Sense8 – 2×02 Who Am I?


Sense8 - 2x02 Who Am I?La serie delle sorelle Wachowski è tornata, e ad aspettarci c’è sempre lo stesso show coloratissimo e sopra le righe che odiamo amare – o, a seconda dei punti di vista, che amiamo odiare. Di nuovo nella sua modalità di trasmissione originale, questa premiere non delude le aspettative dei fan né quelle dei detrattori: nel bene e nel male è ancora Sense8 allo stato puro.

Rispetto al Christmas Special, che voleva essere soprattutto una celebrazione dello spirito della serie, c’è però molta più azione e un po’ meno “emozione”. Non si tratta di un difetto, anzi: lo speciale – in quanto tale – seguiva logiche ed obiettivi non conciliabili con quelli di una narrazione serializzata e, pur con i suoi pregi, si era dimostrato alla fine davvero troppo lungo. Nei 50 minuti di “Who am I?”, invece, la storia si muove a velocità decisamente più sostenuta che nelle due ore precedenti, e il risultato non è soltanto un ritmo più coinvolgente ma anche un maggiore equilibrio tra il desiderio di esplorare e rendere tangibile la forza del legame tra i sensate e la necessità di costruire comunque qualcosa – una trama, un percorso –  intorno ai momenti più “mistici” e coinvolgenti del racconto. Pur essendo questi ultimi il vero punto di forza nonché l’attrattiva principale della serie, da soli non potrebbero certamente reggerne tutto il peso: permettere a Will di rintracciare Whispers già da subito è quindi la scelta migliore, se non l’unica possibile per evitare di restare impantanati nella propria stessa formula.

Sense8 - 2x02 Who Am I?D’altra parte quest’attenzione verso l’avanzamento della trama non ha pregiudicato la possibilità di concentrarsi anche sul rapporto tra i personaggi, adesso più “evoluto”, né di proporre almeno una sequenza di “sovrapposizione sensoriale” nello stile classico della serie. Per quanto anche quest’anno certe dinamiche sembrano essere state confermate – Will, Riley e Nomi rimangono i sensate più impegnati nell’indagine e quindi anche i più esposti alle minacce di Whispers, mentre per gli altri vengono sviluppate soprattutto delle storyline secondarie che ci aiutano a conoscerne meglio le esperienze e il background  –, la novità è che le visite e la comunicazione all’interno del cluster si fanno più frequenti e più “semplici” (soltanto in questo episodio li vediamo incontrarsi tutti insieme per ben due volte). Se da un lato questa è sicuramente una bella notizia – visto che, come dicevamo più su, sono proprio queste reunion telepatiche a rendere la serie godibile e interessante –, dall’altro non si può non temere un effetto saturazione, che finirebbe per diluire l’efficacia di certe soluzioni creative e portare quindi lo spettatore allo sfinimento. In fondo Sense8 è un prodotto che si muove perennemente sul filo del rasoio, e il confine tra “sorprendente” ed “eccessivo” è davvero molto labile.

Prendiamo ad esempio la sequenza dell’intervista a Lito e Capheus che finisce per coinvolgere tutti i sensate: rispetto ad altri momenti simili già visti in passato, dal karaoke sulle note di What’s Up all’orgia del Christmas Special, c’è molta meno ispirazione e creatività, con un impatto emotivo che risulta purtroppo smorzato. Proprio in un episodio come questo, in cui si discute della capacità degli Homo Sensorium di comunicare in modi alternativi rispetto ai propri rivali Sapiens, il veicolo scelto per l’esperienza (e il messaggio) in questione non è la musica o il contatto fisico – come succedeva appunto in passato – ma piuttosto la parola. Una dimensione, questa, in cui la creatura delle Whachowski mostra da sempre i propri limiti: nonostante il tentativo di rendere il tutto più accattivante attraverso il montaggio, ciò che resta della sequenza è un discorso banalotto e confuso, privo di qualsivoglia forza evocativa. Va, invece, decisamente meglio nell’ultima parte dell’episodio, e in particolare nella sequenza in cui il cluster riesce a stanare con successo l’odiato Whispers. Non tutti i sensate collaborano attivamente alla riuscita del piano, ma sono comunque coinvolti in prima persona in quella che si rivela una rivincita elettrizzante anche per lo spettatore. La naturalezza con cui portano a termine il piano ci regala un momento di pura soddisfazione, nonché un esempio di come questa nuova fase nel percorso dei protagonisti possa dare anche dei frutti interessanti.

Sense8 - 2x02 Who Am I?Cosa aspettarsi, quindi, da questa stagione? Probabilmente niente di più e niente di meno della prima. Anche se con meno trasporto rispetto al Christmas Special, “Who am I?” continua ad esprimere a pieno lo spirito di Sense8, e non è una conquista da sottovalutare. Certo, non è un episodio perfetto: a parte le perplessità espresse più su, ci sono altri piccoli problemi (come ad esempio la re-introduzione frettolosa del personaggio di Sara, caduto nel dimenticatoio e poi riesumato senza troppe spiegazioni). Tuttavia, nel complesso, niente di quanto vediamo è poi troppo diverso da ciò che la serie è sempre stata.

Vi resta solo da chiedervi: è ancora qualcosa che ho voglia di vedere?

Voto: 7

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Informazioni su Francesca Anelli

Galeotto fu How I Met Your Mother (e il solito ritardo della distribuzione italiana): scoperto il mondo del fansubbing, il passo da fruitrice a traduttrice, e infine a malata seriale è stato fin troppo breve. Adesso guardo una quantità spropositata di serie tv, e nei momenti liberi studio comunicazione all'università. Ancora porto il lutto per la fine di Breaking Bad, ma nel mio cuore c'è sempre spazio per una serie nuova, specie se british. Non a caso sono una fan sfegatata del Dottore e considero i tempi di attesa tra una stagione di Sherlock e l'altra un grave crimine contro l'umanità. Ah, mettiamo subito le cose in chiaro: se non vi piace Community non abbiamo più niente da dirci.

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