Mindhunter – 1×01 Episode 1


Mindhunter - 1x01 Episode 1In un’epoca come la nostra, in cui analizzare e contestualizzare la mente criminale è un atteggiamento tutto sommato noto anche tra i non addetti ai lavori, è difficile pensare che ci sia stato un tempo in cui la maggior parte delle forze dell’ordine non dedicava a questo pensiero più di pochi secondi, per poi liquidarlo come un inutile spreco di energie; è ancor più arduo pensare che tutto ciò sia accaduto non molti anni fa, e che questo avesse creato una autentica scissione tra reparto investigativo e mondo della psicologia, con posizioni da entrambe i lati arroccate a difesa delle proprie tesi.

È in parte da questo assunto che si costruisce il pilot di Mindhunter, nuovo show di Netflix, adattamento del saggio “Mind Hunter: Inside The FBI’s Elite Serial Crime Unit” scritto nel 1995 da John E. Douglas e Mark Olshaker, che si propone come serie thriller ma che in realtà già dal primo episodio mostra piuttosto chiaramente il suo duplice intento. Se infatti la componente investigativa comincia a comparire già a partire da questa puntata, è altrettanto evidente che questo funga quasi da pretesto per illustrare lo spaccato di un’epoca, la fine degli anni ’70, in cui la psicologia criminale iniziava a fare il suo ingresso – con più di una difficoltà – nell’area investigativa, sgomitando nel tentativo di distruggere alcune errate convinzioni (il male innato, ad esempio) che erano ormai parte del pensiero comune.

Mindhunter - 1x01 Episode 1La serie, creata da Joe Penhall, prodotta tra gli altri anche da Charlize Theron e David Fincher che firma anche la regia di questo pilot, inizia il suo racconto nel 1977, anno in cui un giovane agente federale, Holden Ford (Jonathan Groff), specializzato in negoziazione di ostaggi, comincia ad addentrarsi nel mondo della psicologia criminale. I suoi tentativi si basano su spinte uguali e contrapposte, in cui ad una sincera volontà di imparare e di capire sempre di più la mente criminale si accompagna una formazione figlia della tradizione, un conservatorismo che trapela di tanto in tanto a causa della sua educazione e che gli rende sin dall’inizio difficile adattarsi a quelle sfide a cui lui stesso si sottopone. Saranno alcuni particolari incontri durante i 60 minuti di pilot a condurlo sulla strada che desidera intraprendere, ma che allo stesso tempo fatica ad affrontare: incontri che lo metteranno di fronte ai suoi limiti come persona (Holden è per certi versi ingenuo, insicuro, ancora legato ad alcune sovrastrutture date dalla sua identità di agente dell’FBI) e come professionista, che vorrebbe cambiare le cose ma che al contempo fatica ad uscire da certi automatismi “da accademia” che ha da tempo introiettato, come appunto quel muro di divisione che il dipartimento investigativo ha da anni posto tra sé e il mondo della psicologia (un atteggiamento chiaramente ricambiato).

Mindhunter - 1x01 Episode 1Sarà in particolare l’incontro con Bill Tench (Holt McCallany), agente dell’FBI specializzato in scienze comportamentali, a costituire il più importante punto di svolta dell’episodio, che pare così porre le basi per la costruzione della più classica coppia investigativa, ma con una grossa differenza rispetto alle aspettative: se infatti il duo di agenti che indaga su un caso è tipico di qualunque thriller che si rispetti, il taglio di approfondimento storico e sociale che la serie assume porta questa dinamica sin da subito su note diverse, a costituire un rapporto in cui ogni passo avanti nella mediazione tra i due porterà inevitabilmente ad un passo avanti nella storia dello studio della mente criminale.

In tal senso, la regia di David Fincher è molto precisa nel trasmettere questo messaggio: a partire dai dettagli particolarmente cruenti che non vengono risparmiati se non in rarissime occasioni (e solo per osservare la ben più interessante reazione umana a crimini come quelli di Charles Manson) fino alle pesanti e stantie atmosfere respirate nei corridoi di Quantico, a segnalare la staticità e un certo strutturalismo che da fisico si fa mentale spesso e volentieri; e non passano certo inosservate le scritte sovraimpresse a pieno schermo che segnalano i diversi stati e città in cui si ambientano le varie sequenze, come a mappare un diario di viaggio di una storia che da singolare (Holden, Tench) si fa plurale e va a cambiare per sempre le tecniche investigative a livello globale.

Mindhunter - 1x01 Episode 1Da un punto di vista contenutistico il viaggio che il protagonista intraprende in questo pilot manifesta in modo coerente le difficoltà di adattamento ad un pensiero nuovo anche in chi, come lui, è naturalmente incline a farlo. La sua predisposizione si nota sin dall’inizio, con il caso che apre la puntata e che vede Holden mostrare le sue capacità empatiche per cercare di entrare in sintonia con l’uomo con cui sta trattando il rilascio di alcuni ostaggi; e la si approfondisce più avanti, con il tema della relazione tra la perdita di senso nel mondo, che ha caratterizzato per molti aspetti gli anni ’60 e ’70, e la conseguente assenza di logica all’interno della criminalità. Nei suoi vari incontri, infatti, Holden sembra capire con grande naturalezza l’importanza del legame che si instaura tra una società che offre sempre meno certezze e dei reati in cui il movente perde qualunque concretezza, per diventare labile e quasi impossibile da scovare. Il suo interesse, che a livello teorico è certamente ammirevole, si scontra però nella pratica con diverse difficoltà, che lo portano in breve tempo a perdere fiducia nella possibilità di dare risposte a comportamenti così deviati da fare paura, di cui è certamente più facile parlare nelle lezioni che tiene in Accademia che affrontarli nella realtà.

Da un punto di vista formale, tuttavia, questo pilot sembra in alcuni momenti procedere per accumulo: di incontri, di dialoghi, di punti di svolta chiaramente mirati a portare Holden da un punto A a un punto B entro la fine dell’episodio, e questo comporta la sensazione di un certo meccanicismo nella struttura, come se si vedessero troppo i fili della costruzione narrativa.
È ad ogni modo un pilot lodevole, soprattutto per la sua capacità di fondere l’anima thriller a quella storica, offrendo un personaggio estremamente realistico come quello di Holden: un uomo complesso e stratificato, in cui la volontà di cambiamento si scontra con quella della realtà in cui è nato e cresciuto, e in cui la maturità del riconoscere di avere ancora molto da imparare si alterna ad una fortissima insicurezza, che lo rende a tratti molto meno adulto di quanto il suo abito vorrebbe mostrare.

Al di là quindi di qualche pecca nel percorso per giungere al punto di arrivo dell’episodio, che darà poi il la alla storia vera e propria, questo pilot si configura come un ottimo inizio e soprattutto come una eccellente dichiarazione d’intenti per quanto riguarda l’anima della serie: un miscuglio (un po’ come verrà definito lo stesso Holden) di thriller, drama storico e procedurale, dall’ottimo potenziale e con tutte le carte in regola per avere successo.

Voto: 7/8

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Informazioni su Federica Barbera

La sua passione per le serie tv inizia quando, non ancora compiuti i 7 anni, guarda Twin Peaks e comincia a porsi le prime domande esistenziali: riuscirò mai a non avere paura di Bob, a non sentire più i brividi quando vedo il nanetto, a disinnamorarmi di Dale Cooper? A distanza di vent’anni, le risposte sono ancora No, No e No. Inizia a scrivere di serie tv quando si ritrova a commentare puntate di Lost tra un capitolo e l’altro della tesi e capisce che ormai è troppo tardi per rinsavire quando il duo Lindelof-Cuse vince a mani basse contro la squadra capitanata da Giuseppe Verdi e Luchino Visconti. Ama le serie complicate, i lunghi silenzi e tutto ciò che è capace di tirarle un metaforico pugno in pancia, ma prova un’insana attrazione per le serie trash, senza le quali non riesce più a vivere. La chiamano “recensora seriale” perché sì, è un nome fighissimo e l’ha inventato lei, ma anche “la giustificatrice pazza”, perché gli articoli devono presentarsi sempre bene e guai a voi se allineate tutto su un lato - come questo form costringe a fare. Si dice che non abbia più una vita sociale, ma il suo migliore amico Dexter Morgan, il suo amante Don Draper e i suoi colleghi di lavoro Walter White e Jesse Pinkman smentiscono categoricamente queste affermazioni.

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