The Good Fight – 1×05/06 Stoppable: Requiem for an Airdate & Social Media and Its Discontents 1


The Good Fight – 1x05/06 Stoppable: Requiem for an Airdate & Social Media and Its DiscontentsCosa vuol dire realmente libertà d’espressione? In modi molto diversi, questi due episodi di The Good Fight si interrogano su questa annosa domanda, senza perdere comunque di vista la trama orizzontale del racconto, entrato nella sua fase più calda.

Con “Stoppable: Requiem for an Airdate” e “Social Media and Its Discontents” le varie storyline si amalgamano in un unico filone narrativo trainato dall’inserimento di due personaggi fondamentali: Mike Kresteva e, soprattutto, Elsbeth Tascioni. Nonostante la narrazione continui a concentrarsi sui singoli casi affrontati dalla Reddick, Boseman & Kolsted – che, a partire dal sesto episodio, si è aggiudicata anche Chumhum –, The Good Fight riesce a creare un’armonia di base tra lo sviluppo dei singoli personaggi e l’avanzamento della trama orizzontale.

The Good Fight – 1x05/06 Stoppable: Requiem for an Airdate & Social Media and Its DiscontentsIl ritorno di Carrie Preston nel ruolo del goffo avvocato, così come la ricomparsa di Neil Gross non fanno altro che ribadire il legame indissolubile con The Good Wife, riprendendone non solo i personaggi, ma anche le dinamiche del loro inserimento: problemi di natura politica portano a Elsbeth e quelli di natura economica si risolvono con Chumhum. Tuttavia, il meccanismo narrativo con cui ciò viene inserito nel racconto è fluido ed efficacemente introdotto all’interno di un discorso più ampio e strettamente legato a The Good Fight. Nessuna sensazione di déjà vu, anzi se proprio si deve fare un paragone con The Good Wife l’analisi si sposta su come il nuovo prodotto dei coniugi King si stia sforzando di correggere gli errori che hanno lastricato l’ultima stagione della serie madre, ovvero quella mancanza di coerenza e unità tra le varie sezioni del racconto. Qui, e soprattutto a partire da questi due episodi, è tutto molto più armonico: ogni personaggio s’inserisce nella narrazione con un ruolo ben definito, senza per questo essere escluso dall’approfondimento della propria evoluzione, sia professionale che personale. Ovviamente, passare da un prodotto incentrato su un carattere dominante, quale era Alicia Florrick, a un racconto corale al femminile rende l’impresa meno ardua. Inoltre, la coralità della narrazione permette una più agevole moltiplicazione dei punti di vista, consentendo anche a caratteri minori di inserirsi comodamente nel racconto.

«I’m the embodiment of free speech»
«No, but you are what we have to tolerate,
so thank you.»

The Good Fight – 1x05/06 Stoppable: Requiem for an Airdate & Social Media and Its DiscontentsSvanito il sogno della tranquilla casa in Provenza, Diane si trova a ridefinire la propria vita dalle fondamenta: a un nuovo studio si affianca anche il rischio di essere costretta a cercare anche una nuova casa. Ma Diane, conforme alla consolidata statura del suo personaggio, non vacilla neppure per un secondo; l’ossessione per la ricerca dell’appartamento è relegata nei momenti di transizione tra un caso e l’altro, tra la passione risbocciata per Kurt e il bisogno di cavarsela da sola. Mrs. Lockhart sa quello che vale, conosce la sua influenza e le sue enormi potenzialità e, nonostante le cose sembrino accartocciarsi su se stesse anziché risolversi, non molla; anzi, quando capisce che non può rinunciare alla sua casa si rende conto che merita anche di tornare ad essere un socio nominale. La sua risolutezza non ha niente di meccanico o di ostentato, è, semplicemente, la tacita rimostranza di una donna che conosce il suo valore e non è per nulla intenzionata a rinunziarvi. Tutti questi elementi sono parte della solida struttura che regge un carattere eccellente quale è Diane Lockhart, ma la nuova prospettiva con cui viene osservato il suo personaggio in The Good Fight sembra amplificare il tutto rendendolo ancora più corposo e complesso. E questo non può non essere di per sé un punto di forza per il prosieguo dello show, fresco di rinnovo per una seconda stagione.

Sometimes they’re so busy discussing my rape that they don’t have time to state their reasoning.

The Good Fight – 1x05/06 Stoppable: Requiem for an Airdate & Social Media and Its DiscontentsIn misura maggiore rispetto a Diane, anche il focus riservato a Lucca apre un campo di sviluppo che giova molto al personaggio, già di per sé ben strutturato, sebbene abbia fatto parte solo dell’ultima stagione di The Good Wife. Protagonista del filone romantico della serie – che, come dimostrano i minuti finali del sesto episodio, ha già smesso di essere una sezione a sé stante per integrarsi nella storyline principale –, si mostra in tutta le sue contraddizioni con una risolutezza così lucida, ma allo stesso tempo acerba, che sembra di essere al cospetto di una piccola Diane, o meglio di una sua versione alternativa per età, estrazione e modalità di approccio. Mettere a confronto queste due donne, a cui si aggiunge Maia, l’unica tra le protagoniste a non aver legami con la serie madre, permette allo show di approfondire come la stessa qualità di un sentimento possa avere derive e approdi diversi. Nonostante la giovane inesperienza, la lucidità d’intenti di Maia crea una linea ideale che passando per Lucca arriva sino a Diane. Tre donne diverse per esperienza, posizione sociale e status professionale, ma accomunate da un ardore posto come filo conduttore delle loro storie, che si amalgamano con sottili rimandi senza mai perdere quella singolarità che le rende diversamente simili. Rose Leslie si muove bene in questo calderone emozionale, alternando rigidità a sentimentalismo, diventando così una voce che stride all’interno del coro che urla alla legalità – nel senso di riconducibile all’interno della legge – come unico metro di interpretazione del reale.

I hope you get raped, but for legal purposes, I do not intend to rape you myself.

The Good Fight – 1x05/06 Stoppable: Requiem for an Airdate & Social Media and Its DiscontentsLe parti più esilaranti dei due episodi sono senza dubbio quelle in cui vediamo la (geniale) leggerezza di Elsbeth opporsi al rigido doppiogiochismo di Kresteva. Contrapporre due personaggi così lontani per indole e metodi crea un cortocircuito narrativo che dà una sferzata al tono del racconto, rendendo il tutto non solo più ironico e godibile, ma anche più fluido e diretto. Questi due episodi sono caratterizzati anche da una duplice riflessione sui temi della censura, trattando due aspetti della realtà contemporanea molto contraddittori. In “Stoppable: Requiem for an Airdate” viene discusso il tema dell’autocensura da parte di una rete televisiva  nell’intento di compiacere l’amministrazione presidenziale (il riferimento è ad un caso realmente accaduto: si tratta di un episodio di Law & Order, girato prima delle elezioni presidenziali e poi sospeso dalla programmazione di NBC, la cui trama ruotava attorno ad un personaggio molto simile a Donald Trump accusato di molestie sessuali), aprendo un capitolo sulla libertà di espressione, correlato all’uso di internet e dei social network e che avrà uno sviluppo di maggior respiro in “Social Media and Its Discontents”. Qui, l’idea di far leggere i post incriminati dalla voce di chi li ha scritti, montando il tutto in alternato, è uno stratagemma molto efficace per mostrare come e quanto sia profondo il gap tra la scrittura e le reali intenzioni che vi si celano.

The Good Fight – 1x05/06 Stoppable: Requiem for an Airdate & Social Media and Its DiscontentsSe invece di leggere semplicemente un post razzista o misogino o una minaccia potessimo avere sempre la possibilità di ascoltare l’intonazione della voce di chi prima di scriverlo l’ha pensato e sentito, non sarebbe più facile carpirne le reali intenzioni? La voce tradisce il disprezzo più delle parole, le sfumature nascoste nell’articolazione delle parole sono quasi sempre un filo diretto con l’anima pensante. Ma basterebbe questo ad annullare la differenza ‘legale’ tra una minaccia reale e la libera espressione di un’opinione? La scelta tecnica di usare le voci degli autori e non mostrare semplicemente il post pone il dubbio sugli ipotetici danni che la perdita della ‘voce’ potrebbe aver causato, senza però dare giudizi perentori o suggerire soluzioni o tanto meno demonizzare il medium digitale. La grande forza di un legal drama come The Good Fight sta proprio in questa obiettività narrativa con cui vengono affrontate alcune tra le più spinose criticità sociali: mentre la Destra Alternativa ci viene mostrata in tutta la sua pochezza, la sinistra progressista, incarnata dai sostenitori di Hillary Clinton, cede nel pregiudizio che se c’è una talpa nell’ufficio deve essere per forza chi ha votato Trump.

“Stoppable: Requiem for an Airdate” e “Social Media and Its Discontents” sono due episodi molto importanti per l’economia dello show, che, entrato nel vivo del racconto, comincia a configurarsi come una serie capace di articolarsi armonicamente tra progressione narrativa, approfondimento dei personaggi e indagine del contesto sociale contemporaneo. Il legame con The Good Wife è più vivo che mai, ma tra gli echi del passato comincia a emergere l’identità di un prodotto che potrebbe riservarci grandi soddisfazioni per il futuro.

Voto Episodio 5: 7½
Voto Episodio 6: 8

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Un commento su “The Good Fight – 1×05/06 Stoppable: Requiem for an Airdate & Social Media and Its Discontents

  • Genio in Bottiglia

    Ottima recensione, avrei dato mezzo voto in più, ma a parte quello … Le prime due puntate mi avevano lasciato qualche dubbio, ma qua ci troviamo di fronte, come giustamente fatto notare, ad una serie più corale (e dove la vittoria non è più così scontata come era nella serie madre). Il ritorno di Elsabeth è fantastico, sogno sempre uno spin-off dedicato a lei e Marissa.