The Young Pope – 1×03/04 Episode 3 & 4 2


The Young Pope – 1x03/04 Episode 3 & 4Tra aspettative esorbitanti e atteggiamento pregiudiziale, The Young Pope, dopo un esordio – record di ascolti: 2,138 milioni di spettatori – dall’ottimo carattere introduttivo, confeziona due episodi di rara potenza che ci immettono nel cuore di un racconto denso di poesia e ironia, di solennità e umanità, perfettamente in equilibrio tra virtuosismo visivo e coerenza narrativa.

La più grande forza di questa serie sta senza ombra di dubbio nella complessa contraddittorietà con cui è stato costruito il personaggio di Lenny Belardo; un Papa anomalo, ambiguo, lontano anni luce dalle rappresentazioni edulcorate a cui ci ha da tempo abituato la televisione italiana. Ma non è solo la caratterizzazione del protagonista – e la meravigliosa interpretazione di Jude Law – che rende lo show un prodotto potenzialmente innovativo; l’intera struttura narrativa, così come il comparto relazionale dei vari personaggi, fanno di The Young Pope una delle novità più interessanti dell’odierno panorama televisivo, non solo italiano ma internazionale.
Paolo Sorrentino pare aver trovato nel formato seriale un proficuo compromesso tra comparto narrativo e suggestioni visive, costruendo un racconto capace di sfruttare la sua componente puramente stilistica per avvalorare e ampliare il senso ambiguamente ironico, ma allo stesso tempo poetico e quasi solenne, che prende il dispiegarsi della storia. Non mancano le inquadrature pittoriche che riprendono i dialoghi tra i vari personaggi mostrandoci una prossemica eloquente, oppure geometrie verticali che raccontano allegoricamente le ingerenze dirette dell’uno o dell’altro personaggio nella vicenda (come nell’incontro iniziale tra Voiello e Spencer), o ancora le immagini simboliche che condensano in frammenti visivi le fugaci e inconsce movenze dell’animo (il riferimento esplicito alla pietà michelangiolesca).

The Young Pope – 1x03/04 Episode 3 & 4Nonostante tutto ciò sia parte integrante dell’esposizione, il racconto riesce a dilatarsi su molteplici livelli narrativi: dalle considerazioni sulla Chiesa come Stato, passando per le rivendicazioni di un glorioso passato in cui la paura dava linfa alla potenza di un’istituzione, fino ai riferimenti tangibili e ai problemi più scottanti della Chiesa contemporanea (pedofilia e omosessualità). Tutti questi elementi si legano l’uno all’altro secondo un’armonia quasi perfetta tra le parti, sorretta dall’alone di vago mistero che aleggia sul progetto che dovrebbe dar corpo al pontificato di Pio XIII.
Cosa ha davvero in mente il Papa? Cosa comporterà il concretizzarsi di intenzioni che paiono compiere un enorme passo indietro sull’evoluzione della Chiesa cattolica e apostolica? Quanta verità si nasconde dietro quelle affermazioni che mettono in luce l’odierna debolezza dell’istituzione ecclesiastica?
Le risposte che cerchiamo di dare a queste domande generano in maniera dialetticamente efficace una serie di riflessioni su una realtà che, credenti o agnostici, atei o anticlericali, ci coinvolge tutti direttamente. E quale miglior modo per metter in atto considerazioni e meditazioni del genere se non il confronto con un’opera, ben scritta, diretta e interpretata, che rovescia completamente la prospettiva con cui siamo stati soliti approcciarci all’argomento?

God, not him, me.

The Young Pope – 1x03/04 Episode 3 & 4Come già anticipato, l’elemento che caratterizza la costruzione drammaturgica del personaggio di Lenny Belardo è la sua ambigua contraddittorietà: Pio XIII riesce a essere tutto e il contrario di tutto; con la grazia di un ballerino volteggia da un’asserzione al suo esatto opposto rendendo nullo o quasi l’aspetto ambivalente che dovrebbe connaturare il tutto. Le sue sono scissioni terrene e spirituali, oniriche e concrete: bisognoso di affetto e allo stesso tempo freddo nei rapporti interpersonali, moderno nei modi ma conservatore negli schemi mentali, placido e ferreo ma al contempo vulnerabile.
All’inizio del terzo episodio assistiamo all’accorato racconto con cui Lenny narra a Guiterrez delle sue preghiere durante il conclave, in cui egoismo, pretenziosità e tracotanza si fondono insieme nella creazione di una potenza misticheggiante. Questa si ripete uguale per qualità e intensità il giorno dopo, quando, in ginocchio davanti al suo letto, con in mano l’immancabile sigaretta accesa, il protagonista chiede perdono a Dio per le affermazioni della sera prima, supplicando di essere illuminato di un nuovo dettame divino – durante quest’ultima scena un raggio di luce naturale lo illumina da sinistra, rendendo il tutto ancora più ironico e contraddittorio.

The Young Pope – 1x03/04 Episode 3 & 4Anche durante il confronto con la consorella Suree nel corso del quarto episodio, lo vediamo passare da una accorata benevolenza a un’intransigenza quasi irosa e dispotica, con una foga che tradisce una duplice ammonizione, verso Suree e, forse, anche verso se stesso. Durante il dialogo iniziale, simbolicamente costruito su una interferenza auditiva, Pio XIII si lascia andare a un impeto empatico verso la titubanza della consorella, che fatica a credere quando il fluire della vita passata si scontra con la rinascita nella fede. Per aiutare la giovane suora a superare quello che lui vede come un impedimento, fa trasportare a Roma la salma della sorella. Ma una volta al cospetto di quelle lacrime furenti, non esita ad ammonirne con veemenza la debolezza terrena, ovvero quella vulnerabilità che il giovane Papa vuole estirpare da se stesso e da tutti i credenti. Lasciarsi trafiggere dal passato, sia che i suoi protagonisti siano vivi o morti, è per lui sintomo supremo di una volubilità interiore che in un certo qual modo va a coincidere con la mancanza di credo.

Absence is presence.

The Young Pope – 1x03/04 Episode 3 & 4Questa spinta contraddittoria che caratterizza la forza del personaggio di Lenny Belardo si declina anche secondo meccanismi espositivi meno espliciti, tra cui emerge l’ambiguo rapporto con quel senso di abbandono legato al suo passato, che più volte si fa incombente nei pensieri del neo Papa. Nel rapporto con Suor Mary e il Cardinale Spencer, padre e madre spirituale del giovane Lenny, la naturale referenza si scontra e si infrange in una non troppo implicita volontà di asservimento, sia dell’uno che dell’altro, esibendo una superiorità che sembra vissuta come se fosse una piena rivincita. Per quanto i discorsi di Michael puzzino di psicologia spicciola, come non domandarsi quanto del manifesto papale incentrato sul mantra “Assenza è presenza” non sia dovuto a quell’amore incondizionato che il piccolo Lenny nutre da sempre verso quei genitori di cui non riesce ad afferrare i contorni del volto.
Nonostante in tutti i veementi discorsi sulla rinascita della Chiesa come Stato Pontificio, in cui grandezza e paura vanno di pari passo, si notino chiaramente le linee programmatiche di un lucido disegno politico, quando il discorso si sposta sulla necessità di una professione di fede incentrata sul sacrificio e la sofferenza, che riduca la dilagante tendenza al perdono, è impossibile non chiedersi se questi dettami non siano altro che un modo per sublimare l’impossibilità di assolvere chi l’ha abbandonato in un’assenza che non cessa di essere presenza costante. E anche su questo punto è evidente una contraddittorietà che si gonfia di rimandi a un dolore latente, e per certi versi mutato in potenza, in cui nell’edificazione delle basi del suo ‘mistero’ si intravede la citazione di Spinoza con cui placa le imminenti rivelazioni di Esther, secondo cui «Colui che ama Dio non deve pretendere che Dio lo ami a sua volta».

I’m incredibly handsome, but please, let’s try to forget about that.

The Young Pope – 1x03/04 Episode 3 & 4A questo senso d’ambigua vulnerabilità, Pio XIII non manca di associare una tendenza all’infantilismo che sembra propagarsi con l’intento di riappropriarsi di una ‘giovinezza’ che in quanto orfano crede di non aver mai posseduto. Sono legati a tale tendenza quei comportamenti in cui si lascia andare all’impazienza, alla presunzione, alla noia o anche a uno smisurato senso di onnipotenza che confonde i fedeli e i giornalisti di tutto il mondo.
Ci sono solo due persone con cui Lenny riesce a mostrare quasi esclusivamente la parte meno oscura della sua anima: Guiterrez e Esther, i due personaggi più deboli e vulnerabili del contorto scenario che ruota intorno al palazzo pontificio. Peccatori sgomenti, reclusi volontari, sono gli unici con cui Lenny si umanizza fino al punto da lasciar intravedere il barlume di una divinità troppo spesso esibita e decantata. Nella lezione sulla preghiera che fa alla giovane donna c’è tanta di quella devozione che sembra di toccare con mano il peso di quell’iconico abbraccio che ogni cristiano cerca in Dio. Allo stesso modo, nel dialogo con Guiterrez che chiude il terzo episodio, si ha come l’impressione di avere di fronte il migliore tra i papi, colui che, in preda ai dubbi su se stesso e sulle proprie capacità, finisce per descrivere con la più bella metafora quello che dovrebbe essere il rapporto tra i fedeli e la Chiesa: uno sguardo innamorato, dove sia cancellato per sempre il peso della delusione.

A pope needs to inspire trust. I inspire the opposite.

The Young Pope – 1x03/04 Episode 3 & 4Non meno contraddittorio ci appare il personaggio di Voiello, interpretato da un Silvio Orlando in pieno stato di grazia, progressista negli intenti e conservatore nei modi in cui intende tenere saldo il suo potere, perpetrando in ricatti e sotterfugi d’impianto secolare. Le manovre per la scelta di un Papa da dirigere nell’ombra della sua influenza non hanno dato i risultati sperati, quindi non gli resta che trovare altri mezzi per portare a termine quel suo progetto che si ostina a chiamare ‘il bene della comunità cristiana’. Tra video di Maradona e battute sul valore dei suoi tappeti, Voiello è il perfetto antagonista per l’irriverenza di un Papa che tutto si è dimostrato fuorché un ponte tra progresso e tradizione. Alla sua smania fa da contraltare il serafico controllo di Suor Mary, a cui dà corpo e voce una superba Diane Keaton, che come tutte le madri pazienti si preoccupa per il proprio figlio senza perdere mai la fiducia nelle sue scelte.

Questi due episodi rappresentano un grande passo avanti rispetto al già splendido esordio; la firma di Sorrentino è più brillante che mai, ma rispetto a molti dei suoi lavori cinematografici qui sembra amalgamarsi con ancora più equilibrio con l’evolversi di un racconto che si dispiega in molteplici direzioni: dal sublime al grottesco (la parentesi con Tonino Pettola è la migliore metafora per esemplificare quella Chiesa che Pio XIII giudica debole e inconsistente), dal poetico (la chiusura con le note di Senza un perché di Nada) all’irriverente, dall’ironico al solenne.

Voto Episodio 3: 8/9
Voto Episodio 4: 8/9

Note: Non si può non accennare alla splendida sigla d’inizio, che si erge quasi a metafora della linea programmatica dello show. Pio XIII, sulle note di All along the watchtower, passeggia in mezzo alla storia accompagnato da un meteorite luminoso che finisce per infrangersi nella statua di Papa Giovanni Paolo II – citando La nona ora, l’irriverente opera di Maurizio Cattelan –, simbolo di quella Chiesa accogliente e confortante che il giovane Papa si promette di superare.

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