Ash vs Evil Dead – Stagione 2 1


Ash vs Evil Dead - Stagione 2È arrivata al termine la seconda stagione di Ash vs Evil Dead, la serie che ha portato in televisione la follia di Ash Williams in un tripudio di splatter e demenzialità che non ha eguali sul piccolo schermo.

Ash vs Evil Dead è una serie che sin dalle proprie origini non ha mai fatto mistero di non voler raccontare qualcosa di estremamente innovativo, né di travolgere per la propria arguzia o profondità di personaggi; è una comedy pura e dura vecchio stile, sotto certi aspetti, che fa affidamento su una demenzialità che autorizza a mettere in campo qualsiasi idea, che consente di sviluppare qualsiasi trovata gli autori possano partorire: quale altra serie, ad esempio, potrebbe permettersi di giocare con insoliti incastri fisici con dei cadaveri, con gnomi assassini, muppets indemoniati e bambole folli? Chi potrebbe mai immaginare che dopo la tanta attesa riconciliazione padre-figlio ci possa star bene un’auto che investe a folle velocità il genitore e ne faccia un residuo disgustoso al suolo?

A partire da questa genialità – perché di questo si tratta – Craig DiGregorio, lo showrunner (che ha però abbandonato la nave e non ci sarà per la terza stagione già annunciata) ha cercato di costruire una stagione coerente e che non fosse solamente una sequela di idiozie senza soluzione di continuità. Ancor più efficacemente del primo anno, a dirla tutta, la scrittura autoriale costruisce intorno ad Ash e ai suoi compagni di avventura una trama che possa reggere la durata tutt’altro che semplice di 10 episodi. La scelta è dunque ricaduta su Elk Grove, la città natale di Ash, e sul percorso di redenzione di questo agli occhi dei suoi concittadini.

Ash vs Evil Dead - Stagione 2Che l’idea di riportare il racconto alle origini sia stata una trovata particolarmente azzeccata è evidente sin dai primissimi episodi di questa stagione; non solo perché permette al protagonista di analizzare ed affrontare il suo rapporto col padre, che non brilla certo per particolare novità, quanto per la generale presa di coscienza che Ash è – giustamente – considerato dal resto della sua città uno psicopatico che ha fatto una strage nella capanna nel bosco. Il suo processo di redenzione – e dunque l’ascesa a vero e proprio eroe, che richiama il terzo capitolo della saga cinematografica – è perfettamente coerente con le scelte prese da questa serie nella costruzione del suo personaggio, che rimane ad ora l’invenzione più geniale della serie. Ash Williams, Bruce Campbell al secolo (perché scinderli sembrerebbe fare un torto ad entrambi), è la vera colonna portante della serie non solo perché ne è il protagonista, ma perché conserva in sé lo spirito proprio dello show; la sua umanità e sensibilità dietro la maschera del macho alla costante ricerca di compagnia femminile e di alcol è la perfetta incarnazione dell’uomo qualunque della provincia americana che si ritrova, suo malgrado, a dover rivestire i panni dell’eroe. Ma lo fa ai suoi termini: con una motosega che sostituisce la mano persa ormai dall’inizio delle sue avventure infernali, controvoglia e con il solo desiderio di una vacanza.

Ash vs Evil Dead - Stagione 2Senza scomodare paragoni azzardati né analisi più approfondite di quanto la serie meriterebbe, c’è comunque da ammettere che Ash vs Evil Dead non è solo un racconto folle che vale la pena seguire per lo stretto tempo necessario a farsi quattro risate: è anche uno sguardo ironico ed eccessivo alle realtà rurali americane, con lo scimmiottamento dei tropoi del genere e della provincia americana, mai come in questi mesi di elezioni presidenziali così alla ribalta. Questa particolare posizione è soprattutto evidente nei personaggi di Elk Grove che circondano il protagonista e soprattutto Chet (Ted Raimi) che incarna, per quel che riesce a durare, il perfetto compagno all’idiozia giovanile di Ash. È uno sguardo divertito verso un’America repubblicana chiusa in se stessa, che ha sempre guardato il diverso con sospetto e finanche repulsione, ma che non si tira indietro nel celebrarlo quando le fa comodo.

E se c’è da tenere in conto quanto il ritorno sul viale dei ricordi sia stato efficace – c’è da ammettere che le parti che fanno più direttamente riferimento ai film originali continuano ad essere le più ispirate –, il punto forte su cui poggia l’intera struttura di Ash vs Evil Dead è la potenza chimica del trio di protagonisti, con la positiva aggiunta della mai troppo apprezzata Lucy Lawless. Il gruppo quest’anno, ancor più che durante la stagione precedente, si è dimostrato di altissimo livello nei momenti più intimi – che pur sono presenti ed in alcuni casi anche molto riusciti – ma soprattutto ben amalgamato al suo interno nei tempi comici. In questo senso bisogna sottolineare la comicità espressa da Dana DeLorenzo: la sua Kelly è una vera forza e la sua comicità “annoiata” da quello che costantemente le accade funziona alla perfezione. Inutile dirlo, l’attrice meriterebbe molta più considerazione di quella che riceve.

Ash vs Evil Dead - Stagione 2Che cos’è, allora, che non funziona? Sebbene questa stagione sia stata migliore della precedente sotto molti punti di vista, ha sofferto però di un problema di non secondaria importanza: una certa ripetitività. Non nella trama, che ha saputo mostrarsi vitale e costruire episodi molto intensi, come l’intero viaggio al manicomio per dirne una, ma talvolta si è percepito il racconto come se fosse solo un gustoso orpello ad una demenzialità a tutto campo che non è stata sempre in grado di reggere il ritmo dell’episodio. A momenti geniali come il pupazzo di Ash sono corrisposte scene obiettivamente pesanti, come quella dell’obitorio a inizio stagione che, pur apprezzata per l’inventiva e il coraggio – perché ce ne vuole –, non riesce ad essere una forza propulsiva alla visione quanto vorrebbe e forse meriterebbe. Non ha poi aiutato un brutto finale, che è sembrato in parte ammazzare tutta la costruzione precedente: un finale del genere per Baal obiettivamente ce lo saremmo volentieri evitato.

In definitiva, dunque, la seconda stagione di Ash vs Evil Dead non è stata perfetta, ha avuto difficoltà e momenti di stanchezza che non possono chiaramente che inficiare la visione di un prodotto che fa dell’intrattenimento diretto ed immediato il proprio punto di forza; d’altro canto, però, è anche innegabile che la serie stia ancora funzionando in senso generale, producendo momenti di una demenzialità così squisita da trasformarsi in scintille di pura genialità.

Voto Stagione: 7

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Informazioni su Mario Sassi

Ormai da anni ho capito che il modo migliore per trascorrere le ore in aereo è il binge watching di serie TV. Poche cose battono guardare LOST mentre si è sull'oceano.


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Un commento su “Ash vs Evil Dead – Stagione 2

  • Setteditroppo

    Recensione perfetta. Condivido in pieno. Ma anche quest’anno ci siamo divertiti. Sì, è vero, il finale non è stato all’altezza, anzi è sembrato quasi posticcio, come se non fosse stato il frutto di un lavoro di elaborazione creativa accurato. Poi leggo dei diverbi in fase di sceneggiatura, dell’abbandono di DiGregorio e tutto è più chiaro. Certo, il finale pensato dall’ormai ex showrunner sembrava più folle e carico di spunti comici: Kelly figlia di Ash!…mi sembra di aver letto, se ricordo bene…”Che figata!” direbbero i miei nipotini. Peccato, ma bisogna sapersi accontentare.