Vinyl – 1×07 The King And I


Vinyl – 1x07 The King And IRisulta sempre più difficile parlare di Vinyl e degli elementi che compongono l’anima della serie: c’è la musica, grande protagonista, ci sono i personaggi, folli ed eccentrici, e c’è un periodo storico controverso, in cui lo stile di vita degli uomini e delle donne che lo hanno vissuto viene portato all’eccesso, esaltandone sia le virtù che i vizi.

Fin dalla sigla, infatti, risulta chiaro che quello che stiamo ammirando è un mondo sporco e polveroso, solo apparentemente mascherato dalla potenza armoniosa del rock and roll, un genere musicale che si impone nella Storia del mondo e diviene uno spartiacque essenziale tra il dopoguerra e gli anni 80, trasformando irrimediabilmente la mente e i cuori degli uomini. La musica è il veicolo privilegiato su cui poter analizzare i grandi fenomeni storici di massa: essa contiene al suo interno tutte le modificazioni sociali di fronte alle quali il popolo americano, ma non solo, si è dovuto confrontare. In questo senso i personaggi di Vinyl diventano la personificazione stessa di quelle note rivoluzionarie, ognuno portatore di uno sconvolgimento personale e di una crisi generazionale da affrontare.

Vinyl – 1x07 The King And IRichie è il frontman di questo gruppo di personalità sull’orlo del burrone: nello scorso episodio abbiamo assistito al culmine del suo processo di autodistruzione, ora lo vediamo provare a risalire la china e riconoscere i suoi errori in un percorso di autodeterminazione che passa anche dal risanare il rapporto con Zak. Il viaggio di affari a Los Angeles è un vero e proprio viaggio di redenzione morale, il cui esito, però, si rivela per entrambi i record men un fallimento.

They’re raw, okay? Everything these kids are doing now is because of what you did.

Vinyl – 1x07 The King And INel percorso che gli autori hanno disegnato per il protagonista, l’incontro con il Re di cui parla il titolo dell’episodio si inserisce perfettamente come confronto privilegiato con la storia della musica stessa; Elvis Presley è stato non solo un grande musicista, ma soprattutto un’icona fondamentale della cultura di massa dell’epoca e, ancora oggi, è considerato uno dei pilastri su cui ha poggiato la rivoluzione musicale che Vinyl sta provando a raccontare. Per dirlo con le parole di John Lennon “Before Elvis there was nothing”.
Tuttavia, l’Elvis di “The King And I” – interpretato da uno straordinario Shawn Klush, già suo imitatore – è quello del 1973, una star che si trova già nella parabola discendente della sua carriera, esattamente come Richie Finestra. La loro condizione così similare avvalora ancora di più la scelta di porli uno di fronte all’altro, entrambi bisognosi di una rivalsa nei confronti di se stessi e nei confronti di un mondo che è andato avanti e sembra non aver più bisogno di loro. Richie tenta di far leva sull’importante lascito musicale di Elvis per smuovere la personalità di un artista ormai costretto dalla casa discografica a incidere album natalizi (“Christmas is where artists bury their careers”), d’altro canto il Re regredisce al livello un bambino non appena viene richiamato all’ordine dal suo manager, l’unico ad aver capito che, come ogni cosa, anche il suo cliente ha ormai fatto il suo tempo e che una collaborazione con l’American Century Records sarebbe controproducente.

18, player wins.

Vinyl – 1x07 The King And IL’ennesima sconfitta sul piano professionale è fatale per Richie, soprattutto perché si unisce ai suoi ben più gravi fallimenti personali: Devon se n’è andata portandosi via la famiglia che avevano costruito insieme e il fantasma della droga è ben lungi dall’essere sconfitto. Se nel corso dell’episodio vi sono delle tracce di un ravvedimento personale del personaggio interpretato da Bobby Cannavale, queste vengono spazzate via nei minuti finali con un solo numero – 18 – che con la sua apparizione frequente nel corso dell’episodio porta Richie a pensare, superstiziosamente, che possa essere una via d’uscita dalla sua persistente condizione di perdente, portandolo all’ennesimo passo falso del suo percorso. Il cerchio si chiude perfettamente con “18 Yellow Roses” di Bobby Darin, che mette in pratica quella permeabilità narrativa che fa sì che musica e scrittura trovino un perfetto equilibrio, mischiandosi abilmente per rendere lo show sempre di più lo specchio di una società complessa e articolata come quella degli anni settanta.

‘Cause I’d like to be unfucked by you, huh? Can you tell me when you get to that chapter?

Vinyl – 1x07 The King And ICome Richie, anche Zak (Ray Romano) torna da Los Angeles come un uomo sconfitto: seppur non abbia in realtà colpe nella perdita dei soldi, gli eventi lo travolgono e lo abbattono mostrandolo debole e inerme mentre il suo amico deve prendersi cura di lui e addirittura rivestirlo. È interessante notare come cambia la percezione che ha di Richie dall’inizio alla fine dell’episodio: se prima scaricava su di lui tutte le responsabilità dei propri fallimenti, accusandolo di uno stile di vita inappropriato e sconsiderato, alla fine si ritrova a poter essere accusato lui stesso delle stesse cose, provocando una reazione empatica che culmina nella frase “You really looked after me last night.”.

I just thought I had one thing that I was good at.

Vinyl – 1x07 The King And INon si può certo dire che Vinyl sia un prodotto perfetto in tutte le sue parti, anzi. L’elemento che più di tutti si presta facilmente a critiche è quello dell’originalità. Tralasciando il fattore musicale, comunque essenziale per caratterizzare la serie, si nota chiaramente quanto lo show attinga dalla cultura televisiva degli ultimi anni: dall’impostazione delle location e dei personaggi sullo stile di Mad Men ad alcuni momenti più ricercati all’interno di questo stesso episodio, come Richie che legge “The farther reaches of human nature”, ricordando Bill Masters in “Undue Influence“, e l’utilizzo della simbologia coi numeri portata in auge da Lost.
Il secondo grande difetto della serie, ancora irrisolto, è la centralità troppo marcata del personaggio di Richie Finestra; è certamente il protagonista assoluto dello show e, come tale, necessita del giusto tempo per essere approfondito a dovere, ma rimane sempre la sensazione che il resto del cast si ritrovi schiacciato dal suo peso, non lasciando loro un adeguato screentime, fatto che li condanna ad un ruolo marginale. È ciò che accade a Jamie e Clark in “The King And I”, i cui brevi segmenti non sono abbastanza per sviluppare al meglio delle storyline potenzialmente molto interessanti.

In un percorso qualitativamente altalenante, soprattutto in questi ultimi episodi, Vinyl fa sfoggio di tutti i suoi pregi e i suoi difetti costruendo un episodio importante e ben scritto, ma ancora fallace sotto molti punti di vista.

Voto: 7,5

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Informazioni su Davide Tuccella

Tutto quello che c'è da sapere su di lui sta nella frase: "Man of science, Man of Faith". Ed è per risolvere questo dubbio d'identità che divora storie su storie: da libri e fumetti a serie tv e film.

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