The Son – 1×01/02 First Son of Texas & The Plum Tree 4


The Son - 1x01/02 First Son of Texas & The Plum TreeSi sentiva la necessità di un altro western sanguigno e violento che, tra una sparatoria e un assalto degli indiani, fornisse la propria visione del labile confine tra bene e male? AMC, probabilmente senza porsi questa domanda, ha prodotto The Son, cruento racconto ambientato in un Texas senza leggi.

La storia, tratta dall’omonimo e premiato romanzo di Philipp Meyer, segue le vicende di Eli McCullough (Pierce Brosnan) lungo due diverse linee temporali. Nella prima, ambientata nel 1849, il giovanissimo protagonista è fatto prigioniero dagli indiani Comanche che lo sottopongono a soprusi ed umiliazioni; nella seconda siamo nel 1915, Eli ormai uomo maturo si trova alle prese con il revanscismo messicano che minaccia le sue proprietà e con l’azzardato tentativo di convertire il ranch di famiglia, che gestisce assieme al figlio Pete (Henry Garrett), in un pozzo petrolifero.

The Son - 1x01/02 First Son of Texas & The Plum TreeNon è difficile individuare il filone da cui The Son trae ispirazione: si tratta di una radicata tradizione che ha i propri capisaldi in Breaking Bad, Boardwalk Empire, fino al recente Westworld e può contare su un’illustre ascendenza cinematografica.
Il problema del prodotto di AMC, presente sin dalle prime battute, è la tendenza a scadere nel già visto, sguazzando in un pantano di banalità, peraltro gestita piuttosto bene a livello tecnico, che fatica ad offrire spunti di riflessione e punti di vista originali per i temi che affronta.

Le pecche principali su cui è veramente difficile soprassedere sono il terrificante accento di Pierce Brosnan, attore irlandese che si produce in una calata texana posticcia e ridicola (le volte che si ricorda di farla), e la caratterizzazione da lui data al personaggio. Se la prima linea temporale, che non perde occasione per rimarcare l’esistenza di stenti e avversità che ha forgiato il carattere di Eli, ha lo scopo dichiarato di fornire motivazioni e background alla crudele freddezza del protagonista, la trasformazione in un educato proprietario terriero è davvero poco credibile.
The Son - 1x01/02 First Son of Texas & The Plum TreePer quanto non si faccia alcunché per nascondere il lato oscuro del carattere di McCullough, per modi e toni questi assomiglia più ad un raffinato nobile inglese in vacanza nell’assolato Texas che al manesco ed incivile proprietario terriero che, a rigor di logica, dovrebbe essere. A meno che la narrazione non prenda pieghe particolari che spieghino l’incongruenza, si tratta di un evitabile errore che va di pari passo con la scelta del casting di affidare il ruolo a Brosnan. Risulta difficile comprendere come un attore con meno di sessantacinque anni e in ottima forma possa interpretare un uomo di oltre settantacinque, fiaccato da una vita violenta ed inclemente in un Texas rurale che, sicuramente, non garantiva la speranza di vita odierna.

L’ambientazione di The Son vede protagonista una terra selvaggia su cui la presenza regolatrice dell’uomo ha appena iniziato ad imporre le proprie leggi. La semplicistica retorica cinematografica, dopo aver caratterizzato per anni gli indiani come efferati assassini ed individui sleali, li ha elevati al rango di esempi di nobiltà d’animo e valore: lo show riesce ad evitare entrambe le classificazioni.
The Son - 1x01/02 First Son of Texas & The Plum TreeBene e male sono equamente diffusi fra le etnie e sta al singolo farsi portavoce del cambiamento che innerva l’America e il mondo intero. Questo anelito di umanità è presente nel figlio di Eli, personaggio che, nonostante l’ampio spazio concessogli, si dibatte malamente nel tentativo di emanciparsi dagli stringenti legami dello stereotipo. Anche il confronto con il padre, esponente dell’antico e ferale pensiero secondo cui sono i forti a comandare mentre i deboli e coloro che non mostrano spirito di adattamento devono soccombere, se inquadrato in una cornice striata di moralismo come quella proposta, perde incisività.

A salvare il prodotto di AMC sono le atmosfere e i dettagli che le costruiscono: in The Son si parla di asce e scalpi, di camicie fradicie di sudore che si appiccicano al petto e di faide famigliari, di messicani nazionalisti e coloni impegnati in una feroce caccia all’oro nero, di sole rovente che brucia la pelle e uomini impiccati ai rami degli alberi. Soprattutto, si vede moltissimo sangue e la violenza, quando non è immediatamente visibile, impregna le parole e le minacce degli uomini. Difficilmente The Son si rivelerà il caso televisivo dell’anno, soprattutto se il picco dell’introspezione psicologica dovesse mantenersi sul livello di “Sono così violento e crudele perché quando ero bambino gli indiani mi hanno traumatizzato”, ma potrebbe inserirsi con dignità in un genere ben preciso, lo stesso a cui, per esempio, appartiene Banshee. Una categoria all’interno della quale sangue e violenza diventano uno stilema volutamente ricercato ed inseguito, in cui non esistono tabù né limitazioni e lo spazio per intrighi e macchinazioni è ridotto al lumicino.

Voto: 6+

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4 commenti su “The Son – 1×01/02 First Son of Texas & The Plum Tree

  • Clod

    La serie può essere più o meno riuscita, questione di punti di vista, ma a livello concettuale, sui temi e sul protagonista, siete proprio fuori strada. Sicuramente a me facilita aver letto il libro ma aspetterei prima di affermare con sicurezza quel che sarà

     
    • Davide Dibello L'autore dell'articolo

      Clod,
      grazie per il tuo intervento, ammetto di non avere letto il libro, quindi certamente non ho la visione di insieme che può avere chi lo ha fatto. Resta il fatto, insindacabile, che qui si giudica la riuscita di una trasposizione su schermo, non le intenzioni e men che meno l’opera di partenza. Due episodi sono pochi per giudicare in maniera compiuta quindi la recensione è fatta di quello che le due ore di visione sono riuscite a trasmettermi che è stato, a livello di originalità, decisamente pochino. Detto questo mi auguro, per il piacere di tutti, che il giudizio si riveli parziale e il prosieguo mi smentisca alla grande.

       
  • Clod

    Il libro è particolarmente consigliabile, per la scrittura è per il tema; l’espansionismo bianco è uno di quei topics che per gli americani produrranno sempre contrasti e riflessioni. Un “rimosso” come il Vietnam, la guerra civile e in futuro l’Iraq.
    Ovviamente in una qualsiasi trasposizione il rischio che prevalga il lato “saga familiare” a scapito del resto c’è, soltanto, almeno per ora, non starei a dare peso a questioni come la prestanza fisica di Eli: nell’incipit del romanzo ci dice lui stesso di come la fortuna lo abbia favorito, in salute, fino alla tardissima età (no spoiler 😉 ), poi come ce lo raccontano in video staremo a vedere.

     
  • Alessandra Simeoni

    Vista la prima, non vedrò il resto. Quando si intuisce con minuti di anticipo quel che succederà non è mai una bella cosa. Ha la prevedibilità di un romanzo di Ken Follett: regolarmente ogni pagina e mezza c’è il colpo di scena.