La settima stagione di Supernatural non poteva che concludersi in questa maniera: episodio debole per una stagione debole. Se tutto l’anno è stato prevalentemente infarcito da pochi episodi di trama e da una larga maggioranza di riempitivi, questo finale ha la pretesa di recuperare tutte le storyline aperte e volerne dare una conclusione che, però, risulta abbastanza deludente, pur non mancando momenti piacevoli.
Partiamo dal presupposto che ho per molto tempo ritenuto – ed in realtà lo penso ancora – che questa serie avrebbe dovuto trovare la propria fine al termine della quinta stagione. Tuttavia, dato che sono tendenzialmente una persona piuttosto fiduciosa, ho voluto proseguire la visione di questa serie perché ero certo – come lo sono ancora – che, se ben gestita, sarebbe stata in grado di dare ancora moltissimo. Dopo una sesta stagione, però, che mi aveva sotto molti aspetti deluso, mi ero anche convinto che per la settima avrebbero imparato dagli errori commessi. Se è possibile, escludendo i primi episodi tutto sommato ben costruiti, è andata persino peggio di quanto mi aspettassi. Ad una eccelsa presentazione dei Leviatani è seguita una trama principale che non solo sembra già vista (quelle rare volte in cui c’è stata), ma soprattutto è stata trattata con una tale indifferenza da farci sentire la mancanza della sciatta Eva.
I Leviatani, identificati come delle creature potentissime – al punto che Dio stesso è stato costretto a chiuderli nel Purgatorio – hanno avuto un decorso così rapido da risultare scarsamente interessanti: si è passati dalla loro totale imbattibilità (con pure l’ottima idea che per la prima volta gli avversari dei Winchester agivano per fermare i loro nemici invece di aspettare la loro mossa), al detersivo che li rallentava, per passare all’arma mitologica che, nel giro di due episodi, li ha condotti ad uccidere Dick Roman. In pochissimo tempo non solo hanno recuperato tutte le componenti dell’arma da utilizzare per fermare l’assassino di Bobby, ma pare anche che si siano già liberati di loro.
In più di una recensione passata di questa serie, avevo immaginato, senza nascondere una certa delusione, che la questione dei leviatani sarebbe stata risolta il prossimo anno. Ecco, paradossalmente l’avrei preferito perché, così come già accaduto per Eva nella sesta stagione, l’eliminazione di Roman così sbrigativa ha mostrato chiaramente la debolezza di questa linea narrativa. E purtroppo lo si evince dalla sezione “The Road So Far” che, ormai abitudine dei season finale, non è mai stata così confusa e poco avvincente come quest’anno. Ma rivediamo insieme i passi salienti.
I Leviatani riescono a liberarsi grazie a Castiel e decidono di prendere il potere sulla Terra per cibarsi degli esseri umani (V?); per farlo creano del cibo che ne annulla completamente la volontà ed il libero arbitrio. Intanto i fratelli Winchester cercano un modo per eliminarli e, grazie a Bobby, trovano casualmente un metodo per rallentarli e, così, decapitarli. Tuttavia questo non può bastare su Dick Roman, il loro Re, che dev’essere ucciso in un altro modo. A quel punto, fregando lo stesso Roman, rubano “il Verbo” di Dio, scritto direttamente da Metatron e, coincidenza massima, vengono anche trovati da un Profeta che spiega loro il metodo per uccidere un Leviatano. Trovati gli oggetti di cui necessitano – con una facilità quasi irritante – scovano Roman e lo fanno fuori. Per sommi capi – ma non troppo – questa è tutta la trama di quest’anno, tra l’altro sciorinata in pochi episodi. A ciò va aggiunto lo scempio che viene fatto su due dei personaggi secondari più amati: Castiel e Bobby.
Partiamo dal quest’ultimo. Gli avevano dedicato un episodio davvero molto bello che ripercorreva il passato del padre adottivo dei fratelli Winchester. Un momento molto toccante e persino di insolita delicatezza. A quel punto, però, gli autori iniziano a bersi il cervello: prima lo fanno tornare come fantasma, quindi lo fanno – giustamente – sbroccare. In questo episodio, dopo aver tentato di strangolare Sam, Bobby si rende conto di non avere più controllo e si fa definitivamente uccidere bruciando la fiaschetta. La domanda sorge spontanea: a che pro farlo tornare, se poi non ha alcun ruolo importante da svolgere? Lo stesso momento della sua “seconda” morte è stato del tutto inefficace: lo abbiamo già pianto una volta, la seconda non è mai la stessa cosa.
Per quanto riguarda Castiel, anche qui si è intervenuti senza sapere che pesci prendere. Un personaggio così ben costruito nella quarta e quinta stagione, improvvisamente impazzisce e diventa una sorta di Dio. Resisi conto che, messo così, è effettivamente troppo, gli autori hanno deciso di renderlo stupido facendogli subire le sofferenze infernali di Sam. Da quel momento, Castiel è divenuto l’ombra di se stesso, accudito da Meg – presenza simpatica ma fondamentalmente inutile – e il suo scopo è stato solo quello di alleggerire i toni e donare ai fan più accaniti un po’ di scambi tra lui e Dean. Niente che valga davvero la pena seguire.
A questo punto è inevitabile passare al finale: i fratelli Winchester si rendono conto che Crowley è un demone ed ha la tendenza a fregare la gente. Così, dopo delle parentesi tutto sommato simpatiche (tipo il contratto con Roman), Crowley dona davvero il suo sangue – bisognerà capire se e come ha bypassato il contratto – permettendo loro di uccidere il Re dei Leviatani (ancora presenti sulla Terra ma non più organizzati) e prendere per sé il Profeta. Dean, intanto, dopo aver usato l’arma, viene spedito, da vivo, al Purgatorio. Un Purgatorio esteticamente non fatto male, ma di certo i mostri con gli occhi rossi sono degni del più becero dei cartoni animati degli anni ottanta.
Con Dean in un altro piano di esistenza e Sam da solo sulla Terra, si conclude anche questa stagione di Supernatural. Una stagione pessima ed un finale non all’altezza delle capacità del passato, pur risollevatosi in parte dal piattume generale. Adesso bisogna solo sperare nell’ennesimo cambio di showrunner che, dopo i due anni fallimentari della Gamble, si ritrova in mano un bellissimo fiore da tempo appassito.
Voto Episodio: 6-
Voto Stagione: 4 ½
P.S. Almeno è tornata l’Impala. Troppo tempo senza questo Simbolo dei Winchester. Bentornata, Baby.
Le prime stagioni di questo telefilm sono state spettacolari, sono partiti alla ricerca del padre scomparso, poi dell’uomo dagli occhi gialli per vendicare la madre e poi sono stati risucchiati nel vortice della apocalisse. Ogni stagione è stata un perfetto preludio per la successiva e niente veniva lasciato al caso. Mi viene in mente nel descriverle una goccia d’acqua che si propaga su uno specchio d’acqua, sono partiti da un fatto personale e si sono ritrovati come paladini del mondo. Poteva e forse doveva finire lì. Il seguito non poteva che essere inferiore, per come ci immaginiamo il mondo noi occidentali cattolici, l’apocalisse è la fine di tutto.
Anche se previsti nella bibbia, chi sono i leviatani? Il purgatorio può essere peggiore dell’inferno? io credevo che fosse un posto dove espiare le proprie colpe prima di salire in paradiso…
Invece trovo plausibile il far restare Bobby attaccato ai suoi figliocci, se voi moriste e sapeste di poter restare vicino ai vostri cari non sareste tentati? Lui sapeva cosa lo aspettava, sapeva che sarebbe impazzito, ma ha voluto rischiare…
Mentre Castiel mi è sembrato un po’ sconclusionato… Diventare un dio? Ma quello vero dov’è? Non è ammissibile che si nasconda perché deluso dagli umani e dagli angeli…
Io penso che la serie da horror e sia diventata semi comica quasi una parodia di se stessa. Dean e le sue battute sono l’unico motivo per proseguire.
Speriamo che la prossima serie migliori.