Star Wars – L’animazione in una galassia lontana lontana 9


Star Wars - L'animazione in una galassia lontana lontanaSono pochi i film ad aver avuto l’impatto culturale di Star Wars. Nei quarant’anni dall’uscita (il 25 maggio si festeggia l’anniversario), la creatura di George Lucas non solo ha cambiato l’industria cinematografica, ma ha anche generato un seguito di romanzi e videogiochi universalmente apprezzati che hanno continuato l’espansione della galassia lontana lontana. 

Non poteva ovviamente rimanere intoccato il piccolo schermo. Tra il 1978 e la metà degli anni Ottanta, sono stati trasmessi due film sugli Ewok, due serie animate (Droids e Ewoks) e l’ormai cult Holiday Special.
Star Wars - L'animazione in una galassia lontana lontanaÈ proprio in quest’ultimo che, nell’inserto animato, fa la sua prima apparizione uno dei personaggi più amati della saga: Boba Fett. Escluso però questo piccolo estratto, le altre due serie animate, mirate esclusivamente ad un target giovane, hanno lasciato i fan molto delusi, e prima di vedere il connubio perfetto tra animazione e Star Wars bisogna aspettare il nuovo millennio.

A long time ago in a galaxy far, far away….

Star Wars: Clone Wars (2003-2005)

Star Wars - L'animazione in una galassia lontana lontanaPer regalare ai fan anche un capolavoro in 2D ci è voluto il genio russo Genndy Tartakovsky, conosciuto per serie di successo come Il Laboratorio di Dexter e Samurai Jack. È proprio da quest’ultima che riprende l’animazione, e Clone Wars si rivela immediatamente un successo di critica e pubblico.
Lo stile e la narrazione si rifanno ai generi western, il cinema cappa e spada e le opere sui samurai di Kurosawa, a cui Lucas si è ispirato per Star Wars. L’uso del suono, dei silenzi, l’azione e la tensione lo rendono uno dei prodotti più cinematografici mai visti in televisione. La regia di Tartakovsky è meravigliosa, e il modo in cui costruisce le inquadrature rende ogni fotogramma un’opera d’arte.

Star Wars - L'animazione in una galassia lontana lontana

La serie cerca di colmare il vuoto di tre anni tra Episodio II e III. Le prime venti puntate sono tutte tra i tre e i sette minuti, con dialoghi al minimo (a volte “Roger roger” è l’unica cosa che sentirete) e tanta, splendida azione, mentre le ultime cinque, anche grazie a un minutaggio maggiore, permettono di vedere qualcosa di più nel rapporto tra Obi-Wan e Anakin e, soprattutto, i primi passi verso il lato oscuro del più grande detrattore della sabbia della galassia. È anche l’occasione per vedere l’ingresso in gioco di Grievous e scoprire perché tossisce in Episodio III. Facciamo anche la conoscenza di Ventrees, l’allieva di Dooku che ricoprirà un ruolo più grande nella serie del 2008.

Star Wars - L'animazione in una galassia lontana lontanaOvviamente concentrarsi sull’estetica manda in secondo piano lo sviluppo dei personaggi, ma con sole due ore a disposizione e soprattutto scene epiche in cui, per esempio, Mace Windu se la vede con qualche migliaio di droidi, si perdona tutto. Tartakovsky non ha paura di esagerare nell’esaltazione dei cavalieri Jedi, rappresentandoli come veri e propri supereroi.
La brutta notizia è che, in seguito alla vendita della Lucasfilm alla Disney, questa serie non è più considerata come canon, ovvero parte ufficiale del nuovo universo narrativo di Star Wars. La buona notizia è che questo imperdibile capolavoro, vincitore di due Emmy per la miglior serie animata, si può tranquillamente vedere su YouTube.

Volume I:

Volume II:

Fun fact: Per C-3PO, nei movimenti più umano del solito, Tartakovsky si è ispirato alla Nelvana, la casa di produzione che aveva animato la serie Droids e il segmento con Boba Fett del Holiday Special.

Star Wars: The Clone Wars (2008-2014)

Star Wars - L'animazione in una galassia lontana lontanaLo sviluppo della serie fu annunciato nell’aprile 2005 durante la Star Wars Celebration III, in cui Lucas promise che ci sarebbero stati almeno un centinaio di episodi, dichiarazione che si è rivelata quasi perfetta. Questa volta niente Tartakovsky a gestire il tutto, ma Dave Filoni (regista di alcuni episodi di Avatar: The Last Airbender).
Prima di iniziare la serie va detto che è necessario vedere il film Star Wars: The Clone Wars del 2008. La pellicola è sostanzialmente l’unione di quattro puntate che hanno lo scopo di introdurre gli spettatori alla serie; nel vederle, Lucas ha pensato: “Perché non ne le mettiamo insieme e le mandiamo al cinema?”
La critica non l’ha preso benissimo, e il film è stato umiliato. In verità c’è molto per cui merita di essere visto, per esempio vediamo l’ingresso in scena della padawan di Anakin, Ahsoka, e il ritorno dell’allieva di Dooku, Ventress, senza dimenticare che la quantità di battute sulla sabbia farà felici i fan più affezionati. Insomma, è un film che va visto perché è essenziale per non passare le prime cinque puntate a chiedersi chi siano i personaggi coinvolti.

Dove la serie (quasi) omonima Clone Wars aveva incentrato l’attenzione sullo stile, qui troviamo un prodotto che fa dello sviluppo dei personaggi il punto di forza. Oltre a protagonisti come Obi-Wan, Anakin, Yoda, e Palpatine, The Clone Wars offre interi archi narrativi a personaggi visti di sfuggita nei film, come i maestri Jedi che si vedono sullo sfondo durante le celebrazioni alla fine di Episodio I. Da un punto di vista narrativo può apparire in alcuni casi ripetitivo, con missioni di salvataggio che sembrano ripetersi all’infinito, ma la serie ha tantissimi pregi, che permettono di colmare alcuni vuoti e di rafforzare molte scene di Episodio III.

Star Wars - L'animazione in una galassia lontana lontana

Una delle critiche mosse nei confronti di Lucas riguardo ai prequel era che il personaggio di Anakin fosse poco sviluppato e che non rendesse giustizia alla sua evoluzione in Darth Vader. Il problema qui è inesistente. Vederlo alle prese con la padawan Ahsoka, con l’amore segreto per Padmé e con l’amicizia con Obi-Wan (“You were my brother!”), ci fanno dimenticare l’interpretazione non all’altezza di Hayden Christensen, e danno uno spessore nuovo a un personaggio estremamente complesso da cui traspare una forte umanità. Questo non è più un giovane padawan: Anakin cambia, cresce, e si confronta con le paure che rendono credibili le motivazioni che lo portano verso il lato oscuro.

L’aspetto che più colpisce, tuttavia, è l’attenzione data ai cloni. Oltre a dimenticarci di riconoscere a Lucas la genialità nel rendere gli stormtrooper alleati della Repubblica, spesso ci sfugge che questi sono più di semplici droidi da mandare al macello. Nelle sei stagioni sono molte le puntate interamente dedicate a loro che si prendono il tempo necessario per approfondire i problemi che possono emergere a livello personale durante la Guerra dei Cloni, dalla “semplice” paura all’attaccamento per i compagni. Inutile dire che è proprio da queste storie che arrivano alcuni dei momenti più forti della serie.

Star Wars - L'animazione in una galassia lontana lontana

La struttura televisiva permette di visitare decine di pianeti, una grande opportunità per conoscere e studiare le numerose civiltà che popolano la galassia e che magari finora sono solo state nominate. Non preoccupatevi: c’è anche spazio per Jar Jar Binks. Meritano una menzione speciale le interpretazioni dei doppiatori. Anthony Daniels, da tradizione, riprende il ruolo di C-3PO, mentre James Arnold Taylor ci regala un Obi-Wan che non ha nulla da invidiare a quello di Ewan McGregor. Chi, però, spicca su tutti è Matt Lanter, in grado di dare la maturità e il tormento giusti ad Anakin per renderlo uno dei punti di forza di questo prodotto.

Purtroppo la serie si è ritrovata in mezzo al passaggio di proprietà della Lucasfilm. La sesta stagione, uscita con il titolo The Lost Missions, è andata in onda sulla rete tedesca RTL, per poi finire su Netflix, mentre altri filoni narrativi sono stati proposti in diversi formati, dai fumetti ai romanzi come Dark Disciple. La Disney però, a differenza di molte altre creature, ha riconosciuto la serie come parte del canon, salvandola dalla lenta digestione per mille anni nello stomaco di un Sarlacc chiamato Legends un modo carino per mandare in pensione opere amatissime come la trilogia di romanzi di Thrawn scritta da Timothy Zahn, o la serie videoludica di Knights of the Old Republic.
The Clone Wars è interamente disponibile su Netflix.

Rebels (2014 – )

Star Wars - L'animazione in una galassia lontana lontanaRebels, il primo prodotto della gestione Disney, è forse quella che ha avuto il compito più difficile fra le tre serie. Ambientata cinque anni prima degli eventi di Episodio IV,  tranne in qualche raro caso in cui riappare brevemente qualche volto familiare, la serie esplora le vicende di un gruppo di personaggi completamente nuovi.
La storia ruoto attorno a una piccola cellula di ribelli e ai loro tentativi di boicottare l’Impero sul pianeta di Lothal. Il protagonista è Ezra, un adolescente del posto senza genitori che mostra i primi segni di un rapporto speciale con la Forza; potremmo definirlo come un misto tra Luke Skywalker, Han Solo e la protagonista di Episodio VII Rey. A bordo del Ghost, l’astronave del nostro gruppo di eroi, ci sono lo Jedi Kanan, Zeb (il Chewbacca di turno), la mandaloriana (lo stesso popolo di Jango Fett) Sabine, la twi’lek capitano e pilota del Ghost Hera Syndulla, e il droide astromeccanico più impertinente e sfacciato della galassia: Chopper. Lo scettro di villiain spetta al temibile Inquisitore, incaricato da Darth Vader di trovare e portargli i figli della Forza. La serie si colloca in un periodo storico in cui la Ribellione è ancora priva di un vero leader e senza una rete in grado di unire le diverse cellule, e racconta le prime, piccole vittorie di questi eroi, quando l’Impero sembrava ancora imbattile.

Star Wars - L'animazione in una galassia lontana lontanaRebels fa un lavoro incredibile nel ricreare la magia di Episodio IV, assorbendone a pieno lo spirito. La classica dinamica di odi et amo tra i personaggi crea delle situazioni che ci permettono di avvicinarci a loro in pochissimo tempo, riuscendo nell’impresa di non far sentire allo spettatore la mancanza dei vari Luke, Han, Darth Vader e Leia. Bastano poche puntate per creare un legame fortissimo con i protagonisti e vivere con grande emozione le loro avventure – il massimo, quando si è alle prese con qualcosa di sacro come Star Wars.

Al comando della serie si ripresenta Dave Filoni, insieme a Carrie Beck e Simon Kinberg, sceneggiatore di X-Men: Days of Future Past, che scriverà anche uno dei film antologia di Star Wars che seguiranno quello su Han Solo in uscita nel 2018. Il trio prosegue in maniera eccellente il nuovo corso dell’animazione di Star Wars nel ventunesimo secolo: Rebels è un esempio perfetto dell’eredità lasciata da Lucas, del suo immaginario e di quello che è possibile fare nella galassia lontana lontana da lui creata. Ottimo anche il lavoro musicale di Kevin Kiner, già compositore di The Clone Wars, che gestisce abilmente il passaggio tra le due trilogie riprendendo tutti gli splendidi temi di John Williams.

Star Wars - L'animazione in una galassia lontana lontana

Per gli universi connessi si pensa subito alla Marvel e a quello che ha fatto al cinema, ma la Disney con Star Wars ha alzato l’asticella. Ci troviamo di fronte a un lavoro vastissimo in cui, dai fumetti ai videogiochi per smartphone, tutto è collegato. È così che, guardando Rebels, si può andare in sala a vedere Rogue One: A Star Wars Story e trovare numerose connessioni. Attualmente negli Stati Uniti sta andando in onda la terza stagione, e con l’inevitabile avvicinarsi all’incontro con Episodio IV, il racconto si fa sempre più fitto e avvincente.
In Italia la serie viene trasmessa su Disney XD e in chiaro su RAI Gulp.

Fun fact: per Zeb si sono ispirati a uno dei primissimi schizzi di Chewbacca fatti dal leggendario Ralph McQuarrie per Episodio IV.

I due Clone WarsRebels sono tre serie imperdibili per gli amanti dell’animazione e di Star Wars. I personaggi, le ambientazioni e l’azione rappresentano perfettamente la magia della space opera di Lucas, e si prestano come ottima introduzione per i più piccoli che si affacciano per la prima volta alla saga. Ma è forse nel cuore di quelli cresciuti con le spade laser, che ancora oggi usano la Forza per aprire le porte scorrevoli, che lasceranno l’impronta più forte.
Siamo senza dubbio nel miglior periodo possibile per essere fan di Star Wars.

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9 commenti su “Star Wars – L’animazione in una galassia lontana lontana

  • Boba Fett

    Aggiungo e consiglio il divertente universo parallelo di Lego Star Wars a partire dal film The Empire Strikes Out (2012) per poi approdare alle series, The Yoda Chronicles (2013), Droid Tales (2015) e The Freemaker Adventures (2016).
    May the Force be with you.

     
  • terst

    Apprezzo molto l’articolo, soprattutto perché casca a fagiuolo avendo io finito ieri di vedermi The Clone Wars su Netflix e essendo appena iniziata la seconda parte della terza stagione di Rebels. Pensavo di potermi ritenere soddisfatto, e invece mi toccherà vedermi la prima Clone Wars!
    Sono d’accordo soprattutto sui pregi e difetti di TCW: dà uno spessore molto maggiore ad Anakin, rendendo la sua discesa nel lato scuro molto più credibile e non dipingendolo come un moccioso arrogante e irritante come appariva nei film; introduce personaggi molto interessanti, come padawan Tano e i vari cloni (ed è stato un piacere rivedere inaspettatamente Saw Guerrera in Rogue One!), con l’unico difetto quello di essere a volte ripetitiva (certi episodi con l’odiosissimo Jar Jar….). Evidenzierei inoltre la differenza di target tra TCW e Rebels: mentre Rebels ha un tono parecchio più leggero e un target abbastanza giovanile, TCW è molto più dark, adulta e in un certo modo, fino ad ora, più profonda, anche se ultimamente sta girando verso il dark.
    Tra l’altro io personalmente non ho apprezzato molto il “restyling” dei personaggi nell’ultima stagione, in particolare Ezra sembra cresciuto di anni, mentre in realtà son passati sono 6 mesi dalla precedente. Va bene che gli adolescenti crescono in fretta, ma mi sembra un po’ troppo… Ma qui si parla di gusti meramente personali.

     
    • Ivan Pavlović L'autore dell'articolo

      Ciao, Terst. Il restyling di Ezra non mi è dispiaciuto affatto. Mostrarlo più maturo secondo me ci sta, considerando quello che ha passato nell’ultima stagione, che per lui è stata una sorta di “Impero Colpisce Ancora”. Anche TCW ci ha messo un po’ a trovare la sua strada, anche a causa delle numerose storyline presenti. Rebels mi sta piacendo molto e rivedendo la prima stagione concordo che abbia un tono più leggero, ma alla fine cresce con il suo pubblico e non ha paura di visitare tematiche più forti andando avanti.

       
      • terst

        Per Ezra mi aspetto in particolare molto dal rapporto con Dart Maul, uno dei personaggi che hanno guadagnato molto spessore grazie a TCW.
        Rebels secondo me ha il pregio molto rispetto a TCW dal fatto di concentrarsi su un nucleo di personaggi ben definito, mentre la varietà di storyline, salti temporali (ci sarebbe una cronologia degli episodi di TCW, ma vederli in ordine è troppa sbatta!) e soprattutto la quantità di cloni a volte facevano perdere un po’ il filo. A parte Rex e Fives e pochi altri, molto spesso mi son chiesto “ma questi cloni li ho già conosciuti? e in quale episodio?”

         
        • Ivan Pavlović L'autore dell'articolo

          Concordo con quello che hai detto riguardo a Maul, e se penso a quello che c’è in serbo per lui per la seconda metà di stagione mi viene la pelle d’oca. Adesso vorrei recuperare il fumetto Son of Dathomir, in cui c’è tutta una storyline di TCW proprio riguardo a lui che non sono riusciti a girare a causa del passaggio di proprietà.

           
        • terst

          A proposito di serie animate su Netflix, provo a chiederti: avete intenzione di scrivere qualcosa su Troll Hunters? Mi ha stupito che (a meno che non me lo sia perso) non gli abbiate dedicato neanche una parola.

           
        • Ivan Pavlović L'autore dell'articolo

          Al momento non abbiamo in programma di recensire Troll Hunters a causa del fitto calendario di redazione.