È da qualche tempo che snobbare reti televisive minori non va più di moda; storcere il naso di fronte a serie originali trasmesse da canali cable specializzati nelle vite vere delle casalinghe americane o in gare di cucina potrebbe farvi perdere show con un notevole potenziale.
Questo potrebbe essere il caso di Imposters – il condizionale è d’obbligo –, nuova serie originale di Bravo, che ha fatto della reality television la sua cifra, dedicandovi gran parte del palinsesto. Quello che ci troviamo davanti è un esperimento molto interessante sia rispetto alla rete che lo trasmette, sia se guardato all’interno del panorama seriale globale del momento.
La serie – pur essendo un prodotto mediocre, ma se ne parlerà in seguito – aiuta ad inquadrare i profondi mutamenti della televisione statunitense contemporanea, che negli ultimi vent’anni ha visto spostare il monopolio della qualità almeno due volte: la prima dai grandi network in chiaro alla TV via cavo (HBO, Showtime); la seconda dalla TV satellitare a quella digitale (Netflix, Amazon). Imposters si colloca nella terza fase di questo processo, uno stadio ancora in fase embrionale, caratterizzato dalla voglia delle piccole reti minori di diventare competitive in un’ottica qualitativa. Bravo si unisce ad altre reti che ci stanno provando da qualche anno, come USA Network (Mr. Robot), History (Vikings), The CW (Crazy Ex-Girlfriend), Lifetime (UnREAL), Audience Network (Kingdom).
Se gli altri show presi ad esempio sono vincenti e utili ad una rivalutazione di quei canali, Imposters, pur avendo le stesse ambizioni, non eccelle nel compito. Questa dramedy in dieci episodi racconta la storia di Maddie, truffatrice di professione, colta trasformista e incantatrice di uomini, che entra nelle loro vite per ripulire il loro conto in banca. Le vittime della donna si riuniranno per cercarla, ognuno con un obiettivo diverso. Il pilota sembra mostrare tutto quello che vedremo durante la stagione, forse troppo, non lasciando niente all’immaginazione – cosa che avrebbe alimentato l’interesse per lo show, che così sembra già scritto. Segreti, vendetta e amori perduti saranno i motori di questa prima annata, che sarà una godibile caccia al topo continua, un mix tra Heartbreakers (2001, con Jennifer Love Hewitt) e Prova a Prendermi (2002, con Leonardo di Caprio).
I punti forti dell’episodio sono essenzialmente due: la struttura di questo pilot in particolare e la protagonista femminile, la truffaldina Maddie. Pur essendo molto chiaro a fine episodio cosa succederà in seguito, Imposters si prende del tempo per svelarci in che modo ciò verrà raccontato: il cambiamento di genere che accompagna la conclusione del flashback iniziale cambia le carte in tavola, facendoci passare da un drama a una dramedy ricca di momenti che risultano divertenti. L’inizio romance che diventa thriller e poi si fonde con la commedia (grazie alle scaramucce tra protagonisti Ezra e Richard, per esempio) crea un genere ibrido che, se reggesse nel tempo, risulterebbe piacevole, grazie all’alternanza di stili e atmosfere così diverse. Il secondo punto forte è Maddie, matrioska umana che scopriremo puntata dopo puntata, tanto affascinante da conquistare chiunque voglia e per questo personaggio assai difficile da non banalizzare. Il compito è nelle mani dei due produttori esecutivi Adam Brooks – regista e sceneggiatore di commedie romantiche tra cui Bridget Jones: The Edge of Reason (2004) e Wimbledon (2004) – e Paul Adelstein – attore americano protagonista di Prison Break e Private Practice.
Passando oltre a questi aspetti positivi, l’impressione che dà il pilota è che ci si trovi davanti ad una serie canonica e interessante ma tradizionale – caratteristica che non è né positiva, né negativa in senso assoluto. Con questi temi si sarebbe potuto fare di più e soprattutto si sarebbero dovuti evitare alcuni luoghi comuni del genere, che comunque sono presenti accanto ad altre scelte più interessanti. Per questi motivi il pilota è più che sufficiente, ma per avere un giudizio più obiettivo si dovranno aspettare i prossimi episodi, che, dopo una presentazione preliminare dei personaggi, dovranno andare più a fondo nei protagonisti per spazzare via l’alone di mediocrità che sembra aleggiare sullo show.
Voto: 6½
Direi che, dopo averne visto 4 puntate, non ne hai azzeccata mezza. Da uma thurman in giù. Così. Per dire. Tutto tranne che mediocre. Da una thurman in giù appunto.
secondo me invece la serie tv è valevola, volevo sapere cosa ne pensavate del suo proseguimento? tu michele cosa ne pensi?
Rispondo dopo un anno, ma tant’è…. Non ne ho mollato una puntata. Un road movie ben sceneggiato con un plot vario ed intetessante. E sorprendente, puntata dopo puntata. Spiacevole come sia stato ignorato dai nostri critici attenti magari a paciughi ptetenziosi con idee scarse e confuse. E una magnifica colonna sonora pure. Grazie Bravo.
E’ divertente .
Bella anche la seconda serie anzi imo piu’ della prima.