SerialFight: The West Wing Vs House of Cards 4


SerialFight: The West Wing Vs House of CardsL’estate sta finendo e con essa si concluse anche questa stagione di SerialFight, che ci ha proposto scontri quasi sempre avvincenti tra serie di alto livello. Prima di congedarci non possiamo non parlare, con un occhio alla campagna presidenziale americana, di uno dei confronti più dibattuti nei forum nazionali e internazionali: The West Wing vs House of Cards.

La sfida tra Hillary Clinton e Donald Trump, oltre a essere particolarmente avvincente e, come spesso accade, foriera di studi di caso sul rapporto tra media e politica, rappresenta un ottimo motivo per riguardare (magari integralmente, per chi ha un po’ di tempo) The West Wing e House of Cards, due delle serie che meglio hanno saputo raccontare la politica americana.
Non solo, i due show simboleggiano rispettivamente due momenti di svolta della serialità televisiva. The West Wing infatti, oltre ad essere unanimemente considerato uno dei migliori esempi di narrazione televisiva, è anche una delle prime e più compiute serie serializzate, ovvero quei racconti in grado di fondere dall’inizio e ancor di più sulla lunga distanza archi narrativi antologici con altri trasversali ad una o più stagioni. Raramente la televisione generalista americana ha raggiunto dei livelli così alti, soprattutto se contestualizzata a un periodo storico in cui, prima dell’esplosione delle produzioni originali via cavo, questo tipo di televisione rappresentava a tutti gli effetti uno dei primi esempi di quality television.
House of Cards dal canto suo è il portabandiera della fusione, cominciata da quattro anni a questa parte, tra televisione e web, essendo il primo prodotto originale Netflix, nonché quello che ha lanciato la celebre piattaforma streaming nell’Olimpo della televisione. Non è azzardato parlare di un prima e dopo House of Cards, non tanto a causa della qualità effettiva della serie, quanto per il suo successo planetario, inscindibile da un modello di distribuzione assolutamente innovativo che ha dato il là alla produzione successiva di Netflix.

SerialFight: The West Wing Vs House of CardsOra però è il momento di affilare le armi e lasciare da parte i convenevoli. Non contano più gli innumerevoli riconoscimenti ricevuti da The West Wing (tra cui 26 Emmy) o il fatto che House of Cards sia stata la prima serie a concorrere per i maggiori premi televisivi pur non essendo mai stata trasmessa in TV. Ora c’è da essere spietati e ragionare su quale delle due serie ha fatto meglio il proprio lavoro su una questione specifica, sulla quale è impostata questa sfida. Il terreno dello scontro selezionato riguarda la principale caratteristica dei due show, ovvero la rappresentazione della politica che emerge dalle due serie, oggi analizzabile in maniera compiuta grazie alla lunga vita che sta avendo la serie targata Netflix la quale si avvia verso la sua quinta annata. Entrambi i racconti infatti mettono al centro la Casa Bianca, con protagonisti strettamente legati alla presidenza degli Stati Uniti e co-protagonisti che ruotano attorno al mondo della politica e non solo: parlare di politica americana in modo così complesso (e duraturo vista la temporalità estesa di questi prodotti) significa anche spingersi a dipingere la stretta rete di legami che la politica intesse con le altri parti in causa, dal giornalismo alla televisione, dalla cittadinanza alle istituzioni, negoziando il proprio agire con i mutamenti tecnologici del proprio tempo, questione che entrambe le serie non dimenticano di mettere a fuoco.

Realismo della rappresentazione politica

SerialFight: The West Wing Vs House of CardsCome ogni serie televisiva strettamente legata a un genere o a una tematica particolare, le due serie di oggi sono intercettabili attraverso un filtro ben preciso, legato all’argomento centrale che condividono, la politica americana. Così come accade per altri show (pensiamo a quelli incentrati sulle nuove tecnologie e al fact checking che si genera sulla loro credibilità), anche The West Wing e House of Cards sono stati da molti critici messi sotto osservazione rispetto al realismo delle due serie, suscitando grandi dibattiti circa la verosimiglianza delle situazioni mostrate.
La domanda quindi sorge spontanea: essendo due serie non solo ambientate all’interno della politica americana, ma che quest’ultima intendono anche raccontarla, quale delle due lo fa con maggiore fedeltà e dovizia di particolari? La prima cosa che salta all’occhio è che pochi altri show come House of Cards hanno individuato e messo in scena il cinismo senza scrupoli che popola i palazzi del potere. Le azioni di Frank Underwood e delle persone di cui si circonda sono tutto tranne che spinte da un dovere civico verso un mandato ricevuto e vederlo messo in scena da una serie TV non lascia certo indifferenti. Tuttavia il lavoro fatto da The West Wing risulta decisamente più capillare nella descrizione della politica, dipingendo con sottili pennellate sia il suo scheletro costitutivo, sia tutte le sue estensioni. Il lavoro del Presidente e della sua squadra poi è sempre il focus centrale della narrazione, mentre in House of Cards spesso è usato come pretesto per ragionare sull’evoluzione dei personaggi, disinteressandosi del discorso sulla professione.
Per queste ragioni il primo punto se lo aggiudica nettamente The West Wing.

Iconicità dei personaggi

SerialFight: The West Wing Vs House of CardsSe le serie televisive sono negli ultimi quindici anni diventate un fenomeno di culto in grado di catturare in maniera traversale tutti gli strati della società, spesso prendendo il posto del cinema come forma preferita di intrattenimento, è anche per i personaggi che propongono e per il lavoro fatto su di essi. La narrazione seriale ha come specifico la costruzione di caratteri che, grazie all’ampia estensione del racconto, hanno la possibilità di evolversi tanto e affermarsi come vere e proprie icone nell’immaginario del pubblico.
Sotto questo aspetto c’è da dire che il confronto tra le due serie è decisamente aspro ed è molto difficile attribuire la vittoria all’una o all’altra. The West Wing è stata una serie di grande successo, in grado di riscuotere un elevato consenso di critica e al contempo di ottenere ottimi rating ad ogni sua messa in onda. House of Cards, dal canto suo, ha potuto giovare del ruolo che le è stato dipinto addosso, ovvero quella di ground breaking della televisione americana, entrando nelle case degli spettatori con una viralità quasi senza pari. Basti pensare che in Italia l’arrivo di Sky Atlantic ha coinciso con l’acquisto dei diritti di distribuzione di House of Cards, serie che è stata scelta come testa d’ariete per il lancio del canale. Gli attori da questo punto di vista svolgono un ruolo cruciale e non abbiamo dubbi nel riconoscere che, sebbene Martin Sheen sia un interprete straordinario ed estremamente amato dal pubblico (anche per via di interpretazioni leggendarie come Apocalypse Now), Kevin Spacey vince nettamente il confronto grazie a una popolarità che ha pochi eguali e una carriera costellata di interpretazioni eccezionali.
Ciò che fa pendere l’ago della bilancia dalla parte di House of Cards però è il modo in cui i due show lavorano sui personaggi: proprio perché The West Wing ha nella rappresentazione minuziosa della politica americana il suo obiettivo principale è quasi naturale che abdichi rispetto all’iconicità dei personaggi, piano su cui House of Cards è praticamente imbattibile. Il secondo punto va quindi alla serie Netflix.

Importanza della coralità

SerialFight: The West Wing Vs House of CardsQuando si racconta la politica americana (ma il discorso potrebbe essere esteso alla politica tout court) non si parla solo di presidenti. Di più, parlare di politica vuol dire non soffermarsi solo sui politici, ma individuare la Politica (rigorosamente con la maiuscola) in quei settori in cui a prima vista non dovrebbe essere presente e accorgersi di come invece non solo lo è eccome, ma li influenza in maniera spesso determinante.
La sfida tra le due serie su questo piano risulta decisamente più squilibrata perché The West Wing affronta l’importanza della coralità nella rappresentazione della politica con un coraggio e una qualità narrativa decisamente superiore. Potrebbe sembrare senza tanto fondamento questo piano del confronto, soprattutto perché da questo punto di vista le serie appaiono molto diverse, tuttavia non è un caso se le due stagioni migliori di House of Cards coincidono anche con quelle in cui sono presenti personaggi secondari con maggiore spessore e meglio incardinati nel racconto, come Peter Russo e Zoe Barnes nella prima annata e i coniugi Conway nella quarta. Non c’è gara però sotto questo aspetto contro The West Wing, serie manifesto del suo autore, Aaron Sorkin, uno che ha fatto della coralità narrativa quasi un comandamento artistico; un autore capace di intrecciare decine di figure professionali nello stesso ambiente lavorativo e riuscire a rappresentare in maniera eccellente il contesto scelto in tutta la sua totalità. Il terzo punto va per queste ragioni a The West Wing.

Politicità

SerialFight: The West Wing Vs House of CardsArriviamo all’ultimo e più insidioso piano di questo confronto. Quando una serie televisiva si occupa di argomenti di stringente attualità come la politica viene spontaneo costruire dei ponti tra il reale e l’immaginario, facendo collegamenti tra ciò che la serie racconta e la realtà da cui prende spunto. Seguono dunque una naturale domanda: è necessario che una serie ambientata nel mondo della politica (in questo caso americana) dica qualcosa sulla politica (in questo caso americana)? No. Tuttavia se una serie è ambientata in un contesto strettamente legato al contemporaneo dello spettatore (che sia la politica o la guerra al terrorismo), essa ha senza dubbio la possibilità di porsi obiettivi più ambiziosi e, oltre a raccontare una storia il più possibile interessante e coinvolgente, può riflettere sul contesto che rappresenta, che nel nostro caso è la politica.
Possiamo quindi definire questo piano come la politicità di ciascuna serie e senza dubbio possiamo dire che entrambi i lavori non hanno peli sulla lingua nel criticare la realtà politica statunitense. House of Cards concentra questo aspetto critico soprattutto sul rapporto tra guerra e politica, che vede il momento di maggiore intensità nel finale della quarta stagione (sul quale, per ovvi motivi, non facciamo spoiler). Anche in questo caso però The West Wing appare nettamente superiore, tanto che da molti viene preso come un manuale di politica americana, oltre che un testimone del pensiero politico liberale come pochi altri artefatti di finzione. La differenza, nuovamente, è data da Aaron Sorkin che, oltre ad essere un eccezionale narratore capace di muoversi dal teatro al cinema alla televisione mantenendo sempre altissima la qualità dei suoi script, è anche un raffinatissimo conoscitore (anche perché appassionato a livelli quasi ossessivi) della politica americana. La guerra in Iraq, l’amministrazione Bush, l’11 settembre, il caso Lewinsky, l’ascesa di Barack Obama e tanti altri casi cruciali della politica americana degli ultimi anni sono stati rappresentati se non in alcuni casi addirittura previsti (come l’ascesa di un politico di colore) da Aaron Sorkin, cosa che gli conferisce un credito davvero difficile da sperperare.
Anche questo punto dunque va a The West Wing.

IL NOSTRO RISULTATO

Siamo giunti al termine di questo SerialFight nel quale dichiariamo The West Wing vincitrice per 3 punti a 1 contro House of Cards. Sebbene la serie targata Netflix sia uno degli show più amati degli ultimi anni, oltre che un prodotto di grande importanza per la serialità contemporanea, scritto diretto e recitato con cura, The West Wing è ancora molto lontana, sia come livello di rappresentazione della politica, sia come serie televisiva nella sua totalità. A questo proposito ribadiamo ciò che abbiamo detto in apertura: vedere o rivedere la serie di Aaron Sorkin oggi rappresenta un esperienza che non ha prezzo, tanto perché lo show non è invecchiato minimamente, quanto perché farlo può aiutare a comprendere meglio la serialità contemporanea vista l’influenza che ha avuto e continua ad avere sulla produzione successiva

IL VOSTRO RISULTATO

Chiudiamo questa seconda edizione dei SerialFight con due risultati completamente opposti: con le vostre preferenze su FacebookTwitter avete infatti decretato la vittoria di House of Cards, che conquista l’86% dei voti contro il 14% di The West Wing.
Vi ringraziamo per averci seguiti anche in questa edizione di confronti seriali e per aver partecipato alle votazioni!

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Informazioni su Attilio Palmieri

Di nascita (e fede) partenopea, si diploma nel 2007 con una tesina su Ecce Bombo e l'incomunicabilità, senza però alcun riferimento ad Alvaro Rissa. Alla fine dello stesso anno, sull'onda di una fervida passione per il cinema e una cronica cinefilia, si trasferisce a Torino per studiare al DAMS. La New Hollywood prima e la serialità americana poi caratterizzano la laurea triennale e magistrale. Attualmente dottorando all'Università di Bologna, cerca di far diventare un lavoro la sua dipendenza incurabile dalle serie televisive, soprattutto americane e britanniche. Pensa che, oggetti mediali a parte, il tè, il whisky e il Napoli siano le "cose per cui vale la pena vivere".


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4 commenti su “SerialFight: The West Wing Vs House of Cards

    • Francesca

      Confronto completamente sbagliato, è vero, perchè The West Wing può stare solo a fianco a The Sopranos e The Wire, due serie HBO tra l’altro. Basta, qualsiasi altra serie, per quanto ben fatta, per quanto amata dal pubblico, semplicemente non può reggere il confronto. West Wing andava in onda sulla NBC, è basata solo su una grandissima scrittura (da Oscar certificato nel 2011) e su grandi interpretazioni di tutto il cast, personaggi primari, secondari e guest star. Adesso citatemi un grande personaggio di House of Cards al di fuori di Frank e Claire Underwood.
      Sia chiaro, adoro HoC, ma leggendo commenti simili mi viene solo da pensare questo: vi meritate Homeland e cagate simili.

       
  • Attilio Palmieri L'autore dell'articolo

    Caro Lorenzo, in questo articolo ho cercato di argomentare le ragioni per cui considero The West Wing una serie di altissimo livello, tanto da stracciare una pur ottima serie come House of Cards, quantomeno relativamente alla rappresentazione della politica.
    Non ho però l’ambizione di essere il primo a sostenere una tesi del genere, visto che l’importanza della serie di Aaron Sorkin è ormai storicizzata, tanto che quasi tutte le classifiche dedicate alle migliori serie Tv della storia la mettono come minimo tra le prime dieci (per quel che vale).
    Mi farebbe molto piacere se tu avessi la voglia e il piacere di argomentare la tua affermazione che, anche perché così perentoria e radicale mi risulta molto difficile da comprendere.