Breaking Bad – 4×13 Face Off 10


Breaking Bad - 4x13 Face OffQuando una stagione come questa quarta di Breaking Bad arriva alla fine, lascia la sensazione che per molto tempo non vedremo più qualcosa di simile. E’ difficile, infatti, trovare in un solo prodotto tutto quello che questa serie è in grado di offrirci: dall’ottimo cast all’approfondita introspezione psicologica dei personaggi, dall’intreccio ben congegnato alla presa in giro dei presupposti da cui si erano prese le mosse.

Dico questo perché con l’inizio della stagione sembrava chiaro che quello che ci trovavamo davanti fosse il secondo tempo di un lungo racconto chiamato “The rise and fall of Walter White”; e più le puntate andavano avanti, più ci sembrava di assistere ad un declino sempre più rapido e sempre più devastante di questo pover’uomo, questo professore di chimica diventato bad guy in fase di emergenza e in quel momento incastrato in vicende più grandi di lui.
Il fatto è che quella che abbiamo davanti non è la storia di un villain fatto e finito; è la narrazione delle vicende che portano una persona qualunque a trasformarsi in cattivo, non già ad esserlo. Ecco che dunque quello che osserviamo non è la strada di perfetta crudeltà, di studiato cinismo e di machiavellica genialità di un cattivo già costituito; bensì la costruzione del villain stesso, che ovviamente, come ogni esperimento che si rispetti, procede per trial & error.

Di errori Walt ne ha fatti tanti e spesso questi sono stati causati dal suo enorme ego, bisognoso di riconoscimento e di apprezzamento. La frenata a questo sistema di decadimento e di errore continuo l’ha data il finale della 4×11, con quella risata isterica e devastante che assume contorni ancora più gravosi ora che sappiamo come sono andate successivamente le cose.
E’ in quel momento che Walt ha capito che, in quanto villain-junior, doveva fare il salto di qualità; doveva tentare qualcosa di più, qualcosa anche di estremamente pericoloso che però fosse in grado di ribaltare le carte in tavola a suo favore.

Già dallo scorso episodio molti ipotizzavano che fosse stato Walt, e non Gus, ad avvelenare Brock; io, lo ammetto, ero tra quelli che non volevano credere ad una cosa del genere, che non volevano accettare che Walt fosse arrivato a dare della letale ricina ad un bambino per salvare i suoi figli.
L’aver optato per delle bacche di mughetto, che rappresentano un tipico caso di avvelenamento nei bambini proprio per il loro colore invitante, rende la decisione a mio avviso estremamente più plausibile e in character: non perché allora la questione diventi lecita, ovviamente, ma perché Walter non è Gus; non pensa di uccidere bambini come se niente fosse e non avrebbe mai avvelenato Brock con della ricina (sicuramente letale, secondo quanto ci raccontava proprio lui), preferendo di gran lunga il rischio; quello che può condannarlo, che può fargli fare un gradino in più nella scala della sua trasformazione, ma che può ancora salvarlo, qualora le cose vadano per il verso giusto.

Breaking Bad - 4x13 Face OffE lo vediamo, quel sollievo sulla sua faccia alla fine della puntata, quando scopre che il bambino sta bene; quando realizza che ha giocato con il fuoco e che ha vinto senza se e senza ma, senza effetti collaterali, senza innocenti sulla coscienza. Ha rischiato, tantissimo, eppure ha vinto, apparentemente evitando conseguenze troppo gravi.
Non a caso questo episodio – che tuttavia ritengo leggermente inferiore al penultimo, vero motore del finale di stagione – vede l’immobilità di tutti tranne che di Walt; è lui che si muove da una parte all’altra della città, che affronta ostacoli riuscendo a superarli tutti solo grazie ad una prontezza e ad un’intelligenza che sembrano finalmente ritrovate, dopo tante puntate in cui erano state sommerse solo dal suo ego.

Breaking Bad - 4x13 Face OffEppure, in questa strada lastricata di successi, troviamo più di un gradino della sua discesa agli inferi, non solo quello di Brock. Pensiamo alla vicina di casa, sfruttata come strumento di controllo e potenziale vittima degli uomini di Gus – e Walt sa che il rischio è quello, come mostra la sua espressione sollevata non appena la sente al telefono; pensiamo all’omicidio di Gus, programmato sì da molto tempo, ma raggiunto solo dopo aver convinto un’altra persona a suicidarsi – tio Salamanca non sarà stato un brav’uomo, e i miei incubi sul suo campanello lo testimoniano, ma non dimentichiamo che è un’altra vita sulla coscienza di Walter; infine pensiamo anche a Hank, trascinato alla DEA presumibilmente per attirare l’attenzione degli uomini di Gus, con l’eventualità che loro stessi tentassero qualche azione contro di lui.

Breaking Bad - 4x13 Face OffLa cosa più preoccupante è che tutti questi rischi sono andati a buon fine; è questo che porta Walter a quel “I won” finale, a quella sensazione di invincibilità e di soddisfazione dovuta al suo essere sceso ancora di qualche gradino, di aver messo in gioco ancora un altro pezzo di anima e non solo di aver vinto tutto, ma di averci anche provato gusto (soprattutto perché ora c’è qualcuno di esterno che sa tutto: Skyler). E’ un Walter che si è ritrovato e si è riconosciuto nella sua anima più nera; è un Walter in inquietante armonia con se stesso, come anche i colori sembrano suggerire – non dà una sensazione di risolutezza quella camicia intonata agli occhi, che si vede interamente e senza giacca proprio sul finale?

Passiamo ai momenti clou dell’episodio.
La scena della distruzione del laboratorio è sicuramente una delle più riuscite dell’intero episodio. Anticipata dalla frase “Gus is dead. We have work to do”, non a caso rimanda alla prima puntata e all’unica frase pronunciata da Gus in quell’occasione dopo aver ucciso Victor (“Well, get back to work”), come a sottolineare un parallelo e a ricordare che ora c’è stato un cambio al posto di comando.

Breaking Bad - 4x13 Face OffL’alleanza tra Walter e Jesse, sancita ancora di più dalla loro ritrovata comunione d’intenti, mostra quasi subito le sue crepe quando Pinkman capisce che non è stato Gus ad avvelenare Brock e chiede conferma a Walter del fatto che mister Pollos dovesse davvero morire (“So Gus didn’t poison him after all. Still, he… he had to go, right?”)
Cosa succederà quando Jesse scoprirà che è stato Walter ad avvelenare Brock? Quando si chiederà “Sì, ok, ma allora chi mi ha rubato la sigaretta e perché”? E quando capirà che è stato sempre Walt a lasciare morire la sua ragazza? Cosa accadrà alla nostra coppia ritrovata quando sarà ormai evidente e irrecuperabile la trasformazione di Walter?
Direi che di carne al fuoco per la prossima stagione ne abbiamo, eccome.

Chi non ritroveremo l’anno prossimo sarà Gus e, se da un punto di vista personale sono seriamente dispiaciuta perché adoro Giancarlo Esposito, dall’altro, guardando le cose con occhio un po’ più critico, questa scelta risulta praticamente inevitabile; non era più possibile tenere entrambi all’interno della storia e uno dei due se ne doveva andare. Sull’ultima scena riservata a Gus se ne sono già dette di ogni tipo, da “figata pazzesca” a “non c’entra nulla con la serie”, “era francamente evitabile” e simili. Personalmente (e qui mi dispiace, ma c’è poco di oggettivo e molto di personale) ho trovato la resa grafica della faccia di Gus assolutamente fuori dallo stile di Breaking Bad; non è una questione di trash, di splatter, di Tarantino o di Terminator, è proprio che è stato un “troppo” che ha stroppiato. Ci stava che uscisse con le sue gambe dalla stanza (anche per farci provare quell’ultimo brivido da “O-mio-dio-si-è-salvato”) e ironicamente ci sta anche il suo aggiustarsi la cravatta prima di morire (anche se non l’ho trovato proprio indispensabile, ecco); ma per quanto la faccia possa ricordare il celebre orsacchiotto di passate memorie (e collegarsi dunque al primo episodio di questa stagione, in cui Skyler trova l’occhio in un cassetto), mostrarlo così face off è stata secondo me una scelta poco felice.

Questa season finale ha segnato definitivamente il ritorno di Walter, con una nuova ascesa verso l’olimpo dei vincitori, che è però allo stesso tempo caduta, crollo, sempre più in basso verso l’amoralità e la perdita di sé – un dualismo che suscita repulsione e attrattiva, accettazione e rifiuto, vita e morte, vere tematiche di tutta questa stagione.
Parlando strettamente dell’episodio, la seconda parte risulta significativamente più interessante e tesa della prima, anche se rimango dell’avviso che la vera svolta di tutta la stagione parta con il finale della 4×11 Crawl Space e coinvolga interamente il penultimo episodio End Times.

Un finale se vogliamo anche inaspettato che però, a differenza di quanto possa sembrare, non lascia sereni; non concordo con chi l’ha visto come potenziale series finale, perché arrivati a questo punto io voglio vederne ancora; voglio sapere chi era davvero Gus e voglio vedere la resa dei conti, che non è stata quella risolta in questa puntata con una bomba, ma sarà solo quella di Walter con se stesso.

Voto puntata: 8/9

Voto stagione: 9 1/2

 

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Informazioni su Federica Barbera

La sua passione per le serie tv inizia quando, non ancora compiuti i 7 anni, guarda Twin Peaks e comincia a porsi le prime domande esistenziali: riuscirò mai a non avere paura di Bob, a non sentire più i brividi quando vedo il nanetto, a disinnamorarmi di Dale Cooper? A distanza di vent’anni, le risposte sono ancora No, No e No. Inizia a scrivere di serie tv quando si ritrova a commentare puntate di Lost tra un capitolo e l’altro della tesi e capisce che ormai è troppo tardi per rinsavire quando il duo Lindelof-Cuse vince a mani basse contro la squadra capitanata da Giuseppe Verdi e Luchino Visconti. Ama le serie complicate, i lunghi silenzi e tutto ciò che è capace di tirarle un metaforico pugno in pancia, ma prova un’insana attrazione per le serie trash, senza le quali non riesce più a vivere. La chiamano “recensora seriale” perché sì, è un nome fighissimo e l’ha inventato lei, ma anche “la giustificatrice pazza”, perché gli articoli devono presentarsi sempre bene e guai a voi se allineate tutto su un lato - come questo form costringe a fare. Si dice che non abbia più una vita sociale, ma il suo migliore amico Dexter Morgan, il suo amante Don Draper e i suoi colleghi di lavoro Walter White e Jesse Pinkman smentiscono categoricamente queste affermazioni.


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10 commenti su “Breaking Bad – 4×13 Face Off

  • Marco

    una piccola curriosità: quando a un pollo tagli la testa, il corpo continua comunque a muoversi per più di un minuto.
    Ti ricorda qualcuno? 🙂
    Anche a me inizialmente la scena di Gus non aveva convinto, ma a mente fredda e considerato anche questo parallelismo, devo dire che mi è piaciuta

     
    • xfaith84 L'autore dell'articolo

      sì, avevo letto in giro anche questo parallelo; dal mio punto di vista, però, non cambia di una virgola il mio non apprezzamento, che è principalmente riferito alla resa visiva del face off =)
      🙂

       
      • Daniele

        pienamente daccordo con te, (sulla resa visiva del “face off”) cio’ non toglie che poteva anche uscire paperino da quella stanza, ma rimane pur sempre (e qui tutti concordi) un Capolavoro. Eccezionale il “tocco” della cravatta!

         
  • zpeppe89

    bè l’ascesa da villain di walt si può spiegare con il fatto che abbia il cancro. Molti dicono che le persone cambiano il loro modo di essere in negativo perchè è il cancro ad agire…
    gus doveva per forza morire. L’ultima stagione sarà un hank vs walt e secondo me sarà Jessie ad ucciderlo, prima della malattia. Sarà senza dubbio spettacolare! Di questa serie ho apprezzato quasi tutte le puntate, ad eccezione di quella dedicata alla mosca -.-

     
  • Algol

    Capolavoro da applausi! Questa è senza dubbio la quinta essenza della cinematografia!
    “[…] lascia la sensazione che per molto tempo non vedremo più qualcosa di simile” hai scritto: è esattamente quello che ho provato subito dopo la chiusura, mentre nella mia mente ritornavano le note di una colonna sonora perfetta, “Black” di Danger Mouse & Daniele Luppi. I lunghi silenzi amplificano la tensione, ma la musica, quando c’è, è unicamente perfetta: per esempio “Freestyle” Taalbi Brothers nella scena della distruzione del laboratorio… Non faccio che riascoltarla.

    Complimenti per la recensione xfaith! Condivido praticamente tutto, compreso il commento sul tanto discusso splatter della scena di Gus. Il mio voto è però più alto, 9 e 1/2 alla puntata (1/2 in meno solo per quella scena incriminata) ma 10 all’intera stagione, per tutte le emozioni che mi ha regalato in questi mesi.

    Sono appagato da questo finale, sereno, una bellissima sensazione grazie alla quale, per la prima volta, l’attesa della prossima stagione sarà per me meno lunga…

     
  • lv

    Peccato che una serie così straordinaria, con un finale così perfetto (soluzioni trovate e dubbi inquietanti instillati per il futuro) debba essere trattata con tanto moralismo piccolo borghese… Consiglio xfaith84 di provare a leggere la serie come una narrazione simbolica (e perciò necessariamente estremizzante) delle dinamiche NORMALI che guidano i comportamenti industriali, finanziari, politici, sociali. Forse la discesa agli inferi potrà finalmente apparirle per quello che è, e cioè come un progressivo e “realistico” incarnarsi della storia nei meccanismi reali del mondo. Un altro consiglio: capisco che oggi si legge poco, ma senza una lettura di Nietszche difficilmente si riesce a comprendere l’uomo contemporaneo. Forse il produttore esecutivo di BB non ha letto Nietszche, ma il sistema di vita in cui è inserito glielo fa capire lo stesso. Chi non ha quelle opportunità dovrebbe almeno studiare di più.

     
  • xfaith84 L'autore dell'articolo

    Ti ringrazio innanzitutto per il tuo contributo. Apprezzo sempre un ulteriore punto di vista, dato che non ritengo il mio dotato di verità assoluta. Tuttavia, apprezzo meno quando queste idee vengono fatte cadere dall’alto come se fossero l’unica visione possibile. Lo apprezzo ancora meno quando il tutto è corredato da “consigli” che, lungi dall’essere tali, appaiono in realtà per quello che sono: frasi che dovrebbero essere “educative” ed “istruttive” per la povera gente che non la pensa come te.
    Da quale elemento, poi, tu sappia magicamente dedurre quali e quante siano le mie letture, rimane un mistero: non mi risulta che tu mi conosca.
    Quindi: sei il benvenuto su questo blog (in cui, ricordo, si esprimono pareri) se l’atteggiamento è quello di discutere insieme, di scambiarsi opinioni o di proporre teorie e idee.
    Se invece l’atteggiamento è “io so’ io, voi non siete un cazzo”, quella è la porta. Il confronto nasce dall’umiltà e dal rispetto per le idee altrui, tutto il resto è solo spocchia.

     
  • Alez

    Bellissima serie, volevo commentare la personalità di walter che da molti appare confinata al male assoluto.
    Non so d’accordo, vero uccidere è immorale, ma possiamo leggerla come una difesa, della sua vita e della sua famiglia.
    Uccisioni di assassini che nessuno piangerà, trovo molto più cruda la morte del chimico alla prima puntata da parte di Jessie.
    Uccise un uomo, non un assassino, è discorso diverso..
    Insomma bisogna adeguarsi al mondo in cui si ci trova, Jessi spara come un gangster qualsiasi e Walter fa fuori i cattivi.
    Ora gli aspetta lo scontro finale.

     
  • tester

    wooow….quante sfacciettature hai trovato,complòimenti per l’articolo….e pensare che io non avevo neanche capito che era stato Walter ad avvelenare Brock con delle bacche(quelle vicino alla sua piscina con un cartellino o non so che nel vaso visto alla fine dell’episodio),ad esser sincero pensavo che fossero stati i 2 uomini che vedeva Walt attraverso il cannocchiale quando,fermo dentro la sua auto a pochi metri da casa,chiamava la sua vicinata(quella vecchia) fingendo di aver paura che il fuoco rimasto accesso a W.J. nel camino potesse aver causato un incendio solo per poter capire la situazione all’interno della casa….lololol…comunque questo è cinismo…WALT è CINICO!!ihihih,è 1 BIG.

     
  • OrsoBruno

    Un finale di stagione davvero eccellente per una serie televisiva in assoluto fra le migliori mai prodotte. Purtroppo, però, niente è perfetto e la scena successiva all’esplosione nella casa di riposo, con Gus che esce sulle sue gambe dalla stanza distrutta, senza mezza faccia e trova il tempo di sistemarsi la cravatta quando di fatto è praticamente già morto, è francamente ridicola e fa letteralmente cadere le braccia. Una delle peraltro poche cadute di stile in una sceneggiatura di qualità altissima, ma che proprio per questo spicca ancora di più nella sua assurdità. Il voto alla puntata sarebbe 9 pieno, ma mezzo punto buono se ne va per quella scena da film di Tarantino, qui assolutamente fuori luogo. Concordo sul voto alla stagione, 9 e 1/2, il 10 si dà alla perfezione e, per quanto davvero eccellente, Breaking Bad non è perfetto. Ma che cosa lo è del resto?