Flaked – Stagione 1 3


Flaked – Stagione 1Arrivata in sordina, senza neanche l’ombra di una promozione pubblicitaria, Flaked va ad arricchire la lunga lista di produzioni originali Netflix del 2016 e si inserisce con personalità nell’interessantissimo panorama delle comedy contemporanee.

Se Love ha potuto fare affidamento su un’attenzione mediatica di alto livello, dovuta principalmente alla figura di Judd Apatow, Flaked subisce una release un po’ più complicata dal punto di vista del calendario. La serie è infatti schiacciata tra la quarta stagione di House of Cards e la seconda di Daredevil, due cavalli di battaglia con i quali è impossibile giocare ad armi pari o anche solo cercare di competere, soprattutto per un prodotto di nicchia e intimista.

Flaked – Stagione 1Si tratta però di una serie tutt’altro che da trascurare, se non altro per avere un’idea di quanto anche nei prodotti considerati di secondo piano (quanto meno dal punto di vista del successo di pubblico) Netflix riveli grande maturità nella gestione dei propri investimenti, realizzando in questo caso una serie curata in ogni suo dettaglio, senza grosse sbavature e soprattutto con una decisa impronta estetica.
Flaked racconta principalmente la storia di Chip, fortysomething di Venice con un passato fatto di pesanti dipendenze dall’alcol (tutt’altro che risolte), traumi di vario tipo dovuti a relazioni non proprio responsabili e un presente costellato da rapporti superficiali. Accanto a lui conosciamo Dennis, sodale spalla di tante situazioni comiche spesso molto riuscite, ma soprattutto anima abbastanza pura da metterlo di fronte alle sue mancanze e ai suoi numerosi fallimenti relazionali. I due personaggi femminili principali sono London e Kara. La prima è una fiamma di Dennis la cui vita è avvolta da un mistero che starà centrale nello sviluppo della serie e dei suoi rapporti con il protagonista; la seconda è una sensualissima appassionata di musica (componente fondamentale dello show di cui parleremo più avanti) che per un po’ è uscita con Chip – con il quale condivide il problema con l’alcol – prima di rimanere irrimediabilmente delusa dalle sue bugie e dal suo innato egoismo.

Flaked – Stagione 1Alla base di Flaked ci sono principalmente le teste di Mark Chappell e Will Arnett. Il primo è uno sceneggiatore britannico di grande talento, autore di opere di ottima qualità come A Young Doctor’s Notebook; il secondo non ha bisogno di presentazioni. La personalità multiforme di Arnett negli ultimi due anni ha trovato in Netflix la propria casa ideale, offrendo prima la voce a BoJack Horseman (e non è azzardato ipotizzare anche un suo coinvolgimento creativo) per poi scrivere e interpretare da protagonista Flaked, serie per certi versi assai vicina alla suddetta produzione animata, in particolare per via di alcune affinità tra i lati oscuri dei due protagonisti. Da questo punto di vista è chiaro quanto il personaggio di Chip rappresenti un ruolo profondamente autobiografico per Arnett, che infatti non trova alcuna difficoltà nel calarsi nei panni del quarantenne affetto da dipendenze. Se in BoJack il discorso verteva anche sulla celebrità, andando a puntare il dito sui lati più disumanizzanti dello star system hollywoodiano, in questo show lo spettro d’indagine è più ristretto, le storie raccontate sono intime e legate a difficoltà personali quotidiane. Chip è un bugiardo seriale, un uomo che sta in piedi sopravvivendo, che invece di guardare in faccia i propri fantasmi preferisce stordirsi con una borraccia piena di vino, che reagisce al fallimento matrimoniale stabilendo relazioni superficiali in cui si riserva sempre di tenere un piede fuori dalla porta e che per fuggire da ogni responsabilità sceglie di non avere neanche il cellulare.

Flaked – Stagione 1Dopo aver puntato sui grandi drama, Netflix sta dimostrando al mondo di poter rappresentare un riferimento anche nel vasto panorama delle comedy: Flaked si aggiunge al ricco scaffale di prodotti originali composto da altri ottimi lavori come Master of None, con cui condivide la scrittura autobiografica e la messa in scena del corpo dell’autore. Rispetto alle serie citate e in linea con BoJack, Flaked scende in territori più cupi, dove il quasi azzeramento dell’azione (al contrario di Umbreakable Kimmy Schmidt, per esempio), traduce perfettamente uno stallo esistenziale tutt’altro che banale.
Vero e proprio co-protagonista della serie è Venice, quartiere hipster-hippy-bohémien di Los Angeles famoso per la sua spiaggia e per la caratteristica comunità che vi abita. Come tanti posti del genere, anche Venice è alle prese con gli effetti della gentrification e la perdita di autenticità, istanze che emergono molto bene dalla serie e che fanno da sfondo alle vicende dei protagonisti. Non mancano personaggi secondari molto interessanti, tra cui spicca quello di Cooler, classico californiano strafumato, hippie fuori tempo massimo e per questo non privo di un lato malinconico che fa da cupo contraltare a quello più scanzonato.

Flaked – Stagione 1Flaked riflette in maniera molto evidente la crescita qualitativa delle comedy contemporanee, un ambito nel quale ciò che solo qualche anno fa appariva rivoluzionario oggi viene considerato terribilmente datato. Quantomeno nella televisione a pagamento, è il single camera il formato privilegiato, soprattutto perché crea un ponte con il cinema indipendente nel quale possono muoversi gli stessi autori e parlare il medesimo linguaggio. Un’evidente conferma di questo discorso è rappresentata dal ruolo della musica: se per anni abbiamo identificato il cinema indie anche come quello spazio in cui un certo immaginario culturale aveva la possibilità di esprimersi nel suo complesso, recuperando quindi anche le nicchie musicali e l’amore per il videoclip, Flaked testimonia quanto questo ragionamento valga sempre di più anche per questo tipo di televisione. A curare la colonna sonora è infatti chiamato Stephen Malkmus, leader e fondatore dei Pavement, il quale non solo ha composto diversi brani originali, ma ha anche dato un’impronta molto personale selezionando brani presi dalla scena indie contemporanea, da Kurt Vile ai Wilco. È quindi il video musicale uno dei più forti referenti estetici della serie, che in più di un occasione ne adotta il linguaggio per veicolare di volta in volta la paura di guardare la propria immagine riflessa allo specchio o il romanticismo di un idillio amoroso al quale si vorrebbe dare un futuro.

In definitiva Flaked è una serie scritta e girata molto bene, che non ambisce a raccontare in profondità un contesto culturale e sociale come fanno Girls o BoJack Horseman e nemmeno ad andare in profondità nelle torbide maglie dei rapporti di coppia come fa Love, bensì si limita a raccontare una storia più piccola, intima, ma mai superficiale.

Voto: 7

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Informazioni su Attilio Palmieri

Di nascita (e fede) partenopea, si diploma nel 2007 con una tesina su Ecce Bombo e l'incomunicabilità, senza però alcun riferimento ad Alvaro Rissa. Alla fine dello stesso anno, sull'onda di una fervida passione per il cinema e una cronica cinefilia, si trasferisce a Torino per studiare al DAMS. La New Hollywood prima e la serialità americana poi caratterizzano la laurea triennale e magistrale. Attualmente dottorando all'Università di Bologna, cerca di far diventare un lavoro la sua dipendenza incurabile dalle serie televisive, soprattutto americane e britanniche. Pensa che, oggetti mediali a parte, il tè, il whisky e il Napoli siano le "cose per cui vale la pena vivere".


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3 commenti su “Flaked – Stagione 1

  • Attilio Palmieri L'autore dell'articolo

    Grazie! Sì, la serie è davvero bella e, come tanti prodotti contemporanei dal formato contratto, non giudicabile se non dopo averne visto almeno metà, se non addirittura tutta. Un tempo dominavano serie con un alto tasso di replicabilità, con strutture modulari molto rigide già dal singolo episodio, per cui il pilot rappresentava uno stampo molto affidabile, la sintesi di ciò che poi sarebbe stata la serie completa.
    Oggi invece ci troviamo di fronte sempre più spesso, come nel caso di Flaked, a serie che in otto episodio si sviluppano in modo del tutto libero, in maniera più simile a un romanzo che a una serie tradizionale.
    Speriamo in una seconda stagione.

     
    • Bregs993

      Parole sante. Speriamo vivamente in una seconda stagione. Anche qualche altra collaborazione tra Will Arnett e Netflix sarebbe gradita dopo l’incredibile BoJack e questa piacevolissima Flaked.