Halt and Catch Fire – 3×01/02 Valley of the Heart’s Delight & One Way or Another


Halt and Catch Fire – 3x01/02 Valley of the Heart's Delight & One Way or AnotherProgettata per essere l’erede di Mad Men e arrivata alla fine della prima stagione con ottime idee e più di un difetto, Halt and Catch Fire, dopo aver chiuso un’eccezionale seconda stagione, ha in questa sua terza annata in arrivo la più importante e rischiosa delle prove del nove.

Pur essendo una sfida ardua, gli autori non mancano di coraggio nel tentare di tenere in vita una serie che, benché benvoluta dalla critica, stenta a trovare un pubblico affidabile e consistente, risultando purtroppo in progressiva crisi. A conti fatti è molto probabile che, salvo decisivi aumenti nei rating, questa sarà l’ultima stagione della serie, visti anche gli ascolti di questi primi due episodi, ancora più bassi di quelli delle scorse stagioni.
Cosa aspettarsi, dunque? Innanzitutto una storyline principale coerente e (per quanto possibile) auto-conclusiva, sia per mettere il prodotto di AMC al riparo da eventuali cancellazioni improvvise, sia per cavalcare il trend antologico che negli ultimi tre, quattro anni sta dominando la serialità televisiva cable.

A volte però, non tutte le difficoltà vengono per nuocere, ed è il caso di Halt and Catch Fire, che ha fatto della necessità di dare una scossa ai rating una possibilità per rigenerarsi e ricominciare sotto una nuova veste. Se la prima annata era legata ai due protagonisti maschili (con Cameron immediatamente sulla loro scorta) e al progetto tecnologico condiviso, la seconda stagione ha rivoluzionato l’impianto narrativo, mettendo al centro due donne, Cameron e Donna, alle cui spalle ha piazzato due uomini, Boz e Gordon, finendo così per marginalizzare il ruolo del (ex) protagonista, Joe MacMillan. Quest’anno, stando ai primi due episodi, gli autori sono di fronte alla stessa necessità, alla quale rispondono mantenendo ciò che l’anno scorso aveva funzionato, ovvero la coppia femminile alla guida della narrazione principale, ma rivoluzionando il setting (ci si sposta dal Texas alla Silicon Valley) in modo da ri-contestualizzare la serie nella speranza di catturare nuovi spettatori.

This could be the sort of thing that would make people really sit up and pay attention. But is it it?

Halt and Catch Fire – 3x01/02 Valley of the Heart's Delight & One Way or AnotherCosa rimane dei passi in avanti fatti da Halt and Catch Fire l’anno scorso? Ovvero, cosa rimane di Mutiny? Tutto. Rimane la constatazione che Donna e Cameron hanno preso lo show in mano e hanno dimostrato di poter essere come minimo alla pari di quel gigante di Lee Pace, soprattutto perché i loro personaggi si sono rivelati molto più solidi di quello interpretato da quest’ultimo.
Nel solco di una doppia innovazione che vede non solo un progetto guidato tutto da donne, ma anche caratterizzato da comunità online di gamers – concetto all’epoca abbastanza sconosciuto –, Mutiny si rigenera nella Silicon Valley, trovando pane per i suoi denti in un posto in cui non basta più solo avere ottime idee e il talento per realizzarle. La serie ci presenta uno spaccato in cui è davvero difficile individuare il recinto che divide la legalità e l’illegalità, soprattutto perché le protagoniste sono ora immerse in un mondo in cui la sperimentazione tecnologica ha spesso il sopravvento su qualsiasi cosa, tanto da porre in maniera molto chiara il problema della privacy, specie in riferimento alle intercettazioni di chat private la cui gravità è ben lontana dall’essere completamente riconosciuta.
La loro storyline, che ci racconta anche un mondo estremamente complesso e pieno di contraddizioni, conscia del rischio che venga idealizzato dai noi nerd di oggi – che vi intravediamo l’origine di tante delle nostre principali passioni –, ci riporta con i piedi per terra, mostrandoci quanto fosse caratterizzato da un sessismo feroce, tanto da costringere due donne intelligenti come Donna e Cameron a subire umiliazioni che mai sarebbero immaginabili a parti invertite.

The secret of existence is to have no fear at all.

Halt and Catch Fire – 3x01/02 Valley of the Heart's Delight & One Way or AnotherLa domanda principale rimane però un’altra: una volta appurato che il maggiore dei pregi della scorsa stagione permane in ottima forma, non resta che chiedersi quale sia il destino di Joe, inizialmente presentato come il Don Draper di Halt and Catch Fire, ma poi messo in una posizione ben più precaria, che prima lo vede collocato ai margini della storia, poi lo ributta al centro e nel finale della scorsa stagione lo ha rivitalizzato nelle vesti di uno spietato villain che come l’araba fenice risorge dalle proprie ceneri.
L’attesa è tutta per lui e infatti nei primi due terzi dell’episodio non lo si vede mai. Di lui ci viene concessa solo la voce durante una telefonata con Boz, ma tanto basta per riportare in superficie il suo fantasma, perché quel suono arriva come una minaccia da parte di colui che sa le cose senza un’apparente spiegazione, che conosce la vita privata di Boz (la nascita del nipote) senza che questi gliel’abbia mai raccontata. E infine arriva il momento del suo show, che non poteva essere altrove che a teatro, su un palcoscenico in cui Joe si presenta con una nuova maschera, ma pur sempre nei panni del guru visionario. Questa volta è un professionista della security, che ha tra le mani un antivirus sulla cui creazione non ha ovviamente alcun merito, ma che vende al suo pubblico nel migliore dei modi possibili, attraverso un keynote speech in cui le somiglianze con Steve Jobs sono tantissime, dall’abbigliamento, alla barba, fino alla gestualità.

Look at the people around you.

Halt and Catch Fire – 3x01/02 Valley of the Heart's Delight & One Way or AnotherDopo due episodi si può già dire che, all’urgenza di rigenerazione imposta dagli ascolti, la serie ha risposto, oltre che con il passaggio alla Silicon Valley e con il (più incerto) nuovo ruolo di Joe, anche con due nuovi personaggi, Ryan e Diane, i quali, ciascuno a suo modo, appaiono avere delle discrete potenzialità per il prosieguo della stagione.
L’inizio del secondo episodio descrive alla perfezione quello che sarà il cammino di Ryan, giovane programmatore della squadra di Mutiny interpretato da Mannish Dayal. Questi è infatti inquadrato in primo piano con degli occhiali a specchio che, su una bella base fatta di intensi sintetizzatori, riflettono l’eroica figura di Joe MacMillan impegnato a far surf sotto il Golden Gate Bridge. Ryan ci metterà pochissimo a cadere nelle spire di Joe e della sua capacità di persuasione, mostrandosi al pubblico come una sorta di nuovo Gordon, un genio dell’informatica frustrato e voglioso di emergere in un mondo in cui sente di avere più di una carta da giocarsi. È tutto da vedere che Ryan si riveli un personaggio efficace, perché per ora oltre ad essere lo strumento di vendetta di Joe è poco più che una nuova versione del suo ex amico, ma lo spazio a lui dedicato in questi primi episodi lascia immaginare un ruolo di maggiore importanza.
L’altra new entry di quest’anno è Diane Gould, interpretata da una meravigliosa Annabeth Gish che dà al personaggio quella maturità e quel magnetismo che soli possono permettere al personaggio di fronteggiare a testa alte due donne ormai forti e carismatiche come Cameron e Donna. Diane è la madre di una compagna di scuola della figlia di Donna, ma soprattutto si rivela essere a capo di una superpotenza economica e per la precisione colei da cui le due cape di Mutiny vanno a cercare finanziamenti. Di fronte a una donna come Diane, specie perché arrivata subito dopo una coppia di investitori maschilisti e neanche tanto svegli, le due donne appaiono spiazzate, impreparate a una donna altrettanto intelligente ma con in più il potere economico per prendere decisioni sul loro futuro. Nel finale riescono a persuaderla delle loro capacità mettendo giù un nuovo progetto (l’acquisto della concorrenza), ma i prossimi episodi promettono sviluppi di grande interesse.

Don’t you underestimate him. That’s when he’s most dangerous.

Halt and Catch Fire – 3x01/02 Valley of the Heart's Delight & One Way or AnotherDopo una prima puntata in cui il ruolo di Joe è stato soprattutto finalizzato a innalzare l’attesa verso la sua ricomparsa e successivamente a presentare la nuova veste, forte di un look che lo identifica pienamente come il nuovo (o meglio un nuovo) Joe MacMillan, con tanto di barba e un nettissimo dimagrimento rispetto alla scorsa stagione, il personaggio interpretato da Lee Pace torna ad essere protagonista del racconto, che così facendo riprende il discorso sulla manipolazione affrontato soprattutto durante la prima stagione. Al centro della sua storyline però sembra tornare il rapporto con Gordon, molto più di quello con Cameron (sebbene la questione legata al nipote di Boz lasci più che qualche dubbio). Il problema principale legato a questa storyline riguarda la ripetitività, perché se il percorso di Mutiny pur viaggiando sulle medesime corde dell’anno scorso ha oggi nuovi obiettivi e nuovi avversari, il rapporto tra Joe e Gordon sembra non cambiare mai, se non nel suo inasprirsi sempre più.
Ciò che però emerge come costante principale è quella relazione di master e slave che lega i due personaggi, con Joe tremendamente dipendente dal desiderio di manipolare Gordon e quest’ultimo assuefatto e impotente di fronte alla personalità e al carisma del primo. Seppur in modo abbastanza ripetitivo Halt and Catch Fire continua a riflettere su quel rapporto tra maschi americani (e più in generale occidentali) dove non di rado la dipendenza da una figura carismatica rappresenta il cuore del legame, come sottolinea alla perfezione Paul Thomas Anderson nel suo The Master.

In conclusione, la serie di AMC torna con due episodi d’apertura di ottimo livello che ribadiscono la qualità della serie. In tempi di peak TV in cui la televisione cambia anno dopo anno in maniera imprevedibile, Halt and Catch Fire non è certo la serie da vedere se si vuol capire da che parte sta andando la televisione, perché le innovazioni oggi risiedono da tutt’altra parte; tuttavia si tratta pur sempre di un prodotto di grande qualità che comincia la sua terza stagione in maniera decisamente convincente.

Voto 3×01: 7½
Voto 3×02: 7½

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Informazioni su Attilio Palmieri

Di nascita (e fede) partenopea, si diploma nel 2007 con una tesina su Ecce Bombo e l'incomunicabilità, senza però alcun riferimento ad Alvaro Rissa. Alla fine dello stesso anno, sull'onda di una fervida passione per il cinema e una cronica cinefilia, si trasferisce a Torino per studiare al DAMS. La New Hollywood prima e la serialità americana poi caratterizzano la laurea triennale e magistrale. Attualmente dottorando all'Università di Bologna, cerca di far diventare un lavoro la sua dipendenza incurabile dalle serie televisive, soprattutto americane e britanniche. Pensa che, oggetti mediali a parte, il tè, il whisky e il Napoli siano le "cose per cui vale la pena vivere".

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