In un panorama televisivo generalista americano saturo da procedurali fatti con la carta carbone, e costellato ogni nuova stagione da presunti nuovi eredi di Lost che inevitabilmente si rivelano dei flop totali, Once Upon a Time si presenta, diversamente dagli esempi che ho appena citato, come un prodotto che fa dell’originalità la sua caratteristica peculiare.
“Once upon a time there was an enchanted forest with all classic characters we know… or think we know. One day they found themselves trapped in a place where all their happy endings were stolen: our world.
This is how it happened…”
Questo Pilot, scritto da Adam Horowitz e Edward Kitsis (sceneggiatori di diversi episodi di Lost) e diretto da Mark Mylod (Entourage e Shameless), si dirama su due diverse dimensioni temporali e spaziali: la prima ambientata nel regno della “foresta incantata”, un luogo magico e fantastico pieno di magia e di colori dove vivono i vari personaggi classici delle fiabe (da Biancaneve alla strega cattiva al principe Azzurro, passando per Pinocchio, Geppetto, Cappuccetto Rosso e tanti altri). Accanto a questa dimensione fiabesca, c’è poi il filone narrativo principale che si svolge, invece, nel mondo reale, dove questi personaggi fantastici sono stati intrappolati in una grigia cittadina del Maine dal nome evocativo di Storybrooke, in una realtà dove non è più possibile per loro ottenere i loro “Happy Endings”.
Una particolarità che balza subito all’occhio è il realismo dei molti protagonisti delle fiabe che, nonostante mantengano alcune caratteristiche idealtipiche, non si presentano assolutamente come monodimensionali, ma che, invece, sono dotati di una certa profondità e spessore.
L’ottimo lavoro sui personaggi, però, viene perpetuato egregiamente anche sulla protagonista, Emma, una donna che fatica a trovare il proprio posto nel mondo e che, dopo l’incontro con il figlio Henry (l’unico personaggio poco convincente per il momento) dato in adozione 10 anni prima, sembra finalmente avere l’opportunità di poter conoscere il suo passato e il suo destino.
Jennifer Morrison (Cameron in House e Zoey nella sesta stagione di How i met your mother) si destreggia in maniera convincente nel ruolo di Emma, chiudendo la bocca a molti scettici. Tutto il cast della serie è, però, di altissimo livello, ad iniziare dalla bravissima Ginnefer Goodwin nel ruolo di Biancaneve, per arrivare ad un sempre eccellente Robert Carlyle (un attore che personalmente adoro) nel ruolo di Mr. Gold/Tremotino, sicuramente il personaggio più interessante, controverso ed inquietante del lotto, almeno per il momento.
Ciò che colpisce di più di questo pilot è sicuramente l’originalità, la freschezza della storia. Un prodotto adatto a tutte le fasce d’età, dai più grandi ai più piccoli, che sa essere allo stesso tempo leggero e ambizioso, che riesce, per tutta la sua durata, a coinvolgere e ad appassionare, creando fin da subito grande attesa per gli episodi successivi.
Indubbiamente questa prima puntata non è esente da difetti, più o meno vistosi, legati soprattutto ad alcuni aspetti della trama non propriamente chiarissimi: il tempo congelato a Storybrooke, il fatto che i personaggi non possano lasciare la città, la natura del libro delle fiabe di Henry. Tutte queste cose, però, potranno tranquillamente trovare risposta negli episodi successivi.
In conclusione il giudizio su questo pilot è più che positivo: ovviamente siamo solo all’inizio e ora bisogna vedere già dal prossimo episodio che direzione prenderà la serie. I rischi sono tanti, le potenzialità ci sono e la curiosità è molta. Insomma non ci resta che aspettare il prossimo capitolo di questa fiaba contemporanea.
Voto 8+
Note e Riferimenti
- Come ho accennato sopra, i due creatori della serie, Adam Horowitz e Edward Kitsis, si sono fatti le ossa scrivendo molti episodi di Lost. In questa puntata non mancano i riferimenti (specialmente numerici) e le strizzatine d’occhio alla serie cult di Damon Lindelof e Carlton Cuse.
- A proposito di legami con Lost, l’attrice Lana Perilla, che interpreta la Regina cattiva, ha interpretato il ruolo di Greta in Lost (una delle tue tipe della stazione “Specchio”)
- In termini di ascolti, il Pilot di Once Upon a Time è stato il miglior debutto della stagione per una nuova serie: 12,7 milioni di spettatori per un rating di 3.9 nella fascia 18-49 anni.
Bella recensione, concordo in pieno su tutto. Sul bambino…io l’ho trovato simpatico, ma secondo me bisogna prenderlo un pò così…cioè è l’unico personaggio stereotipato perché è l’unico che “crede” ancora alle fiabe, e quindi è un personaggio “puro”, per tanto può risultare poco credibile. A me è piaciuto proprio per questo 🙂
Joy, io sono innamorata di questa serie: colpo di fulmine!
Non c’è niente che stona_ un chiaro esempio di chi sa sfruttare il budget! ^_^