The Rain – 1×01 Stay Inside


The Rain - 1x01 Stay InsideContinua il progetto di delocalizzazione produttiva di Netflix che, dopo aver consegnato alla voracità degli spettatori i vari 3%, Suburra, Dark e O Mecanismo, ha reso disponibile ai suoi sottoscrittori The Rain, un drama proveniente dalla Danimarca rivolto ad un target di young-adult.

Il motore della narrazione è fin troppo semplice ma comunque efficace: una pioggia virale di origine ignota uccide chiunque entri in contatto con essa. Simone (Alba August) e Rasmus (Lucas Lynggaard Tønnesen), i due protagonisti, dopo essere stati tratti in salvo dal padre, rimangono nascosti in un bunker per sei lunghi anni, affrontando solitudine ed isolamento;  quando finalmente si decidono ad uscirne il mondo che li attende all’esterno non è più lo stesso.  Sullo sfondo della trama principale fluttuano i segreti di Apollon, un’organizzazione scientifica probabilmente collegata con la pioggia omicida, e il destino di Rasmus che sembra custodire dentro di sé l’antidoto alla calamità.

I presupposti di The Rain sono lineari e neppure troppo originali. Fin dalle prime sequenze saltano agli occhi le similitudini con tutta la fioritura di ambientazioni postapocalittiche alla The Walking Dead o The 100 – per non citare gli altrettanto numerosi precedenti cinematografici – senza che il prodotto ideato da Jannik Tai Mosholt, Esben Toft Jacobsen e Christian Potalivo faccia alcunché di particolare per scongiurare il rischio di ripetitività.
Il cast, con la August che interpreta il ruolo più importante di questo pilot, è madrelingua danese – esiste quindi un ulteriore scoglio connesso alla fruizione linguistica dello show – ed è composto da volti noti dello show-business scandinavo (la stessa August è figlia d’arte ed è considerata una delle giovani attrici più promettenti nel panorama europeo); in attesa di vedere il palco dei personaggi ampliarsi, i due giovani attori protagonisti calcano il palcoscenico con disinvoltura, destreggiandosi bene anche all’interno di una scrittura che non offre loro particolare spazio di manovra.

The Rain - 1x01 Stay InsideLo show cerca di sopperire all’assenza di guizzi con una messa in scena efficace e tecnicamente consapevole delle proprie possibilità. I fondi e i mezzi messi a disposizione da Netflix sono decisamente più importanti di quelli di una produzione europea media e i vantaggi sono visibili per tutti i quarantacinque minuti del pilot: siamo ben lontani dall’imponenza visiva del primo The Walking Dead ma le sequenze all’interno di una Copenaghen devastata e desolata sono di grande impatto, sottolineate da una fotografia che segue linee guida ben precise, utilizzando colori e luci – o la loro assenza – per rendere più incisive emozioni e stati d’animo.
Al di là di alcune scorciatoie e semplificazioni (Rasmus e Simone sono in splendida forma e perfettamente in salute nonostante abbiano vissuto sei anni in un bunker senza sole), The Rain non si comporta male e, in alcuni momenti, sembra far intravedere la possibilità di battere territori meno esplorati, avvicinando quei temi che The Leftovers ha affrontato con grande successo. Il pretesto di un ritorno alle origini fornito da una tragedia che investe la maggioranza della popolazione permette di inserire i personaggi in un ambiente privato delle sovrastrutture sociali comuni e di riportare il rapporto con l’altro e con il mondo ad una configurazione basica, in cui la lotta per la sopravvivenza è il punto di partenza per reimparare a vivere e a relazionarsi con gli altri, per riscoprire la propria umanità.

La successione frenetica degli eventi di questo pilot trasmette la forte decisione nel portare avanti il racconto e non ci sono momenti di noia, con un’ottima gestione dell’alternanza fra la tensione dell’azione e l’attesa. Anche il centellinare delle informazioni fornite allo spettatore è da manuale, con le risposte che conducono a nuove domande, nutrendo il meccanismo alla base dello streaming compulsivo su cui si fonda Netflix. Non sarebbe quindi una sorpresa se lo show dovesse riscuotere successo. La fortuna delle produzioni post-apocalittiche che ha influenzato il mondo seriale degli ultimi dieci anni è ancora sotto i nostri occhi e The Rain ha le carte in regola per accaparrarsi una fetta di quel pubblico.

Allo stesso tempo la serie danese corre il rischio di risultare indigesta agli spettatori più smaliziati e abituati a idee, scrittura e temi di ben altra fattura; ma si tratta, evidentemente, di una decisione ponderata dagli autori. Interpretato da giovani attori lo show si rivolge ad un pubblico altrettanto giovane, magari ai primi bocconi di serialità televisiva, in grado di appassionarsi alle vicende piene di suspense e mistero dei due fratelli. Per chi non si sentisse parte di questa categoria il consiglio è di soprassedere alla visione: non è mai una buona idea dare un giudizio definitivo dopo appena quarantacinque minuti ma sembra difficile che The Rain possa evolversi in qualcosa di completamente differente rispetto a quanto già mostrato.

Voto: 5

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