Twin Peaks – 3×01/02 The Return Part 1 & Part 2 5


Twin Peaks - 3x01/02 The Return Part 1 & Part 2Alla notizia che Twin Peaks sarebbe tornato dopo più di due decadi con una terza stagione, l’attenzione si è, piuttosto prevedibilmente, focalizzata su quel “I’ll see you again in 25 years” che chiudeva la seconda annata nel lontano 1991 e sulla sua impressionante carica profetica. Bisogna avere un po’ di Lynch nelle vene, e non è qualcosa che si consigli a tutti, per farsi invece coraggio e ricordare la vera chiosa di quella frase, forse ancor più inquietante della stessa scadenza riportata: “Meanwhile.” – una parola accompagnata da un gesto che più di tutti racchiude la portata conturbante di Lynch.

Il tempo si sdoppia: e così scorre, “nel frattempo”, ma si ferma, iconico e meraviglioso, con una posa plastica e un punto che non lascia scampo. Cosa sia accaduto in questo meanwhile è stato per anni oggetto di discussione, dopo un finale come “Beyond Life and Death” che vedeva la prima lunga permanenza nella Black Lodge e si concludeva con la terribile scoperta che BOB si era impossessato proprio dell’Agente Cooper, evaso dalla Loggia inseguito dal suo doppelganger. Questa season premiere non esita a mostrarci esattamente cosa sia accaduto a livello pratico (Dale è ritenuto scomparso ma è in realtà nella Loggia, Mr. C. vaga da allora posseduto da BOB), ma mescola le carte fino all’incomprensibilità quando si tratta di andare oltre l’aspetto più superficiale: sfruttando i temi portanti del doppio e del tempo (presenti sia nella serie che in “Fire Walk With Me”), Lynch e Frost creano un nuovo inizio che guarda al passato, ma che si getta prepotentemente verso un racconto molto diverso da quello cui eravamo abituati; ed è su questi due binari che è possibile azzardare l’analisi di una matassa altrimenti impossibile da sbrogliare.

I took your picture from the frame
And now you’re nothing like you seem
– il doppio strutturale

Twin Peaks - 3x01/02 The Return Part 1 & Part 2Partendo dal tema del doppio, questo risulta più che evidente nella struttura della premiere, sia per quello che riguarda la sua eredità storica che per il suo futuro. Delle due anime che hanno fatto la fortuna della serie – quel mix di camp, soap opera e ironia che si fondeva alla perfezione con la parte sovrannaturale, oscura, senza dubbio terrificante –, quella più soft sembra essere scomparsa, con un’evidente virata verso un aspetto più dark (del racconto, dei personaggi) che non sembra lasciare scampo e che mette in scena un’umanità molto più cupa rispetto a quella, pur sempre inquietante, che caratterizzava il vecchio Twin Peaks. È quindi interessante a tal proposito far riferimento proprio ad un indizio di Lynch, su cui torneremo più avanti, relativo all’importanza di “Fire Walk With Me” nella visione di questa stagione: già con il film, infatti, le atmosfere erano risultate molto meno surreali e grottesche, e questa terza annata sembra voler portare avanti esattamente quell’intento.

Perché questa scelta? Senza dover ripercorrere tutte le vicende produttive, è noto che Lynch e Frost non abbiano lavorato attivamente alla serie dopo lo svelamento dell’assassino di Laura, ed è altrettanto evidente con l’ultimo episodio che l’indagine degli autori sul Male che alberga a Twin Peaks sia stata interrotta proprio quando era appena cominciata. È da qui che si decide quindi di ripartire: e ora che il mondo seriale è completamente mutato, anche grazie a Twin Peaks, Lynch torna e fa a modo suo; fa esattamente quello che ritiene necessario per portare a termine il proprio discorso, indipendentemente dal fatto che questo incontri o meno i tempi, i modi e le tecniche di oggi.
Di certo Lynch e Frost non si preoccupano di dover soddisfare né il pubblico né tantomeno la critica, anzi, vanno a dirla tutta contro ogni possibile aspettativa. Ecco che quindi “The Return” Part 1 & 2 risultano al loro interno divise in due parti, non più per atmosfere ma questa volta per narrazione: la parte legata al passato (le scene girate a Twin Peaks, i personaggi storici, le vicende interne alla Black Lodge) si alterna con un caso che si dipana tra più città, in un turbinio di nuovi personaggi e dinamiche che sembrerebbero totalmente scollegati se non fosse per un’unica costante: Mr. C.

Do you remember your doppelganger? – il doppio personale

Twin Peaks - 3x01/02 The Return Part 1 & Part 2È qui che il tema del doppio si rivela nel suo aspetto più concreto, con la vera e propria scissione del personaggio di Dale Cooper. Se la tematica della duplicità ha da sempre attraversato il racconto di Twin Peaks, a simboleggiare la coesistenza di forze uguali e opposte che muovono persone e rapporti, possiamo tuttavia affermare che con la scelta di rendere visibile e tangibile questo sdoppiamento si stia cercando di fare qualcosa di diverso. È ovviamente troppo presto per azzardare ipotesi su quali siano le intenzioni sottostanti a questa scelta, ma non è di certo inopportuno rifarsi nuovamente a “Fire Walk With Me”, che ritorna in questa premiere non solo in relazione alle già trattate atmosfere. Il film si soffermava infatti sui sette giorni che precedevano l’omicidio di Laura e soprattutto sulla sua battaglia per cercare a tutti i costi di non farsi possedere da BOB, percorso che l’aveva negli anni portata a condurre una doppia vita, in un’eterna lotta interiore costellata di dolorose conseguenze. La scelta di rendere ora tangibile e concreta questa divisione (con la creazione di un doppelganger: l’apogeo del doppio, la personificazione dello sdoppiamento) rende inevitabile porsi il quesito sulla sua risoluzione: la liberazione di Cooper è strettamente vincolata al ritorno di Mr. C. nella Loggia, ma si tratterà di scambio o di ricongiungimento? Nella sigla, che pure presenta degli importanti cambiamenti, non mancano le ormai note due cascate che diventano una, e forse è arrivato il momento per Lynch di raccontare cosa succede dopo lo sdoppiamento, dopo che si è visto cosa si nasconde al di là del velo – o delle tende rosse della Black Lodge.

Twin Peaks - 3x01/02 The Return Part 1 & Part 2La divisione di Cooper in Dale e Mr.C. ha come conseguenza quella di rendere il personaggio interpretato da Kyle MacLachlan l’unica vera chiave unificatrice di questa doppia premiere, per il resto divisa e frammentata. Al primo dei due, residuo dell’uomo che era, spetta la parte più complessa e meno interpretabile di queste quasi due ore iniziali: i confronti con il Gigante, con Gerard/MIKE, con Laura e Leland Palmer sono il collante con il passato, mentre l’incontro con “The Evolution of the Arm” – nato dalla necessità di sostituire “The Man From Another Place” a causa di problemi tra l’attore Michael J. Anderson e Lynch stesso – si configura di certo come la parte più criptica dell’episodio, da cui scaturisce la caduta di Cooper all’interno della gabbia di vetro situata a New York. Torneremo su questo punto, ma è inevitabile osservare come qualunque tentativo di provare anche solo a decifrare la portata di ogni parola o collegamento in questa parte del racconto sia un inutile spreco di energie. Applicare con forza la ragione a qualcosa che per principio fondante scansa incessantemente quella stessa razionalità, mirando al nostro inconscio con un linguaggio che non ha alcuna intenzione di farsi decriptare, risulta persino controproducente: ciò che vediamo ha tanto senso quanto ce l’hanno i nostri sogni, che al risveglio ci risultano comprensibili fino a perdere qualunque parvenza di chiarezza quando la mente cerca di interpretarli con i suoi strumenti consci. Lynch non si tira indietro e porta avanti quello stesso linguaggio elaborato sin dal suo primo film e in particolare per Twin Peaks, consapevole che a non tutti piacerà ma sfacciatamente convinto che sia l’unico modo per perseguire il suo obiettivo.

Twin Peaks - 3x01/02 The Return Part 1 & Part 2La parte dedicata a Mr. C. è forse vagamente più comprensibile, ma non per questo meno sconvolgente: l’idea che BOB abbia vagato per 25 anni con il corpo di Cooper, facendo compiere proprio a lui le peggiori nefandezze – di cui siamo anche testimoni in questa premiere, che non si risparmia dettagli gore di azioni perpetrate con la massima freddezza –, non può che colpire allo stomaco quel pubblico rimasto per quasi tre decadi bloccato sull’immagine devastante di Cooper dopo la testata allo specchio, in attesa di sapere cosa ne sarebbe stato di lui. Il suo meanwhile è stato di certo qualcosa che non vorremmo mai vedere interamente, ma che possiamo immaginare grazie alla completezza con cui viene tratteggiato questo personaggio: per la prima volta, infatti, non assistiamo alla possessione parziale (come era successo con Leland, per intenderci), ma ad una totale e assoluta adesione dello spirito di BOB al corpo dell’uomo spirituale per eccellenza, quello che riusciva a trovare la pace persino nel luogo più disturbante d’America. Per quale motivo debba ritornare nella Loggia dopo 25 anni e quale sia il suo piano per evitarlo non è chiaro, ma di sicuro si può intuire perché non voglia: nei panni di Cooper ha acquisito un potere enorme, testimoniato dal fatto che il mondo intorno a lui si divide tra chi lo teme e chi cerca di ucciderlo a costo di ingenti somme (forse lo stesso Phillip Jeffries, interpretato nel film da David Bowie, che avrebbe dovuto partecipare a questa terza stagione).

Is it future or is it past? – la concezione del tempo

Nella Black Lodge il tempo non scorre nel modo che conosciamo, ma del resto questo ha sempre rappresentato un mondo a parte in cui passato e futuro si mescolavano (come ci ricorda qui proprio MIKE, ma anche Laura con il suo “I am dead yet I live”), permettendo così alla giovane Palmer di conoscere Cooper e Annie prima di morire – come ci racconta il film – e a Cooper di fare proprio quel sogno dopo la sua morte. Non stupisce quindi che la scena tra Cooper e Laura si svolga esattamente con la stessa dinamica della prima, e che anche questa volta venga detto qualcosa all’orecchio che non possiamo sentire; del resto, Cooper era già invecchiato nei primi sogni, e lo è anche ora. Saranno davvero passati 25 anni per lui?

Twin Peaks - 3x01/02 The Return Part 1 & Part 2Quello che invece colpisce in questa puntata è la scelta di Lynch di giocare con il tempo anche per quanto riguarda il mondo esterno, in modi più o meno evidenti. La scena ripetuta di Tracey e Sam, che verranno poi divorati da una presenza uscita dalla scatola di vetro, viene infatti utilizzata per darci qualche informazione in più su questo altrimenti incomprensibile strumento – il fatto che vi compaia Cooper, anche se per pochissimo, crea un collegamento diretto tra la glass box e la Black Lodge. A tal proposito, la scomparsa di Dale tra quelle che sembrano essere delle stelle riprese in movimento non può che ricordare le parole da poco dette da Margaret e dal suo ceppo ad Hawk: “The stars turn… and the time presents itself.
Ma anche nel resto della storia c’è qualcosa che fa capire come l’ordine degli eventi sia stato mescolato: il riferimento di Darya al lavoro da fare sulla macchina della segretaria di Hastings posizionerebbe infatti tutto quel blocco ben prima di quello dell’omicidio di Ruth Davenport, vista l’attenzione posta durante l’interrogatorio di Hastings proprio allo stesso evento (“I gave… my assistant, Betty, a ride home. Something wrong with her… car, something wrong…”).

Inutile dire, infine, come la manipolazione del tempo intervenga anche nella conduzione degli attori stessi. Infatti, anche se le scene esterne a Twin Peaks sembrano decisamente più contemporanee per tecnica e montaggio, non è così nella rappresentazione dei personaggi, che rimangono avulsi da qualunque tempistica televisiva odierna: non si tratta banalmente di lentezza, che potremmo riscontrare in moltissime altre serie degli ultimi anni, ma di una tempistica ben specifica, creata col duplice (ovviamente) intento di suscitare tensione e di far comunicare la scena attraverso un linguaggio simbolico, che parli al nostro inconscio in un modo diverso da qualunque altra serie in circolazione. È chiaro, anche in questo caso, come Lynch e Frost non abbiano alcuna intenzione di modificare un tratto caratteristico della serie, ossia quello di personaggi che si perdono all’interno del loro stesso tempo, come dimostra la folle vicina di casa di Ruth e, ovviamente, le vecchie presenze storiche della serie – in particolare Lucy e Andy, ma anche i fratelli Horne. Laddove la lentezza e la sua carica tensiva risultano invece meno presenti, abbiamo una totale adesione verso l’aspetto più dark, presente in particolare nell’ottimo dialogo tra Phillys e Bill in cella, tra Tracey e Sam, tra Mr. Todd e Roger.

Twin Peaks - 3x01/02 The Return Part 1 & Part 2Le aspettative per questo ritorno erano altissime e le direzioni possibili erano (e sono tuttora) infinite. Non tutti saranno soddisfatti dal nuovo mix di queste due anime così diverse, che permettono alla serie di tenere contemporaneamente un piede nel passato e uno nel futuro, ma la realtà è che, proprio in virtù di quanto appena esposto, non c’è niente di più coerente di questa duplicità temporale per esprimere la carica di Twin Peaks, allora come oggi. È inevitabile dover aspettare ancora qualche puntata per dare un giudizio più completo, ma forse bisognerà addirittura attendere tutti i 18 episodi per capire cosa sia passato nella mente di Lynch in tutti questi anni.
Per ora possiamo dire questo: solo con Lynch dopo due ore di alta televisione possiamo dirci davvero soddisfatti di non aver capito assolutamente nulla – forse perché, in realtà, il nostro inconscio ha già capito perfettamente tutto.

Voto 3×01: 8+
Voto 3×02: 8 ½

Nota:
L’episodio è dedicato a Frank Silva (interprete di ogni nostro incubo dagli anni ’90 in poi con il suo BOB), venuto a mancare nel 1995, e a Catherine Coulson, The Log Lady, che vediamo in queste puntate con le scene girate poco prima di morire.

Condividi l'articolo
 

Informazioni su Federica Barbera

La sua passione per le serie tv inizia quando, non ancora compiuti i 7 anni, guarda Twin Peaks e comincia a porsi le prime domande esistenziali: riuscirò mai a non avere paura di Bob, a non sentire più i brividi quando vedo il nanetto, a disinnamorarmi di Dale Cooper? A distanza di vent’anni, le risposte sono ancora No, No e No. Inizia a scrivere di serie tv quando si ritrova a commentare puntate di Lost tra un capitolo e l’altro della tesi e capisce che ormai è troppo tardi per rinsavire quando il duo Lindelof-Cuse vince a mani basse contro la squadra capitanata da Giuseppe Verdi e Luchino Visconti. Ama le serie complicate, i lunghi silenzi e tutto ciò che è capace di tirarle un metaforico pugno in pancia, ma prova un’insana attrazione per le serie trash, senza le quali non riesce più a vivere. La chiamano “recensora seriale” perché sì, è un nome fighissimo e l’ha inventato lei, ma anche “la giustificatrice pazza”, perché gli articoli devono presentarsi sempre bene e guai a voi se allineate tutto su un lato - come questo form costringe a fare. Si dice che non abbia più una vita sociale, ma il suo migliore amico Dexter Morgan, il suo amante Don Draper e i suoi colleghi di lavoro Walter White e Jesse Pinkman smentiscono categoricamente queste affermazioni.


Lascia un commento

Il tuo indirizzo email non sarà pubblicato. I campi obbligatori sono contrassegnati *

Questo sito usa Akismet per ridurre lo spam. Scopri come i tuoi dati vengono elaborati.

5 commenti su “Twin Peaks – 3×01/02 The Return Part 1 & Part 2

  • Genio in Bottiglia

    Compito improbo il tuo, Federica. Recensire queste due puntate raccolte di TP e tradurre in parole gli incubi di Lynch (e Frost) è davvero roba da far tremare le vene dei polsi. Mi pare comunque che si vada nella direzione intrapresa nell’ultima bellissima puntata di una tutt’altro che bellissima seconda stagione. Per il resto temo dovrò attendere qualche altro episodio e farmi qualche seduta di psicanalisi per (non) capirci qualcosa di più.

     
    • Federica Barbera L'autore dell'articolo

      Concordo, tra l’altro giusto ieri mentre la scrivevo riflettevo sull’inadeguatezza del linguaggio come strumento per parlare di Lynch. Ho lasciato fuori moltissime cose, alcune per esigenze di spazio, altre perché davvero intraducibili, però davvero è una faticaccia!
      La direzione pare proprio quella, ma “niente è come sembra” con Lynch (e con i gufi), quindi chissà cosa ci aspetta!

       
  • Michele

    Bella recensione Federica e ben documentata!

    Sono d’accordo che non si possa affrontare questo doppio in maniera razionale, per cui dico subito che a livello razionale io sono rimasto un pò di sasso: ho rivisto qualche faccia nota, risentito qualche nota nota e ripassato i modi di fare i titoli di testa e di coda degli anni 90. C’è un sacco di roba che non ho capito – e va bene, ci può stare – ma sono comunque rimasto con un impressione così così. Queste due puntate sono volutamente disorientanti, quasi non si vede Twin Peaks paese. Poi anche il modo di recitare, certe volte sembra fatto apposta, volutamente stereotipato, tipo nella scena della moglie che va a trovare il marito in cella….

    Speriamo che Lynch abbia un piano in testa per portare avanti questa baraonda e far cominciare a mettere i pezzi insieme.

     
    • Federica Barbera L'autore dell'articolo

      Ciao Michele, innanzitutto grazie! Guarda, quello che posso dirti è che la chiave di tutto il tuo discorso è proprio in quel “a livello razionale”, che con Lynch è un filtro quasi inutilizzabile 😀 Cercare di usare la ragione e di dare un senso a quanto vediamo in 2 ore (su 18) è praticamente impossibile, ma probabilmente sarà difficile anche a stagione ultimata. Diciamo che bisogna proprio usare strumenti diversi, e mi rendo che questo possa piacere o non piacere; il mio consiglio è di guardare la stagione senza aspettative (perché là fuori è pieno di serie, ma non ce n’è UNA che possa essere un termine di paragone, e non è tanto o solo una questione di merito, quanto proprio di autorialità) e di lasciarsi investire dal racconto, dall’accostamento di storyline apparentemente casuale, dal mood inquietante e per nulla accomodante (quando mai Lynch lo è?!) della narrazione. Dopo 25 anni, credo proprio che Lynch sappia esattamente cosa sta facendo 😉

       
      • Michele

        Hai ragione, seguiro’ il consiglio!
        Di sicuro non smetto di guardare TP dopo quasi dieci anni che aspetto la terza stagione! 😉