Tra le gradite sorprese di questa fine 2016 c’è anche Dirk Gently’s Holistic Detective Agency, coproduzione BBC America e Netflix che porta sulla piattaforma di streaming il multiforme mondo dell’omonimo ciclo di romanzi scritto da Douglas Adams, autore di fantascienza di culto ma anche drammaturgo, sceneggiatore, biologo, saggista e umorista inglese scomparso nel 2001.
Descrivere Douglas Adams è davvero complicato, sia per la poliedricità della sua figura artistica sia per la complessità degli universi narrativi creati dalle sue opere, delle quali la più nota è senz’altro “Guida Galattica per Autostoppisti“.
Mondi fantascientifici guidati dalla fantasia più scatenata, dallo spirito lisergico e umoristico raffinato, così stratificati da aver creato intorno a sé un vero e proprio culto che travalica epoche e generazioni e ha la sua manifestazione più evidente nella celebrazione collettiva del Towel Day, il 25 maggio di ogni anno a partire dalla morte dello scrittore. Un universo che mescola i classici topic tecnologici della fantascienza alla biologia, alla filosofia, alla religione (Adams era un ateo convinto) e alla musica, su un registro umoristico che non mette mai da parte la naturale tendenza dell’uomo alla violenza.
Se siete fan di Doctor Who saprete che Adams ha avuto un ruolo cruciale anche nello sviluppo dell’universo del Dottore così come lo conosciamo oggi: nel 1978 e 1979, quando il Dottore era Tom Baker, Adams scrisse tre serial della sedicesima e diciassettesima stagione, tra cui il famosissimo “City of Death“; l’episodio fu rimaneggiato durante la fase di scrittura e parte del materiale fu utilizzato da Adams proprio per i romanzi di Dirk Gently, in cui compaiono vari riferimenti al Dottore e a Gallifrey.
Parliamo quindi di una figura fondamentale per la fantascienza contemporanea, trait d’union tra due universi fantascientifici seminali e portatori dello stesso tipo di umorismo british che utilizza il nonsense e la moltiplicazione dei personaggi e delle storie per dare vita a un caos in cui l’immaginazione è costantemente al potere.
Senza apprezzare la poetica di Adams è difficile comprendere e apprezzare anche questo Dirk Gently’s Holistic Detective Agency, sebbene la serie – creata da Max Landis, figlio del regista John, giovane e talentuoso autore di film, comics e serie tv come la recente Channel Zero – si distacchi dai romanzi originali, a cominciare dall’ambientazione che era negli anni ’80 l’Inghilterra e invece qui è la Seattle contemporanea; degli Eighties restano alcuni riferimenti visivi e un po’ di atmosfera nostalgica, ma soprattutto la storia si distacca da quella dei romanzi andando a costituire una sorta di prequel in cui però si intravede la volontà di trattare il materiale con ampia libertà, adattandolo alla narrazione seriale contemporanea senza però snaturarne lo spirito originario.
Resta invece, ovviamente, colui che dà il titolo a romanzi e serie tv: Dirk Gently, detective olistico – ovvero, per sua stessa definizione un investigatore che usa la “fondamentale interconnessione di ogni cosa” come unico metodo, in pratica fa le cose a caso e aspetta che il mondo le risolva da solo – dall’accento inglesissimo e il cui motto è “Everything is chaos, but it’s synchronized”, che irrompe nella vita di Todd, un fattorino di hotel sommerso dai debiti e coinvolto in un misteriosissimo omicidio.
L’investigazione, in cui Todd (interpretato da Elijah Wood) si trova coinvolto suo malgrado e durante la quale finisce per diventare l’assistente di Dirk, coinvolge un miliardario fatto a pezzi da creature misteriose, un cane vagabondo che sembra apparire nei momenti più inaspettati, il rapimento di un’ereditiera, un’assassina psicopatica amante della buona conversazione, un gruppo di bulli violenti e tatuati di nome Ed, Fred e Zed, un gatto nero e una misteriosa malattia di nome pararibulitis.
Il pilot di Dirk Gently’s Holistic Detective Agency è un susseguirsi di subplot separati, con un registro variegato di toni che spazia dall’umorismo surreale ad esplosioni di inaudita e improvvisa violenza, punteggiati di dialoghi dell’assurdo ed eventi grotteschi che si susseguono a velocità impressionante. Singole storie ben orchestrate tra loro in modo da chiarire fin da subito il carattere caotico della narrazione – senz’altro ideale per illustrare la sconclusionata idea di detection di Dirk – ma anche la loro natura di pezzi di un puzzle, tasselli di un racconto che presumibilmente (almeno stando alle strambe regole della Holistic Detection) andranno poi a incontrarsi e confluire in un’unica vicenda, acquistando di senso.
Una sapiente fusione di buona recitazione, ritmo registico e precisione nella scrittura dei personaggi costituisce in questo pilot una buona base di partenza per la fluidità di uno show che altrimenti rischierebbe di essere fin troppo complesso, evitando sapientemente la confusione o l’appesantimento delle linee narrative.
Come il suo lunghissimo titolo, Dirk Gently’s Holistic Detective Agency è pieno, pienissimo: di dettagli, di oggetti, di eventi, di stranezze, di personaggi; un caos surreale, divertente e cartoonish che mette alla prova la resistenza di chi ama la coerenza narrativa ma sembra avere un ben preciso obiettivo. Se amate Douglas Adams vi piacerà senz’altro, se amate Doctor Who potrebbe essere una bella scoperta, ma in generale possiamo considerarlo un interessante e più che gradito regalo di Natale da parte di Netflix.
Voto: 6/7