Taboo – 1×02 Episode 2 12


Taboo – 1x02 Episode 2Dopo una fase di hype piuttosto sentita, viste le premesse, ed un pilota tutto sommato deludente, il compito del secondo episodio di Taboo non è affatto facile. Gli Hardy e Knight muovono un secondo passo ancora un po’ incerto, ma lo fanno, forse, in una direzione che potrebbe promettere bene.

La maggiore preoccupazione della serie dovrebbe essere quella di scrollarsi di dosso l’impostazione polarizzata che sta ingabbiando narrazione e regia in un racconto decisamente troppo tradizionale (per non dire prevedibile) e troppo poco coraggioso.

Taboo – 1x02 Episode 2La dicotomia fra civile e selvaggio, che trova nel personaggio centrale di James Delaney il punto di massima convergenza/divergenza, sembra fungere da impalcatura ad una sceneggiatura finora piuttosto superficiale che caratterizza situazioni e personaggi a dir poco stereotipati: i membri della East India Company, da bravi colonialisti, sono presentati come calcolatori, arrivisti e incapaci di tolleranza verso il diverso (etnico o sociale che sia), il Prince Regent ricalca la frivola e agorafobica nobiltà di Versailles o des Esseintes, mentre la parte povera lotta come può per la sopravvivenza e riesce a conservare, anche nella corruzione, l’innocenza tutta umana delle scelte tormentate che si fanno per necessità. In mezzo a tutti spicca il personaggio interpretato da Tom Hardy, classico intermediario tra i due mondi, parte e non parte al contempo di entrambi, plasmato seguendo un modello narrativo veramente (troppo?) usurato. La regia, dal canto suo, sottolinea in maniera forse un po’ didascalica questa polarizzazione, alternando sullo schermo ambienti luminosi, formalissimi e lussuosamente arredati dove si muove il Potere, agli spazi buissimi e poverissimi della gente comune.

Taboo – 1x02 Episode 2Episode 2 sembra però tracciare delle linee di fuga che permetterebbero al racconto di evolvere in modo interessante, se ben direzionate, prima fra tutte l’associazione tra il “polo” selvaggio e l’elemento sovrannaturale, che potrebbe essere visto come un’estremizzazione del primo o come l’incarnazione delle fobie del civile nei confronti del selvaggio. Taboo potrebbe, in altre parole, voler premere l’acceleratore sugli aspetti di esotico, folle, barbaro e sovrannaturale che ruotano intorno all’immaginario del selvaggio per far traballare la classica opposizione del racconto post-coloniale. Le strade più promettenti, perché più delicatamente delineate, sembrano essere la metafora linguistica del grugnito cui Delaney ricorre nei momenti in cui l’interazione nella lingua dei dominatori non è più possibile e quella epidermica secondo cui man mano che il protagonista si spoglia degli abiti della civiltà benpensante, rivelando la pelle nuda ed i segni della barbarie (i tatuaggi), così la narrazione (e Hardy con lei) si spoglia della fastidiosa rigidità di cui sopra e ci regala le scene più coinvolgenti dell’episodio.

Taboo – 1x02 Episode 2Un secondo spunto interessante oltre al sovrannaturale è sicuramente quello teatrale che intravediamo per la prima volta in questo secondo episodio con il personaggio di Lorna Bow, un’attrice che sostiene di essere la vedova di Delaney senior, – decisamente il personaggio più curioso finora introdotto – e la sua pièce The Painted SavageIntrodurre la finzione nella finzione non può che complicare la narrazione, offrendo alla serie, se non l’occasione di una riflessione sistematica su se stessa, almeno un ulteriore piano di discorso che, a questo punto, non può che giovare.

Un discorso a parte andrebbe tenuto su Tom Hardy perché, com’è evidente, è proprio lui a fare la parte del leone in questa serie: la speranza è quella che riesca a scardinare il suo personaggio dalla piattezza del ruolo di eroe – Delaney fa letteralmente il suo ingresso nell’episodio su un destriero bianco – tormentato ma impavido della storia per riproporci un’interpretazione all’altezza delle tante che la sua presenza sulla scena richiama alla mente, non ultime quelle di The RevenantBronson o Locke (prova che il binomio Hardy-Knight non ha avuto, in altre sedi, paura di osare a livello interpretativo o registico). Anche in questo secondo episodio, infatti, Delaney occupa la quasi totalità del minutaggio, facendo dei personaggi secondari (peraltro in continuo aumento) delle semplici figure di contorno o di mero supporto.

Taboo – 1x02 Episode 2Al di là di due o tre possibilità di rivalsa, quindi, la serie risulta ancora piuttosto sterile rispetto all’intenzione di partecipare attivamente al discorso estetico contemporaneo, per quanto possa rappresentare, d’altro canto, un ben confezionato prodotto d’entertainment.
A tutte queste considerazioni bisognerebbe, tuttavia, aggiungere il fatto che la serie sembra intenzionata a svilupparsi esclusivamente in direzione orizzontale senza curarsi particolarmente della compattezza tematica o narrativa del singolo episodio e che, di conseguenza, diventa più difficile giudicare il singolo capitolo prescindendo dal seguito. Questa seconda fetta, estrapolata dal suo insieme, dà allo spettatore l’impressione di un confuso accumulo di fatti ancora in attesa di ricevere un vero ruolo all’interno dell’intreccio.
Non resta che sospendere ancora una volta il giudizio, un po’ più speranzosi rispetto alla scorsa settimana, ma di certo non ancora convinti.

Voto: 5½

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Informazioni su Irene De Togni

Nata a Verona, ha studiato Filosofia a Padova e Teoria letteraria a Parigi. Non simpatizza per le persone che si prendono troppo sul serio ma le piacerebbe che le serie TV venissero prese un po’ più sul serio (e ora che ha usato due volte l’espressione “prendersi sul serio” non è più sicura di quello che significhi).


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12 commenti su “Taboo – 1×02 Episode 2

  • Eugenia Fattori

    Complimenti Irene, sei riuscita a recensire nel modo migliore l’episodio. Personalmente la sto odiando, ma più che per i contenuti per il senso di frustrazione che mi comunica il non capire se certe scelte vadano a parare da qualche parte o siano semplice trascuratezza. Quello che ho più detestato qui è stata la musica, utilizzata in modo banale o peggio, ridicolmente anticlimatico. A ho trovato migliorato il tenore è il contenuto dei dialoghi, anche se siamo comunque sotto il livello di guardia della banalità/prevedibilità.

     
    • Irene De Togni L'autore dell'articolo

      Grazie 🙂
      Comunque sono d’accordo: il problema è proprio non riuscire, da spettatore, a capire se alcune scelte siano state fatte in forza di un preciso intento estetico-narrativo o se siano invece solo “allucinazioni” cui ci stiamo appigliando per non mollare in tronco la serie. Il fatto è che non so, a questo punto, se fidarmi o meno dell’autore.
      In quanto a dialoghi o, più in generale, a interazioni fra personaggi avrei usato anch’io le stesse tue parole “banalità” e “prevedibilità” (freccetta -> noia).
      In più secondo me di base il vero problema (che non è solo di Taboo ma di molte altre serie) è strutturale: nel senso che la serie è pensata come un lungo film ma gli episodi escono comunque a cadenza settimanale, quindi penso sia quasi inevitabile il senso di frustrazione e inadempienza a fine episodio in casi come questo.

       
      • Eugenia Fattori

        assolutamente. il tutto tra l’altro concorre a comporre un’idea di (un po’ forte ma concedimelo) dilettantismo che non mi sarei mai aspettata da una serie con queste premesse di hype e nomi coinvolti. come se l’avessero un po’ presa sottogamba.

         
  • Leonardo Strano

    Recensione fantastica! Sarà forse per Tom Hardy sul palco, che mi causa una sorta di riverenza spropositata, ma io sto cercando di dare fiducia alla serie. Avendo visto Locke, scritto e diretto da Knight, confido che tutto si risolva in un messaggio disarmante e a crescita continua fino al finale. Speriamo, chissà il prossimo episodio…tocca a me recensirlo!!

     
    • Irene De Togni L'autore dell'articolo

      Grazie 🙂
      Sembra quasi che il numero di puntate che riusciremo a vedere dipenda da quanta “riverenza” appunto o fiducia si trascina dietro (a priori rispetto a questa serie) Tom Hardy, e non è proprio carino.
      Nulla toglie che potrebbe effettivamente svoltare nelle prossime puntate e giustificare retrospettivamente anche questi primi due passi falsi. Starà a te giudicare allora 😉

       
  • Travolta

    Personalmente il Pilot mi era abbastanza piaciuto .
    Ho invece trovato questa seconda puntata inferiore alle attese ,avrei forse dato 6,Tom Hardy e’ cmq fantastico , invece che 5,5 ma siamo li 🙂

     
    • Irene De Togni

      Tom Hardy bravo ma si ha sempre un po’ l’impressione che si sia “adagiato sugli allori” per capirci. Comunque trovo normale essere un po’ più concessivi con il pilota e un po’ più severi col secondo episodio dove si dovrebbe cominciare ad entrare nel vivo della serie 🙂 .

       
  • Paolo

    Questa seconda puntata è certamente migliore.
    Si cominciano a delineare percorsi interessanti al cupo e fascinoso orizzonte.
    L’eroe sta serrando i ranghi del suo gruppo di azione, pescando a man bassa nel peggio (o nel meglio) degli strati sociali in cui direziona la sua camminata errabonda.
    Il tutto circoscritto (ma non credo sia un limite) nelle classiche dicotomie connaturate ai poli opposti.
    Nelle prossime due-tre puntate (nelle quali verrà fatta luce sul passato oscuro del nostro protagonista) sarà delineata una selvaggia e furente controffensiva.
    Questo è un uomo in grado di ucciderti a morsi……e su questo, i suoi non meno feroci antagonisti, verranno costretti a riflettere.
    Aspettiamoci dietro l’angolo il manifestarsi dell’aspetto più esoterico della serie…..
    Voto 8

     
    • Irene De Togni L'autore dell'articolo

      Il fatto che tu riesca a prevedere così chiaramente cosa potrebbe succedere in seguito è in linea con la nostra critica di “prevedibiltà” alla serie 😉 . Detto questo, la prevedibiltà di per sé non è per forza caratteristica negativa o positiva, dipende un po’ dal contesto e da cosa si cerca, da spettatore, in una serie.

       
  • Paolo

    E’ condivisibile la tua puntualizzazione.
    Per una serie televisiva di qualità una certa prevedibilità può essere valore aggiunto.
    Basti pensare (ma è solo la mia opinione) a quelle serie che negli ultimi 10 o 20 anni hanno fatto la differenza.
    Friends, Lost, Breaking Bad, Dexter, Vikings, The Americans…..solo per elencarne alcune.
    Del resto quale serie tv ha manifestato dosi discrete di imprevedibilità quando i dettami stessi del format (trama orizzontale, trama verticale e così via) prevedono rigorosi ed imprescindibili punti fermi?
    Potrà sembrare una provocazione…..ma forse dopo La Bibbia e il bardo di Stratford-upon-Avon tutte le storie sono state già raccontate.

     
    • Irene De Togni

      In tal caso ci potremmo aspettare risvolti più interessanti di quanto sperato 😉
      Appare nel flash (probabilmente un flashback) del personaggio di Tom Hardy nel finale.