Glee – 2×13 Comeback


Glee - 2x13 ComebackE’ sempre difficile per una serie tornare in tv dopo la puntata di San Valentino, soprattutto se l’episodio in questione è stato abbastanza decente da far temere il peggio per quelli successivi (ormai con Glee è un classico…e il fatto che nella precedente “Silly Love Songs” non abbiano distrutto l’omonima canzone di Paul McCartney, mi ha portato automaticamente a pensare ai disastri che dovranno per forza avvenire in futuro, tipo legge del contrappasso).
In questa puntata il concetto di base – e propongo di ringraziare gli autori per il solo fatto che ci sia – è quello del “ritorno” a qualcosa che ci manca, che avevamo e che non abbiamo più a causa di quegli eventi destabilizzanti che capitano a tutti almeno una volta nella vita: vediamo quindi quali storie vengono raccontate in questo episodio.

– Sue Sylvester’s Comeback
Dopo essere diventata “Loser of The Year” e aver subìto l’abbandono delle sue più fedeli Cheerios!, Sue entra in un tunnel distruttivo senza uscita che la porta, ora più che mai, a volere la cancellazione del Glee Club; complice una decisione di Emma, si ritrova suo malgrado a dover seguire le lezioni di Schuester e ovviamente cerca subito di mettere zizzania tra le due dive – Rachel e Mercedes – per far saltare il gruppo dall’interno. Il suo piano fallisce e questa cosa mi è piaciuta parecchio, perché finalmente vediamo delle ragazze non manipolabili fino in fondo, ma capaci di mantenere rapporti di amicizia che vadano oltre le mere scaramucce in stile “Io son più brava di te”; tuttavia, come sappiamo, Sue non si arrende così facilmente e, entro la fine dell’episodio, verrà rivelato il suo nuovo piano d’attacco, non prima però di aver mostrato un po’ del suo lato umano.

Già altre volte si è provato a far convivere diversi aspetti di Sue Sylvester, ma è un lavoro difficile perché, se da un lato l’eccesso di cattiveria può farla apparire quasi caricaturale, dall’altra attribuirle comportamenti contraddittori la fa sembrare leggermente bipolare; in questa puntata, però, il tutto è stato rappresentato in modo molto fluido. La scena dell’ospedale sicuramente porge il fianco ad alcune critiche – smuovere l’animo di qualcuno portandolo tra bambini malati di cancro è un’operazione delicata – ma sfido chiunque a non aver apprezzato la gara tra i bimbi di Sue e quelli di Will che cantano una splendida e significativa “Let The Sunshine In”. Il pezzo finale, poi, si incastra perfettamente in questo percorso: Sue decide di cantare insieme ai ragazzi l’ultimo singolo dei My Chemical Romance, Sing, il cui ritornello rappresenta proprio la capacità della musica di “farci tornare” a noi stessi e alle cose davvero importanti.
Sing it for the boys,
sing it for the girls.
Every time that you lose it,
sing it for the world.
Sing it from the heart,
sing it till you’re nuts,
sing it out for the ones
that’ll hate your guts.
Sing it for the deaf,
sing it for the blind,
sing about everyone
that you left behind.
Sing it for the world.

Proprio in nome della musica, alla fine della puntata Sue trova un modo – finalmente uno nuovo – per distruggere il Glee Club: combattere sullo stesso campo di battaglia.

– Rachel’s Comeback
Da quando Rachel ha deciso che è grande abbastanza da sapersela cavare senza un ragazzo accanto – a maggior ragione se il ragazzo in questione è Finn, aggiungerei – ha capito che è ora di tornare sulla cresta dell’onda, di essere quella che è diva, sa di esserlo e lo ricorda al mondo firmandosi sempre con una stellina in fondo al nome: l’esibizione della settimana precedente sulle note di Firework era stata perfetta nell’esprimere questa intenzione.
E in questa puntata, invece, che succede? Il “ritorno” di Rachel passa attraverso la necessità di essere trendsetter della scuola – e perché no, del mondo – sfruttando Brittany e la sua popolarità per lanciare mode discutibili e far girare il suo nome.
In una parola e senza ulteriori indugi: WTF?!?
Non penso ci sia bisogno di commentare oltre.

– The Boys’ Comeback
Questa parte della puntata è la classica “poteva andare molto meglio, ma è andata molto peggio”.
Trama: dopo l’ondata ormonale di San Valentino, le ragazze sono andate in down e hanno perso interesse per i loro ragazzi – o ne hanno acquisito per altri, vedi Quinn e il suo inspiegabile “ritorno” a Finn. Sam (quello con le labbra enormi) decide che è ora di fare qualcosa per questo problema, soprattutto da quando la sua adorata Quinn si è presa la mononucleosi da Finn (non certo slinguazzandoselo per ore negli anfratti della scuola, ma salvandolo da morte certa con un bacio che gli ha impedito di strozzarsi con una cicca. E che forse l’ha ritrasformato in rospo, ma non divaghiamo).
Sviluppo: “visto che le ragazze non ci cagano più, mettiamo su una band in onore del loro idolo!”
Fino a qui, tutto – quasi – bene, l’idea è carina e offre un discreto gancio per cantare qualche buona canzone.
Peccato che il cantante più figo dell’universo sia… Justin Bieber.
E che il gruppo si chiami… The Justin Bieber Experience.
Ho sperato fino all’ultimo che, visto il livello delle scene, questo fosse un modo per rendere ancora più ridicolo il presunto cantante: poi ho pensato che a ‘sto ragazzetto pagano pure i diritti, quindi dubito che l’abbiano fatto per prenderlo in giro.
Peccato, io l’avrei fatto comunque.

Voto: sarebbe 6 perché, parliamone, un episodio su Bieber anche no.
Però ci sono un paio di scene carine e soprattutto un tentativo di lasciarsi alle spalle le puntate schizofreniche, quindi mi lancio con un 6 ½, perché sono infinitamente buona.

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Informazioni su Federica Barbera

La sua passione per le serie tv inizia quando, non ancora compiuti i 7 anni, guarda Twin Peaks e comincia a porsi le prime domande esistenziali: riuscirò mai a non avere paura di Bob, a non sentire più i brividi quando vedo il nanetto, a disinnamorarmi di Dale Cooper? A distanza di vent’anni, le risposte sono ancora No, No e No. Inizia a scrivere di serie tv quando si ritrova a commentare puntate di Lost tra un capitolo e l’altro della tesi e capisce che ormai è troppo tardi per rinsavire quando il duo Lindelof-Cuse vince a mani basse contro la squadra capitanata da Giuseppe Verdi e Luchino Visconti. Ama le serie complicate, i lunghi silenzi e tutto ciò che è capace di tirarle un metaforico pugno in pancia, ma prova un’insana attrazione per le serie trash, senza le quali non riesce più a vivere. La chiamano “recensora seriale” perché sì, è un nome fighissimo e l’ha inventato lei, ma anche “la giustificatrice pazza”, perché gli articoli devono presentarsi sempre bene e guai a voi se allineate tutto su un lato - come questo form costringe a fare. Si dice che non abbia più una vita sociale, ma il suo migliore amico Dexter Morgan, il suo amante Don Draper e i suoi colleghi di lavoro Walter White e Jesse Pinkman smentiscono categoricamente queste affermazioni.

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