Dopo le buone premesse della premiere, Dinosaurs on a Spaceschip non brilla certo come una delle puntate migliori di Doctor Who. Anzi. La superficialità di alcuni punti, dovuta ad una scrittura non efficace da parte dello sceneggiatore Chris Chibnall, alla velocità troppo eccessiva dello svolgimento, ad alcuni “buchi” significativi, rendono la visione anche un po’ spiacevole, oltre che confusionaria. Vediamo perché.
“Straparlo. La gente in genere mi ferma quando lo faccio. O vanno avanti senza di me”.
Esattamente come il carattere iperattivo del Dottore, questo secondo episodio della settima stagione soffre di una eccessiva velocità nell’esposizione, cosa che rende difficile seguire per bene quanto viene raccontato. All’inizio dell’episodio, Eleven si trova sparato da un’epoca all’altra senza soluzione di continuità; la sua frenetica parlantina, per quanto simpatica, risulta pesante e difficilmente seguibile.
Lo troviamo prima nel 1335 a.C. in compagnia della regina egiziana Nefertiti. Poi, per una strana scelta difficilmente spiegabile, recluta in una ipotetica “nuova squadra” anche l’esploratore John Riddell, vissuto agli inizi del ‘900.
Non possono mancare i Pond: il Dottore ritorna da loro ben dieci mesi dopo gli avvenimenti di Asylum of the Daleks, e li ritroviamo pacificati e felici come se nulla della loro crisi accennata nel primo episodio fosse stato importante. C’è però anche un “ospite indesiderato”, Brian, il padre di Rory, interpretato dal primo attore potteriano della puntata, Mark Williams: un uomo che non ama viaggiare e stare all’aria aperta, e per questo spaventato dalle imprese del Dottore.
Se all’inizio della puntata possiamo pensare che l’entrata in scena di Brian possa essere un buon pretesto per indagare meglio la psicologia del giovane consorte Pond, introducendo magari delle problematiche legate al suo rapporto con il genitore, ci sbagliamo. L’episodio si spaccia per un viaggio compiuto da Brian nella lotta contro la sua agorafobia. Dico si spaccia, perché in definitiva non è proprio così: l’andamento fracassone e semplicistico dell’episodio non dà il tempo di approfondire degnamente la psicologia di Mr. Williams, lasciando l’amaro in bocca della domanda “che diavolo ci fa qui questo personaggio?”.
“Regina Nefertiti! Ti ho studiata a scuola, sei fantastica! Sono una tua fan, dammi il cinque!”
Tutti i personaggi dell’episodio, in effetti, sembrano piazzati lì a caso. Il Dottore è il mattatore di una puntata piena di personalità che non si distinguono e non brillano. Tralasciando i Pond, inguardabili, e Brian Williams, non si spiega perché Eleven abbia voluto imbarcarsi in quest’avventura con la compagnia di una regina egiziana e di un esploratore alla Indiana Jones (e se pensiamo in effetti che è proprio “a causa” di Nefertiti che per poco il Dottore non ci rimette le penne nel finale…). Questa è la prima grande pecca della puntata.
La seconda sta nello svolgimento della vicenda in sé, che presenta diversi punti strani.
Innanzitutto la vicenda dei Siluriani, che intendono trasportare su una nave-arca dei dinosauri per trasportarli su un altro pianeta. Cerchiamo di fare un riassuntino: gli homo reptilia viaggiano nel tempo, prendono su i dinosauri (voglio proprio vedere in che modo!), e partono per una nuova casa, prima di essere “presi in ostaggio” da un anziano pirata spaziale (David Bradley, il secondo attore potteriano della puntata) e dai suoi due annoiati ed imbranati robot (che mi hanno un po’ ricordato il Marvin di Douglas Adams), che li fanno fuori tutti. Ora. Per quanto si stia parlando di due robot assassini (piuttosto imbranati), siamo veramente sicuri che un esercito, anzi, un’intera popolazione di Siluriani, con tanto di dinosauri “al seguito”, non sia in grado di eliminare tre poveri disgraziati quasi inermi?
“Che razza di uomo gira senza una cazzuola? Mettila sulla lista per Natale”.
Un’altra cosa che non ho veramente capito è la scena ambientata sulla spiaggia. Per quale motivo mostrarci una location all’aperto con la spiegazione “questa è la sala dei motori, idro-generatori”?
La prima cosa che mi è saltata in mente è che gli autori avessero intenzione di girare questa scena per puro diletto effettistico, solo per trovare una location degna di un attacco di pterodattili (tra l’altro presenti per pochissimi minuti), per poi pensare in fretta e furia ad una motivazione “logica” per cui i tre personaggi capitassero in quel luogo.
La puntata è pregna di queste incongruenze e semplificazioni, soprattutto nella parte finale: ricordo, tra tante, la scena in cui i due Williams riescono a salvare la nave pilotandola senza mai aver preso lezioni di volo; e la scena finale con quelle cartoline, che sono EVIDENTI fotomontaggi (è una cosa voluta per caso? Se sì, qualcuno, per cortesia, me ne spieghi il motivo perché non ci sono arrivato!).
Qualcuno potrebbe obbiettare che non è tanto importante lo svolgimento in sé, quanto il cuore, l’anima che traspare dalla visione di un episodio in una serie speciale come Doctor Who.
Il problema è che da questo episodio traspare ben poco: non si capisce dove gli autori vogliano andare a parare, se abbiano in mente una sorta di morale, oppure semplicemente abbiano piazzato due o tre elementi fantastici (dinosauri in primis) con il solo scopo di stupire il pubblico.
Gli errori sono talmente grossolani da farci quasi dimenticare alcune trovate abbastanza riuscite, come le classiche battute fulminanti (“Come si mette in moto un triceratopo?”), la spiegazione “storica” del perché Nefertiti ad un certo punto della sua vita sia scomparsa, o l’accenno conclusivo al graduale distacco con i Pond (è proprio questo, forse, il succo della vicenda finora: una coppia felicemente sposata non può rappresentare per molto una degna compagnia per il Dottore, che ha evidentemente bisogno di un nuovo partner).
A livello tecnico non vi è nulla da biasimare, ma mi viene in mente quando Doctor Who certi effetti speciali neanche se li poteva permettere e riusciva ugualmente a tenerti incollato allo schermo per la genialità delle vicende narrate e della scrittura.
Con questo episodio, Steven Moffat ha commesso uno sgarro abbastanza evidente, anche se, naturalmente, non possiamo già pensare al peggio. D’altra parte, come avevo già detto nella scorsa recensione, i rischi sono tantissimi. Imboccando questa strada, non li si evita di certo, anzi ci si va a sbattere in pieno.
Speriamo che il prossimo episodio, che già si è presentato molto bene, non sia, come questo Dinosaurs on a spaceships, tanto fumo e niente arrosto.
Voto: 6,5
ho trovato la tua recensione piuttosto dura, ma su alcuni punti concordo in pieno, ci sono un sacco di imprefezioni in questo episodio, ma a me è comunque piaciuto un tantissimo.
ho da ridire sul fatto dei dinosauri, i siluriani non sono tornati indietro nel tempo a prenderli, affatto. i siluriani si chiamano in questo modo perchè risalgono al periodo siluriano o silurico contemporaneo dei dinosauri, quindi per loro portarsi i dinosauri è come se gli umani si portassero dietro i cani, i leoni, i gatti, i cavalli e gli elefanti insomma.
devo ammettere che non ho visto mai cosa più assurda della sala motori idro-elettrici. non ha un minimo di senso. per mantenere le onde è necessario un intero sistema idrologico all’interno della nave è proprio una cosa che non si regge in piedi senza un minimo di spiegazione! su DW sono anni che ci propinano per vere assurdità inaudibili, ma almeno una volta si degnavano di dare un minimo di spiegazione, ora invece si aspettano che prendiamo per oro colato qualsiasi cosa ci mostrino! se ci dicessero che il mare non è fatto di acqua ma di zucchero filato salato e disciolto (XD) noi dovremmo crederci?
e poi gli pterodattili hanno rotto. ce n’era uno dentro al torchwood e c’erano quelli del parco da pic-nic.
per quanto riguarda la gang del dottore è vero che non ha molto senso, ma ultimamente devono trovare un pretesto per far si che il dottore abbia dei compagni. mi domando cosa si inventeranno nella prossima puntata per far andare i pond nell’old far west. piacevole il personaggio di Brian, sarebbe bello rivederlo, ma lo tovo un po’ difficile dato che i pond uciranno presto di scena. comunque le cartoline sono una trovata carina, e il fatto che si vede da un miglio di distanza che sono fotomontaggi è un tipico e stupido difetto che riscontriamo in tante serie tv.
memorabile la scena del bacio Eleven-Rory, non vorrei sbagliarmi, ma credo che questa sia la prima volta che ci mostrano il dottore che bacia un uomo, seppur con noncuranza ed estrema drammatizzazione, neanche Amy dice niente in nonostante eleven gli bacia il marito davanti a lei.
Sul discorso dei Siluriani apprezzo molto la tua spiegazione…anche se appunto mi pareva che ad un certo punto citassero un viaggio nel tempo. Teniamo conto che i Siluriani non si vedono dalla quinta stagione (più una capatina nella sesta, se non erro), e per tanto non ricordavo molto bene la loro storia, anche se non mi pareva avessero accennato al discorso dinosauri. L’ho preso come un buco più per una mancanza di spiegazioni “definitive” (non avevo proprio pensato al discorso che fai tu dei “cuccioli”…anche perché, a dirla tutta, mi sembra un po’ assurdo, ma fa niente!).
La puntata mi ha divertito (come ho anche detto), ma mi sembrava sbagliato dare un voto buono solo considerando gli aspetti positivi (comunque pochi), anche perché ho trovato più difetti che pregi. Doctor Who è sempre stata una serie che fa dell’ironia e delle battute pungenti la sua forza, ma certe “sveltezze” stavolta si sono fatte sentire anche troppo.
Per quanto riguarda i compagni: ormai è Eleven il vero mattatore, i suoi compagni sono praticamente inesistenti. Non vedo l’ora che arriva la nuova compagna…
Non concordo con la recensione. Secondo me la chiave di lettura è sbagliata, questa è il classico episodio del Doctor Who standalone che punta tutto sul divertimento della situazione che si viene a creare: Dinosauri su un’astronave (con una regina egizia e un cacciatore della savana come guest star). E l’obbiettivo viene raggiunto in pieno.
Il senso di avere una gang e anche un modo per il dottore di colmare il sempre più progressivo distacco con i Pond, ormai imminente (il dialogo fra Amy e il Dottore mi ha messo tanta malinconia addosso).
Ed anche il padre di Rory rientra perfettamente in questa situazione bizzarra, ma è anche l’unico personaggio che alla fine ne esce cambiato davvero da quest’esperienza estemporanea.
Ovviamente l’episodio non è esente da difetti, ma alla fine non è stato creato per essere un capolavoro, ma solo per essere bizzarro e divertente “Doctor Style”.
Per me ci sta anche il 7/7,5.
All’epoca in cui scrissi la recensione l’episodio mi aveva lasciato molto insoddisfatto, soprattutto se paragonato alla buonissima premiere. Dovrei rivederlo ora per capire se il mio giudizio è cambiato, ma ad ogni modo penso di rimanere più o meno fermo su una considerazione: per me con DW gli episodi stand-alone o sono stupendi (vedi “Blink”) o sono mediocri (vedi molti episodi della prima e seconda stagione, nonché vari special natalizi). Per me è così, con gli episodi “a sé” del Doctor difficilmente trovo un’altra forma di giudizio.
Ci sono poi gli episodi che sono parte integrante della continuity che guardo con ancora maggior attenzione e sui quali sono ancora più severo se vedo pecche particolari (se leggerai la recensione della 7×05 capirai di cosa parlo).
Però, ribadisco, magari vedendolo ora potrei cambiare giudizio, chissà…
Ma gli episodi Standalone sono la maggioranza, ma di brutti davvero dalla seconda stagione in poi sono davvero pochi (mi viene in mente Daleks in Manhattan che però era in due parti). Della gestione Moffat non mi è piaciuto forse solo “Vampire in Venice” e lo speciale natalizio pre settima stagione (quello tipo Narnia), ma alla fine in quel contesto si può anche giustificare.