Transparent – 3×01 Elizah


Transparent – 3×01 Elizah“It’s time. You’re gonna make a break for freedom. You will not be a slave anymore.You get out of bed, you grab your things, you run outside, and then… there you are. Free.”

Le prime due stagioni di Transparent hanno permesso a Jill Soloway di raccontarci il percorso umano di Maura, dagli abissi verso la rinascita, attraverso la transizione di genere e l’accettazione della sua vera natura. Questo nuovo ciclo di puntate rende esplicito sin da subito quello che l’autrice ci vorrà mostrare nella terza stagione: al centro ci sarà il passo successivo alla presa di coscienza di Maura, quello della sua normalizzazione, che di sicuro non sarà indolore.

Transparent – 3×01 ElizahOra che il percorso di Maura è quasi completamente compiuto – almeno a livello psicologico – l’orizzonte è abbastanza terso da farle vedere che la felicità non era così vicina come credeva; il muro che non le permetteva di procedere con la sua vita nasconde tanti altri ostacoli da oltrepassare. Perché, quindi, è ancora infelice dopo un percorso difficile, ma non privo di successi? Se prima aveva qualcosa a cui addossare tutte le colpe, ora si sente ancora più smarrita, perché percepisce un vuoto che non sa come riempire.

Questo sarà il grande tema alla base della terza stagione, che prende atto del cambiamento di Maura e ci dice in modo chiaro che tutto quello che ha passato non è abbastanza; con questo Jill Soloway non vuole sminuire l’importanza della transizione in generale, né quello della protagonista in particolare, ma afferma che le donne – e gli uomini – trans non solo devono fare i conti con questa loro condizione, ma anche con tutti i problemi che affliggono la gente comune. Inoltre, esplicitare l’infelicità di Maura è il modo in assoluto più efficace per normalizzarla come persona, per renderla un essere umano al pari di qualunque altro, perché se la felicità è un lusso che pochi si possono permettere, l’infelicità è il sentimento che ci accomuna davvero tutti.

Everything’s great. Vicki loves me. And, uh, my kids are doing great. I mean, they love me and they accept me for who I am. My thing I do at the LGBT call center is wonderful. I’ve got everything I need. So… why am I so unhappy?

Transparent – 3×01 ElizahIl monologo del rabbino Raquel – che racconta il percorso di Maura come un narratore inconsapevolmente onnisciente – non ci dice altro che questo: che l’uscita di Maura dal tunnel della sua sofferenza potrebbe essere il primo passo per farle prendere atto che i problemi più grandi stanno ancora lì fuori, che era così ossessionata da alcuni demoni da non rendersi conto che le questioni da affrontare sono molte di più. Per questo la domanda che si pone Maura è il motore dell’episodio e la guiderà in tutto l’arco della stagione o forse di più. La protagonista si chiede “perché sono così infelice?” in modo diretto e onesto, come mai aveva fatto in passato; lei stessa inizia a mettersi di fronte ai suoi problemi prima che sia troppo tardi, senza perdere tempo come ha fatto con la sua transizione. Perché dopo essere stata onesta con se stessa e con gli altri, Maura sente ancora delle mancanze? La ricerca di una risposta si trasforma nella ricerca di una persona, la giovane Elizah dai capelli verdi, che fa compiere alla protagonista un cammino importante:  salvare Elizah per salvare se stessa, questo è molto semplicemente il significato del viaggio che intraprende la donna, un percorso in cui vediamo i primi grandi segni del suo cambiamento.

Transparent – 3×01 ElizahPer la prima volta Maura abbandona il pensiero fisso della sua transizione – di cui non le facciamo una colpa, ma che la influenza pesantemente sin dall’inizio – per pensare a qualcos’altro, o meglio a qualcun’altro. La voglia di salvare Elizah le dà un nuovo obiettivo, seppur a breve termine, e le fa dimenticare il suo conflitto interno facendola comportare con estrema naturalezza. La vediamo per la prima volta camminare senza paura per le strade della città, senza essere accompagnata da nessuno e vestendo abiti marcatamente femminili; è anche la prima volta in cui non vediamo la reazione della gente alla vista della protagonista, perché o non viene proprio mostrata, o perché le persone che la incrociano la ignorano semplicemente. L’evoluzione di Maura passa anche attraverso questo meccanismo: l’essere ignorata la pone sullo stesso livello della maggior parte delle persone, la normalizza togliendole quell’aura di essere speciale e per questo sempre al centro dell’attenzione; all’interno del centro commerciale Maura smette di essere Mort – e la gente smette di trattarla come tale –, diventando per la prima volta un personaggio completamente attivo, soggetto dell’azione e non più oggetto dei giudizi altrui.

You’re waiting for a miracle. You’re waiting for the sea to part. Well, that’s an old miracle. So what about this. What if the miracle was you? What if you had to be your own Messiah? Then what?

Il percorso all’interno del centro commerciale è fortemente simbolico: per liberarsi dal suo passato da uomo Maura rivive, anche se indirettamente, tutto il suo percorso di cambiamento, camminando sempre più faticosamente tra negozi di scarpe, di vestiti da donna, di trucchi in generale e poi di parrucche, finendo per trovare se stessa negli occhi impauriti di Elizah e svenire esausta. Soloway ci dice che questa parte della sua vita è passata, ma che il nuovo cammino parte comunque da un letto d’ospedale.

La terza stagione di Transparent sarà probabilmente la più ambiziosa tra le tre prodotte, perché sia Maura che Jill Soloway devono provare di essere cresciute ed essere andate avanti, mettendo in campo una maturità difficile da non notare in un episodio che è quasi perfetto.

Voto: 9

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Informazioni su Davide Canti

Noioso provinciale, mi interesso di storytelling sia per la TV che per la pubblicità (in fondo che differenza c'è?!). Criticante per vocazione e criticato per aspirazione, mi avvicino alla serialità a fine anni '90 con i vampiri e qualche anno dopo con delle signore disperate. Cosa voglio fare da grande? L'obiettivo è quello di raccontare storie nuove in modo nuovo. "I critici e i recensori contano davvero un casino sul fatto che alla fine l'inferno non esista." (Chuck Palahniuk)

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