Gomorra – 2×09/10 6


Gomorra – 2x09/10Sembra iniziata ieri la seconda stagione di Gomorra, che, dopo aver infilato una sequela di episodi atti a chiudere le trame lasciate in sospeso nel season finale e introdurre colpi di scena e nuovi personaggi, arriva ora alla vigilia del suo epilogo accompagnata da un buzz mediatico senza precedenti.

La scorsa stagione di Gomorra ha rappresentato per Sky un rischio di ampia portata, corso però con grande consapevolezza dei propri mezzi e con riferimenti tutt’altro che precari (il quality drama targato HBO), e in virtù di queste esigenze ha badato principalmente a centrare due risultati: diventare una serie iconica e costruire una narrazione solida.
Quest’anno la serie ha avuto il grande vantaggio di poter contare su un successo sconfinato, su apprezzamenti critici nazionali e internazionali (questi ultimi forse ancora più altisonanti) e su un blasone dato anche dagli ottimi riscontri nell’esportazione. A partire da queste basi gli autori hanno spinto sul pedale della sperimentazione narrativa mantenendo sempre alta la qualità della messa in scena. Abbiamo avuto episodi monografici, improvvisi sacrifici di personaggi amatissimi e più in generale un’attenzione all’introspezione maggiore che nella scorsa stagione. Una narrazione forse un po’ più difficile da seguire, meno serrata e più sottile, ma che sul lungo termine sta mostrando tutti i suoi frutti, molti dei quali maturati davvero in questa penultima coppia di episodi.

So’ sett’ anni ca m’ tenit murat viv ca’ dint cu stu ciat e mort e chella cess e mammt ca m’ sta semp ‘ncuoll.

Gomorra – 2x09/10Come l’anno scorso, anche quest’anno gli episodi dedicati ai personaggi femminili sono diretti da Francesca Comencini, la quale, oltre ad essere l’autrice più interessante tra le due sorelle (Mobbing), dimostra in questa stagione di padroneggiare alla perfezione la macchina da presa e i ritmi della serialità televisiva.
A proposito di donne, è innegabile che il punto interrogativo a inizio stagione riguardasse l’eredità di Imma, con critica e pubblico pronti sottolineare appena possibile la mancanza dell’amatissimo personaggio. Anche per questa ragione gli autori stanno lavorando sulle donne della serie in maniera capillare, conferendo loro una centralità decisamente maggiore che in passato.
Scianel, Patrizia, Marinella, Azzurra, Teresa, Azmera, Deborah, tutte donne che in un modo o nell’altro entrano nel racconto con prepotenza imponendosi come il motore narrativo principale, facendo della figura del boss più spesso un burattino che un burattinaio.
Non si tratta di apologie o di celebrazioni di alcun tipo, perché Gomorra non è né critica né elogio, bensì racconto, storytelling della pluralità di volti femminili in un determinato contesto. Lo conferma molto bene il nono episodio, in cui Marinella e Scianel, rese parenti dal pusillanime Lelluccio, presentano due versioni di donne ciascuna di grande interesse, tutt’altro che esaustive, ma capaci di restituire tanto la paura quanto il coraggio, tanto la volubilità quanto l’onore. Marinella è l’incarnazione della mediocrità, una figura per nulla eroica, sicuramente molto fragile, sedotta dal denaro e costantemente terrorizzata da una suocera che non l’ha mai davvero accettata. Solo dopo la morte di Marettiello (di cui era sinceramente innamorata), dopo aver subito i maltrattamenti del mucchio selvaggio di donne della palazzina in cui abita, Marinella ha un temporaneo colpo di coda gridando tutta la sua rabbia in faccia a Lelluccio, urlandogli l’odio che prova per la suocera senza mezzi termini. È però un fuoco di paglia perché Marinella non ha la stoffa per liberarsi davvero, ma nel suo stanco e apatico grigiore riesce ad essere molto fortunata, trovando in Patrizia e in alcune vantaggiose coincidenze la possibilità di scappare. Solo i prossimi episodi ci diranno se e quanto sarà capace di prendere per la prima volta in mano la sua vita.

Marine’ ce sta sultant na maner’ pe na femmena se davvero vo’ esser libera, nun adda tene’ nisciun marit.

Gomorra – 2x09/10Se il cammino di Marinella termina – per ora – nel nono episodio, ben diverso è quello delle altre due donne di questa penultima coppia di puntate, cioè le due vere protagoniste indiscusse: Scianel e Patrizia.
Il lavoro fatto sulla prima assume sempre più le tinte del noir letterario, che ibridandosi con il gangster movie e il melodramma mette in scena una donna fiera e capace di guardare tutti dall’alto in basso, come dimostrano i confronti con Pietro e Ciro in cui Scianel non indugia neanche un attimo prima di metterli di fronte alle loro enormi responsabilità. Non ci mette tanto Scianel a mostrare il volto umano celato dietro la maschera di camorrista spietata, presentando il ritratto di una donna che se da un lato è capace di farsi largo in un mondo dominato da uomini, dall’altro mostra tutte le rinunce che questa vita ha comportato in un bellissimo dialogo a tavola con Marinella, in cui, con rassegnazione, franchezza e un pizzico di orgoglio, le dice quanto in questo mondo sia necessario per una donna non avere nessun uomo di fianco per potersi davvero dire libera.
La Comencini è perfetta nel dare le forme e le luci ideali per dipingere un personaggio davvero commovente, raggiungendo vette artistiche altissime soprattutto in due sequenze. Prima quella del montaggio alternato che avvicenda la scena dell’attentato fallito a Lelluccio e quella in cui Scianel, prima di andare a dormire, si esibisce in una performance stupenda di “Nun so’ ‘na bambola” della cantate neomelodica Cinzia Oscar, con tanto di cuffie nelle orecchie e vibratore di impareggiabile lusso usato a mo’ di microfono. Sono immagini potentissime, dalla forte carica iconica che, in linea con la tradizione kitsch di un certo cinema italiano, rimandano e omaggiano il cinema di Pappi Corsicato. Nel finale del decimo episodio abbiamo l’altra faccia della medaglia, con la sofferenza e la rassegnazione della donna che dopo la fuga da Malammore e i suoi sicari incappa nell’arresto, reso indimenticabile da suggestive riprese notturne in cui sul volto della donna si infrange intermittente la luce della sirena della polizia.

Genna’, Patrizia addo’ sta?

Gomorra – 2x09/10Se Scianel rappresenta quel tipo di donna fiera, brutale e sofferente, ma al contempo anche mostruosamente contaminata dal contesto criminale, è Patrizia ad essere il tramite principale tra lo spettatore e la serie, il personaggio più empatico e al contempo quello più scomodo per il burrascoso rapporto tra la serie e i media, vista la fascinazione della donna per il più potente dei boss di Secondigliano.
Architrave di questa coppia di episodi, Patrizia è il fulcro principale del racconto, il crocevia tra il discorso sulle donne della serie con confronti tutti al femminile (è lei a offrire una possibilità a Marinella), il racconto di una condizione familiare (la sua) caratterizzata da importanti difficoltà e parzialmente estranea alla criminalità, e la messa in scena dell’estrema umanizzazione dell’ex invincibile capo criminale.
Patrizia, come Fiona di Shameless, è una sorella-madre, una donna il cui destino l’ha messa davanti al bivio tra responsabilità familiari e felicità personale, di fronte al quale non ha potuto scegliere che la prima strada. Anche per questo è nel rapporto con i due Savastano che conosce i momenti di più alta gratificazione, sentendosi per la prima volta utile come donna accanto a un uomo, salvando indirettamente la vita a Pietro riuscendo a dialogare con Genny con l’autorità di una madre putativa. La sequenza finale vede Patrizia faccia a faccia con quello che non è più un padre-padrone, ma sempre più un amante, non cedendo al facile e scontato bacio ma offrendo una tensione erotica ancora più forte.

Se vince pat’t sarai sempre nu criatur, o’ figl’ scem.

Gomorra – 2x09/10Da questa recensione sembra che di camorra ve ne sia ben poca in questi episodi, eppure ce n’è tantissima, sia dal punto di vista della continua ridefinizione dei vari clan con alleanze ormai sempre più variabili, sia rispetto agli equilibri di potere tra i pesi massimi, con i ragazzi del vicolo azzoppati dalla morte del loro uomo più carismatico, O’ Track, ammazzato da Scianel che vendica così la morte del fratello Zecchinetta, ucciso l’anno scorso dall’esuberante gangster in un modo molto simile.
Con Pietro Savastano che si fa via via sempre più forte grazie a un paio di mosse strategicamente formidabili (frutto dei preziosi consigli di Patrizia), la situazione è diventata altamente infiammabile, con una tensione tra padre e figlio altissima che ci dà motivo di immaginare che Genny non riuscirà a incassare gli insulti e le sopraffazioni del padre ancora per molto. Tanto più se ci si mette Ciro a soffiare sul fuoco, con quello splendido dialogo al termine del nono episodio in cui all’arrivo di Genny in aeroporto l’Immortale lo pungola nell’orgoglio con un ritratto feroce del padre, senza neanche il bisogno di utilizzare la fantasia. Essere “il figlio di” sarà sempre il maggiore dei fardelli per Genny, soprattutto ora che ha consapevolezza dei propri mezzi, un figlio in arrivo e un padre che non gli riconosce le qualità.

A un passo dal finale della seconda stagione il livello di Gomorra rimane altissimo, grazie ad un racconto di grande interesse e senza compromessi, a personaggi sempre più stratificati e sequenze visivamente eccezionali che si fa molta fatica a vedere nel cinema italiano. Chiudiamo citandone almeno un paio: l’inseguimento in auto contro mano tra Patrizia e Ciro, accompagnato dalla solita incalzante musica dei Mokadelic; la tortura del fratello di Patrizia, Alessio, che per violenza e crudeltà sembra presa direttamente dai Sopranos.

Voto: 8½

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Informazioni su Attilio Palmieri

Di nascita (e fede) partenopea, si diploma nel 2007 con una tesina su Ecce Bombo e l'incomunicabilità, senza però alcun riferimento ad Alvaro Rissa. Alla fine dello stesso anno, sull'onda di una fervida passione per il cinema e una cronica cinefilia, si trasferisce a Torino per studiare al DAMS. La New Hollywood prima e la serialità americana poi caratterizzano la laurea triennale e magistrale. Attualmente dottorando all'Università di Bologna, cerca di far diventare un lavoro la sua dipendenza incurabile dalle serie televisive, soprattutto americane e britanniche. Pensa che, oggetti mediali a parte, il tè, il whisky e il Napoli siano le "cose per cui vale la pena vivere".


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6 commenti su “Gomorra – 2×09/10

  • sixfeet

    Splendida recensione, concordo su ogni punto. Sin dalle primissima scene in cui era apparsa avevo intuito che Patrizia fosse destinata ad essere un personaggio cruciale della serie, personalmente credo sia il personaggio meglio scritto (senza togliere nulla alla stupenda scrittura degli altri personaggi) Avevo sinceramente timore che non superasse l’episodio (gli sceneggiatori di Gomorra ormai ci hanno abituato a non dare nulla per scontato)…non ricordo di avere mai provato tanta tensione durante l’inseguimento in contromano neppure nella prima serie.

     
  • Teresa

    Questi due episodi mi sono piaciuti moltissimo. Anch’io ho pensato a Pappi Corsicato, quando ho visto l’iconica scena di Scianel col vibratore. Una scena splendida, anche per il montaggio alternato con le scene di Marinella e Lelluccio. Io, da quando Marinella fa la telefonata ai ragazzi del Vicolo, sono stata con un’ansia terribile. E’ stata resa benissimo, in tutto l’episodio, la situazione claustrofobica di Marinella, con quel suo spiare il pianerottolo, e quelle cene tristi con la suocera. Non mi aspettavo che si salvasse, e ne sono contenta.
    Certo che Lelluccio ha una fortuna sfacciata, in ogni caso. Una volta scampa alla morte perché la polizia lo salva, e un’altra volta perché i killer sbagliano bersaglio. Se mi desse dei numeri, io li andrei a giocare.
    Anche la 2×10 mi è piaciuta molto, e trovo che l’attrice che interpreta Patrizia sia bravissima. Devo dire che in questa stagione 2, per me gli interpreti migliori sono lei e Cristina Donadio (Scianel).

     
    • Federica Barbera

      Nono, arriva a breve! Scrivere una recensione per un finale è sempre difficile, per questo in particolare puoi immaginare! 😉