House of Cards – 4×12/13 Chapter 51&52 4


House of Cards – 4x12/13 Chapter 51&52Questa stagione di House of Cards ha minato su più punti quel labile castello di carte costruito dagli Underwood nel corso delle annate precedenti. Il cammino che ha portato Frank alla Casa Bianca è lastricato di scheletri, che adesso marciano fuori dall’armadio pronti a sferrare l’attacco più difficile con cui il Presidente si sia mai scontrato.

Il racconto s’interrompe a tre settimane dalle elezioni, sullo sfondo di una possibile guerra e all’ombra dell’articolo di Tom Hammerschmidt che mette Frank in una posizione difficilissima. Tra il gongolare di Conway e la rinnovata unione dei due coniugi Underwood si chiude una stagione che si è portata avanti con una buona solidità narrativa, rimescolando il passato in modo da chiudere un cerchio ideale che getta i due protagonisti all’interno di un pericolosissimo baratro. Per quanto la decisione di sviluppare questa parte del racconto nella prossima annata sia perfettamente in linea con la giusta intenzione di creare un adeguato contesto di approfondimento, sospendere la narrazione nel pieno di una crisi dà l’impressione di essere al cospetto di una stagione mozzata, difficile da valutare nella sua interezza.

House of Cards – 4x12/13 Chapter 51&52Ogni evento di questa annata è stato costruito per arrivare a questo punto, creando un climax ascendente che, raggiunto il suo culmine, si arresta, lasciando lo spettatore con un senso di incompletezza. Ciò comunque non offusca i meriti del racconto mostrato sin qui, sia a livello tematico, sia a livello di caratterizzazione dei personaggi, in particolare dei due protagonisti che negli eventi di questa stagione trovano il contesto ideale per un estremo sviluppo. Se da un lato la storia si ferma sul più bello, dall’altro Claire e Frank completano perfettamente il loro arco evolutivo, raggiungendo il culmine di una unione che ha le sembianze di una fusione: entrambi hanno progressivamente azzerato tutte le loro vulnerabilità, per unirsi in una lotta spietata contro tutto e tutti in nome di quel potere che bramano allo stesso modo, con la stessa insaziabile sete.
Inoltre, una conclusione del genere lascia così tante domande in sospeso da rinnovare ancora una volta quell’incontenibile effetto suspense da cui la serie trae la sua forza più grande: nonostante la massiccia dose di sospensione dell’incredulità richiesta, House of Cards – trainato dall’incontenibile forza di Kevin Spacey e Robin Wright – riesce comunque ad attirare lo spettatore nella sua trappola, coinvolgendolo  in un torbido gioco di potere che, al netto di critiche e difetti, non ha mai spesso di appassionare e divertire.

99% of this job is in the dark.

House of Cards – 4x12/13 Chapter 51&52In questi ultimi due episodi, mentre Tom Hammerschmidt si prepara a sferrare l’attacco scomodando persino Walker, Underwood si scontra con una crisi nazionale che riporta in auge il problema del terrorismo di matrice islamica. La decisione dei rapitori di voler comunicare con Conway apre i termini di un faccia a faccia tra i due candidati che esula dal perbenismo da talk show. Per quanto il confronto pare volgersi a favore di Conway, Frank riesce a minimizzare ogni rischio di caduta d’immagine, fruttando appieno il bisogno di ribalta del candidato repubblicano: l’invito alla Casa Bianca è un trappola con cui Underwood crea un proscenio da calcare insieme, in modo che gli errori dell’uno possano facilmente ricadere anche sull’altro.
Il parallelo tra i due candidati diventa anche un modo per attuare un confronto tra le due famiglie e soprattutto tra i due diversi concetti di coppia. La caotica presenza della famiglia Conway alla Casa Bianca crea il contesto ideale per porre Claire di fronte alle sue scelte; la freddezza con cui ribatte alla domanda di Hannah Conway – Do you regret it, not having children? – è il barlume di una forza che l’amore per qualsiasi figlio le avrebbe tolto. Questa certezza si conferma in contrappunto nella lite tra i Conway, quando Hannah rimprovera al marito di guardare a qualsiasi cosa solo attraverso la sua controparte politica. L’umana debolezza della donna, per quanto possa scontrarsi con la calcolata presunzione del marito, è la manifestazione di una vulnerabilità che gli Underwood non avranno mai. Nonostante tale confronto si attui in maniera assai semplicistica e sbrigativa, sottolineando dinamiche caratteriali già ampiamente approfondite dalla serie in passato, rimarcare tale aspetto in quest’ultima fase di evoluzione dei personaggi tende a mettere in evidenza quanto le potenzialità della rinnovata coppia presidenziale possano essere distruttive: non c’è nessuna valvola di umanità nella loro vita, nessuna àncora che possa allontanarli da quella deriva in cui, consapevolmente, si sono ritrovati a sguazzare.

I’m frightened, Claire.

House of Cards – 4x12/13 Chapter 51&52Essere sopravvissuto a un attentato (e a un trapianto di fegato) pone Frank al cospetto di un senso di invincibilità, che tuttavia non riesce a tenere saldo, a causa di una pressante sensazione di vulnerabilità che non cessa di confonderlo. La decisione di avere Claire al suo fianco è una vera e propria richiesta di aiuto, che dà voce a una disorientante percezione di incompletezza: il confronto con la morte gli ha svelato che nulla è eterno se non la condizione di lotta costante, e in guerra, spesso, la vittoria è direttamente proporzionale alla scelta delle alleanze. La minaccia di veder crollare l’intero castello di carte costruito in questi anni crea in Frank una insolita paura, mostrandoci, forse per la prima volta così chiaramente, il lato più fragile di un personaggio che sembrava non avere nessun punto debole. Per arrivare dove si trova adesso, Frank si è dovuto sporcare le mani più di una volta, annientando spesso i vari ostacoli in maniera troppo facile, al punto che in più di un’occasione le sue ‘vittorie’ sembravano un mero artificio narrativo non privo di incongruenze.

House of Cards – 4x12/13 Chapter 51&52Mettere sulla stessa linea il passato che torna a chiedere il conto e una crescente sensazione di fragilità è un ottimo espediente per dotare il personaggio di uno sviluppo più stratificato. Quando rimprovera Seth e Doug chiedendosi come si è arrivati fino a questo punto, in realtà sta accusando se stesso, ammonendosi per lo spazio concesso a una paura fattasi sempre più incalzante.
Il disorientamento che ne consegue si riflette e si amplifica attraverso la particolare costruzione drammaturgica di questi ultimi due episodi: “Chapter 51” e “Chapter 52” sono costruiti per accumulazione, con una sovrapposizione delle storyline che mentre accelera il racconto lo defocalizza dai singoli eventi per soffermarsi sulla percezione di un caos che si fa sempre più inarrestabile. All’interno di questo vorticoso turbine prende piede un decisivo cambiamento di prospettiva: è Claire a prendere le redini di tutto, è lei che squarcia il panico del marito per riportarlo nel territorio della lotta senza pietà, lì dove la paura si trasforma in strumento di potere.

I’m done trying to win over people’s hearts.

House of Cards – 4x12/13 Chapter 51&52Il personaggio che in questa stagione ha sviluppato in pieno gran parte delle proprie potenzialità narrative è senza dubbio Claire. Sin dal finale della scorsa annata era chiaro che la situazione in cui era rimasta imprigionata sarebbe dovuta cambiare, ma la metamorfosi che ha visto mutare la First Lady è ancora più profonda e stratificata di quello che avremmo potuto aspettarci da una banale lotta contro il marito. Claire ha sfruttato al massimo le potenzialità insite nel vortice degli eventi che l’ha investita, dal ferimento del marito alla morte della madre. È riuscita a scavare nella sua intimità più profonda per rielaborare ogni sentimento tirato in ballo dalle circostanze e mutarlo in una rinnovata forza, che si esalta e si amplifica grazie a una ritrovata unione con Frank. Anche la relazione con Yates è parte di questo lavoro di riscoperta di se stessa: Claire ha usato la sagace sensibilità dell’uomo per entrare in relazione con la parte più fragile della sua anima, in modo da poterla controllare e riutilizzare sotto forma di energia. L’apice del processo di trasformazione della donna è in quel dialogo finale con il marito, in cui è lei a tenere fermo il pugno di ferro, creando i presupposti di una unione che, come abbiamo già accennato, ha le sembianze di una fusione, di forze, di intenti, di glaciale freddezza e controllo.

House of Cards – 4x12/13 Chapter 51&52 Il suggello di questa unione si ha durante gli ultimi minuti dell’episodio finale, quando Claire si affianca al marito nello sfondare la quarta parete: l’inquadratura su Frank si allarga per fare spazio alla First Lady, che con un risoluto assenso si unisce al commento del marito – We don’t submit to terror. We make the terror. Il dado è tratto, il Rubicone è stato attraversato, gli Underwood si apprestano a combattere per consolidare quel potere che una volta assaporato non si può più lasciar andare.

House of Cards non è una serie perfetta, ma, per quanto la maggior parte dei suoi difetti siano imputabili ad una mancanza di attendibilità dell’intreccio narrativo, è uno show che non ha mai avuto pretese di didascalica verosimiglianza. Quando ci si riferisce a una realtà politica così imponente come quella americana, per poter avere anche solo una parvenza fantapolitica non è insolito che il meccanismo di approssimazione venga arrotondato per eccesso. La vera forza di House of Cards sta proprio nel combinare eccesso e verosimiglianza: il racconto si dipana attraverso il sapiente utilizzo delle più famose tecniche di comunicazione politica (uso dei big data, negative campaigning, manipolazione dell’informazione, uso di uno speechwriter, etc…) che però vengono traslate in un contesto volto ai limiti – a volte superati – dell’assurdo, con l’intento di mostrarci una delle opzioni peggiori di quel torbido ‘sottobosco’ che si cela dietro le recondite stanze del potere.

Questi ultimi due episodi finali, non certi i migliori della stagione, per quanto soffrano di quel senso di incompiutezza di cui abbiamo parlato più su riescono comunque a dare una degna conclusione a una stagione che si presenta come un buon passo avanti rispetto all’incertezza delle annate precedenti, e, soprattutto, si pone a conferma della potenza di una serie che, nonostante tutto, riesce ancora a intavolare un grosso dialogo con il pubblico.

Voto Episodio 12: 7½
Voto Episodio 13: 7/8
Voto Stagione: 8

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4 commenti su “House of Cards – 4×12/13 Chapter 51&52

  • FROM0T0HERO

    “nonostante la massiccia dose di sospensione dell’incredulità richiesta”… Questo lo snodo sacrosanto di tutta la serie. I momenti migliori, anche in questa stagione, sono quelli strettamente legati alle vicende elettorali/strategiche/politiche (convention democratica etc.) così come ottima era la prima stagione fino all’omicidio Russo (punto di svolta negativo). Quando il racconto vira su temi di politica estera, cyberterrorismo, puro Thriller (Presidente pluri-omicida non dimentichiamo) gli autori non riescono per nulla a gestire le meccaniche. Rimane straordinariamente interpretata da Spacey/Wright(quest’ultima messa definitivamente e incontrovertibilmente sullo stesso piano di Underwood, vedasi minutaggio e rottura della quarta parete nell’ultima scena) e la si segue per vedere come si concluderà sperando che la quinta stagione diventi la risolutiva. In pratica completamente d’accordo con la recensione

     
    • Rawana

      Non sono così convinto che il finale lasci un senso di incompiutezza. Io credo che la situazione creatasi sia in linea col personaggio che ribalta il tavolo e rilancia ogniqualvolta le carte che ha in mano non sono buone.
      Se provo a paragonare la serie americana con quella inglese, ormai le cose da dire sono poche e il finale di stagione non sembra che un preludio a un finale di serie. Forse non durerà più di due stagioni, una in cui il protagonista avrà ragione dei suoi nemici e una conclusiva

       
      • from0t0hero

        La serie inglese contavo di recuperarla al termine di questa, non ho termini di paragone. La quinta stagione spero sia l’ultima anche perchè dopo la dichiarazione di guerra per coprire un impeachment, due omicidi, equilibri mondiali facilmente mutevoli, first lady che convince il Presidente Russo facendo leva sulla democrazia spiccia (In Russia) etc. manca l’invasione aliena e abbiamo chiuso il cerchio:-). Tra l’altro la caratterizzazione di alcuni personaggi di contorno è incomprensibile/macchiettistica. Nella seconda stagione avevamo l’Hacker psicotico uscito da un Cyber Thriller anni 90; in questa il genio della matematica che si spoglia nudo e balla quando riceve i dati; Cose strane…

         
  • Tommy2407

    Spero vivamente che la quinta stagione sia la conclusiva; non tanto perché la serie sia in calo, anzi questa stagione è stata la mia preferita e oggettivamente al secondo posto dopo la numero 2, ma perché ormai tutti gli elementi per la caduta del protagonista sono ormai predisposti, aggiungendo inoltre la partenza dello showrunner.
    Se dividono la stagione 5 in due archi narrativi, uno dove “sconfiggono” Conway e l’altro in cui il castello di carte crollerà definitivamente ed assisteremo quindi alla caduta di Underwood, o degli Underwood contando la coralità raggiunta in questa stagione.
    In caso contrario credo ci troveremo dinnanzi ad un prodotto allungato troppo e che potrebbe diventare stantio (questa è anche la mia paura per Orange is the new Black rinnovato fino alla settima).
    Per il resto recensione davvero bella e concordo che questo finale mi sembra più una semi premiere della quinta stagione che una conclusione vera e propria.
    Complimenti agli sceneggiatori che sono riusciti a correggere quasi totalmente i difetti dell’annata passata, riprendendo tutti i personaggi presentati in 4 anni e usandoli in maniera efficace per distruggere lentamente tutto ciò che il protagonista ha costruito.