Z: The Beginning Of Everything – Stagione 1


Z: The Beginning Of Everything - Stagione 1Con dieci brevi episodi si conclude la prima stagione di Z: The Beginning Of Everything, la serie Amazon dedicata alla vita di Zelda Sayre Fitzgerald, moglie del famoso scrittore Francis Scott Fitzgerald e grande icona femminista dei ruggenti anni Venti.

Non stupisce che i produttori, fra cui la stessa Christina Ricci, abbiano voluto mettere in scena la vita e il rapporto di questi due personaggi così intensi e tormentati – protagonisti e al tempo stesso vittime di quella jazz age che, nella feroce e vivace spinta verso la modernità, portava con sé anche la tragicità della disillusione, scaturita dalla comune consapevolezza di non poter più affidarsi ai precedenti schemi culturali e morali. La scelta di concentrare la narrazione su Zelda rispecchia l’intenzione degli autori di voler donare più spazio alla personalità di una donna che, fin troppo spesso, viene descritta solo come l’ombra del più celebre marito.

Z: The Beginning Of Everything - Stagione 1Zelda – come ci racconta il romanzo biografico di Therese Anne Flower (Z: A novel of Zelda Fitzgerald), da cui è tratta la serie – è invece molto più complessa di così, in quanto ingloba perfettamente in sé la ribellione e le contraddizioni dell’epoca in un intreccio esplosivo e irripetibile che è stato di enorme ispirazione anche per la scrittura dei romanzi senza tempo di Francis Scott Fitzgerald (qui interpretato da David Hoflin). Ma gli autori sono riusciti a sfruttare l’enorme potenziale di questi personaggi così complessi?

Prendendo in esame soprattutto la prima metà della stagione, la risposta sembra purtroppo essere negativa. L’insistenza con cui viene mostrata la trasgressione dei coniugi Fitzgerald non è accompagnata da un’adeguata messa in scena della genesi stessa da cui scaturiscono questi comportamenti, rendendo la narrazione dei personaggi priva dello spessore che meritano. A partire dal pilot, dov’è presentata la giovanissima Zelda di Montgomery, decisa a non sottostare alle regole bigotte della sua famiglia, fino alla scintillante vita che i due, una volta sposati, conducono a New York, tra feste scatenate e fiumi di alcool.

He basically married the heroine of his stories.

Z: The Beginning Of Everything - Stagione 1Il rapporto fra i due, nonostante soffra di una sottile banalizzazione, è inizialmente impostato verso una direttiva sognante e sdolcinata (forse troppo) proprio per farci avvertire con maggior forza il cambiamento e la rottura dovuti alla feroce disillusione che colpirà entrambi verso la fine della stagione. Zelda e Scott condividono gli stessi impulsi e la stessa insoddisfazione nei riguardi degli schemi sociali in cui si trovano, cosa che permette ai due di attrarsi fin dal primo sguardo. Non a caso sono proprio l’anticonformismo e l’esuberanza della donna a colpire lo scrittore; ma il loro rapporto si costituisce fin da subito seguendo un’unica direzione: quella cioè di Zelda che assume il ruolo di musa per Scott. L’amore di quest’ultimo nei suoi confronti, anche se sincero, assume le tinte di una grande idealizzazione che verrà poi usata come fonte d’ispirazione per la scrittura dei suoi romanzi (in “Di qua dal Paradiso” il personaggio di Rosalind Connage è infatti plasmato su Zelda).

Tuttavia, gli episodi fanno capire ben presto che la Zelda idealizzata dal marito non sempre rappresenta quella vera, innestando così uno dei numerosi motivi che porteranno la coppia a scontrarsi. Questo si inserisce abbastanza bene nella critica di stampo femminista che, se risulta banale nel mostrare a tutti i costi gli atteggiamenti esuberanti di Zelda (con la chiara e sola intenzione di stupire), funziona invece quando – attraverso la scrittura delle pagine di diario, per esempio – ci fa scoprire genuinamente e senza sforzo il talento e il carisma della donna, che fin troppo spesso sono sacrificati o addirittura usati per far spazio al successo del marito, concorrendo a privarla di una dimensione esclusivamente propria.

I just can’t be like everyone else.

Z: The Beginning Of Everything - Stagione 1

Quello a New York è forse uno dei periodi più cruciali per la giovane coppia: accanto al successo guadagnato da entrambi – grazie al primo romanzo di Scott, “Di qua dal Paradiso” – iniziano a spuntare anche le prime incomprensioni e i primi sintomi di quelli che saranno poi i gravi problemi (soprattutto di natura psicologica) che i due dovranno affrontare in futuro. È questo il momento in cui avremmo dovuto vedere con più chiarezza i due inseriti in un contesto al tempo stesso spensierato e angosciante, dove il pericolo di veder volare via il proprio successo porta entrambi a cadere in un vortice in cui si alternano vita mondana e paura del futuro. Per questi motivi, è proprio nel raccontare il periodo newyorchese che la serie si rivela abbastanza deludente: il passaggio – segnato soprattutto dal coraggioso cambio di look – dall’ancora insicura Zelda Sayre a quell’icona indelebile che sarà poi Zelda Fitzgerald, risulta frettoloso e superficiale. Non è di certo facile raccontare un’epoca affascinante e contraddittoria com’è stata quella della jazz age e, proprio per questo motivo, ci sarebbe dovuta essere una maggiore cura e un’occhiata più profonda sui sogni e sui tormenti dei protagonisti.

Z: The Beginning Of Everything - Stagione 1Invece, la messa in scena di questi momenti delicati non soddisfa del tutto: se da un lato la serie presenta degli elementi indubbiamente validi, rappresentati in sostanza da una regia fluida e da un’ottima fotografia, capace di catturare fedelmente l’atmosfera e le ambientazioni dell’epoca, dall’altro lato il lavoro sui personaggi resta superficiale e soffre ancora di quella mancanza di spessore che impedisce di indagare a fondo nelle loro personalità, banalizzando le loro azioni e le loro crisi, che risultano talvolta addirittura fastidiose.
Manca, insomma, quell’occhiata introspettiva che permetterebbe di delineare il confine tra il divertimento e la trasgressione fini a se stessi e quella tendenza squisitamente decadente che caratterizza l’atmosfera del tempo, piena di spinte vitali e artistiche dedicate al progresso, ma costellata di un’insicurezza profonda, sintomo di chi sa bene cos’è che vuole lasciarsi alle spalle, ma non ha idea di cosa può e soprattutto vuole per il futuro.

Nobody has never measured, not even poets, how much the heart can hold.

Z: The Beginning Of Everything - Stagione 1Tuttavia, nelle ultime tre puntate della stagione (in particolar modo in “Playing House”), si assiste a un leggero e positivo cambiamento di rotta proprio nella rappresentazione di questa insicurezza. Con una Zelda per la prima volta immersa nella solitudine – di cui il mare di Westport è una perfetta metafora – la serie improvvisamente acquisisce più raffinatezza proprio perché stavolta si concentra sulla grande disillusione della protagonista. Abbandonati ormai i romantici sogni adolescenziali sul matrimonio, e resasi conto dell’insoddisfazione e dell’inconsistenza della sua vita, Zelda non riesce più a capire qual è il suo ruolo. Qui l’insieme della narrazione funziona molto meglio rispetto alle puntate precedenti proprio perché la momentanea necessità narrativa di eludere o almeno porre in secondo piano la vita mondana ha dato un respiro più ampio all’esplorazione dell’interiorità di Zelda, concorrendo a un miglioramento generale. Se poi si aggiunge a questo stato d’animo l’intensificarsi dei problemi con il marito (ormai ossessionato dalla scrittura e dall’alcool) e l’incapacità di ricongiungersi con la sua famiglia per l’enorme divario morale che li separa, ecco che s’intravede finalmente quella vena decadente che prima veniva a mancare. È in questa dimensione che la stagione decide di concludere il suo ciclo riportando la protagonista a Montgomery e facendoci così ulteriormente avvertire il grande senso di estraneità che Zelda prova anche nei confronti di un luogo così familiare: “You realized what’s changed is you”. La scoperta della gravidanza, nei minuti finali, introduce un altro periodo cruciale della vita dei Fitzgerald, a cui forse assisteremo in futuro.

In definitiva, la prima stagione di Z: The Beginning Of Everything, pur rivelandosi un prodotto tecnicamente ben fatto e piacevole da seguire, sembra non riuscire ad afferrare a pieno ciò che si è inizialmente proposta di mostrare, cadendo spesso proprio nei difetti da cui ha cercato di tenersi alla larga. In particolar modo, è difficile non avvertire una certa delusione per il fatto che gli autori non abbiano saputo sfruttare a pieno le potenzialità che potevano invece scaturire da una storia d’amore così tragica e passionale come quella nata tra i Fitzgerald.  Tuttavia, la direzione positiva presa nelle ultime puntate accende la speranza per una seconda annata che potrebbe risultare più valida della precedente.

Voto: 6+

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