Togetherness – 1×06 Ghost in Chains


Togetherness - 1x06 Ghost in ChainsSe “Kick the Can”, miglior episodio della stagione finora, prendeva i personaggi e i loro problemi e li buttava tutti in una grande mischia, questa settimana gli autori hanno scelto un approccio opposto, per certi versi più intimista, ma non altrettanto riuscito.

Quello che funzionava nella puntata precedente, infatti, era dovuto alla realizzazione di quello che il titolo della serie suggerisce, ovvero lo stare insieme, l’unica opportunità per rendersi conto che i dubbi relativi alle scelte della propria vita non sono poi così fondati. “Ghost in Chains”, invece, prende i personaggi e li isola quasi completamente, creando l’effetto opposto: ognuno è vicino ad un punto di rottura o addirittura lo raggiunge, anche se l’efficacia della messa in scena non sempre riesce a convincere fino in fondo.

The thing is, Brett… What else is there?

Togetherness - 1x06 Ghost in ChainsIl tasto dolente della puntata viene toccato con il personaggio che ne occupa le parti fondamentali (tra cui l’inizio e la fine), ovvero Brett: la sua crisi sarebbe stata comprensibile e ben riuscita se non si avesse avuto una scena quasi identica in “Houston, We Have a Problem”, un episodio che, mettendo a nudo i suoi problemi con la moglie, parlava anche di quelli presenti nel posto di lavoro e nella vita dell’uomo in generale. “Ghost in Chains”, invece, decide di prendere tali difficoltà e di costruirci sopra una storia che non riesce a convincere appieno proprio per la sua decisione di esplicitare qualcosa che era già chiaro, e che risulta in questo caso ripetuto una volta di troppo. Non si tratta di un completo fallimento, sia chiaro, ma solo di una storyline non necessaria, e dell’introduzione di un personaggio – interpretato da Mary Steenburgen – un po’ troppo stereotipato per generare dell’interesse genuino da parte dello spettatore. Nonostante tutto, comunque, la scena della crisi in ufficio funziona alla grande grazie alla riuscita interpretazione di Mark Duplass, aiutato da un Joshua Leonard nei panni del regista che, in pochissime scene, è riuscito a dare un’identità ben precisa al suo personaggio.

Togetherness - 1x06 Ghost in ChainsLa parte riguardante Michelle e David, invece, prosegue su binari più conosciuti, portando avanti quella che è la storyline più prevedibile e necessaria allo sviluppo del personaggio di Melanie Lynskey: la donna si ritrova improvvisamente coinvolta in uno stile di vita più attivo, vivace, adatto a quella che è sempre stata la sua indole, come dimostrato dalle fughe di notte o dalla costante volontà di lasciarsi i problemi alle spalle con l’unico scopo di divertirsi. Il tutto, ovviamente, non può che portare ad un pericoloso avvicinamento all’uomo che si configura come l’esatto opposto di Brett, causando un inevitabile peggioramento della crisi all’interno della vita della coppia: in questo senso, la scena dello sfondamento della porta vive di una tensione sessuale ben costruita ed efficace, in grado di portare Michelle vicino al punto di rottura definitivo. Non è chiaro se la vicinanza a David porterà all’abbandono della famiglia o causerà l’effetto opposto, ma la capacità della donna di liberarsi dalle sue catene (al contrario di Brett, che, nonostante gli sfoghi, ne finisce sempre per essere intrappolato) lascia intendere che il suo percorso è sempre più vicino alla realizzazione della prima ipotesi.

Whatever it is that you and I are doing, it’s over.

Togetherness - 1x06 Ghost in ChainsIl vero punto di non ritorno, comunque, viene sicuramente raggiunto da Alex, che, alla fine di un percorso coerente e ben costruito, riesce a liberarsi dell’influenza di Tina su di lui: ipocrita e per certi versi più egoista di quanto sembri, la donna ha sempre approfittato degli insuccessi dell’amico per sfruttarlo nei momenti di bisogno, portandolo spesso all’illusione che il tutto potesse derivare da un qualche tipo di sentimento nei suoi confronti. Che ciò sia vero oppure no, Alex riesce finalmente ad opporsi a questo tipo di comportamento, ed è ironico come il cambiamento derivi proprio dalla trasformazione (fisica e non) che Tina gli aveva imposto di mettere in atto: a questo proposito, la scena dell’audizione costituisce il proseguimento di un cammino che, per andare avanti, non può che disfarsi delle ultime catene che limitano le possibilità di Alex, il quale, libero dell’influenza di Tina, è ormai in grado di diventare quello che avrebbe sempre voluto.

Con “Ghost in Chains”, quindi, Togetherness mette in scena un episodio meno corale del precedente, con lo scopo di analizzare i cambiamenti provocati dal tornado emotivo che è stato “Kick the Can”: non tutte le soluzioni funzionano,  ma la creatura dei fratelli Duplass continua a convincere, e non c’è dubbio che ci siano abbastanza spunti per una conclusione di stagione più che soddisfacente.

Voto: 6/7

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