Qual è la differenza tra un’ispirata unione di un’estetica ricercata a tematiche coraggiose, e un’accozzaglia di immagini, musiche e parole, che lascia stupefatti perché dubbiosi? Sarebbe meglio non chiederlo a Ryan Murphy, che da anni cavalca questa antinomia senza darci la possibilità di rispondere in modo lucido.