Doctor Who Christmas Special 2017 – Twice Upon A Time


Doctor Who Christmas Special 2017 – Twice Upon A TimeFinalmente ci siamo. Dopo questo speciale natalizio il longevo show della BBC non sarà più lo stesso per una moltitudine di fattori: Peter Capaldi, dopo tre favolosi anni nelle vesti del Dodicesimo dottore, lascia il posto a Jodie Whittaker, prima incarnazione femminile per il personaggio, Murray Gold, storico compositore della nuova serie, è al termine del suo mandato e Steven Moffat, showrunner in carica dalla quinta stagione cede le redini della serie al collega Chris Chibnall. Proprio come era accaduto dopo “The End Of Time”, siamo di fronte alla fine di un’era del New Who e alla soglia di un nuovo ciclo di storie.

Avevamo lasciato Twelve subito dopo la perdita di Bill nell’ottimo finale di una poco accattivante decima stagione, perso tra i ghiacci del Polo, rifiutando la propria inevitabile rigenerazione. Per un Dottore rigenerarsi, come ben sappiamo, significa cominciare una nuova vita, lasciarsi alle spalle una personalità ed un corpo per abbracciarne di nuovi. Nessuna incarnazione del Signore del Tempo è mai stata felice di cambiare – infatti è una scelta estrema per salvarsi dalla morte – e nel caso di Capaldi siamo nella stessa situazione, aggravata dal fatto che egli rifiuta addirittura di continuare a vivere, rigettando qualunque possibilità di tornare in una nuova veste.

A life this long, do you understand what it is? It’s a battlefield, like this one… and it’s empty. Because everyone else has fallen.

Doctor Who Christmas Special 2017 – Twice Upon A TimeLa sorpresa più lieta del finale di “The Doctor Falls” era stata, però, l’apparizione di David Bradley nei panni del Primo Dottore, ruolo che fu di William Hartnell ma che lo stesso Bradley aveva già interpretato nello speciale per i cinquant’anni della serie intitolato “An Adventure In Space And Time”. Moffat è geniale nel porre a confronto la prima e l’ultima incarnazione del Dottore, trovando un parallelo tra la resistenza alla rigenerazione di entrambi.

Il primo, che si trova cronologicamente nel mezzo degli eventi di “The Tenth Planet”, il serial del 1966 richiamato e omaggiato all’inizio di questo speciale, non ha ancora mai affrontato una rigenerazione: per quanto fisicamente vecchio, infatti, egli si pone al confronto di Twelve come un bambino capriccioso, ancora con una mentalità piuttosto limitata, come sottolineato da alcuni sagaci scambi di battute con Bill. È un Dottore agli inizi della sua “carriera”, non per niente chiama il TARDIS “ship” e non comprende alcune delle nuove abitudini e dei nuovi modi di essere della sua più recente incarnazione, come per esempio le differenze estetiche delle due macchine del tempo o la sua passione per la chitarra elettrica. Il rifiuto del nuovo si riflette nella sua resistenza al cambiamento, alla paura – come da sua stessa ammissione – di diventare qualcun altro, diverso da quello che è sempre stato. Esemplare – e molto espressivo Bradley in quella circostanza – la reazione alla notizia della nomea di “doctor of war”, come se il Time Lord tema il se stesso del futuro e ciò che diventerà (o potrebbe diventare); questo perlomeno fino alla fine, ossia quando scoprirà il vero significato di quell’appellativo.

Doctor Who Christmas Special 2017 – Twice Upon A TimeMolto diversa la situazione in cui versa il Dottore di Capaldi che, dopo aver affrontato numerose e dolorosissime perdite, non vuole più continuare il suo percorso, scoraggiato e privo di forza per affrontare una nuova rigenerazione. A pensarci bene il Dodicesimo è uno dei dottori che ha sperimentato il dolore della perdita più spesso e più intensamente di tutti – se volessimo fare un paragone realistico dovremmo probabilmente tornare a Tennant – perché oltre ad aver affrontato la vicenda legata a Clara – i cui ricordi tornano proprio in questo episodio, come diremo più avanti – ha dovuto dire addio anche a River Song e, forse questo pesa ancora di più, a Missy/The Master, con il quale condivideva un rapporto di amore/odio tra i più ambigui e affascinanti dell’era Moffat. Non è neanche una coincidenza l’età anagrafica degli attori che interpretano i due Signori del Tempo messi a confronto in “Twice Upon A Time”: entrambi sono tra i più maturi che la serie abbia avuto, segno di una vita vissuta ormai per più di metà, simbolo di saggezza ma anche di una stanchezza visibile sulla propria pelle. Per il Dottore, un essere che ha vissuto migliaia di anni, questo è ancora più vero ed è ancora più chiaro il motivo che spinge Twelve a pensare di “ritirarsi” e abbandonare il campo di battaglia vuoto a cui paragona l’esistenza di un Time Lord.

I’m going to prove to you how important memories are.

Doctor Who Christmas Special 2017 – Twice Upon A TimeÈ proprio nello smarrimento del Dottore, la sua ora più buia, che appaiono i suoi compagni di viaggio, da sempre l’ancora di salvataggio del viaggiatore solitario dello spazio e del tempo. Nel caso di Twelve è Bill Potts a ergersi e imporsi come un faro per lui, un personaggio tanto umano ed empatico, in grado di comprendere più di tutti gli altri lo stato d’animo tormentato del protagonista e aiutarlo a non perdersi ricordandogli perché continua a fare quello che fa. La donna non è stata certamente uno dei companion più amati della serie – complice sicuramente la singola stagione che le è stata concessa per esprimersi e una scrittura che non l’ha valorizzata come altri – ma in questo speciale natalizio emerge in tutta la sua importanza il ruolo fondamentale che la lega al Dottore: a differenza di Clara, che con il passare del tempo si è sempre più identificata nel Signore del Tempo tanto da assomigliargli in diversi lati del suo carattere, Bill non perde mai la sua genuina umanità, conservando così quell’indispensabile legame tra il fardello oneroso e insostenibile del “protettore della Terra” e il lato più umano e meno alieno che ha da sempre caratterizzato il Dottore. Bill, o i suoi ricordi perlomeno, sono la svolta che – anche attraverso il ritorno di Clara e dei ricordi legati a lei – spingono Twelve a darsi un’altra opportunità, perché in fondo “I suppose one more lifetime wouldn’t kill anyone. Well, except me”.

Nonostante la sua vena intimista e totalmente focalizzata sull’interiorità del personaggio, questo Christmas Special non sembra affatto un’avventura del Dottore: non c’è un vero e proprio intreccio, tutta la vicenda si svolge sospesa nel tempo e lontana o isolata per quanto riguarda lo spazio – il polo Sud, il pianeta dove incontrano il Dalek, il campo di battaglia durante la Prima Guerra Mondiale. Moffat costruisce un contorno praticamente inutile se avulso dal contesto della rigenerazione dei due Dottori: la Testimonianza, il programma di mantenimento dei ricordi, ha il ruolo di reintrodurre Bill nella trama dell’episodio, di far viaggiare e far interagire i due Signori del Tempo e di creare il movimento e la – pochissima – azione che la sceneggiatura offre. Non esiste, per sofferta ammissione di Twelve, un vero e proprio nemico da sconfiggere se non il Dottore stesso, l’unico che si oppone davvero alla sua rigenerazione. Non è per forza un difetto; si può dire che il ritmo, comunque sostenuto, della puntata soffra un po’ la mancanza del fattore avventura tipico della serie, ma considerato il tono e l’importanza di questo capitolo è una mancanza del tutto trascurabile ai fini di quello che l’autore vuole raccontare. Questo è evidenziato anche dalla storia legata al personaggio di Mark Gatiss, di cui si scoprirà l’identità in un azzeccatissimo colpo di scena a fine episodio; se si fosse indugiato più del dovuto su questa, seppur gradita, aggiunta al cast si sarebbe perso il focus sul confronto tra le due rigenerazioni, vero cuore e motore della trama.

You wait a moment, Doctor. Let’s get it right. I’ve got a few things to say to you. Basic stuff first.

Doctor Who Christmas Special 2017 – Twice Upon A TimeUn ultimo accenno lo merita la scena finale, quella tanto attesa della rigenerazione e dell’arrivo di Jodie Whittaker. Inutile sprecare altre parole sulla grandezza attoriale di Peter Capaldi, che si è dimostrato un ottimo Dottore anche – e soprattutto – nei momenti meno brillanti dello show. Grazie alla sua espressività è sempre riuscito a mantenere alta l’attenzione sul suo burbero – e personalissimo – personaggio, e questo finale non fa eccezione; commovente e in linea con il percorso di accettazione compiuto durante l’episodio, il suo monologo non può che far sorridere ed emozionare, sino al cambiamento che giunge non improvviso come quello di tre stagioni fa ma più lento e sentito. Ed ecco che entra in scena, per la prima volta, il cambio di genere durante una rigenerazione: il Dottore è una donna e questo non può che incuriosire su come Chris Chibnall lavorerà sul personaggio, con un carico altissimo di aspettative e un interesse che si alimenteranno sempre di più da qui al prossimo autunno.

Moffat non tradisce le attese e costruisce il finale perfetto per il suo Dottore. “Twice Upon A Time” è un episodio che punta all’essenza stessa della serie e del personaggio, che lavora più di cuore che di cervello, a differenza di quello a cui quest’autore ci aveva abituato. Episodi come questo cementificano sempre di più il valore e l’importanza che lo show assume anno dopo anno sia nell’immaginario fantascientifico contemporaneo che nella cultura televisiva e cinematografica, mai come ora tanto mutevole e confacente alle trasformazioni sociali dei nostri tempi.

Voto: 8 ½

Note:
– Molto gradito il ritorno di Rusty, il “good Dalek” già apparso in Into The Dalek”.

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Informazioni su Davide Tuccella

Tutto quello che c'è da sapere su di lui sta nella frase: "Man of science, Man of Faith". Ed è per risolvere questo dubbio d'identità che divora storie su storie: da libri e fumetti a serie tv e film.

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