamo infine il livello di Frank, pessimista, freddo, che si innervosisce quando sente le parole “speranza” e “pazzo” e che non vede alcuna possibilità di redenzione in chi ha tendenze criminali. Si potrebbero dare di questi differenti livelli di approccio al giudizio e al peccato moltissime chiavi di lettura – una su tutte, a mio avviso, sarebbe quella puramente psicoanalitica – ma attenderò la prosecuzione della stagione per spingermi così oltre.