The Good Cop – 1×01 Who Framed the Good Cop?


The Good Cop - 1x01 Who Framed the Good Cop?Da molti anni, oramai, il tenore e le atmosfere delle serie crime si sono incupiti. A nominare il genere poliziesco nel panorama seriale, un tempo, l’immagine che balzava alla mente era la scanzonata coppia Sonny-Rico di Miami Vice (1984-1989). Oggi, il crime ha i connotati di un Criminal Minds (2005) o un NCIS (2003), prodotti dai toni ben più oscuri, avendo a che fare con casi da risolvere dalle tinte ben più fosche; un genere che ha sacrificato il suo lato più allegro per guadagnarne in profondità cupezza e, sotto certi aspetti, in profondità.

Uno dei creatori che si occupa di mantenere vivo e vitale il filone più tradizionale del poliziesco è Andy Breckman, già conosciuto per essere l’ideatore di Monk (2002-2009), uno show crime antecedente all’avvento delle piattaforme di streaming; un poliziesco che non si prendeva troppo sul serio, molto apprezzato dal pubblico. Quasi un decennio dopo, sulla piattaforma Netflix, sbarca la sua ultima fatica: The Good Cop, riadattamento di Breckman della serie israeliana HaShoter HaTov (2015-2017), nato con l’intento di creare qualcosa di “[…] giocoso, family-friendly ed una celebrazione della tradizionale risoluzione dei casi”come dichiarato in un’intervista.
Lo show mostra una sua naturale appartenenza al genere sin dalla sua presentazione, nel primo episodio “Who Framed the Good Cop?”; la sequenza iniziale ci presenta subito una scena notturna davanti ad un semaforo ed un significativo confronto tra i protagonisti, che precede la sigla d’apertura: un motivo acustico cantato da una voce roca, che ci accompagna nella visione di una grafica di fogli di giornale su cui sono scritti i titoli degli episodi.

The Good Cop - 1x01 Who Framed the Good Cop?La vicenda racconta delle avventure-disavventure di padre e figlio Caruso, Tony Jr. e Tony Sr., interpretati rispettivamente dal poliedrico Josh Groban e Tony Danza. I due sono legati non solo dal sangue, ma anche dalla loro appartenenza al dipartimento di polizia; il padre era un agente della peggior risma: corrotto, alle volte violento e con un infimo senso di giustizia, ma che, dopo essere stato incarcerato per l’eccessivo abuso del suo ruolo, cerca redenzione e di rientrare gradualmente nelle regole della società e nella vita del figlio.

Quest’ultimo, Tony Jr., è di tutt’altra pasta: ligio al dovere, corretto sino alla pedanteria, come se fosse una reazione alla dissolutezza del genitore, che viene guardato con diffidenza, anche nelle sue dimostrazioni di affetto e nel suo tentativo di cambiare. Nelle serie di questo stampo ci si aspetterebbe che fosse il poliziotto “cattivo” a prevalere su quello “buono”, ma ecco che, in un capovolgimento dei ruoli, è il poliziotto “buono”, il figlio, ad essere la figura centrale dello show, scardinando appena lo stereotipo del protagonista con il distintivo, ma brutale, tipico dell’hard boiled. Il padre stesso, che dovrebbe incarnare il virile macho del poliziesco, sembra voler scrollarsi di dosso tutti i tratti che lo renderebbero riconoscibile, sia ai personaggi dello show che agli stessi spettatori. Tony Sr. apparirà sin da subito come un padre di famiglia affettuoso e disponibile, tanto da chiedersi se sia davvero cambiato e perché Jr. sia così freddo, alle volte persino impertinente nei suoi confronti.

The Good Cop - 1x01 Who Framed the Good Cop?Questo rapporto si dimostra convincente ma altalenante nel confronto tra le sue due parti; spesso è come se le loro scelte, il loro rapporto, si adattassero alla storia più che il contrario. Un esempio è quando Tony Jr. ha bisogno di Sr. e del suo modo di pensare fuori dagli schemi, quasi randagio, in contrapposizione con quello del figlio, metodico e diligente, costretto a cercare l’aiuto del padre nella più classica, forse un po’ troppo classica, richiesta d’aiuto per un caso scottante. Proprio questo caso, tuttavia, potrebbe essere l’elemento più interessante nel racconto proposto dalla prima puntata dello show: i protagonisti vengono messi di fronte ad una matassa ardua da sbrogliare e le loro azioni, di fronte a dei veri, grandi ostacoli, si dimostrano sin troppo plastiche, come confezionate su di misura per essere prevedibili, ma eseguite in una maniera che diverte, in modo da non annoiare.
Un punto di forza che risalta in The Good Cop è anche la buona dose di umorismo, che si palesa sin dal primo episodio e strizza l’occhio alle gag del più famoso Brooklyn Nine-Nine, pur senza eguagliarle. Ma anche il lato più d’intrattenimento porta i suoi dubbi: le sequenze più serie e le scene comiche si susseguono senza interferire le une con le altre, forse in maniera troppo ordinata per una serie che dovrebbe fare dell’umorismo uno dei suoi elementi focali. Se la nuova creatura di Breckman si possa dire un amalgama riuscito tra lo spirito moderno del crime e la commedia è presto per dirlo, perché se l’episodio pilota mostra buone carte da giocare, nel promettente rapporto tra i protagonisti ed in un rispettabile cast di personaggi secondari, è anche d’uopo considerarne i difetti.

The Good Cop - 1x01 Who Framed the Good Cop?The Good Cop è vittima del suo stesso tentavo di fondere il genere crime e la commedia, che è il suo punto di forza ed al contempo la sua più grande limitazione. Tenendo fede alle intenzioni del suo creatore, lo show si presenta esattamente come dovrebbe essere e nulla di più, e questo rischia, a lungo andare, di essere una pecca. Ma è pur vero che il primo episodio è sempre un’introduzione ed un modo di gettare le basi per il futuro; in questo, “Who Framed the Good Cop?” lascia ben sperare. I personaggi di contorno, tra i cui nomi spiccano Monica Barbaro (Stichers, Hawaii Five-0) e Isiah Withlock Jr. (The Mist, Law & Order), sono ben delineati ed il duo al centro della vicenda dimostra una buona alchimia nonostante gli alti e i bassi. La partenza è tiepida, di maniera, ma è valida, anche se è certo che The Good Cop non sia per chi è in cerca di un poliziesco come si intende oggi, ma piuttosto per chi desidera poco meno di un’ora di sano e ben fatto intrattenimento.

Voto: 6 ½ 

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