Twin Peaks – 3×13 The Return Part 13 2


Twin Peaks - 3x13 The Return Part 13A seconda metà di stagione inoltrata Lynch e Frost non sembrano intenzionati a variare il ritmo o la qualità estetica cui ci hanno abituati negli episodi che hanno preceduto questo “The Return Part 13”, regalandoci altri 55 piacevolissimi minuti. Forse un po’ meno denso dal punto di vista della trama orizzontale rispetto ad altri, questo tredicesimo tassello riesce comunque ad alternare momenti felicemente distesi ad altri estremamente crudi, il tutto sostenuto da una regia elegantissima ed una stupenda fotografia.

La tredicesima parte del Ritorno si compone sostanzialmente di due parti distinte. Nella prima vediamo alternarsi le due metà di quello che un tempo era l’agente Cooper. Mr. C fa il suo ritorno sullo schermo dopo diversi episodi di assenza e lo fa con tutta l’autorevolezza e l’impassibilità caratteristiche del personaggio: vince (e uccide brutalmente) il boss della gang in Montana dove si trovava Ray, finisce anche quest’ultimo ma non prima di farsi rivelare che la propria uccisione era stata ordinata da Phillip Jeffries (un agente dell’FBI che lavorava con Gordon Cole al caso Blue Rose e scomparso misteriosamente anni addietro. In Fuoco cammina con me è interpretato da David Bowie), di cui ottiene le coordinate. Dougie, dal canto suo, sfugge nuovamente alla morte (l’omicidio, questa volta, era stato commissionato al collega Anthony Sinclair) e rafforza i legami con la moglie e il capo rimanendo nel suo stato di completa passività se non per l’amata cherry pie e il damn good coffee. Potrebbe quasi sembrare che, per la seconda volta, sia stata proprio una semplice fetta di torta a salvare la vita alla metà buona di Cooper. In realtà il meccanismo narrativo messo in piedi da Lynch è ben più complesso: si fa sempre più chiaro (e la centralità dell’opposizione, in questa prima parte di episodio, delle due metà sembra confermarlo) che la scrittura voglia usare i personaggi di Dougie e Mr. C come strumento per indagare il Bene ed il Male come entità a sé stanti. Dai due si propagano, infatti, rispettivamente le forze benigne e maligne che travolgono in crescendo e per osmosi i personaggi che li circondano. Si tratta di un modus operandi che non è nuovo al linguaggio di Lynch: anche nel vecchio Twin Peaks il Male era trattato come un oggetto d’indagine incorporeo, quasi come una forza fisica, che andava al di là del suo incarnarsi nei singoli personaggi. Si tratta, anche in questo caso, di un’astrazione assolutamente non banale ma pensata, che ci mostra le diverse facce di queste forze. Se il primo non può liberarsi di un certo grado di ingenuità e passività e non può che portare a reazioni di pentimento e rimpianto (Anthony) oltre a quelle di genuino affetto, dalla brutalità e dalla decisione del secondo risultano anche inevitabilmente i sentimenti di potenza e ammirazione.
Twin Peaks - 3x13 The Return Part 13È sorprendente come il magnetismo delle due metà di Cooper faccia sì che queste siano protagoniste assolute della scena e degli eventi ciascuna a suo modo, ovvero a seconda delle modalità della forza che incarnano così come viene indagata da Lynch. Curioso, a questo punto, come il Bene sia essenzialmente associato alla passività, o comunque all’inazione, quasi a voler significare un certo grado di colpa insito a ogni desiderio. Le due situazioni che vedono coinvolti Dougie e Mr. C si oppongono anche in questo senso: nel primo caso si tratta di una non-azione, della rinuncia ad un omicidio, nel secondo, invece, di una serie di omicidi piuttosto rapidi e crudi. Sotto questa stessa luce può essere vista anche l’incredulità canzonatoria dei Fusco che scoprono la vera identità di Dougie e ne gettano via le prove e la memoria – ricordiamo che, ad ora, i tre agenti sono i soli ad aver identificato l’agente Cooper, inseguito da una buona metà dei personaggi della serie.

La seconda parte dell’episodio è forse quella che si sofferma con maggior insistenza, nel corso dell’intera stagione, sui personaggi della vecchia Twin Peaks. Abbiamo, in fila, Shelley, Bobby, Norma, Ed (che fa da sfondo anche ai titoli di coda), il Dr. Jacoby, Nadine, Audrey e James. Un vero e proprio tour de force di vecchi volti al termine del quale non possiamo che commuoverci anche noi insieme a Renee (Jessica Szohr) al sentire James che intona “Just You and I” alla Roadhouse accompagnato da due brunette, quando un tempo erano Donna e Maddy a cantare con lui. Non è la prima volta che la scrittura sfrutta la dinamica di ripetizione e variazione della scena musicale finale, quasi fosse un bonus all’episodio (stavolta, come anche in “Part 10“, assume un tono marcatamente nostalgico). Anche questo continuo ed esplicito rimando al passato entra a far parte del sapiente gioco di registro di Lynch che fa continuamente entrare ed uscire lo spettatore dalla finzione per intrattenerlo anche sul piano del meta-testo. Un altro esempio: la meravigliosa scena in cui i membri della gang nel Montana guardano da uno schermo la stessa scena che stavamo guardando anche noi, da spettatori: Mr. C che interroga Ray. Tutto questo, neanche a dirlo, è segno di una padronanza cosciente e rodata dello strumento televisivo in toto, che permette al regista di dar vita a scene di fortissimo impatto per lo spettatore. Una nota al personaggio di Audrey, che in questo episodio ricompare per la seconda volta nella stagione e la cui condizione rimane ancora piuttosto annebbiata agli occhi dello spettatore soprattuto se consideriamo quanto la ragazza sia stata una presenza importante nelle vecchie stagioni e quanto si sia avvicinata all’agente Cooper: anche questo secondo scambio di battute col marito e la cornice in cui la cinepresa li ritrae danno un risultato quantomeno ambiguo.

Twin Peaks - 3x13 The Return Part 13Estremamente interessante (rimanendo sulla stessa scia di riflessioni) è poi il dialogo di Norma con Walter sulla trasformazione della piccola impresa locale in un franchise di più largo respiro.  Scopriamo infatti che la più famosa tavola calda di Twin Peaks è diventata un marchio e che, com’è spesso il caso, le filiali non mantengono lo stesso livello di attenzione al prodotto (ancora una volta una cherry pie) e qualità dell’originale sebbene abbiano più entrate in termini economici. Il passaggio da RR Diner a Norma’s RR Diner che Walter consiglia sotto gli sguardi risentiti di Ed e Bobby potrebbe allora venir interpretato, almeno in parte, come una strizzata d’occhio alle polemiche che ruotano intorno alla mainstreamizzazione o al rinnovo della vecchia Twin Peaks (che farebbero perdere in genuinità il prodotto originale) o al “marchio” di fabbrica che è diventato il nome di Lynch.

“The Return Part 13” si mantiene sostanzialmente sull’alto livello degli episodi che l’hanno preceduto approfondendo alcuni temi cari alla scrittura di Lynch (il doppio, il Bene e il Male, la nostalgia) e offrendoci l’occasione di riflettere su altri forse meno trattati (il merchandising dell’industria cinematografica, se vogliamo leggere la sorte de RR Diner come una metafora per le sorti dello show). Lynch e Frost si riconfermano, quasi ce ne fosse bisogno, degli artisti a tutto tondo capaci di dar vita ad una serie che riesce a mostrare, senza forzature, nello stesso episodio dei brutali omicidi, una quotidianissima scena in una tavola calda di un piccolo paesino e un uomo che sfugge al secondo tentato omicidio grazie ad una fetta di torta.

Voto: 8 ½.

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Informazioni su Irene De Togni

Nata a Verona, ha studiato Filosofia a Padova e Teoria letteraria a Parigi. Non simpatizza per le persone che si prendono troppo sul serio ma le piacerebbe che le serie TV venissero prese un po’ più sul serio (e ora che ha usato due volte l’espressione “prendersi sul serio” non è più sicura di quello che significhi).


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