American Horror Story: Cult – 7×03/04 Neighbors from Hell & 11/9


American Horror Story: Cult - 7x03/04 Neighbors from Hell & 11/9American Horror Story è sempre stato un prodotto discusso, che spesso perde forza e inventiva mano a mano che la stagione procede verso il suo finale: arrivati alla terza e quarta puntata possiamo dire che ad ora la storia che ha inizio con la terrificante elezione di Trump sta funzionando meglio del previsto.

Al momento i veri protagonisti di questo Cult sono due: Kai e Ally. Due persone completamente contrapposte ma che hanno in mente solo una cosa: la rivoluzione. Una rivoluzione di idee e politica per entrambi ma con visioni di fondo molto diverse: per Ally è il mantenimento di un ordine e di un’apertura mentale verso il mondo e tutte le sue sfumature, passando dal primo Presidente di colore al primo Presidente donna; per Kai è il caos a comandare, una purga di “futuristica” memoria (la guerra come unica igiene del mondo) che attraverso la paura e la violenza porti alla ribalta anch’essa delle minoranze, ma con un concetto distorto di risorgimento.

Questa stagione veicola in maniera perfetta il timore che in America si arrivi ad uno stato di terrore, dove è la paura del prossimo (e soprattutto dello straniero, del diverso) a regnare, portando a risultati del tutto sclerotici: come Ally accusata di razzismo dai vicini, uno dei più grandi affronti che le potessero fare.
Tutto è assurdo, ma è costruito in maniera tale da incuriosire lo spettatore a non mollare per un secondo lo schermo: è tutto confuso ma non a caso, il che è fondamentale per rendere la storia interessante anche quando ci sembra di non capire nulla (come il camion a led verdi e le strane figure da cinema fantascientifico anni ’50 che ne escono). È la cifra stilista di AHS portata quasi al suo estremo, ma neanche per un momento dubitiamo del senso di quello che stiamo vedendo: sappiamo che prima o poi tutto andrà al suo posto. Ed è una dicotomia molto interessante, perché il senso di smarrimento dello spettatore è anche quello dei personaggi, tranne Kai, unico che nella sua lucida follia sembrerebbe sapere davvero che cosa vuole.

If you get the world scared enough, they will set the world on fire for us.

American Horror Story: Cult - 7x03/04 Neighbors from Hell & 11/9E infatti i pezzi del puzzle cominciano a incastrarsi con l’interessantissima quarta puntata: se si era intuito chi potessero essere i personaggi dietro alle sinistre maschere da clown, il come Kai le abbia reclutate ci fa capire molto sia dei reclutati che del reclutatore.
Kai non è inquadrabile in uno schema, non agisce in maniera lineare – o quantomeno non lo dà a vedere – ma è follemente lucido nel perseguire il suo obiettivo: una rivoluzione nel momento migliore per farla partire, quando gli USA sono in una fase di transizione del tutto inaspettata, con un “diverso” diventato Comandante in Capo della più importante nazione del mondo.
Kai ci viene presentato come un fan di Donald Trump, ma non è tutto così semplice, così schematico: Kai vota Trump per avere la possibilità di agire in un momento di grande cambiamento e confusione. Il personaggio interpretato da Evan Peters si ispira al Joker e a Mao Tse-Tung, che disse: “Grande è la confusione sotto il cielo: la situazione è eccellente”.

Quindi il titolo del quarto episodio è azzeccatissimo, un ribaltamento anche della storia che in due semplici cifre ci dice tutto quanto ci sia da dire: 11/9 è il contrario di una data ormai divenuta un modo di dire, incisa nella storia come un turning point cerchiato di rosso per l’avvenire del mondo occidentale e non solo. Quello che hanno in mente Kai e i suoi accoliti è quindi un Undici Settembre al rovescio, con la paura che arriva sì dal diverso (un gay, una donna che non può vivere al sole, una giornalista di colore – e molto probabilmente un detective dai capelli ossigenati), ma direttamente dalla pancia della Great America.

See, this is what I’m talking about: labels.

American Horror Story: Cult - 7x03/04 Neighbors from Hell & 11/9Kai è il santone del caos, colui che non può permettersi di incasellare gli esseri umani per genere e gusti: Kai è al di sopra di tutto, vede delle opportunità dove gli altri vedono solo fine e disperazione.
È soprattutto il sesso il vero collante di tutto. Come spesso accade in AHS, l’amore omosessuale è sempre al centro delle storie, e purtroppo ancora scatena orrore e violenza, perfetto incastro con l’avvento di Trump e delle sue politiche, che hanno gettato nello sconforto milioni di persone. Ma è comunque anche il sesso in generale a fare da sfondo a qualunque storyline: da Meadow che si offre solo per uno spinello, a Serena che scala i gradini della carriera dandosi a chiunque le dia una spinta.

“Neighbors From Hell” e “11/9” sono anche accomunati dalle due sequenze iniziali, un accostamento ben riuscito che ci fa riflettere: la feretrofobia di una paziente del Dr. Vincent (molto probabilmente anche lui parte della gang) e il momento della votazione per le Presidenziali. Gli spazi angusti e la metafora della (possibile) morte di un Paese decisa in delle urne – nomen omen? – sono due facce della stessa medaglia: quando non siamo visti, o stiamo per morire, esce la nostra vera anima.
Un’anima che, volenti o nolenti, probabilmente neanche una maschera da clown può effettivamente nascondere.

Voto 7×03: 6/7
Voto 7×04: 7+

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Informazioni su Ste Porta

Guardo tutto quello che c'è di guardabile e spesso anche quello che non lo è. Sogno di trovare un orso polare su un'isola tropicale.

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