The Leftovers – 3×04 G’Day Melbourne


The Leftovers – 3x04 G'Day MelbourneCome fa il dolore a inserirsi nei meandri della mente, a orientare i più normali comportamenti, senza mostrare mai il suo vero volto? Nascondendosi tra imperativi e ostinazioni, tra false credenze e illusioni, il dolore è spesso la molla che degenera quello stato di grazia che ci si è sforzati di rendere reale. Giunto a metà della sua stagione conclusiva, The Leftovers prova a interrogarsi su questa annosa questione, portando il racconto verso un importantissimo punto di non ritorno.

L’avvio di questa annata finale ci ha mostrato un contesto resettato del tutto: ogni cosa sembrava diversa da come eravamo abituati a percepirla, un’aura di ‘normalità’ cominciava a scorrere tra le vite dei vari protagonisti, che, con quell’audacia ostinata di chi è riemerso dal caos, vantavano un’esistenza fin troppo ordinaria. Tuttavia, sin dalla première, era già chiaro come questa percezione fosse solo una patina di facciata; piccoli ma significativi dettagli lasciavano intendere che tutto sarebbe esploso molto presto. Dopo un episodio interamente dedicato a Kevin Garvey senior, che ha il compito da far da cuscinetto tra Miracle e l’Australia, con “G’Day Melbourne” l’azione si sposta quasi interamente nel ‘continente nuovissimo’, dove quell’esplosione paventata dagli episodi precedenti comincia a prendere corpo, mettendo in moto una serie di azioni e reazioni che sembrano aver tutta la potenza per cambiare completamente gli ingranaggi del racconto. L’apparentemente idillico rapporto tra Nora e Kevin, in cui ognuno è libero di poter essere sincero con l’altro, esplode in tutta la sua drastica debolezza, mostrando la precarietà di un’unione che non riesce più a occultare i segni della sua vera essenza: Nora e Kevin hanno unito le loro solitudini, per poter vivere la propria alienazione in compagnia l’uno del fantasma dell’altro.

The Leftovers – 3x04 G'Day MelbourneTutta la struttura dell’episodio è un inno a questa futura disgregazione: le vicende che coinvolgono i due fidanzati sono costruite in parallelo con un incedere tumultuoso di eventi che nella loro silente e pacata successione hanno il compito di creare il crollo profondo nel quale entrambi sprofonderanno, riuscendo, per la prima volta dopo tanto tempo, a guardarsi davvero negli occhi.
Come da marchio di fabbrica della serie, il tutto è amplificato da un uso preciso e puntuale dell’elemento musicale, che fa da raccordo tra le varie sezioni del racconto: tranne in alcuni momenti, la musica si muove in contrappunto con la situazione mostrata, creando un effetto percettivo straniante. Scene di tensione – l’inseguimento di Kevin alla presunta Evie fuori dagli studi televisivi o la corsa di Nora verso quell’autobus che la porterà a destinazione – sono costruiti su un sottofondo musicale che invece di tradurre la tensione ne amplifica l’incoerenza. Solo nei momenti di ‘rivelazione’, quando entrambi si rendono conto di essere stati beffati dalle proprie intenzioni – quando Kevin capisce di non aver visto davvero Evie o quando Nora si rende conto di esser stata ‘rifiutata’ –, ecco che la musica si fa espressione del loro stato d’animo, indugiando su sonorità che traducono in note una dolorosissima presa di consapevolezza. Perché è proprio questo che accade durante il confronto finale: Nora e Kevin, dopo anni di vita insieme, riescono finalmente a vedersi davvero, ognuno si specchia nel dolore dell’altro, comprendendo come tutto ciò che hanno costruito non sia stato altro che una ferrea abnegazione di se stessi. Si ritrovano uguali nella loro solitudine, nella loro deriva, in quell’ostinazione che li ha portati fino a Melbourne con la netta convinzione di aver sepolto ogni miseria del proprio passato.

Two infant twins are born. One of them will grow up to cure cancer, but only if the other one dies now.

The Leftovers – 3x04 G'Day MelbourneLa freddezza, l’alienazione dalla potenza dei sentimenti, la paura dell’abbandono sono tre delle caratteristiche portanti del personaggio di Nora, uno tra i più interessanti dell’intero show, e forse il più coerente, quello che, nonostante gli alti e bassi della serie, è riuscito a mantenere un’alta levatura e un profondo spessore. I vari elementi disseminati nell’esordio di stagione convergono tutti in questo episodio per innescare un crollo emotivo che era inevitabile. La sua forza, una forza ostinata e contraria, un imperativo necessario per scacciarsi di dosso quella sensazione di maledizione che l’accompagna da quel fatidico 14 ottobre 2011, si è disintegrata scontrandosi con un semplice e diretto ‘No’. A Nora viene rifiutata sia la possibilità di poter indagare su una truffa, sia quella remota speranza di potersi recare in quell’eterea e inconsistente dimensione in cui si suppone siano finiti suo marito e i suoi figli.
In bilico tra due sezioni opposte interne alla sua stessa anima, Nora si precipita in Australia senza sapere davvero cosa ha intenzione di fare. Tutti gli accenni al suo essere madre e alla negazione di una futura gravidanza sono la materializzazione di una condizione mentale che manifesta una incoerenza di fondo nella percezione di sé. Anche la risposta alla fatidica domanda posta dalle due scienziate svedesi trasuda di questa incoerenza: ha estremamente bisogno di sapere se i due gemelli sono i suoi figli, lasciando presupporre che se fossero stati suoi forse avrebbe avuto un’opinione diversa. La sua risposta –“Kids die every day. What’s one more?” –, pronunciata con una glaciale perentorietà, lascia trasparire un egoismo così radicato da rendere Nora come un’isola che non ha nessuna intenzione di ricongiungersi al continente da cui è stata strappata. Forse sta proprio in questa freddezza la sua non idoneità al progetto, o forse sta nella semplice presunzione di poter avere una risposta a una domanda tanto atroce.
Si può davvero rispondere, per quanto la richiesta possa essere ipotetica, a una domanda che presuppone una scelta così drastica? L’uomo che si dà fuoco in preda alla disperazione ha dato una risposta antitetica a quella di Nora, ma è stato rifiutato lo stesso: dipende da ‘come’ ha affrontato l’argomento, presumibilmente in preda a un eccesso di emotività, o è proprio la presunzione di poter dare una risposta a essere prerogativa non accettata? Non è facile rispondere a questi quesiti, e forse non è neanche necessario farlo.

Well, then how long, Nora? How long before you move past it?

The Leftovers – 3x04 G'Day MelbourneIn questa fase conclusiva del racconto, The Leftovers ci sta fornendo molti appigli con cui decifrare l’evolversi della narrazione, con una chiarezza espositiva discordante rispetto all’andamento dello show nelle passate stagioni. Tutto ciò senza rinunciare a quell’alone di inconsistenza percettiva caratteristico della serie, ricordandoci che ci sono domande che non avranno mai una risposta univoca, come ci sono eventi che non possono avere una spiegazione razionale per conservare intatta la loro potente incombenza, per riuscire ad avere una reale ingerenza nel presente.
Aver trovato un modo per recarsi nella dimensione spazio-temporale in cui si trovano i departed – al di là del fatto che esista o meno – non dà nessuna spiegazione né sul motivo della stessa dipartita né tantomeno sulle modalità con cui è stata fatta una scelta tra chi è scomparso e chi no; accettare la probabilità di ricongiungersi con i propri affetti presupporrebbe quindi un’indole alla fede in un mistero inviolabile e indecifrabile che mal si sposa con chi ha la presunzione di poter decidere della sorte altrui, di poter ergersi a giudice incontrastato del destino di una vita agli albori.
Forse la risposta giusta alla domanda era semplicemente una negazione della domanda stessa, forse era legata allo stato d’animo con cui ognuno si appresta a rispondere, ma l’unica cosa che conta davvero è ciò che la domanda innesca nella realtà tangibile di Nora, quella deriva psichica ed emotiva che la porta a confrontarsi con Kevin, ad ammettere di essere ancora, dopo sette anni, imprigionata in un ruolo di vittima che è ormai entrato a far parte della sua stessa essenza. Nora è succube del suo dolore, così come Kevin è prigioniero di quella parte di se stesso che riesce a comprendere solo attraverso quelle insane proiezioni della sua mente.

I don’t understand what’s happening.

The Leftovers – 3x04 G'Day MelbourneLa sequenza finale dell’episodio, in cui torna protagonista ‘il libro di Kevin’, ci mostra come la distanza tra i due fidanzati stia proprio nello scontro tra la ferrea razionalità di Nora e il dubbio di Kevin che, protagonista diretto dell’inspiegabile, non sa come rapportarsi a se stesso. La costruzione del crollo psicotico di Kevin ha un dispiegamento molto più lineare rispetto alle altre volte; l’intervento tempestivo di Laurie spiega con perizia di particolari la condizione psicologica che porta Kevin a proiettare Evie su una sconosciuta. Ma il dubbio rimane: da cosa vuole scappare Kevin? Da Nora? O semplicemente dalla tangibilità del reale? Vedere nero su bianco tutte le assurde vicende di cui è stato protagonista ha forse innestato in lui il desiderio di lasciarsi andare all’irrazionalità degli eventi? O forse più semplicemente sente solo il bisogno di arrendersi all’evidenza: non c’è ostinazione che tenga, non c’è possibilità di sfuggire all’inspiegabile; forse la vera libertà consiste nell’arrendersi a un destino che, per quanto assurdo possa sembrare, ha tutto l’aspetto di una via di fuga liberatrice dall’angoscia e dall’incoerenza di un presente sbiadito da una falsa consuetudine, da un tacito assenso, dall’imperativo di una inconsistente felicità. Nel desiderio di libertà di Kevin pare non esserci spazio per la fredda e glaciale ostinazione di Nora, che, prigioniera del proprio dolore, non è in grado né di credere in qualcosa né di ammetterne consapevolmente l’inesistenza.

Ancora una volta, The Leftovers ci regala un episodio che travalica il sovrannaturale per farsi indagine della condizione umana. “G’Day Melbourne” è una puntata importantissima per l’economia del racconto, proiettato verso una conclusione che potrebbe rivelare ancora tante interessanti sorprese, sia dal punto di vista tematico sia da quello espositivo, che in quest’ultima fase sta toccando punte di superba raffinatezza.

Voto: 8½

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