Broadchurch – 3×08 Episode 8 1


Broadchurch – 3x08 Episode 8Dopo una sorprendente stagione d’esordio e una seconda annata non all’altezza delle aspettative, Broadchurch è tornata sul piccolo schermo con un’altra manciata di episodi, dando una conclusione definitiva alle vicende che ruotano attorno ai detective Miller e Hardy e agli abitanti della cittadina del Dorset.

Giunti al season – e series – finale, non possiamo che confermare come la coraggiosa scelta operata da Chibnall di concentrare le indagini non su un nuovo omicidio, come ci si sarebbe aspettati, bensì su un caso di violenza sessuale, si sia rivelata nel complesso vincente: questa infatti ha portato una ventata d’aria fresca all’interno dei rigidi schemi del racconto crime, andando a costituire, dopo e ancora più di Danny, un’interessante variazione sul tema del topos della giovane donna vittima di assassinio, che da Laura Palmer in poi affolla i palinsesti televisivi. Grazie a questo espediente, a cambiare è innanzitutto la rappresentazione della donna, che da vittima passiva e silenziosa si trasforma in una figura dotata di voce e capacità d’azione: le donne di Broadchurch sono delle sopravvissute, di cui gli autori descrivono sia le fragilità che il desiderio e i tentativi di riprendere il controllo della propria vita, di reagire alle violenze subite smettendo finalmente di sentirsi spaventate e sottomesse. Ciò vale in prima battuta per le vittime degli stupri, ma, allargando il discorso, anche per Ellie e Beth, il cui percorso di superamento del trauma e di presa di coscienza delle proprie potenzialità presenta più di un punto di contatto con quello di Trish – come dimostra il profondo legame empatico che le due donne instaurano con lei.

Broadchurch – 3x08 Episode 8La volontà di sfruttare la struttura del whodunit per riflettere su tematiche delicate come la violenza sulle donne – secondo un meccanismo simile a quello messo in scena da 13 Reasons Why, con cui la serie presenta diversi punti di contatto anche a livello tematico, soprattutto alla luce del finale –, risulta quindi senza dubbio lodevole, pur non essendo esente da qualche difetto di scrittura: nel corso degli episodi, infatti, in più di un’occasione i dialoghi sono caduti vittima di un certo didascalismo non all’altezza della complessità e delicatezza dell’argomento, cedendo al rischio di far parlare i personaggi tramite slogan e finendo quindi per urlare un messaggio che, seppur giusto e importante, forse sarebbe stato meglio far emergere in maniera più naturale dalle maglie del racconto. In questo senso “Episode 8” fa un lavoro migliore rispetto ai precedenti capitoli, da un lato perché troppo impegnato a chiudere tutte le fila della narrazione per perdersi in eccessive sbrodolature, dall’altro perché fa più affidamento sulla forza dirompente di ciò che viene raccontato, lasciando che siano i fatti stessi a parlare.

It’s only sex.

Dal punto di vista puramente investigativo le indagini subiscono inevitabilmente una brusca accelerazione, la quale però viene ben compensata dalla cura con cui ci vengono mostrati i diversi passaggi che conducono i due detective a individuare i colpevoli (la telecamera sulla strada, il legame della squadra di calcio, il passaggio per Lyme, le telefonate…), rendendo così gli ultimi sviluppi del caso organici e credibili nonostante i molteplici red-herring che li hanno preceduti.

Broadchurch – 3x08 Episode 8Se il colpo di scena finale, in cui scopriamo il coinvolgimento di Michael nello stupro di Trish, risulta abbastanza prevedibile dato l’atteggiamento del padre e l’implicazione di Leo, ciò non va comunque in nessun modo a minare la devastante potenza emotiva della rivelazione: il lungo flashback che sostituisce la confessione del ragazzo, riprendendo l’efficace espediente già utilizzato nelle passate stagioni, mette direttamente lo spettatore di fronte all’accaduto, dipingendo uno scenario disturbante in cui i ruoli di vittima e carnefice si sovrappongono. Lo stupro di Trish è infatti a sua volta frutto di una violenza che vede Michael cedere al peso delle pressioni e dell’indole manipolatoria di Leo, il quale sfrutta la solitudine e le insicurezze del ragazzo per attirarlo nel suo mondo, fino a farlo macchiare di un crimine gravissimo. Altrettanto se non ancora più sconvolgente risulta quindi in quest’ottica la confessione di Humphries, che nella sua terrificante semplicità porta alle estreme conseguenze un’atteggiamento irrispettoso nei confronti del genere femminile che abbiamo visto declinarsi in vario modo all’interno del racconto – dalla circolazione delle foto della figlia di Alec alla sottomissione della moglie di Lucas, passando per lo stalking di Ed ai danni di Trish –, e che è reso ancora più inquietante dal fatto che a parlare sia un giovane poco più che adolescente.

They did not get the choice.

Come si accennava poco sopra, per usare le parole che la stessa Ellie rivolge a Leo, a essere in gioco è innanzitutto il rispetto della capacità di scelta della donna, cui viene negata la possibilità di disporre liberamente del proprio corpo per divenire un mero oggetto al servizio delle aberranti manie di controllo e sottomissione di Leo, il quale appare quasi del tutto inconsapevole della gravità delle sue azioni. Alla luce di ciò è evidente come le scelte degli autori in relazione alla risoluzione del caso puntino a tratteggiare una costellazione di tematiche estremamente complessa, che si espande fino a toccare le questioni di genere, il bullismo, l’educazione sessuale e il consumo di pornografia, mettendo quindi in campo un disegno altamente ambizioso che forse però, proprio per questo, avrebbe meritato un maggiore spazio di approfondimento. L’impressione è infatti che l’esigenza del colpo di scena, unita a quella di chiudere la storyline dei Latimer, sia risultata in una gestione per certi versi frettolosa e quindi superficiale delle dinamiche che coinvolgono gli adolescenti di Broadchurch, rischiando di far passare un messaggio potenzialmente fraintendibile in senso conservatore, soprattutto per quanto riguarda il nesso che va a instaurarsi tra la fruizione di materiale pornografico e la violenza sessuale.

I don’t feel part of you anymore.

Broadchurch – 3x08 Episode 8Anche le vicende dei Latimer giungono a una soddisfacente conclusione: Chibnall evita infatti sapientemente l’happy ending, regalandoci un finale agrodolce perfettamente coerente con quanto mostratoci fino ad ora e con lo spirito dello show. Quella vissuta da Beth e Mark non è una vera catarsi, quanto più l’acquisizione della consapevolezza che entrambi dovranno continuare a fare i conti con la tragedia che li ha colpiti, ma ognuno con i propri tempi e modalità: la toccante sequenza che li vede protagonisti, girata e recitata in maniera impeccabile, riesce infatti a convogliare al tempo stesso la forza del loro legame e l’ineluttabilità di una separazione le cui cause sono solo in parte da individuare nella morte di Danny. A conti fatti, seppur in buona parte slegato dal cuore delle vicende di questa annata, lo spazio dedicato alla coppia trova la sua ragion d’essere proprio nell’indole intimista della serie, che fin dai suoi esordi ha puntato sull’approfondimento psicologico dei suoi protagonisti, non limitandosi ad attrarre lo spettatore con un mistero accattivante, ma indagando in profondità le motivazioni e ancora di più le conseguenze dei crimini messi in scena, senza mai scadere in un eccessivo patetismo.

Broadchurch si chiude, com’era doveroso, con uno scambio tra Alec ed Ellie sullo sfondo dell’iconica scogliera del Devon, ribadendo così, se ce ne fosse ancora bisogno, il ruolo fondamentale svolto dalle performance magistrali David Tennant e Olivia Colman nella riuscita di uno show che, nonostante qualche passo falso, ha senza dubbio contribuito al rinnovamento del genere crime sul piccolo schermo.

Voto episodio: 7/8
Voto stagione: 7½
Voto serie: 7/8

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Un commento su “Broadchurch – 3×08 Episode 8

  • Michele

    Apprezzo la recensione di Simona, mi trovo però in disaccordo sul giudizio su questa stagione questa volta. Provo a spiegarmi.
    La prima stagione era stata molto bella, coinvolgente, era riuscita a creare una trama fatta di individui, la società di un piccolo paese, la natura, i paesaggi, quella scogliera che componevano un unicum. Gli elementi ci sono anche in questa terza stagione, ed è sicuramente apprezzabile il fatto di aver voluto trattare un crimine diverso da solito, manca però l’amalgama. Manca quella colla che tenga il tutto insieme. Non si è creata la magia che ti avvolge.

    Simona ha ragione riguardo l’approccio intimista che la serie ha preso. Per me, però, ha rappresentato un limite e, in generale, non è riuscito come in 13 Reasons Why, una serie che è stata più coinvolgente. In questa ultima stagione di Broadchurch, ho avuto l’impressione che la parte emotiva fosse portata un pò troppo all’estremo. La storyline dei Latimer e tutto il minutaggio che gli è stato dato è risultata eccessiva, un pò come un corpo estraneo, forzosamente ricondotto alla storia principale. Un corpo in cui la wild card, per una volta, non era la figlia adolescente, ma il padre ossessionato e capace di tirare così tanto la corda per esigenze narrative. Andando avanti così, molti altri personaggio sono risultati un pò come una questua di persone, ognuno con la propria miseria da raccontare, un pò come il celeberrimo “si calmi signora!”dell’Aereo più pazzo del mondo, ma in salsa triste. Capisco che può anche essere un modo per cercare di dare spessore a più personaggi, ma non è stato comunicato in maniera coinvolgente, nè con ritmo.

    Sarebbe stato meglio dare uno spin più poliziesco e concentrarsi su Alec e Ellie, veri punti di forza della serie.

    Per me la stagione è da 6, con l’ultima puntata da 6 e mezzo. 🙂