Girls – 6×08 What Will We Do This Time About Adam? 5


Girls - 6x08 What Will We Do This Time About Adam?Di cosa parliamo quando parliamo di amore? La risposta, se siamo di fronte all’ottavo episodio dell’ultima stagione di Girls, è relativamente semplice: parliamo di Hannah Horvath e di Adam Sackler, di una impennata di caldo urbano e di simmetrie.

In definitiva parliamo del nodo insoluto che rappresenta la relazione tra i due, principianti di vita comune malgrado la stratificazione di esperienze condivise in passato, momenti intensi e pulsioni giocose. Una relazione che non molti episodi addietro era arrivata ad essere definita meritevole di una riduzione cinematografica, in un escamotage (tanto metanarrativo quanto coerente con il trascorso dei personaggi) che incastrava la natura ancora fortemente problematica della relazione con le nuove prospettive materne della protagonista. Normale che a due episodi dalla fine Lena Dunham affronti senza mezzi termini gli ultimi minuti di quella che è una delle migliori storie d’amore mai raccontate dalla televisione.

Girls - 6x08 What Will We Do This Time About Adam?Non bella e non buona, speciale per non essere stata solo una piattaforma di carico-scarico emotivo, ma invece un intreccio profondo e difficile tra due individui che hanno vantato nella loro cronistoria salvataggi last minute, follie, tenerezze. Insomma, un amore lontano da qualsiasi prototipo drammatico già visto, che nel corso delle stagioni ha scombinato alcune idiosincrasie da love story con frustate di speranza oppure scivolate tremende.
La posizione di Adam è ferma. La sua spiegazione, a conferma di una personalità buffa e sagomata su stranezze non del tutto decodificate, si dilata in uno spettro allo stesso tempo sfocato e deciso tra due estremi: la sincera volontà di conoscere l’esperienza della maternità che Hannah ha deciso di intraprendere (in contropiede rispetto al regime di egoismo pregiudicante che avvolge come l’umidità) e una sorta di sotterraneo richiamo etico, che lo convince ad abbracciare la complessità dell’evento con il supporto di un istinto non meglio specificato. Questo schema mentale, per quanto frutto dell’intimità del personaggio, rimane comprensibile e simpatizzabile anche quando Adam lo traduce, con una spruzzata di superbia e forse anche di risibile ipocrisia, con il termine di “legge morale”. Il personaggio così si autodota di un’armatura che dovrebbe ammortizzare quella che sul momento è una definitiva separazione da Jessa e dal loro microcosmo, dolorosamente costruito su una montagna solitaria e sconnessa dal tappeto di relazioni sociali passate.

Girls - 6x08 What Will We Do This Time About Adam?Ma Lena Dunham, che ancora una volta si dimostra armata di un terzo occhio poetico, non costringe il personaggio alla prigionia delle giustificazioni (comode per sotterrare la responsabilità delle proprie scelte e della controversa passione per una costante inadeguatezza) e invece lo libera, donandogli l’occasione di un riavvicinamento ancora plausibile, in nome delle buone intenzioni e di un magnifico passato condiviso. Lo fa con una scrittura che pesa tutte le parole del personaggio e con una regia (di Jesse Peretz) che segue al millimetro il linguaggio del corpo di Adam, gestito da Driver in maniera sempre strabiliante. E lo fa facendo affidamento sul groppone esistenziale e affettivo dello spettatore, che conosce come le proprie tasche la staticità del personaggio. Così la puntata ci regala un Adam grandiosamente reale, circondato dalla sua nuvola di asimmetrie, goffa incoerenza, bontà e spensieratezza propria delle promesse impossibili. La love story si snoda allora compressa in venti minuti, mentre si calpesta una città che diventa troppo calda  e mentre si bevono bibite che hanno improvvisamente troppi coloranti per crescere un bambino. L’idillio, ovviamente, dura poco.

A ritroso diventa chiaro come l’intervento surreale di Laird, che irrompe rivelando di aver capito tutto (dove tutto significa l’obbligo di formare una famiglia con Hannah per la “convergenza” delle coincidenze), non sia altro che la goffa brutta copia delle intenzioni di Adam e di come la scrittura viaggi su paralleli, doppi e simmetrie, necessarie per comprendere la doppiezza degli eventi. Entrambi i tentativi risulterebbero infatti come due monologhi assurdi, sotto una analisi logica implacabile. Tuttavia la regia e la sceneggiatura conferiscono ai pensieri di Adam quella dignità sincera (collocata nel catalogo delle virtù adulte), del tutto assente nello sproloquio folle del vicino. Questa stessa dignità convertirà, più avanti nell’episodio, il discorso su un matrimonio in un discorso su una zuppa. Hannah, di rimando, romperà la finzione, con un sorriso lacrimoso che è il consapevole riassunto dello scarto tra le sue avventure passate e l’inizio del percorso accentuato da questa stagione.

Girls - 6x08 What Will We Do This Time About Adam?Tanto è bello pensare di poter recuperare il passato e di viverlo nel presente, quanto è dirompente rendersi conto che ormai non è più possibile fare finta di essere adulti, perdendosi in vasche di incomprensione e serenità forzata (l’immagine della madre col neonato che catalizza Hannah ne è la prova). D’altronde Hannah non è più solo Hannah e non è certo quella di un tempo. Si presenta così una verità incontrovertibile, in poche battute incorniciate da un diner anonimo, da un gioco di simmetrie e accorgimenti sincronizzati, traballanti tra il tenero e il malinconico grazie alla vena poetica che inquadra tutto da un angolo e irradia di spontaneità toccante il tenero contatto tra le due “verità” dei personaggi. Non c’era modo migliore (“così è il modo in cui muore il mondo, non con un rombo, con un lamento” diceva T.S. Elliot) di mettere un punto a questa storia: facendo combaciare due sorrisi stanchi e sinceri, tristi per quello che c’era e non ci può più essere e pronti a guardarsi da due palazzi frontali l’uno rispetto all’altro.

Lo stesso discorso sembra valere anche per Jessa, Ray e Shosh. La prima, messa in panico dalla repentinità della decisione di Adam, non ci mette molto a dimenticare la contenuta reazione iniziale in favore di un malessere fisico e poi mentale, che la riporta sulla vecchia e disturbata strada. La ritrovata “perdizione” però coerentemente non dura: il rapporto quasi osmotico vissuto con Adam ha cambiato troppo la protagonista, che non regge più le sbronze emotive di un tempo. Ce lo conferma la felicità stampata sul suo volto al ritorno del “fidanzato”. Più complessi e meno espliciti i cambiamenti nella relazione tra Ray e Shoshanna, dopo l’entrata in scena della sua vecchia conoscenza lavorativa. È proprio quest’ultima a incrinare, con una sorprendente compatibilità con Ray, i problemi che quasi in silenzio si sono accumulati tra i due ex amanti. Non a caso Shosh scompare velocemente dalla puntata.

Girls - 6x08 What Will We Do This Time About Adam?Il colpo di scena dà corpo alla decisione della Dunham di concentrare su Ray buona parte di questa stagione. In questa puntata l’uomo raggiunge un’uscita di sicurezza dai problemi che lo avevano incastrato in precedenza, trovando uno zenit tra le simmetrie altalenanti della sua vita: l’egoriferimento spropositato di Marnie e l’apparente disinteresse di Shoshanna. Non è un caso che l’incontro con questo equilibrio sia poi anche il risultato dell’indagine storica portata avanti dal personaggio, che ripropone su un ulteriore livello l’importanza di New York per la serie. New York in questo caso è una Brooklyn bollente, che ancora una volta ha intagliato le psicologie di personaggi che solo cinque stagioni fa guardavano alla città come ad una frontiera foriera di indipendenza, diversa dal crogiolo di tensioni e disturbi rappresentato dalle realtà rurali delle famiglie. Pur non essendo così ideale, è una Brooklyn magnificamente ripresa nelle sue piccolezze e nel suo coro di ricordi, per emergere forte di una “legge morale” nascosta come un fossile sotto la modernità del nuovo millennio.

Trattando punti difficili della propria creazione, Lena Dunham (con l’aiuto prezioso di Judd Apatow) ha confezionato un episodio magnifico, imbrigliato di poesia semplice e inni non banali ai maggiori punti di forza della serie. Ora mancano solo due episodi, poi bisognerà dire addio a Girls.

Voto: 9

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Informazioni su Leonardo Strano

Convinto che credere che le serie tv siano i nuovi romanzi feuilleton sia una scusa abbastanza valida per guardarne a destra e a manca, pochi momenti fa della sua vita ha deciso di provare a scriverci sopra. Nelle pause legge, guarda film; poi forse, a volte, se ha voglia, studia anche.


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5 commenti su “Girls – 6×08 What Will We Do This Time About Adam?

  • Sara

    Bella recensione, Leonardo! Questo episodio è tanto bello quanto complicato e sei riuscito a rendergli davvero giustizia. Ora sono curiosa di vedere se la Dunham riuscirà a fare ancora meglio per il finale – perché a questo mi aspetto solo grandi cose!

     
  • Attilio Palmieri

    Bravissimo Leonardo, hai scritto una recensione eccezionale (bravo anche a citare la scrittura di Apatow) sull’episodio più difficile di Girls tra quelli di questa stagione.