Outlander – Stagione 3 7


Outlander - Stagione 3È sempre difficile inquadrare una stagione di Outlander in maniera unitaria, approcciandosi alla sua conclusione come si farebbe con qualsiasi altro show e non soltanto perché si tratta di un’unica, lunga vicenda che apre continuamente nuove storyline al proprio interno e connette presente e passato, ricordi e profezie, piccoli dettagli con eventi fondamentali per il corso delle vicende. L’altra ragione, la principale, di questa difficoltà è la natura mutevole, ricchissima dello show, che all’interno della generica (spesso, troppo generica e riduttiva) cornice romance contiene moltitudini: period drama, feuilleton d’avventura, sci-fi, commedia e dramma intimista, solo per citarne alcuni.

La natura ibrida ed eclettica dello show lo rende quindi spesso difficile da decifrare nella sua interezza, ma è anche ciò che lo rende piacevole da guardare e capace di intrattenere una audience incredibilmente variabile, dato che chiunque può appezzare almeno uno dei suoi molteplici livelli di lettura. Superficialmente Outlander è una storia d’amore tormentata, incorniciata in una vicenda da romanzo d’appendice piena di avventure e colpi di scena; a un livello più profondo è la storia di un eroe e di un’eroina che puntano a ridefinire i ruoli tradizionali grazie a una storia d’amore tutt’altro che anticonvenzionale ma ad un uso totalmente anticonvenzionale del sesso, e ancora un grande racconto sul potere e sugli imperi, sui mutamenti culturali, sul ruolo dell’uomo e della donna attraverso i secoli visti con la lente di una prospettiva contemporanea e debitrice del femminismo anche se mai esplicitamente femminista, di una scrittura mai a tesi ma sempre profondamente immersa nella vicenda che vuole raccontare.

Outlander - Stagione 3La forza di Outlander sta nel riuscire a coniugare tutti questi diversi intenti senza mai distanziarsi dalla capacità di intrattenimento, senza mai trascurare il pubblico e i propri protagonisti in nome di una narrazione “a parabola”, che pur sarebbe tanto semplice ottenere con un materiale di questo tipo. E così Jamie e Claire non sono mai perfetti, mai davvero eroe ed eroina senza macchia, non sono mai il manifesto di un modo di essere, ma sono costantemente rivolti verso il proprio obiettivo: restare insieme o ritrovarsi, no matter what, senza nessuna ulteriore motivazione se non quella della loro incapacità di funzionare come esseri umani senza la presenza dell’altro.
In questa terza stagione, divisa a metà dall’atteso ricongiungimento di Jamie e Claire, Outlander ha prima traghettato i propri lettori in parallelo tra le separate avventure dei due protagonisti rispettivamente nella Scozia post-Culloden e negli Stati Uniti degli anni ’50 e ’60. Con calma e attenzione, prendendosi il giusto tempo per immergere il lettore nella stessa attesa toccata ai due innamorati, la serie ha raccontato gli eventi salienti delle loro vite, ma soprattutto l’impossibilità per entrambi di essere felici, se separati l’uno dall’altra. L’inevitabile incontro tra i due è stato così sapientemente anticipato, desiderato, ritardato, sofferto da caricare sugli stessi spettatori una mole enorme di incertezza, poi abilmente riflessa sui volti della coppia al momento in cui si trovano faccia a faccia e lo show rallenta, registrando con la macchina da presa ogni singolo dettaglio scambiato tra loro, ogni momento di riscoperta dell’altro.

Outlander - Stagione 3Jamie ha avuto una vita ben più difficile di Claire, in quei 20 anni spesi tra carcere, fuga, solitudine obbligata ma anche necessaria, ma pur vivendo nel benessere e nel successo personale; con un altro marito e una figlia accanto, Claire non è stata meno sola. Se Jamie ha sofferto fisicamente, Claire ha vissuto con metà della propria mente e del proprio cuore in un’altra epoca, una scissione ovviamente impossibile da immaginare ma che questa terza stagione è stata perfetta nel lasciare intendere, filtrare dai dialoghi e dai silenzi usando l’espressività di Caitriona Balfe e il talento di Tobias Menzies (non ci stancheremo di ripetere mai quanto sia una perdita gigantesca per lo show, la probabile scomparsa di entrambi i suoi personaggi). Noi spettatori abbiamo seguito le tribolazioni dei protagonisti sapendo perfettamente che si sarebbero ritrovati, ma senza mai per un attimo emergere dall’intensità narrativa della loro separazione finché, lasciato loro appena il tempo di fare i conti con le proprie vite precedenti, abbiamo visto scattare nettamente il tipico meccanismo di Outlander che in pochi episodi ha ci ha trasportato in un altro genere: un rapimento, un viaggio per mare, un’epidemia, i Caraibi, un naufragio e a tenere insieme il tutto la solita aura di magia che sembra seguire Claire ovunque vada, in questo caso impersonata dal ritorno di Geillis in veste di nuova villainesse (anche se solo per pochi episodi). Una magia che viene dal futuro e dalle conoscenze mediche e storiche di Claire, inarrivabili per chiunque in quell’epoca, ma che si lega indissolubilmente alla sua capacità di attraversare indenne il portale quante volte desideri e forse anche al ruolo di Brianna e della profezia che la riguarda, snodo fondamentale della trama degli ultimi episodi.

Outlander - Stagione 3Al centro di tutto c’è sempre lui, l’amore totalizzante di Jamie e Claire, così carnale e così spirituale al tempo stesso, che non soltanto romanticamente trascende il tempo e lo spazio ma li rende persone migliori in presenza l’uno dell’altro. Un amore così ben gestito e costruito dallo show che riesce a far passare inosservati dettagli che in qualsiasi altro sarebbero incongruenze irreparabili (uno su tutti, il fatto che nessuno dei due sia visibilmente invecchiato) e rendere credibile non solo una malinconia ventennale e reciproca ma anche un ritrovarsi semplice e indolore per entrambi, paradossalmente complicato più dalle reazioni di chi li circonda che da un più comprensibile spaesamento della coppia stessa. Un amore che è cresciuto, diventato più maturo e consapevole, venato però per entrambi dalla nostalgia e dalle rinunce che vivere questo amore ha comportato per entrambi.
L’ultima parte della stagione accelera quindi il ritmo e ci trasporta sull’altra sponda dell’oceano, lasciando marito e moglie sulle coste della Georgia pronti a iniziare un nuovo capitolo delle vicende di Outlander. Introduce nuovi personaggi (di cui non sappiamo ancora il destino dopo il naufragio, ma che presumibilmente popoleranno almeno in parte la quarta stagione) e ci accompagna verso quella che, sappiamo dai romanzi, sarà una nuova e differente fase della saga, in cui il ruolo di Brianna e del fidanzato Roger sarà sempre più preponderante.

Outlander - Stagione 3A giudicare da come finora la serie ha saputo gestire con misura e grandissima abilità un materiale così ricco e carico di eventi, non sembra giusto dubitare della capacità di integrazione di questi due personaggi all’interno delle dinamiche di coppia di Jamie e Claire, ma non si può neppure negare che la seconda parte di questa terza stagione abbia sofferto, a tratti, della perdita dell’ambientazione scozzese e delle sue sicurezze a livello narrativo. Gli ultimi episodi sono caratterizzati da un esotismo un po’ raffazzonato – pur nella cura sempre maniacale degli ambienti e dei costumi – e dalla stessa debolezza che nella seconda stagione aveva caratterizzato la sottotrama parigina, soffocata dalla quantità di personaggi e intrighi che finivano per mettere in secondo piano la relazione tra Jamie e Claire, vero punto di forza di Outlander.
Nell’attesa di capire come e quanto la quarta stagione saprà lavorare sul materiale letterario per non diluire la sua carica innovativa, così profondamente intrecciata alla trattazione dell’amore e della coppia, possiamo dire che questa terza, appena conclusa, annata di Outlander non ha perso nulla della propria identità originaria, giostrandosi con abilità tra le epoche storiche e le ambientazioni, mescolando i generi e le storie ma senza mai perdere di vista il proprio centro nevralgico: Jamie e Claire, ma soprattutto la soddisfazione e l’intrattenimento del proprio pubblico.

Voto: 8 ½

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Informazioni su Eugenia Fattori

Bolognese di nascita - ma non chiedete l'età a una signora - è fanatica di scrittura e di cinema fin dalla culla, quindi era destino che scoprisse le serie tv e cercasse di unire le sue due grandi passioni. Inspiegabilmente (dato che tende a non portare mai scarpe e a non ricordarsi neanche le tabelline) è finita a lavorare nella moda e nei social media, ma Seriangolo è dove si sente davvero a casa.


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7 commenti su “Outlander – Stagione 3

  • Riccardo

    Totalmente in disaccordo. Senza nulla togliere alla resa visiva e attoriale, la trama di questa terza stagione ha totalmente sfondato il limite del ridicolo. Il ragazzo che CASUALMENTE viene rapito, lei naufraga che CASUALMENTE rincontra james tra le molteplici isole, il governatore che CASUALMENTE è lo stesso conosciuto in scozia, la coppia fratello/sorella che predice il futuro che CASUALMENTE e’ sulla stessa isola, per non parlare della CASUALITA’ che vede una sfuggita al rogo sempre anche lei nella medesima isola. Dulcis in fundo lei cada in acqua, lui si tuffa, LA TROVA in un mare illuminato neanche fosse una piscina coi riflettori, nuota più veloce di un tronco in immersione, la riporta svenuta in superficie dove sono nell’occhio della tempesta e MIRACOLO si ritrovano VIVI nella spiaggia della Georgia in direzione opposta alla Scozia, CASUALMENTE vicino al relitto della loro nave. BOIATA COLOSSALE, al confronto STAR WARS è un documentario BBC.

     
      • Eugenia Fattori L'autore dell'articolo

        Diciamo che è chiaro come non abbiate familiarità col feuilleton d’avventura, cui Outlander fa riferimento come genere, altrimenti non stareste qui a discutere sulla plausibilità realistica della trama. Che è una cosa che non ha senso come non avrebbe senso farlo col Conte di Montecristo o con I 3 Moschettieri.

         
        • Travolta

          Puo’ essere che non abbia familiarita’ con i feuilleton d’avventura 🙂 pero’ le prime due serie mi erano piaciute.

           
        • Riccardo

          Fino a che lei non è tornata indietro di nuovo, la serie era piacevole e diciamo credibile a parte il viaggio nel tempo. Dopo è stato il disastro completo. Ora lei può dire qualunque cosa su cosa noi capiamo o no dei generi, ma è evidente che la stessa serie è mutata in peggio dal punto che ho scritto sopra all’immane esplosione di cazzate nel finale. Se è tutto normale nel genere, non trovo nulla di strano che la protagonista acquisisca la forza e diventi uno Jedi… ma si dai. Ora faremo i viaggi nel tempo per comitive…e non voglio parlare della presunta età dei protagonisti che neanche un po’ di trucco hanno sprecato…

           
  • Maurizio

    Una serie veramente bella che anche a 50 anni mi ha appassionato, ovviamente la prima stagione vuoi per la novità vuoi per i costumi dell’eopca, vuoi per la scoperta del cast è quella che mi ha appassionato di più, le altre comunque scorrono piacevolmente tra nuove scoperte e vecchi ritorni.
    Dove veramente secondo me gli sceneggiatori hanno “peccato” è nella terza, infatti mentre le prime due stagioni si svolgono in un’arco temporale di circa 3 anni, nella terza il tempo letteralmente vola avanti di venti con i protagonisti che invecchiano magicamente un episodio dopo l’altro, premesso che la storia regge io credo che avrebbero potuto gestirla meglio di come hanno fatto.

     
  • Laura Trambusti

    Ciao non riesco capire come uno come jemy si sia fatto incastrare da geneva mettendola incinta un’uomo come lui non sa come si fa? E l’altra è come abbia potuto sposare una come loghory quella che ha tentato di farla bruciare come strega mi dispiace ma in questo casi jemy si è dimostrato un vero c******e!