Arrivati al nono episodio, è il momento di fare i conti con quanto finora mosso da questa nuova stagione. Dopo un inizio scoppiettante e alquanto soddisfacente, le puntate successive hanno sofferto la necessità di riempitivi che, tuttavia, hanno notevolmente abbassato la tensione della serie. Ed in questo episodio, che pure avrebbe dovuto costruire parecchio, rimane un senso di inappagamento piuttosto fastidioso.
Sin dal riassunto degli episodi precedenti facilmente ricaviamo a che punto siamo: i Leviatani imperversano sulla Terra e non vogliono assolutamente avere a che fare con i demoni (con disappunto dello stesso Crowley); eppure, i Winchester boys non hanno la più pallida idea di come sconfiggerli, se non rallentarli con del detersivo. Insomma, siamo così indietro con questa storia che qualche passo avanti fatto in questo episodio è più che gradito.
Quello che tuttavia colpisce, è come non si sia deciso come calibrare la puntata: una prima parte ai limiti del comico, mentre una seconda che avrebbe dovuto costituire un momento di pura tensione si riduce ad un’ alzata di sopracciglia (escludendo il buono e intenso finale).
La storia di partenza è, in realtà, una intelligente e forte satira al mondo dei Fast Food, con il nuovo panino che ha vere e proprie capacità psicotrope: una volta mangiato, si ha il desiderio di continuare all’infinito, fino ad arrivare in alcuni casi a mangiare altri esseri umani e diventare delle vere e proprie bestie. Per non parlare di quel che succede ai panini dopo un certo periodo di tempo: un liquido argenteo e disgustoso la fa da padrone (e credo che esperienza di tutti si possa affermare che nemmeno i panini dei più classici fast food hanno una bella cera dopo un po’). La parte comica è piuttosto divertente, con un Dean strafatto in vero stato di grazia.
L’aspetto, tuttavia, più interessante coinvolge il rapporto tra i due fratelli e Bobby che per moltissimo tempo si è comportato da padre adottivo. In primis, con l’aver insegnato loro tutto ciò che riguarda la caccia quando erano ragazzini, dando un’idea molto più ampia di quanto tempo sia passato da quando li conosce. Per non parlare, poi, del momento più intimistico dei tre (giustamente definito da Dean alla Sigmund Freud) in cui Bobby prima parla con Sam e quindi con Dean.
Entrambi i momenti sono indispensabili per fare il punto sulla situazione.
Se abbiamo da un lato un Sam che tutto sommato, nonostante le visioni di Lucifero (che però lo spettatore acquisisce solamente come informazione di background), sta piuttosto bene, Dean conferma il suo periodo negativo: è senza forze, non riesce più a capire quale sia la sua ragione per continuare ad essere un cacciatore. Eppure qui è Bobby a farla da padrone assoluto, ricalcando la mano su quell’esperienza, quella del cacciatore, che non può finire mai. D’altronde Dean ha provato una vita “regolare”, ma nemmeno quella ha retto a lungo.
Fin qui, quindi, tutto bene. Paradossalmente la parte più debole è quella che vede in campo i Leviatani stessi. A differenza di un Crowley o di un Lucifero, il capo dei Leviatani, Dick, è totalmente privo di fascino. Certo, la sua caratterizzazione (o almeno quella dei panni che indossa) è piuttosto interessante e a tratti strappa un sorriso, in particolare nell’espressione “The Rise of Dick” nel servizio televisivo. Tuttavia non c’è quella forte impronta caratteristica e, perché no, quella tensione che si riusciva a percepire semplicemente con la presenza di Satana. Ciò che più che altro interessa è il piano su larga scala che i Leviatani stanno cercando di portare avanti. Poco altro è d’effetto, se non il leviatano che mangia sé stesso.
Per quanto riguarda il finale, è sicuramente efficace e di un certo effetto. Dubito che Bobby sia morto, ma con Supernatural fortunatamente non è da escludere. Indubbiamente tutto il parlare su morte e funerale in questo episodio qualcosa lasciava presagire. Ciò che dev’essere, però, ancora ben calibrato è proprio il momento dedicato alla trama principale che mai, come in questo episodio, è sembrata così debole.
Per quanto forti e potenti, infatti, i Leviatani non sembrano essere che una versione più disgustosa e meno “coatta” dei demoni, senza un apporto significativo di novità.
Voto: 6 ½