The Strain – 2×02/03 By Any Means & Fort Defiance 1


The Strain – 2x02/03 By Any Means & Fort DefianceThe Strain entra nel vivo del racconto confermando le buone premesse della premiere, nonostante fatichi ancora a liberarsi da alcuni dei difetti che affliggono la scrittura dello show fin dalla passata stagione.

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“By Any Means”

Dopo aver superato la delusione della sconfitta, i nostri protagonisti sono pronti a tornare in azione: la scelta di mantenere il gruppo unito ma attivo su diversi fronti costituisce una delle migliori intuizioni di questa annata, in quanto permette al racconto di essere coeso e al tempo stesso variegato, evitando quindi la dispersività dello scorso anno senza però annoiare.

The Strain – 2x02/03 By Any Means & Fort DefianceEph e Nora proseguono con le loro sperimentazioni, alla ricerca di un virus in grado di infettare i vampiri: le loro interazioni con i due coniugi/cavie umane mettono bene in luce il lungo percorso interiore che i due sono stati costretti a compiere dalle circostanze, e che li ha portati a mettere da parte la morale e la compassione in favore del cosiddetto “bene più grande”. La sofferta spietatezza di Eph in risposta alla disperazione dell’uomo, che lo prega di porre fine alle sofferenze della moglie, ribadisce efficacemente come l’unico modo per poter estirpare il virus rappresentato dagli strigoi sia assumerne – almeno in parte – le caratteristiche, abbandonando la propria umanità. Si viene quindi a delineare un interessante nucleo tematico che, come vedremo, riemergerà anche nel successivo episodio, andando ad arricchire il sostrato simbolico della serie, la quale non può che trarne giovamento.
A bilanciare il tono emotivo e drammatico di queste sequenze troviamo Fet e Dutch, decisi a ripulire la città dai vampiri edificio per edificio. Nonostante le scarse probabilità di riuscita dell’impresa (perlomeno senza l’arrivo di un supporto esterno), l’espediente ha il merito di regalarci un’ottima scena d’azione, impreziosita – è proprio il caso di dirlo – dagli effetti visivi generati dall’esplosione della granata all’argento. Anche l’evoluzione del rapporto tra i due sembra procedere nella giusta direzione, mettendo in risalto le caratteristiche di entrambi senza risultare sdolcinato.

The Strain – 2x02/03 By Any Means & Fort DefianceIl vero cuore pulsante dell’episodio è però costituito, come spesso accade in The Strain, dai flashback, che in questo caso vedono protagonisti Setrakian e Palmer. Forse in quest’annata ancor più che in quella passata, la scrittura si rivolge in maniera efficace a questo espediente per ampliare e approfondire la mitologia che sta alla base del racconto, andando in questo modo ad alterare la nostra percezione degli eventi e dei rapporti presenti. Assistiamo quindi a sorpresa al primo incontro tra i due uomini nella Vienna del 1965, scoprendo come fin da allora fossero uniti dal comune interesse nei confronti degli strigoi. Il fatto che sia stato proprio Palmer a spingere Setrakian alla ricerca dell’Occido Lumen e che, di contro, Abraham abbia probabilmente favorito l’incontro di Eldritch con il Master, arricchisce la situazione attuale di inedite e beffarde sfumature, amplificando inoltre l’impatto del faccia a faccia tra i due nel finale durante l’inaugurazione del Freedom Center. I piani di Palmer ad ogni modo restano ancora avvolti nel mistero: il Centro infatti non può costituire solo una semplice copertura per l’uomo, il quale indossa con sempre maggiore convinzione la maschera del benefattore, ma andrà probabilmente a rappresentare un ulteriore tassello della strategia del Master per conquistare definitivamente la città.

“Fort defiance”

Pur proseguendo sulle buone basi poste da “By Any Means”, il terzo episodio vede il riaffiorare di alcuni antichi problemi della serie, riguardanti in particolar modo la scrittura dei personaggi e l’organicità del racconto.

The Strain – 2x02/03 By Any Means & Fort DefianceL’eccessivo spazio dedicato a personaggi secondari, o comunque non in grado di reggere il peso di un focus introspettivo, torna infatti ad appesantire la narrazione, inficiando in parte la buona riuscita della puntata. È il caso innanzitutto di Zach, il cui comportamento inizia a essere ripetitivo e – arrivati a questo punto – scarsamente comprensibile anche per un ragazzino, ma anche di Dutch. L’incontro con la madre di Nikki non riesce ad aggiungere nulla al suo personaggio, finendo anzi col riavvicinarlo allo stereotipo della donna tormentata e autodistruttiva da cui si stava lentamente smarcando. In quest’ottica non possiamo infine non menzionare la nuova assistente di Palmer, Coco Marchand: il minutaggio a lei dedicato non è giustificabile se non nell’ottica di un’ipotetica – ma non auspicabile – redenzione dell’uomo, e ad ogni modo per ora risulta abbastanza noioso e superfluo. Dopo aver atteso per quasi un’intera stagione che i diversi personaggi e le storyline si intrecciassero dando vita a un’insieme più coeso, il ritorno a certe divagazioni non può non destare qualche preoccupazione, seppure per ora costituiscano dei casi abbastanza isolati e ben bilanciati da elementi positivi come la reintroduzione di Bolivar.

The Strain – 2x02/03 By Any Means & Fort DefianceLa puntata non è difatti priva di pregi, a partire dall’ulteriore analisi di Setrakain. La scoperta della pratica di Abraham di assumere il sangue degli strigoi per mantenersi in forze costituisce un interessante plot-twist, che va a complicare ulteriormente il suo personaggio, approfondendo il parallelismo con Palmer introdotto nello scorso episodio e ribadendo l’assunto secondo cui per combattere i vampiri è inevitabile assimilarsi a loro. Anche l’introduzione vera e propria della figura di Justine Feraldo rappresenta una nota positiva per l’episodio: la councilwoman, al momento la più gradita new entry di questa stagione, costituisce infatti – o almeno così pare – una presenza non corrotta e attiva all’interno dell’amministrazione della città, che potrebbe rivelarsi fondamentale nell’ottica della messa in atto del piano di Fet.
La vera perla dell’episodio è però costituita dalla storyline di Gus: sia la scena del suo addestramento che quella del tentativo di rapimento di Palmer rappresentano al meglio ciò che uno show come The Strain ha da offrire, presentandoci un giusto mix di gore e azione senza prendersi troppo sul serio. La sequenza dell’intrusione nel palazzo di Palmer riesce poi a giocare molto bene con le aspettative del pubblico, concludendosi con un esito inaspettato che rimescola ulteriormente le carte in tavola, comunicandoci al tempo stesso come la fiducia dell’uomo nei confronti dei vampiri non sia così cieca come poteva sembrare.

Nel complesso, nonostante qualche ricaduta, The Strain sembra procedere sulla giusta strada: dopo una prima stagione dal tono fortemente introduttivo, lo show sembra finalmente pronto a mettere a frutto ciò che ha seminato, presentandoci un racconto più compatto e avvincente che ci fa ben sperare per il prosieguo della stagione.

Voto 2×02: 7+
Voto 2×03: 6 ½

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Un commento su “The Strain – 2×02/03 By Any Means & Fort Defiance

  • sixfeet

    Sono l’unico che comincia a non sopportare più il personaggio di Zach? Sin dal primo episodio di questa seconda stagione ho cominciato a desiderare che la mamma se lo “pappasse”.