The Brink – 1×01 Pilot 2


The Brink - 1x01 PilotChi pensa che l’estate sia la stagione dei recuperi e dei rewatch dovrebbe controllare i palinsesti dei principali canali televisivi americani per rendersi conto di quanto sia in errore. I mesi più caldi dell’anno non ospitano solo show disimpegnati, ma anche – e soprattutto – sia vecchie serie drama e comedy di qualità, che novità interessanti.

Per questo non potevamo farci sfuggire la nuova dramedy del canale HBO – di cui è inutile ribadire il livello qualitativo – che mette in campo nomi importanti sia dietro che davanti alla telecamera. The Brink, questo è il titolo, vede Jack Black (School of Rock) per la prima volta protagonista sul piccolo schermo, affiancato da Tim Robbins, premio Oscar come miglior attore non protagonista per Mystic River e convertito ad un genere più comico negli ultimi anni, e Pablo Schreiber, il secondino soprannominato Pornstache di Orange Is The New Black; la sceneggiatura, invece, è firmata da Roberto Benabib, che di dark comedy se ne intende, essendo stato produttore esecutivo e autore di numerosi episodi della serie di Showtime Weeds, e da suo fratello Kim.

The Brink - 1x01 PilotThe Brink – che in inglese significa bordo, ciglio, ma in senso figurato anche “sul punto di” – racconta le ore che potrebbero precedere lo scoppio di una terza guerra mondiale, dopo che il Presidente degli Stati Uniti ha dato l’ordine di attaccare militarmente il Pakistan. La serie si divide su tre fronti, raccontando da una parte le stanze americane del potere, con Walter Larson (Tim Robbins) Segretario di Stato che vorrebbe impedire l’attacco militare; dall’altra la situazione del Paese sotto attacco, con Alex Talbot (Jack Black), un impiegato dell’ambasciata Statunitense in Pakistan, testimone dei tumulti che la stanno scuotendo; e infine la vita sempre in pericolo dei soldati americani, con Zeke Tilson (Pablo Schreiber) l’aviatore incaricato di sganciare le bombe.

Remove could mean ten different things in Urdu. You know these tribal languages.

The Brink - 1x01 PilotChi ha notato una certa influenza kubrickiana nella trama di The Brink ci ha visto bene: i fratelli Bernabib hanno avuto l’idea di scrivere questa dramedy dopo aver visitato una mostra dedicata alla filmografia di Stanley Kubrick, dove non poteva mancare una sezione dedicata a Dr. Strangelove, a cui appunto lo show si ispira. Gli autori, però, hanno deciso di abbandonare la vena comica e grottesca del film, adottando un punto di vista più realista, ma non per questo meno divertente. La comicità pervade lentamente la storia e diventa subordinata allo sviluppo diegetico, che ha la precedenza; il realismo – non solo nella trama, ma anche nella componente comica – è tenuto fortemente in considerazione, non facendo sbellicare lo spettatore, ma inducendo spesso una risata a denti stretti.

“I want zero civilian casualties.” “Yeah, and I wanna fuck Scarlett Johansson.”

The Brink - 1x01 PilotL’identità comica della serie, però, non le impedisce di affrontare, o almeno sollevare in questo pilot, argomenti spinosi e di stretta attualità, come il salario delle forze armate statunitensi, il funzionamento degli equilibri politici americani (ma soprattutto pakistani) e la vita dei familiari dei soldati in guerra. Ognuno dei tre protagonisti, che hanno comunque un peso differente nell’economia della puntata, cerca di affrontare una questione diversa in modo già deciso e attivo, per quanto possibile, nei poco più che trenta minuti del racconto. La messa in scena delle tre realtà, strettamente collegate ma diversissime, cerca di allontanarsi il più possibile dagli stereotipi che imperano quando si parla di questi temi: vediamo un Segretario di Stato americano alcolizzato, sessualmente molto attivo e infantile, ma allo stesso tempo riflessivo e lungimirante di fronte al Presidente; una famiglia pakistana di classe media, formata da uno scrittore e uno psicologo; un soldato patriottico e pronto all’azione, ma solo se con qualche aiutino medico. Le differenze tra le tre storyline emergono non solo dallo sviluppo narrativo, ma anche dal confronto indiretto, che tramite il montaggio netto ci catapulta da una parte all’altra del mondo in un istante: la linea ordinata davanti alla cassa della farmacia americana diventa un mercato caotico e popolatissimo in medio oriente; il tavolo che ospita il Presidente degli Stati Uniti con il suo staff si trasforma nella rivolta di piazza pakistana, con macchine ribaltate, colpi di arma da fuoco e torce incandescenti.

“Smells like a coup d’état.” “Led by who?” “I can’t tell you that.”
“I’m the President.” “No, I mean… we don’t know.”

The Brink - 1x01 PilotTuttavia la serie, nonostante tutti questi punti a favore, sembra voler procedere cauta sui temi che potrebbero renderla veramente memorabile: la satira politica non è così forte come ci si potrebbe aspettare su HBO e sembra sbilanciata a favore del governo americano. Il discorso sia sulla questione sia mediorientale che militare, invece, è portato avanti con meno paura di poter dire qualcosa di scomodo, anche se il graffio si sente appena. Non è ancora chiaro se questo sia dovuto alla necessità di introdurre una storia totalmente nuova, che deve portare via la maggior parte del tempo, o se la volontà sia quella di non fare arrabbiare nessuno; solo il tempo potrà svelarci le vere intenzioni dei Benabib. Legata alla questione tempo è anche la grande cura nei dettagli dedicata alla storyline ambientata sulla portaerei, che ci regala inquadrature e riprese molto interessanti: ci saranno soldi per replicare scene del genere o, come è solito fare, lo stesso budget riservato al pilot per convincere la rete a produrre la serie non verrà messo a disposizione nel futuro?

Per ora The Brink ci ha sorpresi positivamente con un mix di comedy e drama ben calibrato e suddiviso per tutta la durata del pilota. Osare sarà la parola d’ordine dei prossimi episodi, non solo nella satira, ma anche nella trama principale, che nel buonismo potrebbe trovare la sua tomba.

Voto: 7

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Informazioni su Davide Canti

Noioso provinciale, mi interesso di storytelling sia per la TV che per la pubblicità (in fondo che differenza c'è?!). Criticante per vocazione e criticato per aspirazione, mi avvicino alla serialità a fine anni '90 con i vampiri e qualche anno dopo con delle signore disperate. Cosa voglio fare da grande? L'obiettivo è quello di raccontare storie nuove in modo nuovo. "I critici e i recensori contano davvero un casino sul fatto che alla fine l'inferno non esista." (Chuck Palahniuk)


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