Homeland: 1×03 – Clean Skin


Homeland: 1x03 - Clean SkinDopo un episodio calante, Homeland torna a stupirci con questa terza puntata carica di pathos e suspance. Inutile sottolineare ancora una volta come l’interesse principale di questa serie, e il motivo maggiore per cui il plot è interessante ed emotivamente carico, stia nel valore degli attori protagonisti. In questo episodio, un Damian Lewis un po’ in sordina, ma sempre molto ambiguo (e inquietante), lascia maggior spazio alla caratterizzazione di Carrie, che Claire Danes delinea nuovamente con maestria.

Carrie è un personaggio che più lo conosciamo e più ci rendiamo conto di quanto sia triste. Apparentemente senza scrupoli e senza remore (non si pone problemi a fissare sullo schermo ogni mossa, anche la più minuscola, della famiglia Brody, quindi anche le scene più intime, come gli incontri sessuali di Nick con la moglie), eppure così dannatamente fragile e sensibile, da sembrare quasi la contraddizione fatta persona!

L’episodio in realtà segue due linee narrative: da un lato abbiamo l’indagine di Carrie sul conto del principe che probabilmente collabora con Abu Nazir, e che Carrie tiene d’occhio grazie all’aiuto della bellissima infiltrata Lynne Reed. La tragica fine della collega (uno dei momenti più tristi dell’episodio, mi stavo affezionando a Lynee!), oltre a causare un crollo emotivo nella protagonista, la costringe a riconsiderare tutti gli indizi pescati finora e, quindi, a ripartire da zero con l’indagine. Carrie è però sola in questa battaglia: non può dire a nessuno della sua agenzia cosa sta facendo, perché potrebbe essere incriminata per attività illegali; l’unico uomo che potrebbe esserle davvero accanto, Saul, il suo mentore, in realtà è ancora molto arrabbiato con lei per averle mentito (anche se, nel secondo episodio, abbiamo avuto la sensazione che le acque si stessero un po’ calmando: una falsa pista o una piccola incongruenza?).

Homeland: 1x03 - Clean SkinCarrie è costretta a mentire a Lynne (paradossalmente diventata la persona a lei più vicina) assicurandole la protezione di una squadra che di fatto non esiste. Perciò, Carrie si sente responsabile della morte di Lynne che, a suo parere, poteva essere evitata, ma allo stesso tempo non sa come. Resta comunque lo sconforto nell’averle dovuto mentire e, soprattutto, di non aver potuto spiegare ai suoi genitori il perché e il per come della sua morte. Qui entriamo anche nella classica tematica dell’agente segreto costretto a mentire per salvaguardare il suo lavoro: da Alias a 24, molte serie degli anni passati hanno dato di questo tema una visione più spettacolare che realistica, mentre in Homeland essa assume un tono decisamente più cupo e contemporaneo. Una vita piena di inganni, bugie e mezze verità, quella dell’agente della CIA, e che la nostra Carrie spesso non sembra capace di gestire. Nonostante questo, lei continua ostinatamente a fare questo lavoro, non mangia, non dorme, lavora e basta. Questo personaggio tormentato è senza dubbio uno dei più intriganti degli ultimi anni.

Homeland: 1x03 - Clean SkinLa seconda linea narrativa si concentra sulle vicende della famiglia Brody, in un momento in cui i giornalisti sono letteralmente entrati in casa per raccontare al mondo la storia del nuovo eroe americano. In particolare, in questo episodio, l’attenzione è tutta sulla figlia adolescente di Nick e Jessica, Dana. Finalmente scopriamo che il motivo per cui i rapporti tra la giovane e la madre sono burrascosi non sono da ricondurre ad una qualche crisi o ribellione adolescenziali, quanto ad una preoccupazione proprio inerente alla famiglia: la relazione che Jessica aveva con Mike prima del ritorno del marito. La giovane Dana, che sta tentando di ricostruire un buon rapporto con il padre (come dimostra la scena dei lucchetti, di ahimè mocciana memoria, ma soprattutto il finale con la figlia che incoraggia Nick a parlare) si rivela, così, una ragazza sveglia e di buon cuore, mentre fino alla scorsa puntata c’era sembrata una poco di buono. Qui va dato merito agli sceneggiatori, che stanno evidentemente cercando di costruire la trama e la psicologia dei personaggi un poco alla volta, lentamente, ma senza mai rallentare troppo da rischiare di stancare lo spettatore.

Con l’ennesimo finale a sorpresa, ancora una volta la tensione viene tenuta alta, ma stavolta si decide di puntare il dito non verso un personaggio o ad una situazione particolare inerenti alla trama, ma piuttosto ad una “condizione” dell’America di oggi: che fine hanno fatto i soldi? Forse la CIA non lo saprà mai. Ma noi spettatori, che in questa serie (quasi) tutto vediamo, sappiamo che lontano dai problemi di Carrie, esiste un luogo in cui delle persone (inconsapevoli?) si sono permessi una casa grazie a questi soldi sporchi. L’episodio si chiude non a caso con l’inquadratura di un aereo che vola basso. I fantasmi dell’11 settembre sono ancora tra noi, ma la cosa più inquietante, sembrano suggerirci gli autori, e che noi stessi siamo inconsapevoli di vivere le nostre vite a stretto contatto con le figure del terrore. Chi è davvero il nemico, e chi l’amico? Siete davvero sicuri dell’identità del vostro vicino di casa? Siete sicuri che i vostri eroi siano in realtà tali? Homeland è una serie costruita su queste domande angoscianti che forse un giorno avranno  risposta. O forse no.

Voto: 8

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Informazioni su alessala

Scrivo, leggo, faccio film e video. Suono quando capita, ma solo per me stesso e per la gioia del muro. Scrivo recensioni. Scrivo i cavoli miei in un blog. Ogni tanto lavoricchio. Sogno in grande ma resto piccolo.

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