What does the bee do? Bring home honey.
And what does Father do? Bring home money.
And what does Mother do? Lay out the money.
And what does baby do? Eat up the honey.
La filastrocca cantata dalla figlia di Margaret, il cui incipit dà il titolo all’episodio, esprime in modo semplice e conciso le dinamiche familiari di casa Thompson ed il ruolo centrale che ha il denaro, motore di tutto.
“It’s always about money”, dice infatti Nucky a Chalky, sperando di cavarsela con un risarcimento alle famiglie delle vittime dell’agguato del KKK.
Ma a Chalky questo non basta: uscito di galera, si trova completamente impotente ad affrontare il malcontento della sua gente. Questo stato di impotenza si manifesta anche sul piano familiare, dove una semplice mancanza di scelta per cena, lo fa andare su tutte le furie. Chalky, senza l’aiuto di Nucky, non riesce più a mostrarsi un uomo potente ed importante, capendo quanto la sua posizione dipenda esclusivamente dalle concessioni del tesoriere di Atlantic City.
Ma l’impotenza è un tema trasversale di questo episodio, che tocca in particolar modo le vicende della famiglia Darmody. Gillian, conscia della debolezza fisica del marito, lo fa eccitare fino a fargli venire un ictus (fatto di proposito? Certamente si) per autoservirsi su un piatto d’argento la possibilità di una piccola vendetta: come lui, che durante quel primo incontro aveva abusato di una ragazzina senza difese, ora è lei a schiaffeggiare un uomo del tutto impotente. La scena tra i due, è tanto sensuale in apertura di episodio (una Gretchen Mol bellissima) quanto struggente nella scena finale, tra il racconto così malinconicamente dettagliato di Gillian, e la rabbia incontrollata con la quale colpisce un uomo paralizzato da un ictus.
Ora che il Commodoro è fuori uso, per la contentezza di Eli (It’s a fucking vegetal), le responsabilità per Jimmy aumentano: se nella puntata scorsa l’avevamo visto in veste di businessman a New York, il giovane si è ora spostato a Philadelphia per fare affari. Non è consapevole, tuttavia, che il terreno di battaglia della sua guerra con Nucky non è più solo Atlantic City: Enouch, infatti, si è accordato con Rothstein per fare arrivare i suoi alcolici proprio nel porto di Philadelfia (a causa degli accordi tra il Commodoro e la Guarda Costiera) sotto il controllo di Waxey Gordon, ora concorrente (leggasi “nemico”) di Jimmy per via dei suoi nuovi affari. Ne vedremo sicuramente delle belle tra i due, soprattutto ora che Nucky si è liberato delle indagini sui brogli elettorali (ora che sono su livello federale, grazie allo spostamento tra stati di prostitute, il procuratore può aiutarlo) e può passare al contrattacco: l’esplosione della cascina contenente tutto il carico di alcolici di Jimmy e soci, non è certo un colpo che passa inosservato e genererà conseguenze imprevedibili. Anche per il fatto che due poliziotti proibizionisti sono rimasti feriti nell’esplosione mentre indagavano su alcuni comportamenti sospetti del loro capo Van Alden. Quest’ultimo, infatti, ha affari poco chiari con Mickey Doyle e sarà sicuramente protagonista nei prossimi episodi per chiarire tale situazione e perché avrà capito che ad Atlantic City c’è una guerra in corso per il traffico di alcolici. E, diciamocelo: Van Alden in questi primi 4 episodi ci è mancato molto. È uno dei personaggi più interessanti, complessi e meglio riusciti del telefilm e merita sicuramente più spazio del semplice destreggiarsi tra la puttana trattata da regina, e la regina trattata da puttana.
Proprio le donne, infatti, sono forse il tema più importante dell’episodio.
In cerca di compagnia, come la moglie di Van Alden, in cerca di vendetta, come Gillian, in cerca di emancipazione, come Margaret e Angela. La prima, cerca di farsi valere nella gestione delle finanze familiari (And what does Mother do? Lay out the money) provando a ridurre lo stipendio alle cameriere e mettendo da parte, di nascosto, soldi del compagno.
La seconda, invece, ci regala una splendida sequenza con un altro personaggio misterioso quanto interessante: il veterano di guerra Richard Harrow.
La ricerca di una emancipazione artistica di Angela, che subì un duro colpo con il fallimento della fuga in Europa con la sua amante, continua ad emergere tra le mura di casa e qui offre uno spunto per un confronto con Richard: quest’ultimo, infatti, accetta di farsi ritrarre e racconta interessanti dettagli della propria vita, dall’amore di sua sorella a quanto la guerra l’abbia cambiato.
Affascinante scelta stilistica, poi, quella di rendere la scena stessa un’espressione metaforica del racconto di Richard: il farsi fare un ritratto da Angela, infatti, rappresenta il mettersi in mostra – confessando il proprio passato – di fronte a lei; così come l’azione del togliersi la maschera rappresenta una totale apertura, uno smascheramento, riguardo i sentimenti, anche più segreti, che porta con sé.
Episodio dunque molto bello, che riesce in soli 50 minuti a porre l’attenzione su svariati personaggi, scavando nelle loro personalità, caratterizzandoli, mettendoli a nudo come solo poche serie sanno fare. E’ sempre difficile bilanciare pesonaggi e trama, ma Boardalk Empire riesce a fare entrambe le cose insieme, o come conseguenza l’una dell’altra.
La fotografia, come al solito sontuosa, si sposa bene con la regia d’autore e, insieme alle splendide musiche e ad una ricostruzione storica meticolosa, ci fa rivivere per un’ora le atmosfere degli anni 20, regalandoci un senso di appagamento dopo ogni visione.
Voto: 9
