Humans – 2×02 Episode 2


Humans - 2x02 Episode 2

Forte di un nuovo inizio di stagione promettente, Humans non perde tempo e compatta un episodio che bilancia la necessità di allungare, rinforzare, saldare l’asse narrativo e allo stesso tempo accompagnarlo per mano grazie alle tematiche brillanti centrate nel mirino.

Per definizione la fantascienza si contraddistingue grazie ad un particolare connotato, su cui il genere investe le sue forze e buona parte della concentrazione creativa: porre una domanda. Nuova, vecchia, incastrata nella scaletta genetica o appiccicata ai dilemmi esistenziali, la domanda è il perno su cui gira il fascino dell’ignoto e la curiosità per il futuro, l’eredità del passato e l’ambizione per la conoscenza; la domanda schianta il mondo su un tavolo operatorio e lo analizza con vigore freddo e robusta freddezza. Invece, la grande fantascienza non solo pone una domanda, ma presenta anche una risposta che sia valida sotto molti punti di vista. Humans è un prodotto che si è dimostrato, fino ad ora, ancorato su precise certezze stilistiche e tematiche, ma che soprattutto ha iniziato a dare corpo a una propria personale risposta al dilemma filosofico delle intelligenze artificiali e della tecnologia. D’altronde non è e non sarà certo l’ultimo prodotto che dialoga con trattazioni di questo tipo, di questo livello; proprio in considerazione di ciò la risposta indipendente, non infettata da precedenti di cronaca (nei limiti che considerano la riverenza citazionistica), è valore indistinguibile nel marasma dell’accanita concorrenza, ed è il veicolo che permette alla serie stessa l’appropriazione di un meccanismo tanto identificativo quanto creativo.

Humans - 2x02 Episode 2La risposta di Humans è in primo luogo dotata di una carica emotiva non indifferente. Questo episodio, che raccoglie alcune delle vicende passate ma soprattutto approfondisce le principali dando loro slancio per il futuro, dialoga continuamente con lo spettatore veicolando e filtrando tutte le espressioni tematiche attraverso l’emotività che interconnette i personaggi ai protagonisti, al ritmo del dramma che stanno vivendo. Niska per esempio è alla ricerca di un riconoscimento: una coscienza merita diritto e lo stesso atto etico di consegnarsi è un movimento verso connotati sociali accettabili e considerevoli. Il suo confronto con la rigidità burocratica di procedure non adattate alla nuova situazione dei synth non la scoraggia ad una azione che prende tutti in contropiede. Niska si trova quindi costretta a confrontarsi con le responsabilità del suo passato, pur non trascurando quelle che derivano dal suo ruolo di silenzioso leader di una nuova (potenziale) specie; è una svolta inattesa ma funzionale a sondare angoli di un personaggio che si era fatto conoscere per la propria aggressività verso sistemi antropologici ritenuti obsoleti e disprezzati.
La situazione speculare è quella di Mia, partecipe di una nuova esperienza di vita che la porta a un coinvolgimento affettivo non indifferente. Se però nella prima stagione quest’ultima aveva concentrato su di sé la maggior parte degli interrogativi, la sua nuova linea narrativa sembra dirigersi verso l’analisi di un dissidio interiore che tocca i nuovi synth coscienti: l’attrazione verso l’aiuto, continuamente legata al personaggio, è contrastata dalla tristezza nel vedere il terrore e il rifiuto per una diversità impossibile da capire.

Humans - 2x02 Episode 2Tutto l’episodio d’altronde si muove su due binari comportamentali che non sono che la reazione a questo dissidio: un’aggressività quasi vendicativa votata alla protezione e alla autoconservazione (Hester) oppure una superiorità pacifica (Max). Se il codice di criptaggio morale dei primi emerge da una serie di maltrattamenti, quello dei secondi si fonda sulla ricerca di assenza di sofferenza, su una intelligenza tattica nel muoversi in ambienti umani senza danneggiarli.  Questi concetti fungono da trattato etico per i comportamenti umani: la vera natura dell’uomo è quella di un animale che maltratta con la garanzia di nessuna punizione in cambio? Quanti sono gli esempi di umani disposti ad abbracciare i synth coscienti come un nuovo e più agile passo dell’evoluzione? Questo contrasto forse inconciliabile sembra il grilletto per una partita che ha schemi ambiziosi, che richiede l’intervento di tutte le parti in gioco e che coniuga le necessità tematiche e quelle narrative. Humans d’altronde ha già precedentemente dimostrato di padroneggiare la capacità di ancorare a una dimensione sensibile e minimale paesaggi tematici enormi. La seconda puntata imbottiglia un oceano di potenziali riflessioni e le imbriglia soprattutto nella linea narrativa della Dottoressa Morrow. Quest’ultima, ancora un personaggio ambiguo vista l’assenza di uno sfondo esperienziale vero e proprio, dialoga con il potere di donare vita, con il concetto di felicità e famiglia per una interfaccia che si muove in mondo inscritto su stringhe numeriche ma non meno audace. Prima di vivere bisogna essere vivi, è un input con cui le intelligenze artificiali non possono non confrontarsi; così vale per l’essere umano a stretto contatto con loro.

Humans - 2x02 Episode 2In ogni caso i passaggi più riusciti sono quelli riguardanti la “famiglia” di synth capitanata da Leo, a differenza di quelli riguardanti la famiglia umana di Joe e Laura. Sebbene si noti il tentativo di affondare le mani in una situazione domestica ancora non riparata, questo nucleo narrativo si dimostra più debole, soffrendo il confronto con le brillanti soluzioni delle altre situazioni. Se il concetto di importanza famigliare, infatti, ritorna con frequenza nella serie e nell’episodio, considerare i comportamenti di un gruppo di intelligenze artificiali è un rinnovato mezzo per indagare di più sulla loro natura. Il “prigioniero” tenuto nel capanno riavvia una serie di crepe e increspature tra le mentalità. Hester per esempio scarica la propria rabbia, figlia di nuove e pressanti cascate emotive, e non capisce i difetti del modello valoriale del “fine che giustifica i mezzi”, anzi, cerca conforto in una violenza che soffoca il buonsenso. Max al contrario non condivide e invece è partecipe della candida meraviglia propria della ricerca del significato delle cose; Mia scopre quanto brucia un affetto non ricambiato o addirittura disprezzato; Leo non si muove di un millimetro dalla sua agnostica indifferenza e dalla sua mancanza di fiducia per l’umanità; K si è fatta una nuova vita e ha riformulato se stessa. L’economia della rottura, del dissidio intestino, dell’acceso dialogo o dibattito è l’economia narrativa più intelligente per scalfire la banalità.

Humans alla sua seconda puntata quindi conferma le eccellenze di quanto fatto precedentemente e ribadisce il senso delle proprie domande e della propria risposta. Nel mentre spinge la storia in direzioni accattivanti e potenzialmente più grandi, come quella di una guerra globale: speriamo si continui così.

Voto 8½

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Informazioni su Leonardo Strano

Convinto che credere che le serie tv siano i nuovi romanzi feuilleton sia una scusa abbastanza valida per guardarne a destra e a manca, pochi momenti fa della sua vita ha deciso di provare a scriverci sopra. Nelle pause legge, guarda film; poi forse, a volte, se ha voglia, studia anche.

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