Everything Sucks! – Stagione 1 1


Everything Sucks! - Stagione 1L’abbiamo già detto tantissime volte: da spettatori, stiamo avendo la fortuna di vivere in un’epoca della televisione davvero esplosiva, sia in termini qualitativi che quantitativi. L’iperproduttività di network, cable e servizi streaming come Netflix (che un paio di settimane fa ci ha regalato Everything Sucks!) porta inevitabilmente alla luce show dalla resa finale discontinua, che variano dal capolavoro alla serie ben fatta, al classico un po’ insipido, al trash più puro fino a quegli show che davvero non riescono neanche a superare la sufficienza.

Everything Sucks!, diciamolo subito, si piazza a un livello medio in un’ipotetica classifica di qualità. Il plot, leggero come l’aria, è incentrato su un gruppo di nerd matricole del liceo di Boring (nomen omen), cittadina sonnacchiosa dell’Oregon, capitanati dall’aspirante regista Luke che si innamora presto della timida Kate, ragazzina del secondo anno e figlia del preside piuttosto confusa sul proprio orientamento sessuale. Amore e amicizia, quindi, e la lavorazione di un film che metterà insieme perdenti e vincenti della scuola, si piazzano al centro di una vicenda che è debitrice da una parte dell’immaginario di Glee – soprattutto della sua capacità di trattare con leggerezza e approfondimento l’alienazione da High School e la definizione dell’identità di genere e della personalità all’interno di un microcosmo che per sua natura tende invece ad appiattirle –, dall’altra dei meccanismi narrativi e delle atmosfere di Dawson’s Creek, ma che ha come più diretto e coerente riferimento il classico del coming of age televisivo (e capolavoro di Judd Apatow) Freaks and Geeks.

Everything Sucks! - Stagione 1Come Freaks and Geeks, infatti, Everything Sucks! ambienta la propria vicenda 20 anni indietro rispetto alla contemporaneità, in un 1996 che è una data puramente indicativa utile a raggruppare l’intero immaginario degli anni ’90, presentato all’interno della serie con una ricchezza di dettagli e reference impressionante e a tratti decisamente didascalica e invadente. La perfezione degli abiti, dello slang, degli oggetti e del setting sembra infatti spesso prendere il sopravvento sulla sostanza della storia rendendo la serie più un racconto sugli anni ’90 che un racconto ambientato negli anni ’90, in cui il periodo storico al tempo stesso domina la scena impedendo allo spettatore di identificarsi in qualcosa di universalmente riconoscibile, ma al contempo non riesce mai a giustificare questa propria invadenza. Everything Sucks! potrebbe, infatti, tranquillamente svolgersi nella contemporaneità senza aver bisogno di cambiare il proprio plot, dunque non c’è nulla nello show che giustifichi la scelta del periodo se non la ricerca di un effetto nostalgia puramente estetico.

Anche per questo, l’impressione più netta che si ricava dalla serie è quella di una sorta di creatura ibrida costruita in laboratorio a partire da un algoritmo di Netflix (che qui produce direttamente, con Ben York Jones e Michael Mohan come autori), impegnata a soddisfare egualmente due pubblici di riferimento. Il primo è quello dei trentenni, pubblico d’elezione del servizio di streaming, che sono continuamente stimolati – in maniera spesso forzatissima e didascalica – da una cascata di dettagli Nineties; il secondo è quello degli adolescenti, presumibilmente il pubblico che Netflix punta a “crescere” e fidelizzare, che dovrebbero invece identificarsi con la storia raccontata e con i personaggi propri coetanei, tutti costruiti con grande precisione sui classici trope del racconto di formazione. Un prodotto dalla confezione perfetta e a tratti molto piacevole, ma che sembra molto più interessato a parlare a pubblici ben precisi che a raccontare qualcosa di urgente e davvero originale, costruito per il binge watching senza l’intenzione di lasciare nello spettatore null’altro che una piacevole, rassicurante sensazione di nostalgia.

Everything Sucks! - Stagione 1Certo, la domanda che ci potremmo porre a questo punto è se questo sia davvero un problema, se ogni show debba essere a ogni costo costruito sul presupposto di creare un capolavoro e cambiare la storia della televisione. A questa domanda è inevitabile rispondere no, che soprattutto nell’attuale panorama tv così ampio è ragionevole aspettarsi l’esistenza di show costruiti scientificamente per incontrare i gusti di pubblici ben precisi, con lo stesso approccio con cui la Hollywood classica concepiva i suoi prodotti medi da Studios che in effetti rappresentavano la maggioranza della produzione, in grado da una parte di far guadagnare in sicurezza e dall’altra di fidelizzare il pubblico e fare da incubatore ad autori e interpreti.
Il problema reale, in Everything Sucks!, è in realtà un altro, che attiene non tanto alla sua derivatività o alla sua collocazione in termini di importanza artistica: perché al di là delle reazioni soggettive rispetto alla sua confezione, lo show pecca nell’unica cosa che dovrebbe costituirne l’obiettivo fondamentale, ovvero la costruzione di personaggi coerenti e ben sviluppati, in grado di stimolare quell’empatia e quell’identificazione nello spettatore che sono la conditio sine qua non di un teen drama ben riuscito. Con l’unica, meritevole eccezione del personaggio di Kate (nominalmente co-protagonista ma in realtà vero centro dell’interesse degli autori) a cui viene dedicato un arco di scoperta di sé dalla carica emotiva innegabile e impeccabilmente costruita, tutti gli altri caratteri sono perlopiù accennati, vittime di backstory poco efficaci o di virate caratteriali puramente plot driven, quando non letteralmente costruiti pedissequamente su uno o più cliché del genere.

Everything Sucks! - Stagione 1Prendiamo ad esempio il protagonista Luke, innamorato follemente di Kate fino a sconfinare nello stalking senza nessun motivo apparente, la cui fissazione viene chiarita solamente a metà della stagione dalla stessa Kate con un lungo spiegone, o la bella Emaline che nel giro di pochi giorni passa da etero a gay cambiando nel frattempo completamente personalità, senza una ragione chiara e a seguito di una singola conversazione con la stessa Kate. O anche la marginalità totale di McQuaid e Tyler, migliori amici di Luke cui la serie dedica spazio solo per inserire strategicamente momenti comici o drammatici. Per quanto lo show si sforzi di puntare sul realismo e sull’emotività, facendo anche un discorso non banale e delicato sull’adolescenza e sulla ricerca di se stessi anche attraverso l’amore, finisce sempre per dare la precedenza all’intreccio sui personaggi, creando così i presupposti per fallire l’identificazione e stabilire una distanza con lo spettatore che la forzatura dell’ambientazione e la derivatività del plot non fanno altro che rafforzare.
Altra parziale eccezione è lo spazio riservato alla love story tra i genitori, che davvero sembra aver assimilato in modo brillante la lezione dei classici (Dawson’s Creek, Life Unexpected, My So-called Life, ma anche i film di John Hughes) per creare una coppia deliziosa, dalle dinamiche interessanti e sempre ben bilanciate tra ruolo familiare e individualità.

Pur non essendo un fallimento totale, Everything Sucks! non riesce purtroppo quasi mai ad andare davvero oltre i pregi della qualità estetica e dell’ottimo ritmo della narrazione. Tra i suoi valori aggiunti c’è sicuramente quello di averci regalato un personaggio gay adolescente tormentato e tenero come quello di Kate – che è interpretato dalla bravissima Peyton Kennedy –, ma questo davvero non basta a renderla qualcosa di più che un semplice riempitivo. Un vero peccato, considerando la ricchezza del materiale a disposizione e l’occasione (mancata) di raccontare in modo avvincente un’epoca ancora così poco esplorata dalla nostalgia come gli anni Novanta.

Voto stagione: 6

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Informazioni su Eugenia Fattori

Bolognese di nascita - ma non chiedete l'età a una signora - è fanatica di scrittura e di cinema fin dalla culla, quindi era destino che scoprisse le serie tv e cercasse di unire le sue due grandi passioni. Inspiegabilmente (dato che tende a non portare mai scarpe e a non ricordarsi neanche le tabelline) è finita a lavorare nella moda e nei social media, ma Seriangolo è dove si sente davvero a casa.


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Un commento su “Everything Sucks! – Stagione 1

  • Federica

    Io forse avrei dato un voto in più, ma sono totalmente d’accordo con la recensione.
    Come dicevi, la nostalgia anni ’90 è ancora poco esplorata, e proprio per questo la serie è riuscita a far riaffiorare molti miei ricordi legati all’infanzia, supportata anche da una colonna sonora un po’ scontata, ma sicuramente efficace.
    Per esempio mentre vedevo quelle camicie a quadrettoni, subito la mente correva a Dawson e alle sue fisime mentali.

    Sui personaggi, a parte Kate, hanno fatto un lavoro veramente basilare, non sono riusciti a scavare più di tanto, e secondo me hanno pure preso spunto su certe dinamiche da Stranger Things, vedi il rapporto Oliver-Tyler. Solo l’atmosfera ha funzionato come si deve.

    Per quanto riguarda Emaline, io ho interpretato il cambio repentino del carattere come una mossa per adeguarsi a Kate, perché diceva nell’ottavo episodio, mi pare, che lei si considerava solo la ragazza di Oliver, e non riusciva a vedersi come una persona indipendente, con una propria personalità. Io l’ho vista più come “imitazione”, vedi anche la scena del piercing, per sentirsi apprezzata da Kate.