Shameless – 8×02/03 Where’s My Meth? & God Bless Her Rotting Soul


Shameless - 8x02/03 Where's My Meth? & God Bless Her Rotting SoulNon sono molte le serie che dopo sette stagioni hanno ancora qualcosa da dire. Shameless ancora lotta e ringhia per dirci che fiato e fatti per raccontare non mancano; l’ottava stagione è partita con un’ottima premiere e ora prosegue con due episodi energici: “Where’s My Meth?” e “God Bless Her Rotting Soul” fanno manovalanza narrativa muovendo di peso intrecci e caratterizzazioni e riescono bene.

Tenaci, seri, dissacranti e autoironici a suon di vignette o situazioni quasi da barzelletta, entrambi gli episodi trovano una modalità di racconto in cui la scioltezza nella gestione in solitario dei personaggi – con percorsi indipendenti avviati dai vari finali di “Requiem for a Slut” e confermati da “We Become What We… Frank!” – e il respiro di un progetto corale ormai canonico sono incastrati grazie all’uso di un volano entusiasmante: quello di una scrittura fiduciosa e positiva, coltivata sia nei tratti psicologici e nei momenti riflessivi del racconto, sia nella gestione dei rapporti interpersonali dei personaggi.

È una narrazione perfezionata, non più solo sbadatamente estremista o forzata dall’amore per un assurdo gratuito e parecchio telefonato, ma ‘invecchiata’ da un ritrovato equilibrio nei toni; maturata grazie alla mediazione tra l’imprescindibile (e identitario) atteggiamento distorto verso situazioni verosimili e il coraggio di battere una strada più seria e ragionata, a cui è comunque facile appassionarsi. Il discorso prescinde dalla tranquillità e dal generale ottimismo dei primi episodi; è invece sintomatico di un registro più sereno, di un angolo interpretativo più consapevole e della necessità di trovare un nuovo modo di raccontare una storia che è già stata confermata per una nona stagione. Questi due episodi lo dimostrano recuperando la creatività dei tempi comici e delle evoluzioni drammatiche che hanno caratterizzato i momenti migliori della serie e sfruttando la sinuosa fluttuazione di toni che, continuamente alternati, permettono uno slalom forsennato tra i paletti dei generi e delle rappresentazioni convenzionali.

Shameless - 8x02/03 Where's My Meth? & God Bless Her Rotting SoulShameless pare aver trovato un canale produttivo – in termini di produzione narrativa e sviluppo creativo – che carbura prendendo le misure dai propri scivoloni passati, attraverso uno spontaneo esame di coscienza e una continua riscrittura di sé. Ne conseguono una narrazione che si autoesamina, autocorregge e autoincita, e personaggi che allo stesso modo prendono le distanze dal proprio passato e dalle proprie consumate identità grazie al confronto con un altro, che per convenienza diventa il metro di paragone da cui allontanarsi e la rappresentazione di una vecchia immagine di sé da cancellare. Fiona non è più la “mamma” di una tribù scalmanata capace di prendere in giro l’affittuaria, fuggire e ignorare le responsabilità. Lip non è più l’arrogante e scaltro alcolizzato che si giostrava tra l’odio per l’istituzione (traduzione dell’imbarazzo inveterato verso l’immagina paterna) e il disprezzo di sé a causa di un’intelligenza male utilizzata. Ian non è più in preda agli squilibri dell’amore ma viene sballottato da irriducibili conati di malinconia; Carl è resiliente, spacciatore per occasione ma militare per vocazione; Debbie diventa responsabile di una maturazione al contrario, che la àncora a infantilismi tipicamente adulti, a differenza di precedenti momenti forse più “folli” ma meno antipatici.

“Where’s My Meth?” d’altra parte è molto più che la domanda minacciosa di uno spacciatore a cui è stata rubata la merce: è una richiesta precisa della serie ai suoi personaggi, una richiesta che scatta nella profondità dei profili psicologici per sollecitare una risposta identitaria e la spinta a una caratterizzazione che, come specificato sopra, scarti le soluzioni passate senza difficoltà e investighi i nuovi caratteri di personaggi così decisi ad allontanarsi da loro stessi. “Where’s My Meth?” – tra i due episodi il più incentrato sui percorsi singoli dei personaggi – è quindi idealmente costruito attorno a una domanda che chiede a gran voce dove sia il “brutto” di ognuno – la dipendenza, il difetto, il vizio, la metanfetamina appunto, il proprio esplosivo cristallo allucinogeno – e quali siano i mezzi per raschiarlo via e archiviarlo a vita. In questo senso “God Bless Her Rotting Soul” è la risposta perfetta alle domande tematiche della puntata precedente, perché riconduce all’asse di un unicum famigliare la frammentarietà della narrazione, ricordando che nei codici non scritti della serie i disastri spesso sono stati aggiustati mediante l’intervento dell’organicità e del gioco di squadra.

Shameless - 8x02/03 Where's My Meth? & God Bless Her Rotting SoulL’episodio tre è meritevole anche di una messa in scena sorprendentemente robusta, capace di trovare nell’azione scenica unificata una valida alternativa allo zapping quasi isterico del secondo episodio e di confermare quindi quanto sia fruttuoso per la serie alternare episodi concentrati sulle individualità con altri pensati per una rappresentazione del gruppo. La natura corale dell’episodio raggruppa e ridimensiona le sfilacciate situazioni solitarie, nell’ottica di un grido comune che esplicita la nuova forza di ciascun personaggio e del gruppo intero; i cambiamenti psicologici apportati sono sfruttati come tasselli per la risoluzione del problema del debito da saldare e di altre dinamiche relazionali leggibili come banco di prova per il miglioramento dei protagonisti, per la loro riscrittura e per la sedimentazione dei nuovi tracciati.

Il degrado psichico del Professor Youens per esempio non è difficile da interpretare come l’opportunità perfetta per confrontarsi con una meccanica umana complessa (o almeno più complessa di quella di un motore a candela) che distragga e allo stesso tempo ridimensioni il proprio egoismo attraverso la volontaria azione dell’aiuto. Lo snodo narrativo è sorprendente per la spontaneità dell’atmosfera narrativa e dei momenti drammatici ritagliati su misura per i personaggi o il personaggio in questione: momenti che non scadono mai in una retorica facile e che emergono per la forte impronta caratterizzante, per la acuta funzionalità narrativa e per la formazione di nuove sfaccettature. La figura di Lip, che mai avevamo visto così propositivo e altruista come in questi episodi, ne è l’esempio più lampante.

“Where’s My Meth?” e “God Bless Her Rotting Soul” sono due episodi ben pensati, che definiscono il nuovo miglior Shameless attraverso il mantenimento parallelo di queste sue due forti identità, unite dalla forma che sovrastruttura il racconto nella sua interezza: l’invettiva tragicomica che da sempre personalizza la serie nella moltitudine di concorrenti e che anche quest’anno sembra scorrere copiosa episodio dopo episodio.

Voto 8×02: 7 ½
Voto 8×03: 8

Nota:

Le vicende di Frank-Francis – convinto più che mai della sua “beatificazione” – e di Kev – orfano sulla via di casa – sono tra le più spassose di queste nuove puntate e in entrambi i casi aprono un elettrizzante ventaglio d’imprevedibilità per due personaggi che nelle ultime stagioni passavano in sordina per la maggior parte degli episodi.

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Informazioni su Leonardo Strano

Convinto che credere che le serie tv siano i nuovi romanzi feuilleton sia una scusa abbastanza valida per guardarne a destra e a manca, pochi momenti fa della sua vita ha deciso di provare a scriverci sopra. Nelle pause legge, guarda film; poi forse, a volte, se ha voglia, studia anche.

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