Patriot – Quando lo spionaggio diventa surreale 10


Patriot - Quando lo spionaggio diventa surrealeSono passati quattro anni dal debutto su piccolo schermo, e meno di due da quello sul grande, degli Amazon Studios e in entrambi i casi si inizia già a parlare di svolta epocale, in grado di far impallidire la recente rivoluzione di Netflix. Se infatti il colosso dello streaming ha apportato cambiamenti anche nelle modalità di fruizione di cinema e tv, con Amazon ci troviamo di fronte ad un competitor la cui potenza economica non ha paragoni. È news di pochi giorni fa la scalata al primo posto della classifica degli uomini più ricchi del mondo da parte di Jeff Bezos, CEO di Amazon; per quanto sia stata letta soprattutto come una notizia di colore, anche a causa del subitaneo ritorno allo status quo ante, è in realtà indicativa del potere economico e produttivo degli Amazon Studios che sono già lo studio cinematografico e il network televisivo più ricchi e potenzialmente influenti a calcare questa terra.

Se da un punto di vista cinematografico Amazon ha incassato il placet e l’incoronazione da parte della critica con Manchester By The Sea, in grado di portare a casa ben due statuette lo scorso inverno, sotto l’aspetto televisivo ha un passato di poco più dilatato ma già in grado di dire la sua. Tra i prodotti originali possiamo enumerare The  Man in The High Castle, Sneaky Pete, Mozart in The Jungle, One Mississippi, Crisis in Six Scenes e gli apprezzatissimi Transparent e I Love DickUltimo della lista, volendo escludere il recentissimo The Last Tycoon, è Patriot, una dark comedy con sfondo thriller resa disponibile sul calare dell’inverno passato. Scritta, diretta (in gran parte) e prodotta da Steven Conrad, a cui dobbiamo un film sottovalutato come The Secret Life of Walter Mitty, Patriot segue le vicende che ruotano attorno a John Tavner (Michael Dorman), un agente NOC (sotto copertura non ufficiale) impiegato in un’azienda produttrice di tubature, il cui lavoro si divide tra Milwaukee e il Lussemburgo. Incaricato dal padre (Terry O’Quinn) di consegnare una borsa di denaro per impedire la proliferazione nucleare in Iran e coadiuvato dal fratello congressista (Michael Cernus), Tavner si ritrova a doversi giostrare tra le complicazioni della missione principale, le difficoltà nel mantenere il proprio lavoro di copertura e le accuse della polizia lussemburghese guidata dalla detective Albans (Aliette Opheim), affrontando contemporaneamente un’escalation di violenza e paradossalità.

Patriot - Quando lo spionaggio diventa surrealeNon è facile nominare o definire il genere in cui si inscrive lo show: nella costruzione del plot Conrad  attinge a piene mani dai grandi classici di thriller e spionaggio, dal letterario John le Carré a prodotti televisivi come The Americans, Homeland, The Night Manager  (quest’ultimo tratto proprio da un romanzo di le Carré), ma il risultato finale è completamente diverso. La particolare attenzione verso una caratterizzazione sui generis dei personaggi – su cui ritorneremo –, l’accento sull’influenza del Caso e una trattazione surreale della violenza aggiungono le venature tipiche di una dark comedy , il cui umorismo è la cifra stilistica più originale dello show.
Le atmosfere devono molto alla scelta delle ambientazioni: i paesaggi fiabeschi del Lussemburgo sembrano richiamare In Bruges, film del 2008 diretto da Martin McDonagh da cui Patriot prende ispirazione anche per i toni languidi e pacati della narrazione. Un altro parallelo possibile è con Fargo, specialmente nella sua versione televisiva: se il Minnesota di Hawley vede la  presenza ingombrante e gelida della neve che diventa un’importante protagonista dello show, un ruolo molto simile è assunto dalle nuvole grigie del Lussemburgo e di Milwaukee che incombono in ogni momento con il loro esigente tasso di malinconia. Sempre con Fargo la serie di Amazon condivide l’approccio alla fatalità e l’incidenza del destino sulla vita umana: è un punto di contatto breve e limitato, che si esaurisce rapidamente nel momento in cui la narrativa di Conrad rifiuta categoricamente le implicazioni morali di cui sono intrise le meravigliose sceneggiature  dei fratelli Coen e di Noah Hawley.

Patriot - Quando lo spionaggio diventa surrealeIl focus  su cui lo show di Amazon preferisce concentrarsi è molto più intimista e personale. È proprio qui che interviene il principale punto di forza di Patriot ossia una caratterizzazione originalissima dei protagonisti da cui sgorga la verve umoristica. John Tavner, per esempio, è un’anima smarrita nel limbo del PTSD (Post-Traumatic-Stress-Disorder) che per sfogare i traumi passati si rifugia nella musica folk, componendo brani in cui racconta esplicitamente le sue missioni, incurante di ogni vincolo di segretezza. O ancora, in più di un’occasione le controversie vengono risolte attraverso lunghe partite di morra cinese e togliersi la maglietta per dar mostra di un fisico scolpito risulta un buon metodo per essere  assoldato per una missione.
Proprio attraverso l’esaltazione e la sottolineatura del particolare disturbante, lo show di Conrad ritorna al generale, assolvendo il proprio compito primigenio: uno sguardo sulla società moderna e sulle sue nefandezze, con un occhio di riguardo per la miseria umana e la depressione.  Il  lato thriller si rivela il mezzo per  indagare i problemi e le difficoltà di una famiglia unita e complice ma disfunzionale, in cui i figli sono costretti a sottostare al volere di un padre padrone che impedisce loro di realizzarsi come individui.

Ci troviamo quindi di fronte a un unicum nel panorama televisivo attuale, un prodotto che vale ogni secondo delle dieci ore necessarie alla visione. Ora che è stato rinnovato per una seconda stagione, Patriot si ritroverà ad affrontare quello  che  per  Amazon può diventare un problema importante, ossia la difficoltà di far breccia nel cuore del grande pubblico e ottenere un successo più ampio. Il fatto che lo show abbia tutte le carte in regola per farlo e che sia una perla incastonata nella ricca programmazione di Amazon Prime non deve ingannare: abbiamo ancora tutti negli occhi e nel cuore il dolore per il mancato rinnovo di un gioiello come Quarry, che con Patriot ha più di un punto di contatto. In attesa della prossima annata possiamo goderci una trama che si stratifica nel corso degli episodi travalicando le premesse iniziali, in cui i toni semiseri e paradossali, i personaggi memorabili e le trovate estemporanee si uniscono agli scenari plumbei e a una colonna sonora malinconica e struggente, dando vita ad una dark comedy in grado  di penetrare fino alle ossa con la  sua originalità.
In vista delle roventi settimane di agosto che si profilano all’orizzonte, immergersi all’interno di atmosfere nuvolose e piovose entrando a far parte dell’irragionevole mondo di Patriot può rappresentare un piacevole diversivo.

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10 commenti su “Patriot – Quando lo spionaggio diventa surreale

  • Genio in bottiglia

    Bella serie. Credo non aiuti il fatto che il protagonista sia l’emblema della tristezza/spossatezza. A me di certo ha frenato nelle prime puntate. La gara di morra cinese tra lui e la poliziotta lussemburghese vale da sola il prezzo del biglietto.

     
    • Davide Dibello L'autore dell'articolo

      Ciao Genio in bottiglia,
      sono sicuramente di parte perchè per me è stata la serie migliore del 2017 ma non sono così convinto di quello che dici sul protagonista. Credo che sia perfetto per il ruolo che interpreta: stanco, depresso, sconfitto, eppure sempre in movimento, in cerca della pace e del riposo; Tavner è un vinto di tradizione letteraria, un personaggio di Verga ma con una consapevolezza maggiore della propria condizione. Senza questa caratterizzazione, a mio parere, si perderebbe tutta quella parte di comicità un po’ disturbante che scaturisce dalle atmosfere surreali, dalle situazioni estemporanee, insomma da quello che Pirandello chiamava “sentimento del contrario”.

       
      • Genio in bottiglia

        Hai certamente ragione, Davide. Volevo solo dire che, almeno per me, quell’espressione perennemente stampata sul suo volto ha rappresentato una barriera. All’inizio, se non altro. Però sarebbe interessante capire per quanti sia stato cosí.

         
  • Setteditroppo

    Non so come ringraziarvi per questa serie, che ho scoperto leggendo la classifica delle migliori serie e ho finito di vedere da poco. E’ tra le mie prime cinque dell’anno appena trascorso. Ha ragione “Genio in bottiglia”: bisogna riuscire a superare lo scoglio delle prime puntate per abituarsi all’aria deprimente del protagonista (che fa il suo poiché è depresso), ma poi si viene abbondantemente ripagati… Il punto di forza, per il quale la sto consigliando a tutti i miei amici quando mi chiedono un’altra serie da vedere (è meno consigliabile se si inizia a scoprire il mondo della serialità), è dato dai personaggi, come si spiega nella bella recensione. Io mi sono letteralmente innamorato di tutti i personaggi. Non saprei scegliere. Sono stato rapito da questi personaggi meravigliosi. Non riesco e non voglio dimenticarli in attesa della seconda stagione. Ma non sono così ottimista sulle possibilità che la serie arrivi ad un successo popolare anche se spero nel contrario: un protagonista difficile, un’atmosfera algida, una trama surreale e dialoghi prodighi di pause e silenzi (nelle cui vene scorre una inesauribile vena umoristica) sono tutti elementi che, frullati insieme, possono generare il grande successo. Di nicchia. E pazienza, viva la nicchia!

     
  • Gianluca Zoni

    in realtà, “i paesaggi fiabeschi del Lussemburgo [che] sembrano richiamare In Bruges” sono a Praga (!)
    Infatti le riprese a Lussemburgo sono CHIARAMENTE a Praga: un fiume come la Moldava a Lussemburgo NON ESISTE! e non può esistere! (a Lussemburgo ci sono solo ruscelli, a confronto). Né il classicissimo “Ponte Carlo”, che è la versione praghese della torre Eiffel o del Big Ben di Londra… costruito nel XIV secolo per volere dell’imperatore Carlo IV di Boemia-Lussemburgo (!)… e troviamo una connessione storica (!?): perché in questa serie si parla di Lussemburgo quando, invece, le vicende sono nella capitale della Boemia (Repubblica Ceca)?
    ma è ovvio: è puro spiazzamento.
    Quindi, in questa serie, non pensiate di vedere la realtà nella rappresentazione: il “vero” è nel senso trasmesso, così com’è, letterale, anche se Praga è “il Lussemburgo”.

     
  • Michele

    Molto piacevole Patriot, che avevo gia` visto e consigliato agli amici. Per me, un po` troppa carne al fuoco in realta` e quindi un filo dispersivo. Lo fai intuire nel commento quando citi le varie (troppe?) atmosfere che contaminano le varie puntate. Quasi a dire…. guarda come sono bravo a comporre un minestrone con 200 ingredienti… Di livello altissimo cmq o, per lo meno, per me molto divertente nel senso piu` ampio del termine.

     
    • Davide Dibello L'autore dell'articolo

      Ciao Michele, confesso che ormai è passato un bel po’ di tempo da quando ho visto Patriot e nella mia testa ovviamente si è completamente idealizzato; resta il fatto che questa dispersività di cui tu parli io non l’ho percepita, anzi. Ho trovato notevolissima la capacità di mantenere il tiro con una trama così complicata. Per quanto riguarda le atmosfere sono uno dei due aspetti più apprezzabili, per me Patriot incarna quasi un genere a se stante, condiviso con pochissime altre opere: In Bruges, come ho detto nel consiglio, e Cent’Anni di Solitudine di Marquez.

       
  • HalfBlood87

    Ho appena finito di vedere la prima stagione e sono rimasto estasiato. Una qualità di scrittura che non vedevo da parecchio tempo, originalità da vendere, caratterizzazione dei personaggi semplicemente fantastica, ambientazioni totalmente azzeccate che in taluni casi riescono a parlare ancora più dei personaggi, regia e fotografia elegantissime, un costante sottofondo di malinconia e tristezza che però riesce comunque a strapparti gustose risate. Forse sono esagerato io, ma per me è una delle più belle serie di sempre, mi è entrata nel cuore e nella testa e non riesco a farmi una ragione del fatto che Amazon abbia cancellato la serie dopo la seconda stagione. Per me avrebbe dovuto provare a rilanciarla, a pubblicizzarla, non certo cancellarla: è così che si fa quando si ha in mano un gioiellino come questo. Trovo ancora meno comprensibile che sia passata del tutto inosservata anche dal punto di vista dei premi (Emmy in primis). Non so, forse sono io che non capisco niente, ma per me questa serie (o almeno questa prima stagione) è un capolavoro.