The Young Pope – 1×05/06 Episode 5 & 6 10


The Young Pope - 1x05/06 Episode 5 & 6La creatura di Paolo Sorrentino ha raggiunto ed oltrepassato la metà della stagione inaugurale e l’ha fatto con la classe che da subito l’ha contraddistinta, non immune alle critiche – talvolta anche esagerate – ma perfettamente cosciente della propria superba essenza e del maniacale impegno visivo su cui si sorregge.

Caligola: Ma non sono pazzo e posso dire perfino di non essere mai stato così ragionevole come ora.[…]
Elicone: È un ragionamento che sta in piedi. Ma, in generale, non lo si può sostenere fino in fondo, non lo sai?
Caligola: È perché non lo si sostiene mai fino in fondo che non lo si sostiene fino in fondo. E non si ottiene nulla. Ma basta forse restare logici fino alla fine. (Caligola, Camus)

Tante parole sono state spese per cercare di descrivere Pio XIII, “una contraddizione” come si autodefinisce, e scomodare Caligola dal suo palazzo tra le pagine di Camus è un gesto che potrebbe essere considerato pretenzioso, addirittura infecondo. Non si tratta, però, di un mero esercizio di stile, è infatti innegabile che tra le due figure siano numerosi i punti in comune: due uomini di potere, funestati da un trauma e pronti a condurre le proprie convinzioni fino alle estreme conseguenze. Che cosa c’è, infatti, di illogico ed inconcepibile nelle parole di Lenny Belardo, nelle mire espansionistiche, nelle pretese inconciliabili con l’attuale situazione? È parossistica razionalità, la logica reazione ad una Chiesa che per anni ha cercato di avvicinare Dio agli uomini.

“L’unico uomo libero è Caligola, circondato da una nazione di schiavi.” (Caligola, Camus)

The Young Pope - 1x05/06 Episode 5 & 6Il giovane papa è animato da una consapevolezza profonda del proprio trauma, delle conseguenze che l’abbandono da parte dei genitori ha avuto sulla sua personalità. Nel quinto episodio il discorso si sposta con decisione sull’interiorità del personaggio, su tutto ciò che, pur afferendo all’intimità, influenza la corporeità. Il corpo di Lenny si distacca fortemente dall’ideologia tradizionale cattolica che lo vede subordinato all’anima, di cui è prigione e catene; diventa infatti un mezzo adoperato per ottenere i propri scopi, un’entità dalla prossemica eloquente (esemplare la scena in cui il papa incombe sul Cardinal Voiello) che allontana fisicamente chi lo circonda sancendo in questo modo la propria superiorità. La scena della vestizione, la cura dell’aspetto fisico, i continui rimandi alla propria bellezza vanno interpretati in questa direzione: in quanto vicario di Dio il papa è partecipe della natura divina e l’estremo atto di sottomissione imposto alla folla di cardinali-cloni è volto a rimarcare l’abisso che li separa.
La fuga dal Vaticano si rivela ancor più gravida di significati: persino per un papa giovane e risoluto è arduo indossare gli scomodi e solenni abiti talari senza soluzione di continuità e la versione di Lenny in tuta da ginnastica (risuonano eco morettiane) è l’indovinata controparte dell’algida, aliena bellezza che si aggira nei giardini dispensando monologhi scintillanti.
The Young Pope - 1x05/06 Episode 5 & 6Attraverso l’esaltazione della corporeità Sorrentino mette in campo la sensibilità che troppo spesso si dimentica di possedere: se durante la nottata romana è San Pietro ad incombere (anche visivamente) sui due uomini di chiesa, nel flashback troneggia l’altrettanto imponente Suor Mary, la cui figura è impregnata dei significati e dei doveri a cui i bambini sono sottoposti.

La superiorità di cui si ammanta Lenny è la stessa che  in lui vede il Cardinal Voiello, che nel giovane papa intravede una fede diversa, ulteriore, striata di ateismo e sfiducia e per questo ancor più potente perché slegata dall’effettiva esistenza di Dio (non siamo al livello del “Dio è morto” nietzscheano, si tratta piuttosto di un Dio immobile, quasi aristotelico, verso cui tendere senza attendersi nulla in cambio).
Il momento culmine dell’episodio coincide con il nuovo incontro con Esther in cui viene introdotto l’elemento soprannaturale che, fino a quel momento, era stato solo accennato. La luce che rende la scena trasparente, il giglio bianco simbolo, al tempo stesso, di fecondità e purezza (e che cosa c’è di più puro e fecondo della Vergine Maria?): tutto contribuisce alla costruzione di un momento etereo, trascendente ed inspiegabile.

“Ho deciso di essere logico. Vedrete quanto vi costerà la logica. Il potere ce l’ho io. Eliminerò chi mi contraddice”(Caligola, Camus)

The Young Pope - 1x05/06 Episode 5 & 6Il sesto episodio è costruito attorno allo storico e titanico duello tra il potere temporale e quello spirituale. Il primo ministro italiano, interpretato da Stefano Accorsi (per la cui fonte ispiratrice non bisogna andare a cercare molto lontano), è espressione della società moderna dimentica, o perlomeno incurante, di un Dio assente e privato di importanza. A contrastarlo si trova una Chiesa antica, fatta di cemento, che ha dismesso quell’aura di mitezza e perdono di cui si era circondata. L’istituzione che Belardo rappresenta è combattiva, ha mire espansionistiche ed è pronta a sfruttare l’enorme potere derivante dal fascino terrorizzato che l’uomo nutre nei confronti dell’ignoto.
Si tratta di uno scontro svuotato di ogni parvenza di plausibilità, privo di un significato reale che non sia quello che lo spettatore decide di conferirgli, un duetto tra due personalità inconciliabili ma accomunate dalla stessa insopprimibile superbia.

“Darsi delle ragioni, scegliersi un’esistenza tranquilla, consolarsi. Non è per Caligola.” (Caligola, Camus)

The Young Pope - 1x05/06 Episode 5 & 6L’altro momento cardine ha come protagonisti Angelo Sanchez e il Cardinal Dussolier, amico fraterno di Lenny ma non per questo meno sottomesso alle decisioni del pontefice. Il suicidio del ragazzo e la presa di coscienza del cardinale sono la diretta conseguenza delle parole di Belardo: nella nuova Chiesa non c’è posto per le debolezze umane, per le devianze, per le incertezze e, soprattutto, non c’è posto per il perdono.
È in questa Chiesa granitica che Lenny riversa la propria strutturale fragilità: a partire dal sogno veneziano, proseguendo attraverso la fuga dall’orfanotrofio e il controverso rapporto con Suor Mary e il Cardinale Spencer, inadeguati simulacri delle figure genitoriali, il trauma irrisolto ed inspiegabile dell’abbandono si irradia in tutta la sua maestosa mostruosità fagocitando la personalità del pontefice e rendendolo indissolubilmente legato a quella presenza/assenza – dei genitori prima e di Dio poi –, alla cui natura contraddittoria è sottomesso l’animo del papa.
È infatti palese il tragico alternarsi di speranza e drammatica disillusione negli occhi immortalati dalla foto; nonostante tutte le certezze che lo sostengono, Pio XIII è un uomo profondamente immerso nella disperata e frenetica ricerca di una conferma dell’esistenza di Dio (arriva al punto di implorare), una risposta che, se dovesse esistere, non potrebbe che essere personale e per il raggiungimento della quale non esistono scorciatoie.

“Voi dite che è un anarchico. Lui crede di essere un artista. Ma in fondo non c’è differenza.” (Caligola, Camus)

The Young Pope - 1x05/06 Episode 5 & 6La regia di Paolo Sorrentino e la superba fotografia di Luca Bigazzi fanno il resto, donando alle scene la solennità di un dipinto rinascimentale e sottolineandone il contrasto con la feroce ironia dei dialoghi, le contraddizioni, l’infantilismo del protagonista  e la bellezza decadente di Roma.
The Young Pope è un prodotto fermamente sorrentiniano, la cui cifra stilistica, emozionalmente potente, tende a peccare sotto il profilo dei contenuti. È la solita imperitura accusa con cui si azzanna il regista campano: la messa in scena di un mondo i cui pochi valori sono vittime di un’inesorabile decadenza e in cui la conseguente mancanza di contenuti si trincera dietro l’innegabile abilità tecnica.
Sicuramente c’è qualcosa di vero e The Young Pope, oltre ad essere quasi priva di trama, rifiuta qualsiasi messaggio codificato, rifugiandosi in un universo fatto di spunti ed accenni affermati e subito confutati, simbolismi e riferimenti, lasciando allo spettatore l’onere dell’interpretazione. Non è questo, però, in una delle sue molteplici accezioni, il significato di arte?

I due episodi, con il quinto che, fino a questo momento, è quello migliore, alternano mistica leggiadria e potenza visiva ed emozionale, un fiume che scorre placido ma la cui portata è tale da essere travolgente. Il fondamento sono i monologhi (da sottolineare le parole di Lenny sulla codardia propria dei preti e la legittimazione di quelle parole fornite dall’emozionante discorso di commiato di Dussolier) ed i dialoghi (in prevalenza duetti/scontri) attraverso i quali Sorrentino riesce ad esprimere la propria disincantata visione del mondo.
La qualità si conferma altissima ed il prodotto è talmente originale da rifuggire con tranquillità qualsiasi accostamento alla televisione che l’ha preceduto. The Young Pope procede nel suo cammino, aprendo squarci di bellezza nella decadenza e costruendo un’immagine della Chiesa e dell’Uomo a volte lirica a volte grottesca; un quadro in cui lo spettatore non deve fare altro che immergersi.

Voto Episode 5: 9
Voto Episode 6: 8

Nota: Le citazioni del “Caligola” di Albert Camus provengono dall’edizione del 1941.

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10 commenti su “The Young Pope – 1×05/06 Episode 5 & 6

  • nic

    Io amo Sorrentino e se continua così questa serie rimarrà nella storia!! Non è paragonabile a qualcosa di visto perché è totalmente diversa da tutto!! Quindi nel bene o nel male è capolavoro!! Sorrentino rimane un regista unico nel suo genere e questa serie lo dimostra!

     
    • Andrea

      Premettendo che la serie mi piace, e mi piace Sorrentino. Ma il “è totalmente diversa da tutto” è falso. E’ chiaro che Sorrentino – e ha fatto bene – si è ispirato e poi ha fatto sue alcune tipologie narrative e di caratterizzazione risultate vincenti negli ulitimi 15 anni di serialità. Perchè tolto il contesto Vaticano, nei personaggi – antieroi – e nella loro caratterizzazione paradossale e umana, The Young Pope ricorda e riprende Tony Soprano, Don Draper ecc…
      Sorrentino non sta inventando o tantomeno ridefinendo nulla, ma fa suo il mezzo e gli conferisce il suo personalissimo stile. E finalmente possiamo dire che in italia è stata sfornata una serie che non sfigura alle grandi produzioni moderne mondiali.

       
      • nic

        Certo io mi riferivo al suo stile che poi ruoti attorno a Tony Soprano o Don Draper ecc. per me il risultato è unico nel suo genere!!

         
        • Andrea

          Ma questo si, ed era quello che ci si aspettava, perchè ogni buon regista ha un suo stile che rende unico il suo prodotto: Esmail in Mr Robot ha impresso uno stile unico; Soderbergh ha impresso uno suo stile a The Knick; Fukunaga, Van Patten lo stesso…Se mancasse lo stile di Sorrentino alla fine questa serie varrebbe meno della metà, perchè c’è molta più forma che sostanza.

           
  • Sergio

    Ottima recensione. La quinta puntata strepitosa, la sesta un po’ meno.
    Vero manca una “storia”, sembra più una carrellata di affreschi sullo stile della grande bellezza. I dialoghi sono la parte migliore della serie secondo me.

     
    • annamaria

      E aspetta di vedere l’ottava puntata! E’ una bomba! L’ho trovata sconvolgente, magnifica e sconvolgente. Lo so che non è un giudizio critico, ma che poso farci: io mi sono innamorata.

       
  • Genio in bottiglia

    In queste due ultime puntate ho però avvertito un predominio del formale sul sostanziale che, solo a tratti per fortuna, me le ha rese meno godibili. Il personaggio interpretato da Jude Law è interessante, pericoloso e circondato da un alone di santità allo stesso tempo, gli altri non sono da meno, Voiello fantastico, però questo è un rischio che con Sorrentino si corre spesso (in quasi tutti i suoi film tranne i primi due, per me): l’eccessivo narcisismo alla lunga tende ad obnubilarne il giudizio. Sarebbe un peccato se così fosse.