Outcast – Stagione 1 5


Outcast – Stagione 1La prima stagione del nuovo horror drama firmato da Robert Kirkman, creatore di TWD, si è conclusa con il decimo episodio, dandoci la possibilità di tirare le somme su un progetto che aveva incuriosito per i suoi presupposti.

Come il fratello The Walking Dead, anche Outcast nasce prima sulla carta stampata e poi viene adattato per il piccolo schermo, sotto l’occhio vigile del creatore, che ha saputo conquistare in passato l’attenzione di milioni di telespettatori con i suoi zombie. Già dopo la visione di qualche episodio è chiaro che se le origini sono molto simili, il destino di queste due serie sarà nettamente differente, non perché Outcast sia di qualità inferiore – a quella già bassa di TWD –, ma perché non è riuscita a creare un universo complesso, coerente e soprattutto interessante.

I problemi non risiedono solo nella messa in scena o nel contenuto: entrambi questi aspetti sono appena sufficienti affinché lo spettatore si spinga a vedere tutto lo show fino alla fine, ma lasciano un senso di incompiutezza. Per quanto riguarda la parte estetica, possiamo apprezzare lo stile che bene si adatta al tema horror dello show, anche se senza nessun guizzo creativo; solo in sporadiche occasioni lo spettatore rimane sorpreso, in quei momenti in cui, alla ricerca di una scena d’impatto, lo show oltrepassa la linea del buongusto con scelte che stupiscono, senza arricchire la narrazione.

Outcast – Stagione 1I due livelli di lettura della narrazione, invece, sono il vero e proprio anello debole dello show, che non riesce a sviluppare né una storia avvincente, né riesce a farci riflettere sul tema centrale della serie. Parliamo prima del livello più superficiale: la storia raccontata è fin troppo semplice, caratteristica che per un prodotto horror – che grazie alle atmosfere riuscirebbe a valorizzare anche trame poco elaborate – potrebbe essere sufficiente; in questo caso però si sfiora la banalità, riprendendo formule usate all’infinito. Il velo di mistero che ricopre lo show è riuscito a rendere poco chiaro il motore che mette in moto gli eventi sin dall’inizio e l’unico modo di dare un senso a quello che abbiamo visto è scomodare il sempreverde tema del Male che vuole conquistare la terra. Tutto qui? Sembrerebbe proprio di sì. Anche il viaggio di Kyle Barnes e del Reverendo Anderson attraverso le possessioni nella loro cittadina segue sempre lo stesso schema, che vede una vera e propria svolta in soli due punti del racconto – la fuga di Allison e la possessione di Megan –, troppo pochi per una stagione breve, ma comunque composta da dieci episodi.

Outcast – Stagione 1Il secondo livello di lettura, che dalla visione del pilota sembrava essere destinato ad uno sviluppo maggiore, resta piuttosto piatto, senza approfondimenti o nuove chiavi di lettura per dei temi trattati già da tutti: la lotta tra Bene e Male o, scavando ancora più a fondo, la lotta contro una società non inclusiva che allontana il diverso. L’outcast del titolo, cioè il reietto Kyle Barnes, è poco credibile come simbolo di temi così importanti, perché il suo personaggio non è sviluppato a dovere; non sono bastati i flashback, che ci hanno raccontato la sua storia piuttosto che mostrarcela. Il rapporto con la sua famiglia, che cambia dopo il riavvicinamento con la madre di sua figlia, mina tutta la costruzione del personaggio che era stata fatta fino a quel momento, rendendolo sempre meno emarginato, se non dalla gente di paese, che lui stesso evita. Sul Reverendo Anderson è stato fatto un lavoro ancora peggiore, buttando insieme un po’ di stereotipi sugli uomini di chiesa e sugli esorcisti, creando un personaggio che sarebbe andato bene in qualunque contesto.

Outcast – Stagione 1Per questi motivi, la prima stagione di Outcast non riesce a raggiungere la sufficienza, anche se la semplicità che pervade lo show ha avuto il pregio di impedirgli di intraprendere strade che lo avrebbero fatto diventare trash. Se avesse avuto più carattere, questa stagione sarebbe stata meno dimenticabile – anche se il cliffhanger del finale sembra promettere che la seconda stagione (già confermata) prenderà la guerra di Kyle col Male in modo più serio. La coppia Kyle/Amber è decisamente più interessante per le dinamiche padre-figlia coinvolte rispetto a quella formata dal protagonista con Anderson e questo fa sperare che in futuro la storia possa finalmente svilupparsi in direzioni inedite, su cui il giudizio sarà molto meno clemente.

Voto: 5

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Informazioni su Davide Canti

Noioso provinciale, mi interesso di storytelling sia per la TV che per la pubblicità (in fondo che differenza c'è?!). Criticante per vocazione e criticato per aspirazione, mi avvicino alla serialità a fine anni '90 con i vampiri e qualche anno dopo con delle signore disperate. Cosa voglio fare da grande? L'obiettivo è quello di raccontare storie nuove in modo nuovo. "I critici e i recensori contano davvero un casino sul fatto che alla fine l'inferno non esista." (Chuck Palahniuk)


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5 commenti su “Outcast – Stagione 1

  • Boba Fett

    Che fatica seguirla fino alla fine! Il premio Mattonata quest’anno se lo aggiudica Outcast, ma dopo il rinnovo di Wayward Pine (vincitore dello stesso premio nel 2015) non mi stupisce il fatto che avrà un seguito.
    I presupposti c’erano già tutti sin dal Pilot: antipatici i caratteri, anticlimatiche le atmosfere, ma soprattutto un soggetto usurato dal cinema e in parte anche dalla TV stessa, a partire da quel Millennium di Chris Carter che quasi 20 anni fa affrontò con atmosfere altrettanto cupe e uggiose il Male, ma, parere personale, in un modo decisamente migliore.

     
  • Luigi Podesta'

    Sebbene sia abbastanza d’ accordo con la recensione , trovo il voto finale troppo basso.Io l’ ho seguito con piacere e vedro’ con piacere la seconda stagione.Per lo meno la sceneggiatura e’ coerente con se stessa senza nessuna forzatura.A differenza invece di W.Pines in cui lo script fa acqua da tutte le parti.E’ un racconto horror- fantastico senza troppe pretese ma ben scritto.Se diamo 5 a una serie come questa allora altre meriterebbero dei 2.

     
    • Davide Canti L'autore dell'articolo

      Questo è un caso in cui il risultato è maggiore della somma delle parti. Facendo un passo indietro e guardando la stagione nella sua complessità, l’impressione è che sia un po’ meno peggio di quello che è veramente, ma resta il fatto che i problemi siano così importanti che non sarebbe stato giusto dare la sufficienza ad uno show come questo. Comunque consiglio di focalizzarsi meno sul voto numerico e più sulle motivazioni che hanno portato al voto finale.

       
  • Luigi Podesta'

    Hai ragione che e’ piu’ importante il commento del voto.Pero’ in questo caso io ho letto la tua recensione dopo aver visto la serie e la trovo approfondita e accurata come sempre. Se lo avessi fatto prima di guardarla , dal momento che non ho poi tantissimo per seguire tutto, magari l’ avrei tolta dalla mia lista delle cose da seguire.Anche perche’ per paura di spoiler non leggo quasi mai i commenti di quello che non ho ancora visto e mi sarei soffermato solo sul giudizio finale.A mio scapito perche’ la serie mi e’ piaciuta.

     
  • Zora Pabst

    Mi dispiace dover essere severa, viste le speranze riposte, ma ho trovato questa prima stagione vergognosa.
    Una sceneggiatura dispersiva e difettosa, così come una recitazione poco credibile, hanno distrutto un’idea che poteva essere più che valida.
    La scelta del cast l’ho trovata sbagliatissima.
    E’ una serie fatta/pensata/scritta/gestita male.
    Peccato davvero.